30 vecchie pubblicità di giocattoli giapponesi che vi faranno ridere, piangere, ringere
Un paio di anni fa te ne uscisti con questa cosa di un equipollente nipponico delle Pubblicità Fuorvianti di Topolino: un "Le Pubblicità 誤解を招く di Terebino", con cui versare fiumi di lacrime napulitante e ridere e mangiarsi le mani davanti alle pubblicità giapponesi degli anni 70, piene di robottoni, meraviglie e cose sceme. Bene, fine del pistolotto introduttivo: pronti per una seconda dose? [...]
Ed ecco qua. Partiamo subito con un tackle scivolone nei sentimenti, di quelli alla Pasquale Bruno De Filippi, con Diaclone il Grande (Robot-Base) della Takara. In genere, da noi, uno dei gioielli della corona dell'immancabile vicino di casa viziato chiamato a incarnare la fondamentale figura educativa del rEgazzinoricco.
Ma forse come partenza è un po' troppo scimmiante, ok. Proviamo a stemperare un attimo con qualcosa tipo...
...boh, tipo il Twister giocato da un mimo esistenzialista anni 60. Juliette Grecò, era uscito mano sul rosso, comunque.
Tornando ai robot. Sono quelli, gli anni 70, il tripudio dei robottazzi sul piccolo schermo giapponese, il che si riflette in un'ondata di piena di modellini bellissimi con tanto metallo, pubblicizzati sulle pagine delle riviste per bambini. Meraviglie a marchio Popy (Bandai) come il Daltanious componibile, che pochi anni dopo avrebbe riempito le case anche di tanti bambini italiani di leoni Beralios sverniciati da troppi atterraggi di emergenza.
O come i sempre meraviglievoli Jumbo (se ne parlava in questo vecchio post), qui di Raideen e dei Getter, con i prodigiosi effetti della cura dimagrante e allungante affrontata da Getter 3 da quando ci hanno dato le gambe.
E ancora: lo sfortunato Ideon, anime bellissimo nel corpo di un robot cesso riciclato e imposto dalla Tomy a Tomino (ma senza Ideon, col piffero giapponese che Anno se sarebbe uscito con Neon Genesis Evangelion),
il nostro amico UFO Diapolon, con i robot componibili giocatoridifootball proposti da Bullmark (Edda, Trangu, Legga e Franco, che poi per forza che ride Dazzan),
e i belliFFimi robottini di Vultus V, con il vortice di luce fra le stelle e lo spirito ribelle in omaggio.
Qui il secondo modello del robot di Don e Pancho, il Mechadon 2, ruba la scena al Jeeg Takara e ai suoi tanti accessori da barbie magnetica dei robottoni.
Un poco convinto Mimmolino Nagayama assembla un model kit di God Mars,
perché in realtà lui c'aveva chiesto alla befana giapponese (una onibaba?) il modellino in metallo di General Daimos trasformabile in camion con dentro i poster di Agnes Lum in bikini.
(E sì, oh, minchia che nostalgia incollare tutti questi link de La prima puntata non si scord...eh? con i robottoni).
Super Robot Red Baron non era un robottone animato ma un tokusatsu del 1974 che merita prima o poi un post tutto suo (se ne parlava comunque qui). In mezzo a un diluvio di pupazzetti e modellini a tema, c'è spazio anche per altri prodotti, lì a destra, come il robotmotorinotruccato Zabogar e Vicky il Vichingo.
Licca-chan è la Barbie giapponese, ma senza le mire di conquista interdimensionale dell'Algida Stronza. Magari lo sapete già, ma a creare la fashion doll di Takara è stata nel '67 la mangaka Miyako Maki, la moglie di Leiji Matsumoto. Licca-chan è quindi tipo la sorella di Harlock?
Un bambino felice del suo casco cornuto esamina non giornali tipo Lando, ma modellini di Maguma Taishi, gigante dorato capellone con le antenne creato da Osamu Tezuka ed ex cantante dei cugini di campagna di Kyoto, diventato una serie TV live action nel '66 e molti anni dopo anche un anime (13 OAV nel '93).
