A cosa giocavate in cortile da ragazzini (pallone escluso)?

Erano gli anni selvaggi. Quelli in cui i ragazzi selvaggi venivano a chiamarti di ritorno dal fuoco, sotto la luna di agosto e un gran polverone. O forse quelli erano i Duran Duran, mo' non ti ricordi. Ma comunque! Oggi parliamo dei giuochi ai quali giuocavate in cortile da rEgazzini. Vale tutto, TRANNE il pallone inteso come calcio, calcetto, pallò [...]

Dove abitavi da rEgazzino, giù, c'era un grande parco. E c'è ancora, stranamente, privandoti di un'aneddotica facile e logora da via gluck. Quel parco era la vostra isola felice, un boschetto di querce convertibile alla bisogna, col volgere delle mode, in covo dei pirati della Malesia, pianeta da esplorare nel corso di una missione quinquennale in cui consistenti tagli al budget avevano soppiantato i phaser con pistole fatte di mollette, multi-impianto sportivo con campetti di tutte le dimensioni, bigliodromo per giocare ai ciclisti con allungo e senza, pista da cross per le bmx, financo campo da golf nel periodo Lotti.
Spa, ghet, ti, e pèm, pallina spedita contro qualche golf parcheggiata incautamente al limitare del verde. 
E insomma, pur lasciando da parte tutte le epiche imprese pallonare, ce ne avresti di giochi da cortile da raccontare. Scegli però il virile confronto dello scaricabarileOminous music playing.

Il corrierepuntoitt spiega che lo scaricabarile è un Gioco consistente nel mettersi schiena contro schiena a braccia incrociate e nell'alzarsi da terra a vicenda. E non c'entra un'infiocchettatissima con quello che intendi te. Lo scaricabarile che giocavate voi, appreso ai lupetti, si giocava in due squadre. Una stava sotto, formando una specie di lungo trenino con le schiene curve, l'altra doveva saltare. Il primo a spiccare il salto doveva cercare di arrivare il più lontano possibile, lasciando spazio vitale ai compagni, che dovevano aggrapparsi dietro di lui senza cadere. Il rumore di tonfi sordi sulle schiene a dorso di mulo era un sinistro presagio di tutto un futuro di problemi ortopedici, ma ci si divertiva. Chi stava al muro a reggere la testa del primo dei sottomessi veniva chiamato palo.

In casi neanche troppo rari, si rischiava di farsi male anche da palo, rimediando qualche cartone. Sai per certo che questo gioco era vecchissimo, forse anche più della Rai, e che in ogni regione aveva nomi diversi. Pitt' pott' e mastr' Pipp', Zomb' a cavall', La Jonda Cavalle, Biond-d-LuzzSuperstar...
Come testimonia questa foto avente per protagonisti Garrone e gli altri bambini di Cuore (source)

Dalle vostre parti si giocava? Con quale nome? Ma il vero quesito, ovviamente, riguarda quello a cui giocavate voi in cortile da rEgazzini. Corda? Biglie? Altalene acrobatiche con giro e leggendario doppio giro? Scontri a fuoco con proiettilini di gomma? Un-due-tre-stella? Masters e Barbie sparsi nelle aiuole? Vale tutto, come detto all'inizio, tranne il calcio (ma altri giochi col pallone, come pallavolo, il Giocolone e A sette si schiaccia, per dire, valgono). Fuori le bruschette, gente.


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Commenti

  1. Nel nostro multicampo, comprensivo di strada a 2 corsie come centrocampo, si arrivava al baseball nei tempi d'oro, con regole alla quarzommanaggia ovviamente, e con dei nomi urlati dal lanciatore che fulminedicosola sembra roba da lattanti

    Per nascondino i nascondigli al di là del centrocampo imponevano la sosta per guardare a dx e sx quando bisognava correre alla disperata verso la tana al di qua del centrocampo

