Ancora un po'
Sorridere è la cosa più difficile.
Sono dieci giorni che non abbracci tua figlia. La vedi tre volte al giorno sullo schermo di un cellulare. È laggiù, a qualche chilometro da qui, ma è come se fosse un altro mondo. Ti manca stringerla forte, prenderla in braccio, strapazzarla di baci. Sorridere, sorridere e non riempirti la faccia di lacrime, quando vi vedete su Skype, è la cosa più difficile. Oggi è la festa del papà. Ma il tuo non ce l’hai più da tre anni, e non avrai baci da tua figlia. Resistere è così difficile. Potresti fregartene di tutto, certo, prendere l’auto e raggiungere la città qui accanto, ma non lo fai. Ci sono stati dei casi qui intorno, non vuoi far correre rischi a nessuno. È un sacrificio, ed è un sacrificio enorme. Che ti fa girare enormemente le balle quando leggi di chi si se ne va in giro senza un motivo valido. Sono le sei, ti sei svegliato male. Ti costringi perciò a tirar fuori un bel ricordo, e allora ti torna in mente quella storia dell’orticaria, da bambino. Quella roba che eri convinto ti fosse venuta per un tuffo con la bici in un cespuglio. [...]
Sotto il palazzo in cui sei cresciuto si snodano queste piste ciclabili in tarmac rosso. È il grande giorno: tuo padre ha smontato le rotelle della biciclettina azzurra di Anquetil. Puoi finalmente andare in bici come i grandi, come tutti gli altri quasi cinquenni là fuori. Cadi un numero di volte tale che se non fossi bardato come un astronauta, probabilmente avresti reso quel tarmac di un rosso più vivo. Ma alla fine impari. Riesci a restare sul sellino, scopri che quella cosa dell’andare più veloce per non cadere è vera. Pure troppo. Schizzi su quella lingua rossa ruvida come un velocista al giro d’Italia durante una volata, ma solo perché hai saltato la lezione sulla frenata. O magari era il demone della velocità, la need for speed da biciclettina ad aver preso il comando, boh, ora non ricordi. Fatto sta che a un certo punto si palesa l’atto criminale compiuto da chi ha progettato quella dannata ciclabile. Una curva a gomito. Così, di botto, nascosta alla vista dopo un lungo curvone docile. Piombi su quell’incrocio come un falco pellegrino giapponese senza freni.
Quello che ricordi, subito dopo, è un volo al rallentatore. Ti sei schiantato contro il pezzetto di bosco che per anni ha cercato di inglobare quella curva a gomito, finendo dritto tra i cespugli. Non ti rompi nulla, ma ti fa male tutto. I rametti ti hanno cosparso di taglietti e graffi tipo Wolverine dopo uno scontro con 70 ninja della Mano armati di katana, shuriken e frasche. Ti rialzi, vedi tuo padre arrivare di corsa, ma ti preoccupi solo di una cosa. Corri a vedere che la biciclettina sia ancora tutta intera.
Ora, si trattasse di uno di quei flashback in cui i protagonisti dei film hanno imparato il senso della vita da rEgazzini, dimostrando un caparbio attaccamento ai propri sogni, la scena continuerebbe così: tu tutto coperto di graffi e ammaccato che vuoi tornare in sella, provare ancora. Ma questo non è un film o uno spokon manga, e credi di esser tornato a casa piangendo, e che poi ti abbiano fatto tipo il bagno nel mercurocromo (per tutti, ai tempi, mercuriocromo).
Fatto sta che due giorni dopo ti è venuta l’orticaria, non riuscivi a camminare, e quando ti hanno detto qual era la causa di quelle bolle fastidiose hai pensato di essertela procurate con delle ortiche, là nei cespugli. E oh, non è che a quattro anni e mezzo uno è un luminare della medicina.
