Kobane Calling, One Punch Man, John Doe e la storia della WWE

Microletture e frappè di ghignate, pensieri e amarcordi  con questi bei tre chili abbondanti di libri e tomi qui, che fino a qualche ora fa facevano la piccola torre di Pisa sul tuo comodino: Kobane Calling di Zerocalcare, il primo volume Bao di John Doe, la storia del bresslinz USA raccontata in WWE 50, il primo numero del manga di One Punch Man e il libro de I miei ragguardevoli sabati sera di Ampollini e Cavalli [...]

Kobane Calling
Bao, 19x26, 272 pagine, 20 lire turche
Leggere Kobane Calling è una di quelle esperienze da lettore in grado di frullarti il cuore e la mente. Un milkshake di emozioni che ti vede un attimo ridere sguaiatamente per una battuta, quello dopo sentire quel calore ad altezza sterno che ti dà vedere che i buoni, da qualche parte, esistono ancora. L'orgoglio di chi crede che un mondo migliore, in un luogo martoriato dalla guerra e circondato dalle bestie dell'ISIS, sia ancora possibile. Il volume raccoglie i due reportage già pubblicati su Internazionale (Con il cuore a Kobane e Il comandante Nasrin) e oltre duecento pagine inedite di diario di quei due viaggi tra Turchia, Iraq e Siria. Kobane Calling è il libro che dovrebbe leggere il 100% di politici e tizi di varia natura che riempiono i talk show in TV parlando di guerra di religione e lotta all'ISIS, non sapendo di che diavolo parlano e non conoscendo chi davvero quella lotta la conduce da tempo. Kobane Calling è un dito medio sventolato davanti al naso dell'informazione che non informa, perché si accontenta delle minchiate di propaganda dei Salvinsparri. Kobane Calling è una secchiata d'acqua gelata per gli appassionati di fumetti ancora convinti che Zerocalcare sia solo un tizio che fa i disegnetti che girano sull'Internet, che abbia successo solo perché parla di cose comuni a tutti, e perciò per forza di cosa banali. Di quelli che si fermano al dialetto romano e all'abuso della parola caz*o, alla mitologia di Rebibbia fatta di armadilli e rassicuranti mammut, plumcake e serie TV. Sì, certo. Tranne per il fatto che reportage del genere da una zona di guerra, che presuppongono non solo il coraggio di andare lì (due volte), ma la sensibilità necessaria per trattare in questo modo un argomento simile, non li trovi da nessuna parte. Sì, i disegnetti, certo. Un caz*o.
I fan di ZC avranno già la loro copia, perciò ti rivolgi direttamente a tutti gli altri: non avete mai letto niente di Zero? L'avete fatto ma non vi piace il suo stile? Fa niente, Kobane Calling compratelo lo stesso. Fatelo per voi, fatelo per la gente di lì, ché parte dei compensi dell'autore andranno a iniziative di solidarietà per il popolo curdo. Sì, esatto: il popolo di quelle donne musulmane che combattono l'ISIS rischiando la vita tutti i giorni. Ma tu pensa. 
WWE 50
DK Books, 24x29, 224 pagine, 25 piledriver
Riponevi grandi aspettative in WWE 50, librone americano di quasi un chilo scritto da Kevin Sullivan, che ripercorre "50 anni dello sport entertainment": la storia della WWE e l'epopea della famiglia McMahon, dagli anni 60 fino a oggi.
Ora, trattandosi di un libro ufficiale della WWE, il tutto sfiora ovviamente i confini dell'agiografia di Vincent MacMahon, l'uomo capace di trasformare la piccola federazione del padre, una delle tante che si spartivano fino agli anni 70 il mercato del suplex negli USA, nella principale federazione bresslinistica del pianeta. Quello che ti ha colpito in positivo è che le opinioni raccolte tra wrestler, ex promoter rivali e personaggi legati in generale al mondo del wrestling sono tutto fuorché pettinate: fioccano le critiche (spesso anche parecchio velenose) a Hulk Hogan, non si risparmiano pagine meno felici di questa storia, come il processo a McMahon a inizio anni 90 per l'abuso di steroidi da parte dei suoi atleti. Quello che manca, molto spesso, sono i protagonisti di quella storia: le schede dei wrestler che intervallano la storia hanno dei buchi inspiegabili. Ci sono quelli degli esordi, dell'era di Buddy Rogers e Bruno Sammartino, quelli dei primi anni 80, poi quelli della rinascita anni 90, ai tempi in cui tutti i grandi nomi erano volati dietro ai soldi di Turner alla WCW (indovinate un po' su input di chi...). In mezzo mancano però proprio gli atleti che tra la seconda metà degli 80 e i primi anni del decennio successivo hanno reso la WWE quello che è oggi. È assurdo che in un libro del genere non ci sia una foto di Ultimate Warrior (se togli una fotina piccolissima del suo match con Hogan a WrestleMania), non si spendano due parole per Jake The Snake e gli altri. Cioè le star degli anni del boom della federazione. 
Fa inoltre un po' tenerezza che quest'ultima venga retroattivamente indicata sempre e solo come WWE. Ok, avete perso la causa con i panda e non potete più usare la sigla WWF. Solo che qui perfino quando si parla della vecchia lega gestita da McMahon Senior, la WWWF (con una W in più), la si indica come WWE. E che diamine, chiamala World Wide Wrestling Federation, o World Wide Wrestling e basta. Altro appunto: non ha senso tenere il kayfabe in un libro così, far finta che la carriera di un wrestler sia legata davvero alla sua finisher, quando poi scrivi altrove che il tizio X doveva perdere l'incontro e a quell'altro McMahon aveva promesso la vittoria nel match Y. Il kayfabe ti sta benissimo in telecronaca, fa parte del gioco, ma qui stona come una fetta di mortadella sulla zuppa inglese.
Una lettura comunque interessante per chiunque ami il bresslinz di ieri (e dell'altroieri) e mastichi due parole d'inglese, perché svela le dinamiche che hanno portato alla creazione di Raw, alla nascita dei pay per view e tanto altro. E per leggere tutte le cose brutte che la gente scrive del pagliazzo coi baffi. Peccato per le lacune enormi, in alcuni casi semplicemente inspiegabili. Hai comprato su amazon, per tipo sei carte, un altro libro bresslinistico, ne parliamo appena arriva.
I miei ragguardevoli sabati sera
Panini, 14x21,5, 312 pagine, 19 polle
Ah, I miei ragguardevoli sabati sera. Le avventure, sotto forma di diario, del Bertoz, il Mei, il Quaddu, disperatamente alla ricerca di Susan o di qualsiasi altra polla, nella landa postatomica della provincia parmense. Io speriamo che me la. Narra la leggenda (e più che altro lo racconta lo stesso Leo nella prefazione) che a segnalare i racconti di Michele Ampollini e Marcello Cavalli all'Ortolani nazionale sia stato lo scrittore Paolo Nori, e che si trattava di avventure scritte sul diario dei Dino Riders. Per dire. Segue presenza fissa sulle pagine di Rat-Man a partire dal numero 30, anno del signore del piano di sopra 2002. Le scorribande di questo gruppo di giovani debosciati delle nebbiose terre della Bassa, il loro vocabolario Bertozzi Mei, la mitologia di discoteche piene di polle (chiaramente inesistenti) e di caramba che arrivano a tirarti inevitabilmente giù i nomi sono raccolte ora in un libro, con cinque inediti.
Da (ri)leggere perché si è stati tutti diciassettenni disperatissimi del sabato sera, pure se uno non è mai stato a Noceto in vita sua e non ha in programma di farlo.
John Doe - Volume 1
Bao, 17x23, 416 pagine, 20 katane
Ah, John Doe. E sì, è lo stesso attacco del pezzo sopra sul libro dei ragguardevoli sabati sera, ma con i primi anni Duemila è così: troppo recenti per fare davvero il nostalgico, già così lontani da infilarti comunque sottopelle i primi sintomi del Ma quanto tempo, e ancora. Dicevi, John Doe, di quella che un tempo era la Eura Editoriale. Il numero zero, distribuito gratis e raccattato in qualche fiera (Expocartoon? Può essere?), poi la serie seguita in edicola per i primi, boh, trenta/trentacinque numeri. Segue un periodo un po' così, in cui di fumetti ne leggi pochi pochi, e tra quei pochi pochi non c'è più JD. Segue un altro periodo in cui invece riprendi a leggerne tantissimi, e lì in mezzo c'è di nuovo JD, anche se ormai la serie è arrivata a fine corsa. Rileggere ora le prime avventure del personaggio creato da Lorenzo Bartoli e Roberto Recchioni (questo volume 1 della Bao ne raccoglie le prime quattro) fa amarcordo per due motivi. Perché lo scontro tra John Doe e Morte e i suoi cavalieri è rimasto fresco e divertente come lo era allora, e perché molti dei disegnatori all'opera sulla serie sono oggi autori affermati in Italia e all'estero: Carnevale, Mammucari, Venturi, Manunta, Bertelè. 
Per chi le ha lette all'epoca, per chi non c'era e quel giorno lì inseguiva una sua chimera. Oh, svegliatevi. Ai tempi, un tuo amico della prima fumetteria aperta qui sul pianeta Cos Enz, descrisse John Doe a un'altra cliente così: "È un Dylan Dog però con molta più continuity, più figo, più rock 'n' roll. Piange meno, ma secondo me scopa pure di più". E quella: "Addirittura?". E lui: "Eh!".
One Punch Man 1
Planet Manga/Panini, 11,5x17,5, 208 pagine,
4,50 pippi (5,90 variant)
Si è già parlato a questi lidi di One Punch Man, quando hai speso due parole sulla spassosa serie anime. Bene, Panini ha iniziato a pubblicare il manga, nato nel 2012 sulla scia di un webcomic di enorme successo. La storia di One Punch Man, di questo tizio che si è allenato così tanto da diventare calvo e c'ha una castagna che scassa qualsiasi nemico, nasce infatti come un manga per il web realizzato da un tizio noto solo come One a partire dal 2009. Milioni e milioni di click più tardi, il disegnatore Yusuke Murata contatta One e gli dice Oh, a cogliOne Stimatissimo collega, che ne dici se ridisegno io tutta la storia che non faccio neanche schifo come mangaka? E pèm, giù un fumetto che fa ghignare, è una superparodia del genere shonen in grado di spiazzarti a ripetizione e, sì, è disegnato da uno che non fa neanche schifo come mangaka. Anzi.