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  2. Elogio spesso il tuo modo di scrivere ma questa volta non ho capito una mazza di come si svolta il suddetto gioco a cui credo fermamente di non aver mai giocato, per il poco che ho capito.
    Sono stato sempre un "casalingo" e quando uscivo andavo all'oratorio a giocare a basket perché a calcio sono sempre stato penoso, non che a basket fossi un campione.
    La mia conoscenza dei giochi all'aperto non è molto approfondita ma forse i giochi all'aperto più belli ho avuto modo di sperimentarli con i miei due cugini banini (abitanti di San Colombano al Lambro). Quando non spingevamo il mio cugino più piccolo sullo skate a folle velocità dentro i cespugli, anche di rose, e non giocavamo a pallone ci eravamo inventati un gioco in cui tutti facevamo ognuno un aereo di carta che poi dovevamo far atterrare in una mega aiuola fiorita in cui i vari timi di fiori erano dei bonus e dei malus, era molto diverte.
    Il Nonno ci lasciava anche un cumulo di terra bello grande con cui giocare e noi facevamo all'interno una buca riempita di acqua ed erba tagliata per fare la palude in cui annegare i G.I. Joe e automobiline.

    PS: c'è un amico dei miei cugini che legge spesso l'antro e ci si diverte tanto a ricordare quei giorni, soprattutto quando abbiamo spinto il cugino piccolo giù dalla scala in sella al trattore di plastica (eravamo dei criminali). La scala era molto corta e mio cugino non si fece nulla.

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    1. Figaro Drakkan eravate dei veri bastradi! Povero cuginetto! :-)

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  3. Io ho avuto la fortuna di abitare da ragazzino, in una casa con un prato enorme davanti e siccome era un edificio molto vecchio, pieno di cantine e spazi misteriosi, quindi gioco facile giocavo a nascondino con gli altri bambini del paese... Bellissimo! C erano così tante stanze segrete che uno dei ragazzi l ho ritrovato nascosto in un anfratto dopo 20 anni, tipo soldato giapponese! Invece col mio migliore amico, col quale condividevo una fantasia pressoché infinita, si trasforma casa e prato in ogni cosa: castelli, astronavi, macchine del tempo ecc ecc. Con lui era più una recita che un gioco! Grazie Doc ora ho due bruschette da 5 kg agli occhi...

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  4. Io con un mio amico alle elementari ci eravamo (più lui in realtà) inventati tutta una storyline complicatissima basata su Jurassic Park con isola dei dinosauri. E pure uno spin-off in cui aprivamo un centro termale di lusso e andavamo poi a bombardare i cinesi che ne avevano aperto una versione tarocca.

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  5. Pippa (da altre parti si chiama tedesca, a scalare ecc) , come prima scelta. Poi nascondino, settesischiaccia, unduetre stella, d'estate i fucili ad acqua. Che ragazzino noioso che ero.

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  6. Giravamo con le biciclette nella corte di casa mia, con impennate al fine di stabilire la gerarchia, salvo cadere spesso (dolorosamente) su cemento o sassi...

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  7. Abitavo in un complesso di tre condomini che condividevano i cortili. In pratica era un enorme spazio diviso in tre zone (che attraversavi facendo lo slalom tra un palazzo e l'altro), tutto per noi e financo attrezzato (due scivoli e due infernali aggeggi della morte su cui arrampicarsi, niente di che ma per noi bastava e avanzava).
    Al di là dei giochi "portati-da-casa" (tipo i Masters, ho già raccontato di quando Moss-man si diede alla macchia in quei cortili), il gioco più gettonato era sicuramente guardie e ladri.
    C'erano anfratti impensabili dietro le siepi dove nascondersi (anche in compagnia, quando si era più grandicelli, ehr...) e l'ampiezza del terreno da gioco faceva il resto.
    Ovviamente gli accessi ai box sotterranei non valevano e altrettanto ovviamente si utilizzavano come scorciatoie.

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  8. Ping pong, ping pong, ping pong: il mio migliore amico aveva il tavolo e sono rimasti nella storia i pomeriggi infuocati a base di tornei (un paio di anni siamo arrivati ad essere anche 20 persone) conditi da cori di bestemmie, insulti all'arbitro di turno, improbabili invocazioni di santi e madonne e dalle immancabili discussioni su tecniche di gioco, racchette e palline...

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  9. Il mio preferito in assoluto era elastico però riuscivo a giocarci solo d'estate quando ero in vacanza dai nonni in Sardegna, qui a Roma non trovavo mai nessuno interessato e mi riducevo a delle tristerrime giocate tra me e le due sedie del salotto che non riuscivano a soddisfarmi perchè il gusto del gioco era tutto nel litigare per 45 minuti cercando di decidere se il giocatore di turno avesse o no sfiorato l'elastico durante il salto e se a "fianchi" fosee lecito o no girarsi di lato per non sfiorare col naso. In preda alla frustrazione mi riducevo a uscire per giocare invece a campana, che era molto meno divertente ma dove almeno c'era la speranza di litigare all' infinito su chi avesse calpestato la riga col tallone.