Qualche settimana dopo, vai a pesca con tuo padre. Non hai mai sopportato la pesca, ti annoiava come poche cose al mondo, ma ti piaceva il fatto che erano momenti tutti vostri, in cui ti raccontava le cose incredibili che faceva alla tua età, com’era il tuo papà da bambino. Hai fatto un sogno strano, qualche settimana fa. Eravate in uno di quei posti, seduti sul greto di un torrente, cercando di prendere la trota iridea più grande che sia mai stata pescata dall’uomo. Solo che eravate quelli di oggi. Cioè, tu eri quello di oggi, Giovanni era il 71enne che nel 2016 ha deciso di fermarsi lì e non invecchiare più. Ma ti raccontava le stesse cose, e te le raccontava come faceva allora. Poi si faceva tardi, squillava quel vecchio Nokia che ormai ce l’avevano solo lui e gli hipster, e ti diceva che dovevate tornare a casa. Quale casa, pa’?, chiedevi, ché ne avete entrambi cambiate tante. Ma non era importante. Restiamo, gli dicevi, parliamo ancora un po’.
Tra poco tua figlia ti chiamerà, ti ricorderà di stare a casa perchéfuoric’èilvirus, ti farà vedere i disegni per te ai quali stava lavorando da ieri. Immagini pieni di omini sorridenti. E di arcobaleni. E della sua firma, almeno tre o quattro volte a pagina. E sì, sorridere sarà la cosa più difficile. E quando vorrà andare via, per tornare a giocare con la plastilina, vedere i video dei me contro te, spiegare a un’orda di peluche che bisogna stare a casa perchéfuoric’èilvirus, fare le sue cose da bambina, lo dirai anche a lei. Resta, parliamo ancora un po’.
Bello il sogno, brutta la situazione. Spero che si alleggerisca al più presto nel modo migliore ;)
RispondiEliminaEh Doc, come ti capisco, i miei due cuccioli sono anche più lontani, per motivi che sarebbe lungo e inutile spiegare, a circa 100KM; impensabile anche solo provare a fare una scappata per raggiungerli; e il compleanno del grande, quello che mi ha fatto il pesce d'Aprile più bello della mia vita, lo vivrò via Whatsapp o Skype... Per il piccolo, nato "libero", qualche speranza ce la ho, ma poca onestamente...
RispondiEliminaL'idea è di fare un mega compleanno cumulativo quando tutto sarà tornato (più o meno) alla normalità, dato che anche il mio compleanno è passato in cavalleria...
Come direbbe Renè Ferretti: "Dai dai dai!"
Dai forte, davvero. Li smarmelleremo, questi giorni brutti, prima o poi.
EliminaBuona festa del papà a te Ale, ed a tutti i papà dell'Antro!
RispondiEliminaIo sono fortunato, lavoro in smart working ed il mio bimbo è qui a fianco che prova, con scarso entusiasmo, a fare i compiti.. :)
Vabbè, questi post a tradimento... 😭
RispondiEliminaVorrei essere li e darti un abbraccio, ma c'è il decreto ministeriale e quindi... buona festa del papà, a distanza.
RispondiEliminaDoc, è sparito il mio commento.
RispondiEliminaVabbuò, buona festa del Papà. :-)
Doc prima andando a fare colazione ho borbottato un "auguri" a mio padre oltre la porta del bagno e ora stavo navigando distrattamente su internet mentre in sottofondo il professore di endocrinologia parla di diabete su microsoft teams. Dopo aver letto questo post però appena finirà la lezione mi precipiterò giù a fare due chiacchiere con qualche scusa. Sempre che prima riesca a scacciare questi dannati moscerini, ce ne sono tantissimi, usciti tutti fuori all'improvviso!
RispondiEliminaNel frattempo ti faccio gli auguri e ti mando un abbraccione, forza e coraggio!
Io ho il mondo all'incontrario tuo, doc. Appena finito di fare terapia con mio figlio e piazzato, come premio, a vedere ponyo per l'ennesima volta. Ora mi smazzo gli altri due. Preso congedo per due mesi per aiutare mia moglie. In cinque sempre chiusi in casa con cane e gatto non è semplice. Ci sarà un cacchio di arcobaleno miominipony che ti collega a tua figlia e che la farà sognare suo papà.
