Astro Bot per PS5 è il più bel gioco Nintendo che non giocherete mai su una console Nintendo

astro bot ps5 recensione antro docmanhattan

C'è qualcosa di poetico nel fatto che in mezzo ai tanti bot da salvare in Astro Bot, platform per PlayStation 5 uscito a inizio mese, ci siano quelli di Spyro il draghetto, Jak di Jak and Daxter o Crash Bandicoot. Le prime due console PlayStation, e i team first e third party al lavoro sulle stesse, hanno provato per anni in tutti i modi a portare in casa Sony un platform come quelli di Mario. Svariati lustri più tardi, è sbarcato su PS5 un titolo Nintendo perfetto, anche se non è un gioco Nintendo. Un titolo, Astro Bot, che hai amato alla follia. Tranne un giorno intero in cui l'hai odiato tantissimo e hai augurato ai suoi creatori le peggio cose [...]

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"Ma è Super Mario Odyssey con un po' di Pikmin!": a PiKi, 9 anni, sono bastate dieci parole per condensare in un giudizio impeccabile le sue impressioni su Astro Bot. Il punto, però, è che Astro Bot non somiglia unicamente nella struttura ai titoli Nintendo citati, ma anche e soprattutto nella qualità di quella struttura. 

C'è quel valore a volte impalpabile ma sempre presente, quel livello di qualità a prova di bug, errori, inquadrature sballate e svirgolate del game design che ti aspetti da un capitolo "principale" della saga di Mario e (molto) difficilmente trovi altrove. Astro Bot è un platform in cui tutto funziona come dovrebbe funzionare, tutto è pensato in modo eccellente, ogni cosa ha senso.

È il modo gentile in cui una nuova scia di monete ti riporta sul percorso principale del livello dopo una digressione per sbloccare un bot, un pezzo di puzzle o un livello extra nascosti; è l'ingegnosità con cui sfrutta tutte le funzioni del controller Dualsense, esattamente come aveva fatto il suo predecessore gratuito Astro's Playroom, preinstallato su PS5 al lancio della console, ormai quasi quattro anni fa.

Ma la cosa incredibile è che ci riesce rifacendo quasi tutto daccapo, utilizzando pochissimo di quanto visto in Astro's Playroom.

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E quei livelli in cui ti porta il viaggio del robottino protagonista, oltre ad essere tirati a lucido e curati nel minimo dettaglio dal punto di vista del game design, sono anche belli da vedere, belli da ascoltare, belli da fartici venire su un magone così. Perché è un viaggio nei ricordi, in trent'anni di vita delle console Sony e in altrettanti decenni spesi appresso alle medesime da noi giocatori vecchietti.

Imbattersi nuovamente nei mondi di Ico e WipEout, Castlevania: Symphony of the Night, PaRappa e tutto il resto, è rivivere un pezzo della nostra esistenza, divertendosi come dannati nel farlo. Arrivato al livello di Locoroco, con la canzoncina di Locoroco in sottofondo, avresti voluto alzarti, posare il pad e andare ad abbracciare i membri di Team Asobi (l'ex Japan Studio di Sony), uno per uno.

Questo prima di quel giorno di cui parlavi all'inizio, quello in cui avresti voluto strozzarli, certo.

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Finire Astro Bot è compito agevole anche per i piccoli di casa, soprattutto quelli che come PiKi hanno finito Odyssey e altri capitoli di Mario almeno un paio di volte. Completare il gioco al 100%, e portare a casa tutti e 301 i bot da salvare, però, è tutto un altro paio di maniche.

Perché per farlo devi completare pure dei bastardissimi livelli extra contrassegnati in ciascun mondo da uno dei simboli del pad PlayStation. Livelli tosti e da bersi tutti d'un sorso, perché lì i checkpoint non ci sono, e ogni volta che sbagli devi ricominciare daccapo.

Ed ecco, la tua bestia nera si chiamava "A tempo!", uno dei livelli bonus del simbolo X. E la Croce, qui, non è solo un tasto del controller, ma quella buttata sulle spalle del giocatore, e pure quella a cui avresti voluto inchiodare - nel mentre - chi ha partorito questo esempio di sadismo. 

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Arrivato ad accumulare un numero di tentativi che manco quella stronza di Malenia, Blade of Miquella, al primo giro di Elden Ring, a una certa hai pensato che fosse tutto parte di un piano ben orchestrato da Sony per indurti a spaccare il pad in quattro spatafasciandolo contro il muro, per poi comprarne uno nuovo (magari quello limited proprio di Astro Bot, che è bellissimo).  

Fortunatamente, in quanto munito di legittima testa dura da gamer old school, hai continuato a provarci fino a quando sei entrato in una specie di trance agonistica: hai preso a inanellare i salti e l'impiego di quelle dannate paperelle spegnilava in automatico, e sei arrivato alla fine senza neanche accorgertene. Giuri. Eri lì che ci provavi e riprovavi, e a un certo punto eri alla fine del livello, davanti al bot da salvare.

A quel punto, ma la cosa non è certa, potresti anche aver pronunciato parole-di-maleducazione piuttosto gravi all'indirizzo del team di sviluppo, del livello in sé e del mondo, di gioco e non. 

Il giorno dell'odio è terminato, tutto il resto del gioco - altri livelli bonus compresi - ti è sembrato al confronto facilissimo, sei tornato ad amare Astro Bot come poche cose giocate negli ultimi anni, e non solo su PS5.

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Un capolavoro, semplicemente sbalorditivo per idee ed esecuzione. Per tutti, ma con quello strato extra di nostalgia per chiunque fosse già con un pad in mano trent'anni fa, ai tempi di "Non sottovalutate la potenza di PlayStation". È la storia di queste console, di questi franchise, di quei personaggi, ed è anche un po' la storia di noi, che quei mondi li abbiamo esplorati per la maggior parte della nostra vita.

Non era così colorato romanzo

Commenti

  1. Doc, ancora non ho letto il post ma ci tenevo a dirti che per il solo fatto di aver riesumato questa gloriosa rubrica hai migliorato di molto la mia giornata.

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  2. Per i livelli a tempo ci dovrebbe essere un opzione "ultraquaranrenne" anche detta "non mi abboffare la uallera che ho da fare"

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  3. Sto gioco è una dichiarazione d'amore. Amore per i videogiochi, amore per i platform, amore per PlayStation, amore per me che in mezzo tutta sta roba ci vivo da quando sono nato. Ho passato tutte le mie ore di gioco con un sorriso beota stampato in faccia, in estasi. Ho platinato il gioco a 5 giorni dal dayone, ma non mi è bastato, ne voglio di più. Quanto è bello Astrobot ❤️

    P.s. quando ho trovato il robottino del volpino di Tokyo Jungle ho frullato sul divano come Tazmania

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    1. Alcuni cameo sono davvero a sorpresa. Come quello del primissimo platform per PS1...

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  4. La parolaccia post superamento livello/mostro finale è una delle più belle soddisfazioni per noi videogiocatori... mai sopprimerla, altrimenti ti escono i bozzi sul collo come quelli di Homer Simpson! Ma perchè per PS e Xbox giochi così ne escono con il contagocce e deve essere sempre Nintendo a sfornarne ?

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  5. Il Doc che pubblica una recensione di un videogioco ed è subito nostalgia PlayGeneration... :)

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    1. Ridendo e scherzando, ci si avvicina al ventennale del numero 1 di PlayGeneration. Vent'anni, caspiterina.

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