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  10. Prendevo quello che c'era: una roncola diventava una spada, un bastone una lancia, un forcone faceva di me un gladiatore e così via...

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  11. Il mondo.
    Dal nascondino al gioco della campana, con tutto quello che c'era in mezzo.
    Passando per i percorsi di guerra con rametti per fucili tra armature di cemento di case mai finite di costruire e giungle di erba incolta su terreni abbandonati.
    Sul fronte sfere volanti gli si dava di Schiacciasette, Asino, Palla avvelenata. C'era pure un campetto (calma, ho capito che "'o pallone" non vale) ai cui margini, tra due pali, si era montata una pseudo rete ad altezza improponibile per partite di pallavolo 12 contro 37, tipo.

    Il voto però va al classicissimo nascondino, perché era non un gioco di cortile, ma di quartiere proprio. Orde intere di ragazzini di età comprese tra i 3 ed i 13-14 anni a nascondersi tra cortili, parcheggi, orti, fratte, boschi, terreni abbandonati.

    Chi capitava sotto ci poteva pure morire, per quanto numerosi erano i partecipanti. Era praticamente impossibile trovarli tutti sperando di evitare il "Tanaliberatutti".

    E il conto da 1 a 100 in 9 secondi e 27 decimi netti. UnDuTreQuatCinqSeSetOtNovDiecQuindVentiduVentisetCinquantSessantasetOttantunNovantacinNovantanovCENTO!

    Siccome c'era sempre chi rimaneva vicino alla tana per toccare allo scoccare del cento, c'era il "Tana per chi sta dietro" a fine conteggio, che dopo gli innumerevoli tentativi di aggiramento legale della regola era diventato "Tana per chi sta davanti, dietro, di lato, a destra, sinistra, sopra e sotto e tutto intorno".

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    1. Il tuo scaricabarile qui non si usava, però lo conoscevo semplicemente come una versione più cattiva della classica cavallina, non sapevo avesse un nome tutto suo.

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    2. Questa delle 10 prove l’avevo proprio rimossa, ma adesso mi si è aperto uno spiraglio di memoria, anche se non sufficiente a farmi ricordare le prove! :(

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    3. E mi sa che hai risposto al commento sbagliato ;P
      Immagino ti riferissi al commento del buon wargarv, qui sotto... :)

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  12. Facevamo i trampolini con le tavole di legno e i blocchetti di cemento e ci saltavamo con le bmx, vinceva chi faceva il salto più lungo; alcuni temerari (tra cui io) come prova di coraggio si mettevano lunghi per terra sperando di non essere schiacciati dalle ruote, cose inenarrabili...

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  13. Nella ridente brescia si chiamava cavalluccio. Giochi all'aperto un'infinitaà. Vivevamo ai margini di una cava in una zona boschiva quindi finte guerre, casette nei boschi e altro ancora. Ricordo con gioia quando trovammo un'antenna tv e ci potemmo costruire il tridente di gorgo di starzinger... una cosa bestiale e pericolosissima era scendere con delle tavole di legno da una collinetta di sassi sita nella cava. Robe da spezzarsi il collo. Capitolo a parte meritano i carrettini. Specie di grossi skateboard fatti con assi e cuscinetti a sfera che si guidavano da seduti. Ci si buttava giuù dalle discese del paesello con le ragazze che bloccavano le auto x nn farci ammazzare. Lascio alla vostra fantasia le immani bestemmie dei guidatori

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  14. Avevamo la fortuna, io e la mi cerchia di amici, di vivere in una via poco trafficata. Quindi bastava un pezzo di mattone "scrivente" e la strada diventava qualsiasi cosa: campetto di calcio, campo da tennis, pista d'atletica (!!). Pista d'atletica perché quando era tempo d'Olimpiade organizzavamo le nostre Olimpiadi caserecce, quindi corsa, salto in lungo, lancio del peso (di solito un enorme sasso trovato chissà dove..)