RispondiEliminaBuona festa del Papà a tutti. Per quello che mi riguarda qui in Emilia Romagna la situazione è difficile. Stanno bloccando tutto, persino le passeggiate. La fortuna (semmai si possa definire tale) di avere un piccolo spazio verde attorno a casa diventa valvola di sfogo per stare un po' fuori all'aperto. Fortunatamente mia figlia è qui con me e la mia compagna ma i miei parenti più stretti da tempo (più di 2 settimane) li sto vedendo solo tramite Whatsapp. La situazione è difficile e mi auguro che il nostro senso di responsabilità convinca anche la minoranza idiota che ancora se ne sbatte e che infrange le regole. Dobbiamo restare tutti uniti dal Nord al Sud in questo momento. Solo così ne verremo fuori tutti. Un abbraccio al Doc e a tutti i ragazzi/e dell'Antro.
RispondiEliminaBuona festa del papà a tutti... un giorno rileggeremo tutto ciò che ci sta accadendo nei libri e ancora una volta converremo che la vacchia maledizione, "possa tu viviere in giorni interessanti" è una delle più grosse bastardate che si possa dire ad un essere umano -_-;
RispondiEliminaGrazie un sacco da chi papà lo sarà a breve (troppo breve, tipo i primi di maggio). Ed è buffo, io sono figlio di Chernobyl (1986), lei sarà figlia del Coronavirus :)
RispondiEliminaE se devo pensare al mio di babbo, che vive a 100m in linea d'aria da casa mia, penso alle partite al Commodore, più precisamente a International Soccer, e di come quando vinceva lui, per non farmi recuperare, non faceva altro che calciare la palla fuori. Perché volevamo divertirci e siamo un sacco amici.
Ciao Doc, la visita ai figli in affidamento condiviso mi pare rientri tra le "situazioni di Necessità". COsì avevo letto nei giorni scorsi
RispondiEliminaLo so, grazie, ovviamente sono informato sulla cosa. Ma la situazione è più complicata di così.
EliminaNon è solo una questione di autorizzazione.
Auguri a tutti i papà!
RispondiEliminaIn studio vedo tutti i giorni i miei genitori che imperterriti vengo a lavorare (vengono in macchina e incontrano solo me quindi direi che ci siamo abbastanza con le norme sul non andare in giro) quindi ho potuto fare gli auguri a mio Papà di persona, solo niente baci. Non ho ancora ricevuto gli auguri di mia figlia perché sono uscito di casa che ancora dormiva.
Mi spiace che tu possa vedere la tua Bimba solo tramite video chiamata ma la situazione è quella che è. Un abbraccio forte.
Bho...anche i miei commenti con profilo google spariscono sempre...
RispondiEliminaSono i casini lasciati dalla morte di Google+
EliminaCon tutto lo strascico di "Unknown" che ha lasciato.
Buona festa del papà tutti... Non disperiamo e continuiamo a combattere, e festeggeremo tutto alla fine con gli interessi.
RispondiEliminaSono messo come te. Figlio in liguria io bloccato a milano. Come te non ho piu' mio papa'. Io pero' a quelli che scrivono state a casa che ce vo'? gli spaccherei i denti. Xke' uno a casa ci sta ma a sentirsi dire che non e' un sacrificio anche no. Xke' si' e' un cazzo di sacrificio. Lo e'. E' enorme.
RispondiEliminaUn abbraccio forte Doc. Solo questo, per un momento di calore. Love.
RispondiElimina<3
RispondiEliminaUn abbraccio forte Doc
RispondiEliminaIo e mia moglie stiamo cercando un figlio da 4 anni che purtroppo non arriva, vorrei fare un augurio a tutti i papà presenti (soprattutto a quelli che al momento non possono abbracciare i loro figli) ed anche a quelli che vorrebbero esserlo ma purtroppo non lo sono
RispondiEliminaAuguri a tutti i colleghi papa' dell'antro.