Altro? No, accattativillo, o almeno guardatevi la serie. O fate voi, oh. Del primo numero esistono due versioni, quella normale e quella variant per fumetterie con cover effetto metallizzato (foto sopra), che costa un po' di più e potete utilizzare per abbagliare i vostri nemici a bordo di un elicottero.

Ok, deboscia-people, sapete come funziona: a voi la palla. Cosa state leggendo di bello (ma anche di brutto) in questi giorni?  
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Commenti

  1. Ma solo a me "I miei ragguardevoli sabati sera" non ha mai fatto ridere? Ma mai mai mai. Tanto che, quelle pagine, le salto del tutto anche sul bimestrale del ratto.

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    1. siamo in 2...e facendo i conti con la maggior parte delle persone che con cui ho parlato nella mia vita...farei una cifra variabile da 2 a qualche centinaio. De gustibus eh...ma, mai, mai, mai, alzato manco l'angolo della bocca alla fine di un loro pezzo. fattore generazionale? geografico? culturale? buh. Sono anni che me lo chiedo...

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    2. PS: forse l'essere inseriti all'interno di albi di comicità "atomica" come quelli di Leo non gli ha mai giovato in realtà..si ha la sensazione di passare da una macchina in corsa in autostrada ad una mulattiera a passo d'uomo..cmq, che sia chiaro, il mio intervento non è denigratorio verso A&C ma seriamente mi chiedo da cosa derivi questa percezione così agli antipodi tra chi per più di un decennio gli ha dato spazio e fiducia (leo in primis) e una parte (consistente? minima? cmq esistente)dei lettori. sorry come dice il Doc, no polarizzazione delle posizioni.

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    3. A me non ha mai strappato una risata neanche per sbaglio

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    4. neanche a me a dire la verità. gli do un occhiata ma niente.... meglio gente di parma o l'ultima burba!!

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    5. Dopo aver tanto sentito parlare di zerocalcare ieri alla feltrinelli noto che c'è il mese del fumetto (ovvero una beneamata cippa) e decido di comprare il primo volume riproponendomi di prendere anche quello trattato qui nel post qualora dovesse effettivamente piacermi.
      One punch é molto carino, ho visto la serie (tratta solo una piccola parte della saga disegnata da One) e mi é molto piaciuta anche se alla lunga forse si sente il bisogno di vedere Saitama confrontarsi con un avversario non dico superiore, ma almeno degno.....ok che lui vince con un pugno, ma dopo un pochetto ti stufi. O forse no.

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    6. Ah e comunque nemmeno a me fa ridere i miei ragguardevoli sabati sera, lo salto sempre.

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    7. Concordo: è stato sempre un inserto per me inspiegabile.

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    8. I Miei Ragguardevoli Sabati Sera è una cagata pazzesca!
      (Oh, diobonino, che liberazione!)

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    9. ecco, a fine giornata torno e vedo questo..aldilà dei commenti estrem(amente divertenti)...visto cosa intendo? per certi versi nella migliore delle ipotesi ho sempre visto il non schierarsi nei confronti come una sorta di rispetto verso leo, del tipo "boh, se piace a lui ok...".
      Guarda Doc a me che pubblichino o non pubblichino non toglie niente, e in questo mondo credo che tutti abbiano la loro fetta di pubblico, ma ti dirò... qualcosa mi sfugge...

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    10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    11. PS: mi è scappato... nei confronti - di A&C-

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    12. Oh, Stefano, che ti devo dire: a me quella rubrica di Rat-Man è sempre piaciuta. È un tipo di umorismo che ho trovato spesso simile agli sketch del miglior Faletti. Poi oh, i gusti, eccetera eccetera. Di sicuro piacciono anche a Leo, che li ha voluti su Rat-Man e ce li ha tenuti per tutti questi anni.

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    13. Fabio tranquillo non sei solo! Trovo quel registro linguistico finto-giovane e finto-ignorante fastidioso e per nulla divertente, e le storie davvero imbarazzanti. Ogni volta le salto con amarezza, dandomi una spiegazione "complottista" al mistero della loro pubblicazione.

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  2. Divido in appena finito, di prossima lettura e di prossimo acquisto:

    Ho finito ieri il primo numero di One Punch Man e l'ultimo di Naruto.
    Il primo molto divertente, il secondo... è complicato. Naruto fu folgorante agli inizi, una serie con personaggi così sfaccettati da farli sembrare vivi; con l'andare del tempo Kishimoto si è perso per strada e la storia ha iniziato a far ringere nel senso brutto del termine, ma salutare Naruto è stato comunque emozionante.

    Ora mi do al binge reading degli ultimi 5 volumi dei Complete Peanuts, una collezione fantastica di un pezzo di Storia contemporanea - fumettistica e non - completata nel corso di 13 (lunghissimi) anni.

    Infine, ho visto ieri "Lui è tornato", film speculare, per tono e messaggio a Kobane Calling e voglio assolutamente recuperare il libro.

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    1. Com'è il film "Lui è tornato"? Io ho letto il libro e l'ho trovato un po' stupido ed anche in un certo senso pericoloso perchè temo che agli occhi di molti nazistoidi possa sembrare un modo per ricondurre Hitler al ruolo di gran simpaticone...