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  15. Nella ridente brescia si chiamava cavalluccio. Giochi all'aperto un'infinitaà. Vivevamo ai margini di una cava in una zona boschiva quindi finte guerre, casette nei boschi e altro ancora. Ricordo con gioia quando trovammo un'antenna tv e ci potemmo costruire il tridente di gorgo di starzinger... una cosa bestiale e pericolosissima era scendere con delle tavole di legno da una collinetta di sassi sita nella cava. Robe da spezzarsi il collo. Capitolo a parte meritano i carrettini. Specie di grossi skateboard fatti con assi e cuscinetti a sfera che si guidavano da seduti. Ci si buttava giuù dalle discese del paesello con le ragazze che bloccavano le auto x nn farci ammazzare. Lascio alla vostra fantasia le immani bestemmie dei guidatori

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  16. Quando ero giovIne ero sempre dalla nonna paterna (buonanima) zone di cascine e cortili,e andavo a giocare con i miei amichetti nel cortile-giardino della Carla,giocavamo a qualunque cosa,ne cito un paio:
    Usavamo i pupazzetti dei master per fare i cavalieri dello zodiaco,la fantasia al potere per decidere chi era chi. Ricordo che il tipo blu con tutte le punte,che io adoravo,era il cavaliere del Cancro.
    Altra gioco mitico era rifare Dartagnan,ricordate il cartone animato? In Live-Action,noi impersonavamo i vari personaggi.
    Io ero Dartagnan.
    Ricordo con grande felicità qui e momenti, che bello che era

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  17. Si chiamava SALTACAVALLO, mi pare.
    Comunque...da piccolo ho avuto prima i cortili dei due condomini dove abitavamo, e poi...una piazzetta con tanto di strada annessa. Ma li' gia era un po' piu' complicato. A volte venivano i teppistelli del bar malfamato li' vicino a rompere, oppure qualche vicino scassamaroni che chiamava i vigili e bisognava sloggiare. Fa niente che forse avrebbero fatto meglio ad andare al bar in questione visto che la marmaglia li' dentro ne combinava di ogni tra furti, pestaggi e danni vari...
    Eh, ma questo e' far rispettare la legge, secondo alcuni. Prendersela con dei ragazzini che volevano solo giocare e stare insieme.
    Mi ricordo che mio padre si era pure inkakkiato di brutto, con i vicini in questione.
    Gli diceva MA LASCIATELI GIOCARE 'STI FIGLIOLI!! (rigorosamente in milanese, e condito da bestemmioni vari).
    Comunque...il gioco che tirava di piu' era CE L'HAI (o ACCHIAPPARELLA).
    Nella variante con la tana da raggiungere e le varie safe zone sparse in giro. Ovviamente con carognate all'ordine del giorno, tipo sbattere fuori a spintoni un compagno dalla zona sicura...
    Sul NASCONDINO ne racconto una.
    Si era nascosti in sei dietro una macchina, tutti accasciati (e c'era anche una ragazzina. Carina, tra l'altro). Ad un certo punto uno dei nostri NE MOLLA UNA DI QUELLE TERRIFICANTI, e corriamo fuori turandoci il naso.
    E veniamo tutti cuzzati.
    E siccome finiva sotto chi veniva beccato per ultimo, indovinate a chi e' toccato?
    Moi, ovviamente.
    Coppinazzi a profusione sulla testa del puzzone. Da me per esser finito sotto (odiavo star sotto), e dagli altri per la FIGURA DI MELMA rimediata con la tipina.
    A ripensarci scoppio a ridere. Ogni volta.

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  18. Nel cortile soprattutto pugliese ci si sfidava a colpi di nascondino (gettonatissimo) acrobatico sui trulli, che assassin's creed ci faceva na pippa, acchiapparella/toccafulmine (variante in cui si potevano liberare toccandoli gli acchiappati, che dovevano rimanere immobili sul posto), varie campane cattivissime ma soprattutto con la palla ricordo i "10 fratelli" o una roba simile come nome: 10 prove da facilissime a impossibili, da svolgere nel numero di ripetizioni corrispondenti all'ordine (quindi si parte dalla 10 che erano tipo 10 palleggi, la 9 9 ripetizioni etc etc) in successione e quando si sbagliava toccava al prossimo, si faceva il giro sempre fino all'errore e o si vinceva o si ricominciava al proprio turno dalla prova fallita.
    Chi finiva per primo aveva vinto.
    Il bello è che mi ricordo, a parte i palleggi, solo una di queste prove che era tipo appoggiare un braccio al muro e farci girare attorno la palla con l'altra mano (n volte) che era una di quelle a cui mi impallavo :D