RispondiEliminaStatemi sani e teniamo duro.
Passera' anche questa.
Devo vederci a tutti i costi un lato positivo, dietro a tutto questo gran casino?
Ok. Proviamoci.
L'inquinamento e' sparito, a Milano si respira un aria che sembra di stare sulle Alpi e poi...stavamo correndo davvero troppo.
E ci si doveva fermare, prima o poi.
Tutti.
Solo che il prezzo in vite umane per comprendere questa cosa sta diventando troppo alto, e ne avremmo fatto a meno.
Ops...e naturalmente anche a te, Doc.
RispondiEliminaCiao a tutti e ciao Ale.
RispondiEliminaCapisco la tua situazione ed è giusto che a prescindere dai permessi e dalle norme tu stia attento e il tuo sacrificio è da apprezzare.
Io e mia moglie siamo chiusi in casa con i nostri 5 bambini che non vedono l'esterno da giorni, esco solo io per necessità e appena rientro mi spoglio davanti la porta.
A chi dice che è difficile stare a casa dico di trovarsi un passatempo e i denti andrebbero spaccati a chi sta fuori fregandosene di tutto PERCHE' E' COLPA LORO SE SIAMO A QUESTO PUNTO!!!
Scusa lo sfogo ma finche non capiscono che devono stare a casa questa cosa non finirà.
Un abbraccio grande in una situazione come questa che per esperienza personale anche se diversa (spesso sono/andavo fuori per lavoro) è una prova enorme. Nel tuo caso oltre che per i vari problemi connessi alla situazione per il fatto di non poter vedere quella che per noi papà è la ragione di vita. Lo sforzo che stai facendo è encomiabile, e per quanta poca soddisfazione possa darti devi sentirti orgoglioso. Tieni duro, sperando che anche quelli che finora non hanno sentito la responsabilità di rimanere a casa comincino a capire che il bene comune è strettamente connesso al senso civico, che forse abbiamo un po' perso.
RispondiEliminaUn abbraccio
Ragazzi buona festa del papà a tutti, io sto continuando a lavorare, niente smartworking per me. Ogni giorno esco e affronto il virus, ma non mi faccio le menate tipo "sono un supereroe" o cose del genere. Ogni volta che esco ho una paura fottuta che mi becca e buonanotte al secchio.
RispondiEliminaUna cosa, godetevi i figli quando sono ancora cuccioli, perché dopo un po' neanche il Natale si ricordano di fare gli auguri.
Ce la faremo!
Tanti auguri al Doc e ai papà. Da quando ho il piccoletto nella mia vita è cambiata la percezione del mondo e delle priorità. Per quanto sia un lavoro massacrante, quello del padre, non lo cambierei con nulla al mondo. Il fatto è che lo capisci solo quando ci sei dentro, prima nel ruolo di figli non si coglie il mix di sentimenti, emozioni e preoccupazioni che comporta essere padre. Non saprei come fare a stare un giorno senza Raoul, quindi hai la massima comprensione e solidarietà. Sperando che si torni prima o poi alla normalità.
RispondiEliminaCiao Daniele! Quanto tempo!
EliminaSai che tu ed io ci capiamo, ma non ti fa rabbia vedere tua moglie e i tuoi figli reclusi e poi appena dai uno sguardo fuori c'è il menefreghismo totale?
Da noi in Sicilia ancora non siamo al collasso ma per farti un esempio oggi è San Giuseppe e da noi si usa mangiare un dolce, la sfincia di San Giseppe, STAMATTINA C'ERA LA FILA DAVANTI I FORNAI E LE PASTICCERIE, perchè nessuno poteva rinunciare al dolce.