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    2. Il libro non l'ho letto, come ho detto sopra, quindi non posso fare un paragone.
      Il film, fa spavento perchè, nella realtà del film, quello È Hitler: xenofofo, demagogo, manipolatore, pazzo. Ma nessuno se ne rende conto, anzi, viene applaudito e riverito come un genio. Lui non nascone mai per un secondo la sua natura e non mente mai sui suoi propositi e la gente gli va dietro comunque, oggi come 70 anni fa.

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    3. c'è un detto inglese: la principale differenza tra Stalin e Hitler fu che uno disse falsità sulle proprie intenzioni e tutti gli credettero, l' altro disse la verità ma non gli credette nessuno.

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    4. Quando scrivi un libro del genere corri il rischio di creare un paradosso comunicativo. L'esempio piú folgorante é, se ci pensi, Il Giorno della Civetta ed il famoso monologo di Don Mariano Arena (omini, ominicchi e quaquaraquá). Il lettore piú smaliziato coglie cosa vuol dire l'autore, quello meno smaliziato quello che dice il personaggio. Pensa a tutte le volte che il termine quaquaraquá viene usato, anche da personaggi pubblici, con la stessa intenzione con cui viene usato dal personaggio e ti renderai conto che ci sono piú persone che hanno capito il personaggio (e che in un certo senso se ne identificano) che quelle che hanno capito il messaggio dell'opera. Detto ció, e concludo lo sproloquio, avrebbe fatto bene Sciascia a non scrivere quel libro? Non penso. Anche perché, imho, certe opere funzionano piú da cartina di tornasole che da trigger. Se qualcuno ha simpatia per Hitler leggendo quel libro é perché ha dentro di se un seme di intolleranza.

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    5. @edo, quoto al 100%. A mio avviso l' unico modo per poter valutare il passato è farne un quadro completo.Se poi uno è scemo, di media a favore della propria ideologia ne trova a iosa.
      Ad esempio , spesso si vedono immagini di Hilter con occhi e capelli scuri che inneggia all' arianesimo , e ci chiediamo se fossero tutti scemi. In realtà hitler aveva i capelli castani e gli occhi chiari , ma la propaganda alleata lo dipingeva in questo modo. è da nazisti dire che era propaganda antinazista? No , è amore dei fatti. Non era neanche un nano anche se in genere viene dipinto taglia Napoleone o Pernascò.
      Anche perchè quando ci si ripresenterà un nuovo hitler, non ci sembrerà un pazzo psicopatico con la bava alla bocca, piccolo e nero, ma un simpatico zio Adolf, come fece credere nelle olimpiadi berlinesi - e quasi tutto il mondo ci cascò .
      E qui farei una piccola parentesi storica. Hitler non se la prese troppo con Owens per la vittoria, per vari motivi; il primo è che la Germania stava già stravincendo alle olimpiadi ( grazie al fatto che Italia Germania e Giappone erano le uniche nazioni con atleti professionisti); la seconda è che l' altetica leggera era meno importante di adesso ; la terza è che le olimpiadi del '36 erano un' occasione non solo per dimostrare la (presunta) superiorità razziale ariana , ma anche la "bonomia" del regime ( che arrivò a riaprire tutti i locali berlinesi per omosessuali per il periodo delle Olimpiadi) e non farlo percepire come una minaccia .
      Grazie a questa fama di benevolenza , le annessioni prebelliche avvennerto senza troppe proteste.
      Piuttosto ,Owens fu trattato a pesci in faccia a casa sua, Roosevelt non lo volle manco ricevere. Qesto per lo meno è quanto Owens dichiara.
      Penso che la conoscenza di questi fatti sia necessaria per comprendere il fenomeno nazista ed evitare di ricascarci .




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    6. Il film merita, soprattutto sul finale. La parte iniziale potrebbe sembrare comica ma lentamente costruisce un personaggio e una realtà letteralmente mostruosi.

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  3. KOBANE CALLING meraviglioso, ma che te lo dico a fa'.
    I prossimi acquisti del me medesimo che ormai di fumetti ne legge pochissimi saranno ONE PUNCH MAN e IL BUIO IN SALA del Leo, che credo sia la cosa che sto aspettando di più in assoluto.
    Come m'ammazza l'Ortolani nessuno proprio, signora mia...

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  4. Kobane Calling in arrivo e stessa cosa per JD, che ai tempi avevo solo visto saltuarissimamente.
    Attendo il termine di Dorohedoro (dovrebbe essere con il prossimo numero) che è talmente stramba come serie che mi è particolarmente piaciuta.

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  5. Vedendo tutte qeste presidentesse mi viene in mente che devo cambiare i fiori all' altare votivo eretto in onore dell' omino HBO per quanto visto in Vinyl.

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  6. allora... prima domanda da niubbo: valgono solo i fumetti?

    Perché se SI, allora la mia risposta è .... (rumore di balle di fieno che rotolano)

    Se valgono pure le altre letture, allora, nell'ordine:

    Charles De Lint - The Riddle Of The Wren... dopo che me ne aveva consigliato la lettura il buon Mana, in un commento ad un post del signor Alessandro Girola (tale MacNab75 per i non avvezzi) mi son finalmente deciso a prendere di petto questo GCdGSiI (Grande Classico del Genere Sconosciuto in Italia) e... e niente, De Lint è proprio "abbravo abbestia" [cit.];

    - appena concluso (finalmente) la Trilogia di Helliconia, di Brian Aldiss: avventure di hard SF che raccontano di un pianeta, simile alla terra, che orbita in un sistema BINARIO (=con DUE SOLI), veramente veramente figo quantomeno per il world building (dove li trovate altrove animali necrogeni, una specie simile a un drago che comincia l'esistenza come pesce, e a un certo punto SI DIVIDE IN DUE e spicca il volo?); tolto l'effetto bestiario, il libro (anzi, I LIBRI, che sono tre, anche se autonomi l'uno dall'altro) comunque si legge che è un piacere. Consigliato

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  7. E questo è il motivo per cui ho abbandonato il fumetto italiano,politicizzato fino all'estremo.
    In Italia se non sei di sinistra non lavori nel campo fumetti.
    Luca Enoch,Zerocalcare,le produzioni Kappa e un bel pò di artisti Bonelli non perdono occasione di mostrare la loro visione politica di sinistra in opere di fantasia che nulla hanno a che fare con le ideologie.
    Mentre se lo fanno Frank Miller o Steve Ditko(specialmente nelle opere più personali) sono dei fasci schifosi perchè la pensano in maniera diversa.
    Ecco,duegrandi autori come loro se fossero vissuti in Italia non avrebbero mai trovato lavoro in quanto non conformi all'ideologia di sinistra che impera nel fumetto italiano.

    Parlando di Kobane Calling apprezzo almeno il fatto che Zerocalcare non si nasconda dietro una storia di fantasia e anzi abbia avuto le palle di andare in zone di guerra per raccontare come la pensa.

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    1. Raccontare com'è là, non come la pensa.
      Per Kobane Calling le ideologie (il motivo per cui c'è andato, con chi c'è andato) non contano, conta la storia che i telegiornali non raccontano quasi mai perché non fa notizia.

      Uno può pensarla come vuole, ma è bene chiarire di che stiamo parlando. Un diario da un teatro di guerra è un diario da un teatro di guerra: ci sono inevitabilmente dentro le sensazioni dell'autore, ma con le opere di fantasie e le questioni di accerchiamento culturale, la destra e la sinistra, l'etichettatura degli autori non c'entra nulla.

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    2. C'è un cortocircuito mentale molto strano all'opera: raccontare le cose "del popolo" e usare una comunicazione schietta e diretta è considerato "di sinistra", e se sei di sinistra devi usare quel linguaggio lì, e un preconcetto alimenta l'altro, tipo serpenti che si mordono la coda.