E niente, questi pupazzetti di Starzinger e le loro navicelle ti generano sempre un intero panificio negli occhi, altro che bruschette. Ogni volta che giri nei negozietti di vintaggerie di nippolandia devi resistere alla tentazione di portarti a casa Jan Coog (per gli amici Giancarlo) e compagni. Fortuna che boxati costano sedici pancreas l'uno. A ogni modo, sempre #teamSirGorgo.
Approfondimentinho: il 7 cose che forse non sapevate su Starzinger che hai scritto per Screenweek.
Un trio di nerd disperatissimi alzano le mani di fronte alla manifesta impossibilità di trovarsi uno straccio di ragazza, e perciò si dedicano ai giochilli del Cassette Vision, console Epoch del 1981 che aveva tutto un roseo futuro davanti a sé. Cioè, prima che arrivasse il Famicom di Nintendo a bullizzarla.
In casa Micronauti di Takara vediamo gli improbabili incroci di laboratorio tra Red Falcon e un cugino di Godzilla, il magnetico e con capuzzella trasparente Machine Zaura, tratto da un manga poco conosciuto "di Go Nagai" (in realtà realizzato da Ken Ishikawa e Gosaku Ota) pubblicato tra il '78 e il '79.
Sempre da Takara, i MicroMan, la serie che ha di fatto portato i pupazzoni americani grandi dei G.I. Joe a dar vita qualche tempo dopo ai Transformers. Conoscete la storia, sì?
Le macchinine trasformabili a scatto di Tansor 5, un altro ibrido tokusatsu-anime della Tsubaraya Productions come I-Zenborg,
Tutta una parata di Ultraman capaabombi in vinile,
con cui giocare solo dopo aver indossato le ciavatte antiscivolo di Ultraman. Safety first.
Per le piccole fan de Lo Specchio Magico era in vendita uno specchio non magico,
mentre gli aficionados di Astro Boy potevano pupparsi un calippo a tema o ricoprirsi di plastica e morire soffocati sotto quel costumino da pistola.
Sempre tanto amore per i caccia trasformabili di Macross (i BALKYRIE. Con la B, mi raccomando...), proposti qui sia in kit da assemblare da pochi spiccioyen, sia nei bellissimi modellini in metallo della Takatoku che ti fanno impazzire pure mo'.
Un intero villaggio per Dr. Slump e Arale, con i veicoli SD di Akira Toriyama (santo cielo, che meraviglia),
e un più modesto kit da spia dei salatini Pretz, composto da valigetta con torcia incorporata, documenti finti, penna, utilissimo naso con occhiali alla Groucho Marx.
Tanta nostalgia anche per i giochini con il mini sottomarino a carica incollato alla panza, con cui giocare nel lavandino del bagno fino a farsi diventare le dita blu oltremare. Ache se questi belliFFimi con Mazinga dalle tue parti non sono mai arrivati e ce n'avevi uno con un soldatino scamuffo che probabilmente è poi affogato in un qualche punto del Tirreno meridionale.
E se l'altra volta abbiamo aperto con i pupazzetti in vinile dell'Uomo Tigre, stavolta li usiamo per chiudere. In questo depliantino semidisintegrato dal tempo, il bimbo Giggettoshi Leoparudonetti fissa ammirato Tiger Mask che a sua volta ci controlla gli zebedei all'Uomo Leone.
C'era pure il ring, e c'erano tutti, i nemici più famosi di Naoto. Ma manca pure qua quel gran testa di cippa di Mr. No, eghe. Anche se il bressler mascherato più terrificante dell'epoca era probabilmente lui...
...il ranocchio con sguardo malvagio che se non ti lavavi i denti, ti faceva sputare sangue a colpi di spazzolino gigante, teh, bambinetto, impara con dolore.
Questo Maguma Taishi, che non conoscevo, ha la stessa capellosità del mitico Megaloman. Forse è un suo zio.
RispondiEliminaIl punto più micidiale di questa meravigliosa esposizione è la pubblicità di Macross seguita subito dopo da Arale, in un 1-2 senza pietà.
Panzanelle negli occhi pure per Daltanious, il fratellone ne aveva uno non trasformabile ma altrettanto belliFFimo, quanti ricordi.
Beh, verissimo… Macross ed Arale subito dopo sono stati un colpo bassissimo….