    Il gioco era fatto rarissimamente perchè dato il coefficiente di difficoltà folle delle ultimissime prove durava ore e ore :D

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    1. Ah, quello della palla e della 10 prove me lo ricordo anche io! Ci giocavo durante i raduni coi cugini. Ho in mente una delle difficoltà che era lanciare la palla in aria, fare un giro su sé stessi, battere le mani e recuperare la palla al volo. Che finché eri all'aperto e sapevi calibrare bene il lancio, ok, ma quando ci giocavamo in casa di mia nonna in corridoio, più su dei 3 metri del soffitto la palla non potevi lanciarla, e tempo per eseguire tutta la manovra ce n'era davvero poco XD

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  19. Esclusi i classici (4 cantoni, nascondino, rubabandiera, la cavallina ecc.) dico uno un po' meno noto credo: Buzzico rampichino!
    Il gioco col più alto coefficente di ginocchia sbucciate al mondo. Vietato dalla convenzione di Ginevra come crimine di guerra verso i bambini.

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  20. In quel di Siena il giochino summenzionato si chiamava, secondo la versione più edulcorata, Saltalcervo, ma nessuno scout con un minimo di dignità l'avrebbe mai chiamato così... per noi era Mammatroia. E una volta ci ho rischiato di brutto, quando un popò di imbecille mi è atterrato sulla schiena con le ginocchia.
    Comunque, per noialtri lupettini che giocavamo nel campetto sotto al dirupo della chiesa (e accanto al carcere), i giochi preferiti erano scalpo, bandierina combinata (tipo rubabandiera, ma con più numeri, che dovevano organizzarsi in formazione - cavalluccio se in due, seggiolina in tre, ariete o missile se in quattro - prima di prendere la bandiera), Mastino (uno dei giochi più violenti della storia, secondo solo a...) SPAZZOLA! (Che altro non è che bandierina, in questo caso sostituita da un bastoncino lanciato dall'arbitro, ma con la clausola che questo va fisicamente riportato fino al proprio schieramento, eventualmente trascinandovi anche i membri dell'altra squadra dopo averli atterrati, e si possono chiamare più numeri, o anche tutti, gridando appunto "Spazzola!").

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  21. Nascondino andava per la maggiore , però altro che bruschette.... Mi hai fatto ricordare di quando si poteva scendere nel fiumiciattolo lì vicino.
    Le esplorazioni risalendo le sponde,i girini e piccoli pescetti,i pezzi di corda rubati a casa per fare Tarzan, le cadute in acqua,nelle ortiche... Mi fermo che poi diventa un quì una volta era tutta campagna

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  22. Potrei scrivere un romanzo a puntate sui giochi da regazzini.
    Ovviamente giocavo anch’io al gioco da te menzionato, ma adesso non mi ricordo più il nome che si usava dalle mie parti...
    Per il resto, da piccolissimo, il gioco per eccellenza erano le macchinine da far viaggiare lungo il muretto davanti casa, nascondino, color color e giochi di società vari.
    Crescendo, oltre ai vari giochi pallonistici, tipo tedesca, ovviamente biglie, corse sfrenate in bici e poi il nostro must, ovvero le olimpiadi Condominiali.
    Ovviamente si preparavano cartelloni coloratissimi per tutte le discipline, che ora vado ad elencare.
    Oltre ai classici, ovviamente calcio, tennis, pallavolo, corse di velocità è durata in bici, si passava alle discipline atletiche riadattate per i mezzi a nostra disposizione.
    Tipo, getto del blocchetto di cemento, lancio del giavellotto fatto con le canne, salto in lungo, maratona, scatti...insomma ne avevamo per giorni e giorni, in genere le organizzavamo con cadenza annuale. Che spettacolo.... sto ringendo!