      A volte da questo uroboro (paroloni! sono intellettuale!) esce uno Zerocalcare o un Andrea Pazienza, a volte esce una schifezza di comunicazione malfatta perché curarla troppo è "di destra".

      Poi boh, sarà stato tanto "di sinistra" il vecchio Bonelli, quello che non assumeva le donne sulle testate importanti (ma non si dice perché siamo in Italia e non si possono dire i difetti dei potenti) ma intanto faceva fumetto con la direttiva che fosse leggibile a tutti-tutti?

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    3. No, però, per piacere no.
      Parliamo dei fumetti e dei libri. Il teatrino destra VS sinistra lasciamolo ai talk show e ai forum di litigare. Se avete qualcosa da dire su questi o altri fumetti e libri, you're welcome. Se volete parlare di destra e sinistra, dell'orientamento politico di questo o quell'autore, questa o quella casa editrice, così, in linea generale, sfogatevi su FB come fanno tutti.

      Non fatemelo ripetere, per cortesia.

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    4. Scusa Doc, hai ragione.

      Nelle intenzioni non voleva essere una cosa "di bandiera", ma una constatazione, un punto di vista esterno, di uno (io) che non si riconosce in queste bandiere/etichette, e osserva quali persone invece si riconoscono in quali (dicendolo chiaramente loro stessi).

      Se vuoi elimino il commento, davvero, no problem.

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    5. Doc fammi capire,certamente il blog è tuo e puoi farne quello che vuoi.
      Ma perchè tu puoi fare post come A Silvio e parlare di Salvinsparri mentre noi non possiamo parlare di orientamento politico?

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    6. http://docmanhattan.blogspot.it/2012/12/a-silvio.html

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    7. Perché sul mio blog, essendo un blog personale, scrivo quello che penso, quando lo penso, come lo penso. Se a qualcuno non piace quello che legge, pazienza. La rete è piena di altri contenuti: l'ho ripetuto decine di volte, lo ripeto una volta in più. MA non voglio che la gente litighi per politica (o qualsiasi altro argomento, se è per questo) nei commenti, tanto più sotto a un post che parla di libri e fumetti, e dove le contrapposizioni ideologiche superpolarizzanti non c'entrano proprio nulla. Ho chiesto perciò, per piacere, due volte, di evitare di trascinare una discussione che parla d'altro in baruffa. Spero che adesso sia chiaro a tutti.

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    8. @Itlas. Ti sei risposto da solo. Il Blog è il suo e ci fa quello che vuole.

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    9. Certamente,non era mia intenzione litigare con nessuno,ma solo dire la mia.
      Se ad altri utenti non piace quello che scrivo non voglio assolutamente trasformare i commenti in quel botta e risposta litigioso di cui è pieno l'internet.
      Il mio parere l'ho espresso,si può essere d'accordo o in disaccordo,avere opinioni personali differenti sulla politica o sulla vita,l'importante è non mancarsi di rispetto,mai.
      Pace.

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    10. Non è solo quello. Non è solo che non devo chiedere il permesso a nessuno per parlare di ciò che voglio, evidentemente.
      È che sotto un post su Berlusconi è normale che i commenti siano di natura politica. Sotto un post in cui si è parlato di Isis è fisiologico che la gente esponga la sua idea in materia. E finché si resta nei limiti di una discussione civile va benone.

      Qui si parla però di fumetti e libri. Buttarla in politica non solo è OT (e basterebbe quello), ma è un OT in grado di far degenerare rapidamente la discussione in caciara. Se ne fa volentieri a meno.

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    11. @Itlas. Il tuo parere l'hai espresso, ti ho risposto sul tema (il contenuto del fumetto). Tutto ok. L'invito a lasciar perdere la politica è arrivato dopo il commento di Mattia, proprio per evitare il litigioso botta e risposta di cui è pieno l'internet che ne poteva venir fuori. Tutto ok anche qui.
      Poi te mi hai fatto una domanda, io ti ho risposto. Direi che siamo ok pure qui, no? Perfetto così.

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    12. Assolutamente ok,anzi mi scuso per il trambusto che posso aver causato.
      Certe volte possiamo essere in disaccordo e non mi esimo dal dirtelo in faccia (nei limiti di uno schermo),proprio come faccio con le persone che apprezzo di più.
      Seguo il blog tutti i giorni e per me è diventato un appuntamento irrinunciabile.
      Per me seguire il tuo blog per me è come incontrare un amico al bar per un caffè e chiacchierare delle nostre passioni in comune.
      Un saluto e un abbraccio Doc :)

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    13. Qui serve una bella colonna sonora:
      https://youtu.be/4kuySYnIvt4

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    14. @Itlas: secondo me, di tutti i lavori e le storie che ha scritto finora Zerocalcare, Kobane Calling è proprio quella meno "politicizzata". E' più un diario, un racconto delle situazioni che ha visto e toccato con mano. Inevitabilmente e per fortuna ci sono anche le sue emozioni, le sue sensazioni, le sue riflessioni, nei confronti di un popolo che insegue una visione quasi utopica della società, ma non l'ho trovato "politicizzato" in modo marcato o fastidioso.

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  8. Ho iniziato il Conte di Montecristo. Finora è meraviglioso e mi ha inchiodato alla poltrona. ( saranno 2 anni che non leggo un romanzo)

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    1. penso proprio di si. Una delle cose che più mi piacciono di Dumas è che scrive informato sui fatti, in modo che il racconto sia verosimile; lo stesso tipo di narrazione che amava Lovecraft, preciso e documentato fin sui dettagli degli orari degli autobus ( leggetevi le lettere per credere) : proprio in mezzo al marasma di dettagli verosimili, è possibile accettare una storia inventata, che altrimenti diviene cialtronesca e petalosa .

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    2. Lol.
      Quotone su Dumas, e se il livello di dettaglio spaventa in un libro ambientato nella sua stessa epoca storica (come appunto il conte di Montecristo), in romanzi storici come quelli dei tre moschettieri o la regina Margherita non oso immaginare quanta ricerca si sia fatta.

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    3. Il libro è attualissimo e non è invecchiato di un giorno, pare scritto ieri;insomma è un capolavoro. Vogliamo confrontare con i promessi sposi , il giovane werther, gli insopportabili malaminkia ? Meglio di no.

      E mi sono tenuto il miglior romanzo ottocentesco per dopo : Moby Dick.

      Ah trapparentesi, visto che all' antro noi impariamo le cose , di novecentesco sto anche leggendo i racconti di Dino Buzzati, li consiglio. Chiudo consigliando un libro che ho riletto fio a distruggerlo: il Gattopardo.

      Coi saggi mattone mi sono preso una più o meno pausa di qualche settimana.

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    4. @ Riccardo Thiella
      Adoro anche Moby Dick, oltre ad essere uno dei miei libri di sempre, è anche uno dei primissimi film che ricordo di quando ero bambini (ma ino, ino) insieme a 20.000 leghe sotto i mari della Disney e quel film con l'alligatore gigante, che forse si chiamava Alligator...

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    5. update: il conte sta andando in vacca... dopo 200 pagine incredibili , sta scadendo nel più stucchevole manierismo ottocentesco.. tra balli,inviti , carrozze, sciovinismo e vaccate varie ed eventuali pare un harmony

      eddai edmond, muovi il culo e vendicati, che mancano solo 400 pagine e non hai fatto ancora un caxxo

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  9. Di Kobane calling ha già detto tutto il Doc... va comprato e letto senza se e senza ma, vuoi per l'abilità artistica di zc, vuoi per l'importanza dell'argomento.
    Una piccola precisazione @Itlas (sperando di non innescare una tribuna politica che credo nessuno di noi voglia vedere da queste parti :P) - Zc non ha raccontato come la pensa, ha raccontato quello che ha visto, magari in parte mediato dalle lenti della sue esperienze passate, ma comunque un racconto reale di cose e persone reali, e se permetti c'è una bella differenza :)

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    1. @Itlas: sottolineo quel che ha detto il doc e rilancio. Chi non la pensa come me io lo ascolto con particolare attenzione e senso critico e cerco di mescolarlo saggiamente al buonsenso. Si dice che solo dal confronto si cresca come persone.
      Da noi è molto diffuso seguire un partito politico o un ideologia come la squadra di calcio, con fede incrollabile, nessuno spirito critico, nessun buonsenso. Ecco perchè è estremamente facile subire "cetrioli volanti".