Elimina....che meraviglia, Doc...
RispondiEliminasi ride e si piange... e si pensa a chi non ce li compra più...
mi sorge un dubbio: ma i robot che componevano Diapolon (o Daiapolon) non erano tre??? Qui sono quattro...
...ma il mio voto incondizionato va a quel "Villaggio Pinguino"...
Christo ma il ranocchio è uguale a quello di Yakuza Apocalypse!! Che si siano ispirati a questa tragica pubblicità??
RispondiEliminaIn realtà è lo zio di Keroro.
EliminaIl robot a sinistra è il Diapolon completo, gli altri sono Edda, Trangu e Legga. Probabilmente i tre non si uniscono davvero in questa versione.
RispondiEliminaIo il Villaggio Pinguino me lo comprerei volentieri anche oggi...
Mi immagino i bimbi giapponesi dell'epoca che rivedono queste pubblicità e:
あああ! ナポリから涙達。。。
Ah! Napori kara namida tachi...
Sì, il villaggio è davvero qualchecaus. BelliFFimo davvero, altro che puffi.
Elimina...è vero... è un Diapolon completo ....delle stesse dimensioni dei tre robot con nomi vagamente sardi...
EliminaMeraviglia.
RispondiEliminaL'obiettivo ora è imparare a fare la faccia del modello per sfoggiare il costume di Astro Boy a Natale
Comincia l'inevitabile listone personale:Diaclone il grande e daltanious come giocattoli li conoscevo anche all'epoca. Purtroppo non me li potevo permettere e non me li posso permettere neanche oggi ,che costano anche oggi un fottio.( epoche diverse ,stesse ragnatele nel portafoglio, che ci vuoi fa'?).
RispondiEliminaAvevo, non ricordo come la trivella dei tansor vive e un caccia macross (tuttora una delle mie serie preferite) ,scambiato con un mio compagno che pretese in cambio una mezza tonnellata di masters(che tanto odiavo, e che comunque mi arrivavano già usati e mezzi rotti).
Messa da parte la nostalgia questo catalogo è di una figaggine astrale, di che anno è? Ma lo sai che il giocattolo di ideon mi piace un casino ,è per caso anche quello proibitivo quanto a costo?
Non è un catalogo: sono pubblicità pescate da varie scan di magazine per bambini dell'epoca. Come Terebi Magazine (cioè Television Magazine), da cui il titolo incomprensibile del primo post di questo filone, due anni fa: "Le pubblicità fuorvianti di Terebino".
EliminaHo recuperato la prima parte che non ricordavo, è il massimo. Chissà perché nessuno pensò mai di importare il cavalcabile di Goldrake in Italia. Avrebbe fatto furore.
EliminaSi ringe tantissimo.
RispondiEliminaDa bambino avrei dato un rene per avere quei robot. E a pensarci bene anche adesso (ma credo che i reni non basterebbero).
Ma i MicroHoodMan che razza di capacchiona avevano?!
Il villaggio Pinguino è stupendo come sono stupendi i Valk di Macross. Vorrei comprami tutte i Valk e tutto il villaggio Pinguino.
RispondiEliminaPS; mio cugino possedeva Teschio 1 in buone condizioni e lo ha dato ai suoi figli per giocare. Questi essere satanici lo hanno distrutto. Quando l'ho visto avrei voluto ucciderlo, poi mi sono calmato... solo per decidere se uccidere prima lui o prima i figli.
Credo che il collegamento giocattoli - parenti sia un dramma che accomuna molti di noi :((
EliminaBambini che usano dei giocattoli per giocare? Bah! Che mondo!
EliminaAl netto dell'ironia mi sembra una scelta discutibile dare in mano un giocattolo vecchio fragile e ancora in buone condizioni ad un bambino di 4 o 5 anni, soprattutto se ha ancora un discreto valore. Nelle condizioni in cui era prima di essere massacrato ci poteva fare più di 100,00 euro sulla baia.
EliminaRavanando in cantina ho trovato un mio album di disegno e tra i disegni c'era proprio Teschio 1. Sono sempre rimasto incantato davanti a quel giocattolo per quanto fosse bello ed colpa di quel giocattolo se ho più di un Teschio 1 (Vf-1S) nella mia collezione. Quando l'ho visto massacrato il me bimbo ci è rimasto malissimo. Non avrei reagito così di fronte ad altro.