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  23. Oltre agli evergreen nascondino, palla avvelenata, la campana o un due tre stella, ci divertivamo a giocare a "la recita". Il cortile si trasformava in una sottospecie di laboratorio teatrale, si sceglieva una fiaba (o un cartone animato), ci dividevamo le parti e ci esibivamo davanti agli alberelli del giardino. Una sola volta siamo riusciti ad esibirci davanti ad un pubblico vero in uno dei garage del mio condominio. Modestamente, io ero Biancaneve, la protagonista (forse perché ero già munita di costume di carnevale... mumble mumble...). Che nostalgia!

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  24. Un noto attore australiano2 giugno 2018 alle ore 16:54

    Pallone escluso non posso non dimenticare le partite a guardie e ladri coi ragazzi più grandi in notturna: veri E propri traumi che mi porto dietro nacquero lì. Quando eri in 2 a essere beccato da una guardia, scappavi e ti dividevi e la guardia sceglieva te da inseguire sapevi che dovevi correre più di un maratoneta nonostante i dolori di milza e alle calcagna avevi il t1000 incazzato!

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  25. In inverno frequentavo molto poco il cortile di casa. Da un lato perché il nostro condominio aveva giusto un fazzoletto attorno, tutto cementato, e la cosa più interessante che ho potuto farci è stato andare sui pattini di mia sorella (e incontrare un insetto-stecco, fuggito dal giardino dei vicini, che invece avevano una mini-giungla); dall'altro perché comunque alle elementari ho fatto il tempo pieno, uscita alle 16.30, 30-40 minuti di autobus... e niente, si arrivava a casa col buio.
    D'estate invece venivo "deportata" ogni giorno a casa dei nonni (che è dove viviamo ora), in aperta campagna. Laddove "aperta" stava a dire "i bambini più vicini abitano a 1-2 chilometri di distanza", ergo mi ritrovavo per lo più a giocare da sola, avendo a disposizione giardino, orto, campi, ecc. Gioco più gettonato: il piccolo esploratore, ma anche infinite sessioni di rimbalzi contro il muro fatti con la racchetta da spiaggia e la palla di gommapiuma (una volta esperta, raggiungevo i 1000 rimbalzi come nulla °_°).

    I veri giochi da cortile li facevo coi compagni di scuola, nell'immenso "labirintico" giardino del nostro istituto: a parte le partite a calcio, c'erano tutte le declinazioni di "Strega" (Acchiapparello) possibili: Strega in Alto (Buzzico Rampichino), Strega Comanda Colori, Strega Impalata (impalata = immobile, non inalberata su una picca XD), più i classici Nascondino, Un due tre Stella (da noi "Un due tre per le vie di Roma"), Campana (qui "Settimana"), ecc.

    Una cosa però mi hai fatto venire in mente scrivendo scontri a fuoco con proiettilini di gomma?, ovvero sia che coi compagni giocavamo spesso alla guerra con le "bombette".
    Laddove le bombette erano (sono) le infiorescenze della piantaggine lanceolata, sorta di "pannocchiette" rigide grosse poco più di un nocciolo di oliva che stanno in cima a un gambo molto lungo.
    Il principio è facilissimo: si stacca il gambo della pannocchietta al livello del suolo, lo si curva a U e lo si ripiega su sé stesso, stringendolo un po', e poi si fa scorrere velocemente finché il "cappietto" non incontra l'infiorescenza. L'attaccatura dell'infiorescenza è morbida, mentre il gambo è un po' rigido, per cui se si usa la giusta forza/velocità la pannocchietta si stacca e parte a razzo in avanti, riuscendo a compiere anche vari metri di volo.
    Ecco, giocare a "bombette" era semplicemente il farsi la guerra usando le infiorescenze come proiettili. Con buona pace degli adulti che lo preferivano a che ci tirassimo oggetti più contundenti.
    Giochi bucolici per bambini campagnoli ^^

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  26. Ricordo sicuramente “zomb’a ‘cavall”, anche se cercavo di non giocare perché lo vedevo abbastanza “doloroso!!!” Poi un due tre stella, nascondino, il gioco del fazzoletto, campana, colorcolor... qualche simulazione di pirateria e/o guerra...