Buongiorno caro Nemo, mi fa rabbia eccome pensare alla superficialità e al menefreghismo di certi esseri umani. Penso a chi va ancora a farsi la scampagnata mentre ci sono famiglie che non possono nemmeno piangere i loro cari e dar loro un'adeguata sepoltura, vedi Bergamo che portano via le bare con i camion militari... Pensa che fino all'altro ieri dei ragazzi si allenavano nel giardino di fronte casa mia. Il problema è che erano in gruppo e non per conto proprio. Tanto che ieri hanno nastrato tutto per evitare questi comportamenti. Mando un grande abbraccio a te e alla tua famiglia.
EliminaRicambio l'abbraccio, ma quello che mi chiedo è ma sti ragazzi non hanno genitori?
EliminaMio figlio di 15 anni è a casa da quando hanno chiuso le scuole.
Probabilmente li hanno ma non li considerano... Oppure sono menefreghisti pure loro! Oggi stessa scena di fronte al tabacchino, tutti vicini in coda per giocare le lotterie...
Elimina...Tanti auguri Doc! ...tre anni anche per me, tra poco... e, pur non essendo padre, posso comprendere in pieno la parte del discorso da figlio ... così come la "pesca" (per noi era il biliardo e i suoi campionati nazionali e regionali a cui mi portava ad assistere)... qui, chiusi in casa, lo studio legale portato con me (il pc e qualche fascicolo) un po' di musica, un film ...e il tempo passa... e ce la faremo! forza!
RispondiEliminaUn abbraccio da lontano...
Sono nella tua stessa situazione,mia figlia mi ha chiamato per farmi gli auguri dicendomi di sorridere,penso sia uno dei giorni più brutti di sempre,facciamoci forza.
RispondiEliminaDai forza Doc, sei indistruttibile!!! Io spero proprio che da questa vicenda si possa uscirne tutti più forti e magari trovando nuovi valori!!! Un abbraccio a te e a tutti i deboscia!
RispondiEliminaauguri a me e a tutti e un abbraccio forte, non pensavo che avremmo visto omenti come questo,speriamo bene
RispondiEliminaUna immersione in emozioni comunque belle, profonde, grande doc! Passeranno questi giorni, devono passare. Così, per associazione di idee, mi è venuto in mente, grazie al tuo racconto, che pure io ho imparato ad andare in bici senza rotelle su una due ruote azzurra, non ricordo di qua le marca/costruttore, e curiosamente me lo insegnò mio nonno paterno, quello meno affettuoso, meno buono (pace all 'anima sua), davvero un uomo duro, intrattabile, e forse per questo il nonno che a volte mi riappare in sogno più degli altri, perché talmente pochi e ben precisi, nello scorrere del tempo, sono stati i suoi gesti da nonno, ecco, che hanno lasciato il segno in me, in un mare di...brutte impressioni. Come, del resto, sogno il mio amato papà, anche nei miei sogni lui è per sempre un quarantanovenne, l'età alla quale se ne andò da questa dimensione, e io sono quello di oggi, non il diciottenne di allora. E sogno me, sogno lui, sogno tutti quelli che vivevano nella casa dove stavamo (l'unica casa, questa dove sto ora è un posto dove sto, un domicilio, ma non la sento come Casa). Io non ho figli da desiderare di abbracciare, non è capitato, non li ho voluti, forse non li voglio più, e forse, ma non ho approfondito, dopo alcune cure pesanti di 5 anni fa, non posso averne. Ma credo vagamente di poter immaginare come ci si sente. Forse per certi versi mi piace immaginarlo.
RispondiEliminaFrancesco, mi permetto di scrivere perché ci sono molte similitudini tra la tua storia famigliare e la mia. Mio papà è volato via un anno dopo il tuo e sebbene non avessimo un rapporto straordinario, mi manca sempre, soprattutto qualcuno che mi guidi quando mi sento perso... Ho imparato a guidare da solo ma a volte è dura, navigo a vista! Poi il mio nonno paterno era duro e severo come il tuo. Tanto che anche io di lui ricordo veramente poco, piccole cose, tipo quando mi faceva guidare la 128 coupé seduto sulle sue ginocchia, la differenza è che non mi è più apparso in sogno. Però, a modo suo, mi voleva bene, di questo sono sicuro. Discorso bici azzurra: anche io ho imparato ad andarci su di un mezzo di questo colore!! Forse, ai tempi, circa 40 anni fa, le facevano tutte di quel colore.