Indubbiamente hai ragione da un punto di vista razionale; ma con i giocattoli la ragione c'entra fino ad un certo punto. Il vedere che a distanza di venti e più anni quel giocattolo compagno di mille fantastiche avventure, è capace di affascinare ancora i bambini ,ti dà una sensazione indescrivibile, probabilmente anche di salto nel tempo. Mettici l'affetto per i pargoli anche con tendenze all'Attila ; tutto questo spinge a consegnare parte dei superstiti ad una tragica fine. Una prece per il mio povero Voltron, consegnare ai nipoti praticamente intonso,completam comp annichilito.
EliminaSì, scusa, non volevo criticare. Quello che scrivi ha perfettamente senso ma mi ha divertito la situazione del giocattolo che perde la sua funzione e non va più usato per giocare.
EliminaNaturalmente sciupare un oggetto bello (e che per di più vale 100€) non è saggio.
Il passaggio del testimone alle nuove generazione è sacrosanto e molto bello, ho già visto in parte l'effetto con mia Figlia che però non è della tribù degli Unni o dei Vandali.
EliminaPersonalmente non ho fratelli più piccoli o cugini più piccoli a cui avrei potuto dare i miei giochi quindi ho tenuto tutto poi va aggiunto che da bambino ero un egoista di merda (sono un po' migliorato) quindi il trauma di regalare un mio vecchio gioco non l'ho mai vissuto. Quello che non ho rotto io è in cantina o nei box.
Tornando su Teschio 1 sacrificare proprio lui a quell'altare del passaggio generazionale mi è sembrato un'ingiustizia proprio come la morte di Roy Focker nell'anime. Va detto che al mitico Roy hanno riservato una morte del tipo riservano solo ai bassisti carismatici più fighi come per Rei e il reverendo Nicholas D. Wolfwood, una di quella che se non ti fa venire il magone potresti essere una brutta persona.
PS: Teschio 1 mezzo rotto ha portato a casa Roy l'ultima volte per salutare la sua bella e accasciarsi sul divano. Forse la fine del giocattolo sarebbe andate bene anche per Roy :P
Il vintage a sempre il suo fascino.
RispondiEliminaDi quelli presenti nell'articolo posso vantarmi di avere ancora Red Falcon, Jeeg (Micronauta), Teschio 1 di Robotech\Macross, ma soprattutto, DALTANIOUUUUUUUUUUUUUUUS
Doc. Io confesso una semplicissima cosa: adoro le pubblicità nipponiche del passato, per il semplice motivo che i bambini sembrano essere davvero felici e gli adulti sembrano essere oramai andati con il loro iperespressionismo.
RispondiEliminaNon sanno, quei bambini, che diventeranno salaryman frustrati, costretti ad ubriacarsi tutte le sere e a comprare tonnellate di p0rnachos ricreativi. Questo è.
EliminaDaltanius mi sembra qualcosa di pazzesco... quasi da giocarsela con il GX (lo so ho bestemmiato...)
RispondiEliminaQuesto articolo è una gioia per gli occhi, immagini bellissime e che non avevo mai visto prima. Grazie! :)
RispondiEliminaPrego! :)
EliminaIl Valkyrie l'ho avuto, aveva giusto due pezzi di plaatica, il resto era tutto metallo: bellissimo!
RispondiEliminaUno dei pochi giochi che ho rotto giocandoci, medito di creare una macchina del tempo per portarlo via al me stesso ottenne e darlo al me stesso, boh, ventenne, almeno.
Sono sicuro al 90% che il General Daimos era apparso qualche volta nel Postalmarket.
RispondiEliminaSono sicuro al 100% che non ho nemmeno provato ad incrociare lo sguardo di mia madre sperando in qualcosa.
Quanta roba mai vista in Italia...per fortuna.
RispondiEliminaIl Valkyrie grande è incredibilmente degno della qualità di oggi! Giusto un po' largo di spalle ma a confronto con la roba anni 70 era avanti di 40 anni! Incredibile.