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  27. La bici regnava sovrana, ma devo confessare di aver avuto il periodo Lotti anche io

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  28. I giochi all'aperto li facevo soprattutto d'estate, nel paesino di montagna dove passavo le vacanze. Grandi classici come nascondino (che in Veneto è conosciuto anche come "cuco") che mi piace ricordare soprattutto nella sua versione al contrario (non so se qualcun altro la conosce): uno si nasconde e gli altri lo cercano. Quando uno dei "cercatori" lo trova, si unisce a lui nel nascondersi, e quando un terzo li trova, si nasconde assieme a loro a sua volta. Alla fine, il solo che non è riuscito a trovare il gruppetto di quelli che si nascondevano, sarà quello che al round successivo dovrà nascondersi mentre tutti gli altri lo cercano. Divertentissimo e molto più dinamico del nascondino classico.

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  29. Doc, ma che razza di giochi malsani ed ambigui facevi da bambino? (oltre al fatto che non ho ben capito in cosa consistesse lo scopo del gioco).


    Io varie cose, ma non ricordo un gioco principale; un po' perché giocavo spesso in casa, un po' perché ho una memoria scadente e davvero non ricordo una fava.

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  30. Nascondino
    Un due tre stella
    Strega comanda color color
    Il lupo mangia frutta
    (di questi due non ricordo bene le regole)

    Poi gavettoni (tipo passarsi il palloncino pieno d'acqua) e pistole ad acqua, inpiena estate.

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    1. Strega comanda color e ce l'hai, tutti i giochi possibili con l'elastico, saltare la corda sia da sole che nella corda girata da altre 2 bambine, con prove sempre più difficili tipo la giravolta tra un salto e l'altro... Poi, le fiction, su tutte adoravo Charlie's Angeles (e io ero seeempre Sabrina, ovvio)
      Che bello leggere dei giochi sciamanati che facevate tutti .. I miei figli hanno poco tempo e poco spazio per questa anarchia ludica... Adesso chi si fida a lasciare i bambini soli in branco al parco o nei boschi?

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  31. Nascondino! E poi con gli "spruzzini": d'estate usavamo appunto i vari spruzzini del Cif, vetril e simili riempiti d'acqua e ci rincorrevamo spruzzandoci addosso! Se riuscivi a fare il modding giusto all'ugello di uscita potevi tirare a qualche metro e avere un discreto vantaggio sugli avversari! :D

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  32. Da noi nel napoletano il tuo gioco si chiamava, come hai anche scritto, zompa cavallo, poi c'era l'elastico, la palla in barattolo, una variante del nascondino dove si usava il super Santos, le sette pietre, altra variante del nascondino, le biglie (dove era SEVERAMENTE proibito fare la mossa del palmo a "mariuolo" ) ...

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  33. Al bordo di un campo davanti a casa avevamo una cabina del metano, con dietro enormi cumuli di detriti di vario genere, bitume, fusti di rifiuti tossici, lastre di eternit. Tutti i giorni lì a fare bicicross estremo. Ciao, vi saluto con la mano palmata.

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  34. A parte il classico nascondino e una nostra variante di guardie & ladri (versione supereroi marvel editoriale corno) non facevamo veri giochi da cortile, quando si usciva fuori però erano molto apprezzate le esplorazioni di case in costruzione e della boscaglia sotto i cavalcavia, robe che dette oggi sembrano molto estreme e/o degradate lol ma per me erano avventure, incredibilmente nessuno di noi bambini si è fatto male o ha incontrato brutte persone.

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  35. Ah, noi prima di trasferirci abitavano in un condominio con un grande cortile, e insieme agli altri ragazzi del condominio formavamo un gran gruppo, soprattutto per nascondino. Io ero anche bravo a nascondermi. Adesso mi sa che sono rimasto in contatto con pochi di quella palazzina, ed è un gran peccato.

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  36. E comunque la cosa più triste è che oggi un ragazzino al cortile non lo vedi quasi mai, sono tutti impegnati a giocare a fortnite anche se sono piccoli.
    (Ok, la pianto che se no sembro un vecchio ottantenne alla "si stava meglio prima!")

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  37. Il gioco del Doc da noi si chiama “mus al pal” tradotto letteralmente “mulo al palo”. Giocato poche volte, anche perché la presenza di diverse ragazzine nel gruppo non permetteva giochi troppo fisici.
    Da noi negli spazi fra due condomini solo in estate e di sera era molto in voga nascondino, in inverno troppo freddo. Ma durante il giorno fra ragazzi le partite a “pili” erano grandi tornei. Usavamo le biglie postate nella seconda foto del Doc, ne ho ancora un sacchetto pieno, distinguendo fra italiani, francesini, americani, bombe (quelli più grandi), ecc, ma non mi ricordo le regole: si giocava su una spianata di terra liscia con una buca e lo scopo era ovviamente di mandare il pilo in buca colpendo gli altri, ma non ricordo la scala di punteggio e le penalità. Magari qualcuno... ?