EliminaInfine sui figli. Io non ne ero convinto, avevo paura di essere un padre non all'altezza o di fare gli stessi errori del mio. Però mia moglie, giustamente, sentiva l'istinto materno salire mentre si assottigliava l'età biologica per averne. Per fartela breve, per anni abbiamo provato, poi siamo ricorsi anche a tecniche di fecondazione assistita, che l'hanno pure fatta ammalare. Niente, sembrava che fossimo destinati a fare gli zii a vita. Tanto che anche io, come te, mi ero messo il cuore in pace e veramente pensavo che il destino avesse deciso per me che non dovessi diventare padre. Poi è successo un miracolo, perché altro non è, ed è arrivato Raoul. Quindi ti voglio rincuorare e dire che c'è sempre una speranza. 👋
Anche a mia moglie avevano detto che non poteva fare figli per via di un fibroma e ora ne abbiamo 5!
EliminaRiguardo ai padri dico a TUTTI di mettere da parte liti e cose varie perchè poi rimangono solo i rimpianti.
Mio padre se ne è andato a 82 anni ma neggli ultimi anni siamo stati molto distanti, lui mi cercava sempre ma io rimandavo sempre le visite poi arriva la telefonata lui non c'è più e ogni volta che ci penso il senso di colpa è enorme per tutte le volte che mi ha cercato e non ci sono andato.
NON FATE IL MIO STESSO ERRORE, è una sensazione bruttissima che non auguro a nessuno.
Grazie per aver condiviso le vostre esperienze, Daniele e Nemo. Che dire? Per ora il problema è...rimandato, essendo io single attualmente. Diciamo che comunque la vita sa sorprendere, e magari arriva anche un cambio di prospettiva radicale, se incontri la persona giusta o che perlomeno ti sembra giusta in quella fase. Riguardo al perdere presto un genitore, mi rendo conto, andando avanti, che a 18 anni anche se sei maggiorenne sei un ragazzetto, che non sa niente della vita, che va ancora al liceo, gioca al fantacalcio e fa lo stupidotto con gli amici. E quello che ti manca devi impararlo e assimilarlo da solo, crescendo, ma non potrai mai fare il padre di te stesso, ecco. Circa mio nonno, invece, devo dire che probabilmente ha influito sul fatto che, nonostante il suo carattere arido, sia in un certo senso diventato parte di me, il suo aver vissuto in casa con noi dalla mia nascita alla sua scomparsa, novantenne. E quando, negli ultimi mesi, capitava purtroppo che cadesse in camera o in salotto, e io lo tiravo su da terra, letteralmente, sorprendentemente non si avvertiva più alcuna cattiveria caratteriale, ma solo il peso inconsistente, impercettibile, di quel corpo vecchio e consumato. Una cosa in effetti abbastanza dolorosa, a ripensarci.
EliminaChe buffa la vita, chi come il Doc darebbe via tutte le sue console per passare un po' di tempo con la sua cucciola e chi invece non sa come disfarsene perchè costretti a stare in casa con i propri figli.
RispondiEliminaNon sto dando patenti di "migliori papà" e non sto giudicando nessuno, mi limito ad osservare il comportamento delle persone
Doc,un abbraccio forte
RispondiEliminaForza Doc. Tutto questo passerà. Grazie davvero, ancora una volta, per condividere tutto questo con la tua Antrocumpa. Un abbraccio.
RispondiEliminaMio figlio in questo momento è l'unica cosa che mi fa sorridere e dimenticare quello che c'è fuori, capisco cosa deve essere non poter abbracciare la tua piccola.
RispondiEliminaForza Doc, passa, belin se passa!