      Kobane calling m'ha fatto ridere e pensare prima, esplodere il cervello e il fegato poi, lasciato un senso di desolazione infine.
      Ridere e pensare per il cosa e come lo racconta.
      Zerocalcare è come Sampei e tu, lettore, sei la carpa che abbocca alla narrazione.
      Mi ha fatto esplodere il cervello pensando alla loro situazione, alla nostra e alla differenza sostanziale che c'è nella capacità di comprensione, di reazione di sentirsi naturalmente, senza forzature, popolo e, da un certo punto di vista, di attitudine al problem solving. Di come siamo passivi rispetto al mondo dell'informazione e di come non sia proprio easy per molti accedere ad informazioni attendibili. Esplodere il fegato perché se noi ci sentissimo popolo un decimo di loro potremmo risolvere molti dei problemi. Ma noi i problemi li esorcizziamo lagnadocene al bar e/o in piazza senza fare un cippalippa di nulla per risolverli davvero. Ecco appunto, siam solo capaci di lamentarci.
      Questo è il nesso con la desolazione finale: di gente che "lotta" (nel senso che si sbatte, non per forza che ha a che fare con gli ak-47) per questo Paese ce n'è troppa poca o è troppo isolata. Questo mi lascia quel senso di desolazione. Se poi ascolto quella vocina reclusa in fondo alla pancia, come un prigioniero lasciato a marcire in fondo ad un pozzo profondo, la desolazione diviene assoluta nel sentirmi dire, da me stesso, che io non posso di certo essere annoverato tra quelli che si impegnano quanto vorrebbero per il bene comune. Anche io in fondo mi limito a lamentarmi.
      Scusate il pistolotto, non ce l'ho proprio fatta a trattenermi.

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  11. Letto davvero poco dall'ultimo Microletture. Ho letto gli ultimi 3 numeri di Spriggan: proprio la fine della serie è la parte che più mi è piaciuta, perché c'è più continuity. Poi il primo volume (e quasi tutto il secondo) della "collezione storica a colori" di Dylan Dog che qualche anno fa pubblicavano con Repubblica/L'Espresso: finora di DyD avevo letto solo il terzo di questa stessa collana, e sono contento di aver raccattato anche i primi due (capolavoro la storia Il fantasma di Anna Never).
    A livello di libri, Le avventure di Tom Sawyer, leggero e bello, tant'è che ho iniziato anche il seguito su Huckleberry Finn.
    Kobane Calling già comprato ma ancora da leggere

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  12. Preso OnePunch Man, è uguale alla serie che ho già visto su VVVVVVIDDD, ma è molto godibile lo stesso, spero vada oltre le puntate animate, inoltre quotissimo Kobane Calling!

    Con la primavera mi sono risvegliato anche io e ne ho approfittato per leggere le mille cose rimaste indietro (tutta) per colpa della sonnolenza invernale (dovuta, ora so, a problemi gastro-intestinali), pertanto:
    Milioni su milioni di fumetti nero-explotition-h.core anni 60/70/80/90 (non fatevi ingannare dalle apparenze, ho riso a crepapelle e alcune storie sono persino belle!!!).
    In campo manga è iniziata l'operazione riaccattamento cose di Go Nagai che non volevo comprare perchè le avevo già, ma la maledetta J POP mi fa uscire tutte quelle edizioni cofanettate, e che faccio, non le prendo?

    Ho inoltre finito "The Royals" (che la Lion fa uscire con mesi di ritardo) più un sacco di robe Cosmo Edizioni che erano sul comodino a marcire: Compreso il fumetto di Jena. Attendo con trepidazione la riedizione di Horobi della Goen, ma siccome è della Goen credo attenderò a lungo...

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  13. Finito domenica scorsa Essex County di Jeff Lemire con gran soddisfazione e diversi sommovimenti al petto per l'emozione, ho deciso di prendermi in edicola l'ultimo numero di Diabolik,che in vita mia ne avrò letti due, compreso questo. Per il resto, vorrei rimettermi in pari con il bonelliano Drago Nero alternandolo con Sweet Tooth sempre del buon Lemire. Mi sa tanto poi che un occhio alla serie animata di One Pugno Man ce lo butto :)

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  14. Kobane Calling l'ho ordinato dal mio pusher di fiducia giá da un po', appena torno in Italia me lo sparo in vena.
    Sul resto sono parecchio incuriosito da One Punch Man che credo si trovi anche all'estero, ma prima volevo guardare almeno un episodio dell'anime.

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    1. Kobane Calling me lo leggo mentre torno in inghilterra. Mi terrà lontana l'ansia da prima volta in treno inglese, quindi cattivone lo leggi prima del rientro in italia..te lo porto. Anche John Doe mi incuriosisce.

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  15. mi intriga molto il libro sulla WWF/E
    ne hai altri da consigliare sulla storia del wrestling USA e delle sue federazioni? Insomma, non tanto sui personaggi singoli ma su tutto il carrozzone?
    Grazie :-)

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    1. Se ti interessa la storia della federazione, questo libro ne ha tanta. Il che include una decina di pagine sul Monday Night War con la WCW e un accenno alle varie federazioni minori rivali in passato. Una storia raccontata dalla parte dei vincitori, chiaro, ma senza peli sulla lingua. Per il resto, ho letto soprattutto autobiografie: i libri (bellissimi) di Foley e quella di Bret Hart (Hitman: My Real Life in The Cartoon World of Wrestling). Del nuovo libro parliamo appena arriva, sorpresa... :)

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    2. ottimo, grazie mille!
      questo intanto l'ho messo in lista desideri su amazon, in attesa della prossima recensione :)

      ciao :-)

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  16. Con Kobane sono mostruosamente in ritardo, non nella lettura, proprio nell'acquisto.
    John Doe all'epoca me lo sono perso perché pure io ero in fase zero fumetti, quindi la ristampa di Bao mi ha intrigato da quando Rrobe l'ha annunciata. Pensavo dovesse ancora uscire.

    I miei ragguardevoli sabati sera non lo so, io il Ratto lo sto leggendo sul serio solo ora con il Gigante (all'epoca scroccavo qualche albetto qua e la), quindi questo diario per me è cosa nuova, e non è scattata la scintilla. Sarà che i miei sabato sera hanno sempre fatto cacare...

    One Punch lolloso. Però penso funzioni meglio come serie che come fumetto. Ma forse è solo perché ho visto prima quella.

    PS: Maledizione, di One Punch Man ho preso la regular. Come farò con i miei nemici in elicottero?

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  17. io mi sono innamorato di one punch, sia dell'anime che del fumetto.

    ho preso anche io la variant metallizzata e in effetti dal mio elicottero faccio sfracelli.

    attendo lupin 3 !!!!