Non so leggere una beneamata in giapponese ma già da soli i caratteri bold sono super appariscenti, mettici i robottoni ed è fatta, focaccia al wasabi sulla cornea!
RispondiEliminaTrovo estremamente sleale e vietcongo il Diaclone all'inizio.
RispondiEliminaPer non alterare la sensibilità dei pargoli quando mi scapperebbe da bestemmiare ripiego sempre in "bioparco" e "diaclone"
Bella rubrica, grazie doc :e bellissima carrellata di robot, non c'è ne uno che non mi piaccia. Sogni bagnatissimi di ieri(il Daltanious) e di oggi( i valkyrie , macross è serie che ho apprezzato solo da grande e che ha finito per farmi amare robotech di converso). Ho un certo numero di varitech della toynami, bellini ma purtroppo tutta plastica, mi manca l'hard metal di quelli della mia infanzia.
RispondiEliminanella pubblicità del grande mazinga quello che sembra un dolce forno dovrebbe essere la Fortezza delle Scienze con ponte incluso. Sono almeno 10 minuti che rido per la foto di quello col costume da Astro Boy, con quell'espressione un po' così...
RispondiEliminaDi Raideen ricordo che ero curioso di sapere perchè avesse le gambe pesanti e un bel giorno gliele ho aperte e dentro c'erano due bottigliette di plastica alte e strette con tappo nero piene di una polvere metallica pesante (forse zinco...). Diaclone il grande l'ho distrutto pure quello e di Daltanious e delle macchinine trasformabili dei Tansor 5 dovrei avere ancora qualche avanzo imbucato in magazzino... bel post e bei ricordi... Grazie Doc!
RispondiEliminaTutto meravigliosamente meraviglioso . Un tripudio di bruschette e di invidia per i nippobimbi che potevano attingere a tanto flippotrippismo . Ma soprattutto vogliamo parlare del Villaggio Pinguino e delle figure di Dottor Slump ed Arale ? Sono di un sublime . Ora dovrò lanciarmi alla ricerca e desistere quando scoprirò che ci vogliono 3 reni. Ti prego Doc, Ancora !
RispondiEliminaCazzarola Ideon!
RispondiEliminaHo fatto la sua conoscenza leggendo la guida di Jacopo Mistè.
Vale la pena recuperarlo doc? Prima però volevo dare una chance a Votoms
Per me assolutamente sì.
EliminaVultus ed il Daimos, sogni di bambino. Sognati per una vita ma mai visti in giro
RispondiEliminaMh che spettacolo!!!
RispondiEliminaDovrei avere ancora da qualche parte il mio Balkyrie di Macross (modello Teschio-1), però credo sia sepolto in qualche polverosa cantina (soprattutto, lontano dalle mani di mio figlio, che me lo smonterebbe e si mangerebbe i pezzi uno ad uno...).
Comunque, rubrica bellissima Doc, vai così!!
P.S. ne farai una sugli Exogini, anche, per caso? O (se non l'hai già fatta) anche sui giochi da tavolo tipo Hero Quest, Space Quest e cose così?
Degli Exogini si è parlato varie volte, ad esempio qui:
Eliminahttps://docmanhattan.blogspot.com/2012/11/exogini-i-tuoi-20-misteriosi-alieni-con.html
Villaggio Pinguiiiiiiiiiiiiiiino. Ommioddio.
RispondiEliminaVoglio la macchina del tempospaziostampayen per andare in Giappone nel '74 e farmelo pure incartare col fiocco
Grazie per questa meraviglia
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaScusate se torno qui dopo anni di assenza, ma lo faccio solo per segnalarvi MR . YES, il fratello di MR. NO ( non è uno scherzo)
RispondiEliminahttps://youtu.be/KVG7I1Lof38
Un post fantastico, reso ancor più ricco dal link a quello precedente che avevo colpevolmente perso quando venne pubblicato! Grazie Doc,un tuffo nel passato (o forse è più corretto dire: "nelle gioie bimbo/ludiche del passato") che fa bene al cuore, ora che è ripiombato nella "tenebra" della routine lavorativa di settembre.