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  38. Prima di diventare una prof e una moglie ero la regina della giungla, anche perché ai giardinetti e alla spiaggia i miei leggendari capelli non vedevano mai un elastico o una spazzola, mentre nei giorni di scuola... Una treccia così tirata che mi si allungavano gli occhi di lato. Essendo di solito la più grande del gruppo, e in genere una delle più feroci, guidavo intere bande di bambinetti ad assaltare qualsiasi cosa in bici e di corsa. I miei preferiti erano "alto e basso" dove alto erano 4 cm di bordo dell'aiuola ed era facile cadere, e ore di sanguinosissimo "ce l'hai". Poi arrampicarsi su qualunque cosa di alto e difendere la posizione fino alla morte, inscenata fin troppo realisticamente. A tal proposito, nei parchi di Nervi c'era il laghetto, uno dei due che ricordo, che al centro aveva un insieme di pietra e cemento, raggiungibile con un guado, avente proprio la forma di una piccola rocca con tanto di torrione. Per conquistare quello sono state combattute robe che l'Iliade in confronto era una partita a petanque. Ricordo l'atroce delusione quando si arrivava lì e il laghetto era già stato occupato da due bande rivali di bambini, e, se invece era libero, la fretta nel trovare, al parcogiochi vicino, dei perfetti sconosciuti che in pochi secondi diventassero fratelli di sangue o acerrimi nemici. Spettacolare.

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  39. L'estate era ovviamente il momento migliore per dare vita a pomeriggi senza fine con epiche battaglie...principalmente si dava fondo alle nostre energie con percorsi ad ostacoli in bmx, ovviamente cronometrati in modo da stabilire il gran visir dei biciclettari... in seconda battuta si giocava al " salto della morte". Consisteva nel lanciare, tramite trampolini artigianali, due vecchie macchinine in modo da farle scontrare in volo. Chi atterrava in piedi evitava di finire schiacciata nella morsa, sul banco da lavoro di papà...

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  40. Principalmente si giocava con le biglie, nello specifico col gioco della "Pola": si scavava una buca nel terreno, poi si lanciava una biglia a testa da un punto stabilito cercando di imbucarla. Come nelle bocce, chi ci arrivava più vicino aveva poi la possibilità di imbucarla con una schicchera delle dita, e il primo a riuscirci poteva fare altrettanto con le biglie avversarie, portandosele a casa in caso di successo. Inutile dire che essendo uno dei più giovani perdevo spesso decine di biglie (con annessa incazzatura genitoriale), ma mi divertivo tantissimo, soprattutto quando in agosto gli altri andavano in vacanza ed io che rimanevo solo in città mi mettevo a scavare nel campo per trovare tutte le biglie rimaste sepolte negli anni.

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    1. Bingo! Mi sa che erano queste le regole che non mi ricordavo! Grazie.

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  41. Se eravamo pochi per giocare a calcio, oltre alla già citata "tedesca" giocavamo a "muretto": a turno bisogna calciare la palla di prima contro il muro. Perde un punto chi sbaglia il tiro/tocca la palla più volte/tocca la palla quando non è il suo turno/viene colpito dal tiro dell'altro.

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  42. In ritardissimo, ma ci tenevo a precisare che anche dalle mie parti si giocava questo gioco.
    E dalle mie parti, per qualche motivo mai chiarito, si chiamava "Mamma troia".

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  43. Allora...pallone quasi niente, ché dava noia al condominio e in quel fazzoletto di cortile (niente più che spazio manovra per le auto) era proprio difficile usarlo. Classici come un due tre stella, strega comanda color, simulazioni sgangherate di vita militare, talvolta ricorso alle bici per emulare i Chips e persino l’A Team. Ricordo qualcosa di più elaborato che prevedeva il coinvolgimento di una entità fittizia chiamata Morte, la cui presenza nel cortile era segnalata da indizi solo a noi visibili e il bello era...imbottirsi di paura mentre la cercavamo.

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