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  18. Ciao Doc, ti seguo da tanti anni, per nerdismo e non certo per temi quali Medio Oriente e relazioni internazionali. E un po' quasi mi vergogno che il mio primo post sia su Kobane. Tuttavia, al netto di disquisizioni politiche e senza entrare nel merito del perchè Zero sia andato sul confine turco-siriano, c'è chi come il sottoscritto da quelle parti ci opera da anni come ONG (campo profughi di Kilis, bambini 0-10 anni, ca. 100km da Kobane) e non è certo nuovo ai teatri di guerra, alla questiona curda sia del Rojava che di altre aree della Turchia, e che nei seppur meravigliosi report di Zerocalacare da Kobane trova tante di quelle inesattezze e romanzate da non potersene stare del tutto zitto. I Curdi siriani non sono quello che viene descritto, la ragazza col fucile dell'YPG è un ottimo slogan per i media occidentali pro-causa curda, ma la situazione è molto più complessa di come viene mostrata e illustrata dal nostro Zero. Non è un caso che PKK, YPG e Peshmerga iraqeni siano in perenne conflitto fra loro da decenni, che non vi sia alcun vero disegno politico e umanitario unitario per il popolo curdo, tutt'altro che unito e coerente con se stesso. I genocidi e le persecuzioni storiche ai loro danni non si discutono, la straordinaria ed evoluta situazione dei diritti femminili e civili - esempio eccezionale non solo per qualsiasi comunità islamica al mondo ma anche per qualsiasi società occidentale - nel Rojava nemmeno, ma come spesso accade a chi si occupa di vittime civili non si possono ignorare le loro colpe e il sangue innocente versato anche da loro. Si possono attribuire tutte le ragioni e le giustificazioni storiche a certe azioni compiute da YPG, PKK e altri nel passato e nel presente, ma spesso in guerra è davvero difficile nonchè inutile cercare una delle parti in conflitto scevra da qualsivoglia crimine; basta leggersi il rapporto di Amnesty dello scorso anno (non perchè Amnesty sia la verità assoluta, ma non sono rapporti scritti a culo) sulle deportazioni, i saccheggi e i trasferimenti forzati operati dalle truppe YPG nella Siria settentrionale. Chi scrive è uno che fino a pochi anni fa scendeva in piazza con la bandiera del Sole del Kurdistan, che ha diversi amici e amiche curde e che concorda pienamente sull'oblio mediatico calato sugli eventi di quelle zone, ma che allo stesso tempo dedica buona parte della sua vita, così come tanti altri, a operare in zone critiche in tutto il mondo, che ha visto orrori e situazioni per cui non bastano 2 settimane in missione 'one-shot' per avere un quadro completo (e nemmeno 2 righe qui), e che come tanti altri ha cambiato radicalmente la sua visione semplificata ed eroistica dei Curdi, oltre al fatto che bisognerebbe davvero definire QUALI Curdi. So che al pari di una discussione politica questa non è la sede per parlare di queste cose, io nemmeno lo faccio su Fb, ma se intervengo qui è perchè per me sei sempre stato un modello di Umanità, prima ancora che un punto di riferimento nerdistico, intellettuale e di massima intelligenza emotiva. Volevo quindi solo invitarti a prendere con le pinze quello che leggi della sua esperienza in merito alla question curda, e ovviamente se vuoi approfondire la cosa puoi contattarmi in privato e posso darti anche tutti i riferimenti della mia o di altre associazioni, luoghi in cui davvero politica e faziosità non centrano una beloved e dove l'unica priorità è il valore della vita umana, al pari di MSF, dei White Helmets della Protezione Civile siriana o anche solo della nostra Guardia Costiera. Un abbraccio - Marco

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    1. Grazie Marco,
      Un contributo diretto da chi ha conosciuto quella realtà di persona è preziosissimo. Ho conosciuto alcune persone coinvolte come te nelle ONG in zone difficili del pianeta e ho sempre provato per loro, oltre che un enorme rispetto, anche un po' di sana invidia: non è facile fare quello che fanno quelli come te, non so se ne avrei mai la forza. Lo dico sinceramente. Ho letto perciò il tuo commento con enorme interesse. Passando a Kobane Calling: non sta a me difendere ZC, ma nel suo diario precisa più volte che la sua è per forza di cose una visione parziale della faccenda. Tu hai vissuto quelle zone, hai avuto modo di farti un quadro generale molto più dettagliato. Lui ha trascorso lì, in totale, una ventina di giorni.
      Ora, può scrivere di una realtà così complessa chi è stato lì solo qualche settimana? Se serve a parlare della questione curda, a mostrare almeno qualche aspetto della questione, a dimostrare come finti alcuni argomenti gettonatissimi dai nostri media, per me sì. Se poi sei un autore seguito come Michele, assolutamente sì. Basta avere l'umiltà e l'onestà intellettuale di precisare che si tratta di un diario, di quello che hai potuto vedere e sentire personalmente lì. E lui questo l'ha fatto. Ma, ripeto, comprendo perfettamente il tuo punto di vista.
      Massima stima, davvero.

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    2. Io penso che sia ovvio che il libro di Zerocalcare sia una visione parziale della realtà, ma il suo stesso modo di scrivere è permeato del punto di vista di chi la verità non ce l'ha proprio in mano e che anzi si sente inadeguato e parziale nel descrivere certe cose tanto più grandi di lui abituato a Rebibbia e ai plumcake.
      Detto questo, per quanto parziale la sua visione parziale è molto più dettagliata, efficace e intelligente che tanta di quell'informazione quotidiana che ci danno.
      Per fare un altro paragone fumettistico, i libri di Guy Delisle sono anch'essi una visione parziale, eppure anche loro descrivono la realtà meglio di quello che di solito sappiamo (anche se non amo molto Delisle per il suo modo un po' troppo "da turista" di raccontare, soprattutto in "Pyongyang" e "Shenzhen").
      Mi viene in mente anche "Persepolis".

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  19. Lascia Stare la Gallina (Daniele Rielli). Sono oltre la metà delle 600+ pagine di e mi piace un sacco. Un noir in puro stile Carlotto ma 1000 km più a sud. Non guasta il fatto che per ragioni di famiglia capisca facilmente le espressioni in dialetto leccese.
    One Punch Man. Lolloni.
    Kobane Calling. Bellissimo e dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che ZC non ha finito le cose da dire con Dimentica il Mio Nome.
    I Ragguardevoli. Sempre trovati carini (molto divertenti i neologismi) ma ho già tutti i Rat-man e 5 inediti non bastano a ingolosirmi.
    E finalmente dopo tipo 10 anni che lo aspettavo è uscito L’ETÀ DEL BRONZO 3B! Che non ho ancora iniziato ma già pregusto. Ma qualcuno sa perché ci abbia messo tanto? È solo perché Freebooks non c’è più (o sbaglio?) o Shanower è in pausa da una vita? Doc, lei l’ha mai letto? E se no che scusa ha? (scherzosamente parlando).

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  20. In questo periodo mi sto dedicando agli autoprodotti comprati in fiera. Mi hai convinto a testare Kobane Calling :) ero scettica per le ragioni "lo stile di zero non mi piace" ora ho un buon motivo per ricredermi.

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  21. In questo periodo mi sto dedicando agli autoprodotti comprati in fiera. Mi hai convinto a testare Kobane Calling :) ero scettica per le ragioni "lo stile di zero non mi piace" ora ho un buon motivo per ricredermi.

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  22. Hulk di peter david volume 3: bello, ma un pelino meno dei due precedenti. (E qua cadrà l'anatema), Si sente l'assenza di mc farlocco (che a me piaceva e continua a piacere). Jeff Purves, tentando di imitarne lo stile, accompagnato da pessime chine, non aiuta. Nota: in un fill in, Hulk ammazza di botte il pagliazzo biondo di cui sopra ;-), reo di essersi impossessato del suo nome...

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    1. Questa poi è una cosa che non ho mai capito,come ci può "impossessare" di una parola della lingua inglese (o di qualunque altra) contenuta nel vocabolario.
      Posso capire nomi compositi come Captain America,Spiderman,Mr Fantastic.
      Ma come è possibile avere la proprietà di parole di uso comune come Vision,Wolverine,Wasp,Venom o appunto Hulk.
      Capisco la proprietà intelletuale del logo o del font usato per esso ma non del nome.
      Stesso discorso per la Apple,non capisco come si possa avere la proprietà della parola mela.