RispondiEliminaOfftopic: cogliendo lo spirito giocattoloso, qualcuno può aiutarmi a ricordare il nome di un giocattolo da me posseduto e di cui ho ben chiara l'immagine ma non il nome, al punto da non avere alcun riferimento cercandolo su Gogol(cit.)? Parliamo dell'85, forse 1986: si trattava di un pupazzo stile Big Jim, per intenderci, sia per forma che per altezza (anche se lo ricordo più alto) che in realtà era una sorta di ranger spaziale o astronauta. Mi pare facesse parte di una squadra di 3 elementi (un "collega" credo avesse la livrea rossa). Ad ogni modo, era munito di una tuta (che in realtà era il corpo) di colore blu, di una pistola laser ed aveva un casco spaziale che poteva essere agevolmente sfilato dalla testa. Particolare fondamentale: il pupazzo era calvo, completamente calvo.
Ciao, il tuo commento mi fa venire in mente il "Global Command" di Big Jim. Lui in effetti ha una tuta blu e la pistola, oltre che il casco... ma non è calvo - forse quello è il compagno Astros? Il "collega" rosso potrebbe essere il malvagio Professor Obb. Dai un'occhiata qui per conferma
Eliminahttp://bigjimsmile.blogspot.com/2018/11/global-command-1984-1986.html
O forse i ricordi si confondono e sovrappongono e il "calvo" è proprio lo stesso Professor Obb, che in realtà però sfoggia un perfetto "mohawk" in stile Mr. T?
EliminaStile e tipologia dei colori son quelli,ma purtroppo non è un Big Jim! In questo caso, indossa infatti una tuta blu, invece relativamente al giocattolo in questione la tuta era sagomata sul corpo (sulla falsariga delle "tute" o "divise" dei Masters of the Universe classici come Ninja Warrior, ad esempio). Confermo la crisi dei bulbi piliferi sul cranio, invece :-D
EliminaGrazie mille cmq per l'aiuto!
Ho notato solo adesso che nella pagina dei valkyrie, in basso si possono vedere i mecha semi sconosciuti di orguss II. Certo il confronto con i bellissimi caccia trasformabili è impietoso, ma entrambe le serie di orguss sono valide e meriterebbero maggior fama
RispondiEliminaIl villaggio di Arale vince tutto!
RispondiEliminaIl villaggio di Arale vince tutto!
RispondiEliminaIl villaggio di Arale vince tutto!
RispondiEliminaTroppi ricordi :')
RispondiEliminaIl Daltanious trasformabile del bambino filippino vicino di casa, con le zie che quando lo venivano a trovare ci portavano (a lui, ci = gli) robottoni e giocattoloni con quelle strane scritte asiatiche sopra.
I Jumbo, di cui avevo un Goldrake, penso, la prova fotografica fotografata in forma di polaroid scattata ad un me due-o-tre-enne è un bel po' che la cerco ma non capisco che fine abbia fatto.
Jan Coog, che buonaparte era fatto di qualche legaccia metallica (oltre alla plastica tossica dell'infanzia, ovvio). Gli si spezzò una gamba appena sotto al ginocchio. Chiesi a papà di aggiustarlo, che i papà sono supereroi e sanno aggiustare tutto.
Morale della favola, mappazzone di cemento metallico bicomponente, e la gamba non si poteva più piegare. Segue morte interiore. Segue delusione. Segue disillusione. Segue presa di consapevolezza che i papà sono esseri umani fallibili e fallaci.
Il furgoncino giallo dei Tansor 5 (il più brutto dei tre, e quando ti sbagli), con la sua trasformazione a scatto, con una molla più tesa di quella di una tagliola per orsi, ad ogni pressione del pulsante magico rischiavi di perdere un arto superiore.
Ma tutti i robottoni di questo post meritano versamento copioso di lacrime napulitante. Nostalgia del muso spiaccicato contro le vetrine di giocattoli, tra le pagine dei cataloghi pre-natalizi, davanti allo schermo del TV durante le pubblicità.
Ah, ed il villaggio Pinguino con i veicoli toriyamizzati è qualcosa di meravigliosissimerrimo, che pure oggi mi fanno quegli occhi li del desiderio e dell'invidia.
Io ho un Jan Coogo Ceppiratti doppione, per chi lo volesse! p.s. completissimo in scatola. Non pretendo pancreas in cambio :)
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