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    2. Per Hulk Hogan credo che la WWF avesse la licenza Marvel (che infatti appariva nell'elenco di © e ™ dei videogiochi sul wrestling). Sui nomi, anche comuni, vige nel diritto italiano (ma credo che la stessa regola valga anche nel diritto commerciale internazionale) la tutela del marchio forte. I marchi molto affermati hanno maggiore tutela di quelli più deboli. Esempio: se Apple fosse un produttore cinese di hardware poco noto, chiunque potrebbe creare un'azienda che si occupa di tutt'altro con lo stesso nome. Apple è un'azienda tra le principali al mondo? La tutela si estende anche agli altri campi. Poi ci sono casi e casi. Ferrari è un cognome molto diffuso in Italia, perciò se apri un negozio di brugole e lo chiami Ferrari nessuno ti dice niente. Ma se provi a fare qualcosa che abbia a che fare con le automobili è un altro paio di maniche.

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    3. Come dice Raiden qui sopra.

      Poi c'è anche tutta la questione delle "likenesses" e della "product identity": se io faccio un personaggio grosso, verde, che più si arrabbia più diventa forte, che si chiama Truce Tanner... o è una parodia, oppure anche se non uso lo stesso nome sto facendo un plagio (ma non è rilevante nel caso specifico, era solo per chiudere un po' il cerchio).

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  23. io sto leggendo tra le altre cose i blake & mortimer allegati alla gazza,hanno uno stile di narrazione per me abbastanza inusuale con una linea chiara molto statica e cospicue didascalie che descrivono le situazioni ,e nonostante queste premesse funziona ,anche le scene d'azione risultano avvincenti e movimentate.Ha un fascino particolare, ma è davvero un bel fumetto d'avventura.

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    1. Pure per me è stata una piacevole scoperta, fumetto classico sempre sentito nominare ma mai letto. Poi mi sono fermato al n. 10 ché gli albi hanno tempi di lettura lunghetti e con uno a settimana mi stavo ingolfando. Guai quando fai la mucchia e inizi a considerare i fumetti un dovere.

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  24. [SPOILER] (ma sono anche passati 10 anni quindi ... insomma neanche tanto )

    JD era bellissimo sin dall'inizio ma ha saputo dare il meglio di sè quando ha trascinato la sua storia editoriale nella storia. metafumetto alla massima potenza con le alte sfere che decidono le sorti del mondo che in realtà sono i lettori e lo stesso recchioni che entra nel fumetto con gli altri disegnatori.

    perfetto fin nella sua conclusione.

    vale decisamente i soldi che costa ma avendolo già tutto non ci penso minimamente a riprenderne una nuova versione (cosa che ho fatto solo con sandman e lucifer nella mia vita di fumettista)

    bello che altri possano leggerlo.

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  25. Dopo aver visto la serie animata, non potevo non prendere One Punch Man. e dire che è da una vita che non prendo una serie nuova.
    Però mi piacerebbe fare una telefonatina a Murata per dirgli "ehi, ho saputo che non fai più uscire capitoli da un bel pò mentre la web-comic và avanti...mica avrai preso la malattia di Togashi?"

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  26. Dimenticavo Rough di Mitsuru Adachi. Mai letto niente di suo ma sono al terzo volume e sono incollato. Incredibile come con una narrazione così lieve un bravo narratore possa appassionarti a una vicenda che te la riassumessero in due righe penseresti che è roba shojo per ragazzine.

    Devo recuperare altro di Adachi, se qualcuno vuole consigliarmi lo ringrazio in anticipo.

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    1. Rough è per me il massimo.
      Ma pure Touch (prendi il mondo e vai) non scherza.

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    2. Puoi provare anche Short Program: sono tre volumi di racconti brevi

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  27. Kobane Calling preso ovviamente. Trovatelo dove vi pare ma compratelo, lo vendono anche nei supermercati ormai.
    One Punch Man sta in lista. Il manga dovrebbe aggiungere svariate situazioni rispetto all'anime.

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  28. il manga oltre ad aggiungere, anche se l'adattamento TV comunque è ottimo e molto attinente alla storia, vas MOLTO più avanti nella storia ;)

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  29. Kobane Calling l'ho prenotato stamattina in biblioteca, non sapevo che i ricavi sarebbero andati in beneficenza, magari al prossimo stipendio lo compro. Intanto sto smaltendo gli acquisti di Cartoomics, tra cui il primo volume di Sikekick di J. Michael Straczynski, Tom Mandrake e HiFi. Non male, classica rilettura del rapporto Eroe/Spalla con protagonista un sidekick appunto che deve reinventarsi dopo la morte del suo mentore. Peccato non aver notato che fosse solo il primo volume, e ora mi ritrovo senza sapere come prosegue.

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  30. Ho resistito a tutto...
    Agli spoiler, all'anime, alla gente che voleva raccontarmelo...
    Alla fine sono riuscito a leggere ONE PUNCH MAN... MAMMAMIA!
    E' stato subito amore a prima vista, non vedo l'ora di leggere gli altri numeri. Magnifico!

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  31. Immagino che il libro ordinato dal Doc sia la bio di Daniel Bryan (buona, anche se lui sembra molto fesso).

    Un consiglio per il Doc: guarda la prima e la seconda stagione di Lucha Underground (la seconda è in corso e si trova in streaming), rispetto alla WWE è un altro mondo e troverai delle facce note come John Morrison (qui Johnny Mundo), Rey Mysterio e nella prima stagione Alberto Del Rio (qui Alberto El Patron).

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    1. Nope, il libro è un altro :)
      Lucha Underground: ho visto quasi tutta la prima stagione. Bella idea, anche se qualcosa del format non mi convince. Non saprei dire esattamente cosa, boh. Ho promesso comunque che prima o poi ne parliamo, visto che me l'hanno chiesto in tanti.

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  32. La ristampa di JD è succulenta...peccato che l'ho scoperto tramite l'app di editoriale aurea un paio di anni fa ed ho già comprato tutti i volumi scansionati da lì...

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  33. Mi sono perso un attimo nelle letture e quindi, per ora, porto avanti alcune cose Cosmo e poco altro. Soprattutto la serie azzurra che ospita delle opere ucroniche e/o fanascientifiche molto interessanti e la serie marrone ambientata per lo più nel perdiodo vittoriano con qualche digressione interessante come "Il quinto vangelo" ambientato all'epoca del regno di Gerusalemme.
    L'opera di Zerocalcare la vorrei prendere perché molto interessante e tratta un argomento che pochi alla fine trattano.

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  34. Kobane Calling, la prima parte l'ho letta su internazionale ma mi sono perso il secondo round e quindi motivo per fare mio l'intero volume, One Punch mi attira molto, credo che proverò a prendere il primo numero e poi vediamo. Nel mentre ho letto finalmente il fumetto su Jena/Snake Plissken "Fuga dalla Florida" della Cosmo che attendevo con ansia e sono rimasto abbastanza deluso, la storia è carina ma non sono riusciti a rendere bene il personaggio, troppo sborone e troppo menefreghista.Mi sono recuperato i due albi di Xenozoic e mi godo alla grande le avventure di Invincible che al momento è il mio fumetto di supereroi preferito alla faccia di nuovi giorni, nuovi 52 e rebirth vari!! :)

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  35. Devo ancora leggere il volumone (torno in Italia per il weekend e dovrei trovarlo ad aspettarmi), ma ho trovato i due inserti di "Internazionale" probabilmente le migliori opere di Zerocalcare. Forse il paragone è un po' forte (ma non credo più di tanto ma, secondo la mia opinione "la vita è bella : Benigni = Kobane Calling : Zerocalcare"

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  36. Purtroppo essendo all'estero da un paio di mesi per lavoro non sto leggendo una beata fava, ma a casa si sta accumulando una discreta pila di fumettame recuperato tra acquisti compulsivi su Amazon e in edicola/fumetteria "a distanza" per il tramite della mia signora. In cima alla lista, ultimo acquisito, Kobane Calling in versione Variant limitata che mia moglie (santa donna!) è riuscita a recuperarmi e, nel tentativo di farmi una gran sorpresa, ha provato a far autografare da Zero durante la presentazione alla Feltrinelli di Bari. L'essere arrivata in orario post-ufficio ha fatto sfumare tutto (era tipo il numero 200 e alle 7 di sera stavano al 20 :P ) ma lode all'impegno. E tantissima stima per Zero che come al solito avrà fatto notte pur di accontentare con un "disegnetto" tutti i suoi fan.

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  37. Anzitutto complimenti a Cibbo non solo per il coraggio e l' impegno ma anche la lucida capacità di giudizio. Secondo me è inevitabile che quando un fumetto analizza una problematica storica( o attuale) , spostandosi quindi da una vicenda umana ad un grande evento , la spiegazione divenga per forza deficitaria e parziale . è il mezzo stesso che non si presta all' analisi profonda di problematiche storiche complesse ,costituite sempre da plurime forze contrastanti,impossibili da inserire in romanzi o mezzi narrativi.
    Teniamo conto che per valutare seriamente certi eventi si inizia a capire qualcosa dopo aver letto saggi da un migliaio di pagine, che contengano punti di vista contrastsnti e più fatti possibile . Un esempio è la prima fase colonialista delle americhe ; senza conoscere la storia spagnola , ed in particolare non solo la reconquista ma tutto il problema delle divisioni interne tra i regni e non solo ; senza conoscere i tentativi di colonizzazione effettuati alle Canarie, senza conoscere tutti i tentativi di esplorazione finiti in poco o niente, non si riuscirà mai a capire veramente perchè siano esistitiFerdinando, Colombo o Cortez o perchè si siano comportati in un certo modo , perchè erano parte di un gioco più grande e complesso. Allo stesso modo possiamo facilmente immaginare nell' attualità che la vicenda in quqestione sia incredibilmente intricata, che ci siano gruppi e sottogruppi, che magari manco siano omogenei tra loro, che le definizioni di nazionalità o religione siano valide solo per chi le fa , che ci siano finanziatori e controfinanziatori da parte, magari , delle stesse nazioni o potenze. Insomma , un fumetto o un romanzo raccontano , secondo me, sempre un' esperienza parziale, certamente degna di essere letta in certi casi, ma che non rappresenta altro che un tocchetto del caleidoscopio che è la realtà, che sfugge per sua stessa natura alle analisi semplificate che compongono queste opere.

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  38. Ho letto "CAPITAN AMERICA: BIANCO" il tassello mancante delle storie "a colori" di Jeph Loeb e Tim Sale ("Devil Giallo", "Spider Man Blue", "Hulk Grigio"). Bellissimi disegni, storia a mio parere meno intensa ma impossibile non amarlo se non si sono amati gli altri capitoli.

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  39. relativamente al volume disegnato da Ortolani, che io all'epoca seguivo e che trovo ancora adesso spassose (acquisto subbbito), volevo chiederti Doc: "quanta influenza dell'ambiente di Noceto c'è nelle avventure di Tonino Pugnetta e Sasà Baratta? soprattutto nella tecnica narrativa utilizzata (non certo nell'anagrafica , ovvio, sono due età distinte) Te lo chiedo perchè quei deliranti racconti hanno spesso influenzato anche me nel modo di raccontare certe cose. Non pensare assolutamente che sia un'accusa, che apprezzo molto entrambi. E' che quando leggevo con gusto le tue storie romanzato-autobiografiche, non potevo non immaginare che ci fosse una certa influenza di Noceto in quel Quattromiglia di Rende!

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    1. Non sei il primo a dirmelo, Andrea. Col senno di poi, credo che un qualche tipo di influenza ci sia stata, anche se per lo più inconsapevole: quei raccontini nacquero in realtà, qui sul blog, come un "Io speriamo che me la cavo" ambientato negli anni 80 ma applicato ai videogiochi del presente.

      Un'altra cosa che qualcuno pensa sia nata per le avventure di Noceto è il mio "tirare giù i nomi", solo che lì è usato come tragicomico epilogo quando la caccia alle polle si chiude con l'arrivo dei Caramba. Io lo uso come traduzione letterale volutamente pedestre della frase ammerigana "Kicking ass and taking names": una roba che "scalcia culi e tira giù i nomi".

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  40. Preso Kobane Calling, lo leggerò con moooolta calma;
    letture in corso: Il trono dii spade voume 4 (feast of Crows)- mamma mia che palle, 450 pagine (su 700 circa) di niente assoluto, di vuoto cosmico( sto facendo molta fatica)
    Doc, lo stai seguendo ancora Terra Formars? Io sono arrivato alla fine del 12esimo volume con le lacrime- ci sono 2 colpi di scena belli tosti (1 abbastanza prevedibile visto il Mosaic Organ di quel personaggio, ma l'altro........ mi ha fatto gridare NOOOOOOOOOOOOOOO! mentre piangevo).

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    1. Nope, ho smesso intorno alla settima/ottava uscita, credo.

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    2. Anche io mi sono arenato al 6/7 volume di leggerlo, anche se poi ho continuato a comprarlo fino al 11... Davvero succede qualcosa nel 12??
      Mi ha un pò deluso, Terraformars: partito molto bene, non un capolavoro, ma si leggevo. Poi si è troppo annaquato in troppe pagine per raccontare una storia che bastava la metà di pagine per essere raccontata.

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    3. ROVINATORE

      nel 12 ssi scopre che Hizamaru Akari è figlio di Aki (la ragazza amata da Shokichi, abbastanza prevedibile visto che Hizamaru usa per combattere un filo simile a quello del baco da seta), poi SUPER ROVINATORE muore Michelle K.Davis (Blast Ant/Paraponera, d'accordo che tutto il manga è un "death note" ma non mi aspettavo che morisse lei, pensavo che sarebbe tornata sulla Terra assieme a al Calabrone e alla Falena/Baco da seta (pensavo morisse qualcuno di importante ma ero più sulla Canocchia, l'aqula Arpia o il ragno cacciatore)

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  41. Consiglio "Kiseiju": finalmente finito di leggerlo e merita, con un finale non scontato. ( e consiglio anche la serie animata in streaming su VVVID, che copre in 24 episodi tutti i volumi cartacei).
    Sto leggendo, oltre per me l'onnipresente Kaneko Atsushi & i suoi inquietanti manga, il Miracle Man di Gaiman: davvero niente male. E sempre di Gaiman, inizierò a breve Sandman Overture.
    One Punch Man: preso, ma ancora non letto.
    Kobane Calling: lo prenderò più avanti. JD:mi piacerebbe farla/recuperla ( ho solo l'ultima stagione).
    La ristampa di Lupin da parte della Panini sarà oggetto di un prossimo Micro Letture?

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    1. Kiseiju è un manga "vecchio" che ha fortunatamente ottenuto il successo che merita, anche se dopo un pò di tempo. Mi è piaciuto tantissimo.

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    2. Scusate, io di Kiseiju ho visto l'anime, e mi è piaciuto un macello. Ma avevo letto in internet che in Italia non è mai stato pubblicato il manga completo... l'avete letto in un'altra lingua o è stato pubblicato? E in tal caso, da che casa editrice?

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    3. Dalla GOEN (purtroppo): in 8 volumi in edizione deluxe.
      So che qualche volume è esaurito, ma GOEN non ha specificato quando ristamperà quelli esauriti. Le precedenti edizioni di Phonix e Magic Press erano in 10 volumi, entrambe interrotte al 4 o 5 volume.

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  42. In questo periodo ho pochissimo tempo per leggere, sono indietro con Dylan Dog di alcuni numeri, poi sto aspettando il n.2 di UT (che arriverà tra poco) e il prossimo di Fratelli Nello spazio (che arriverà ad agosto, argh!), ma ho appena iniziato il libro "il giorno che passa e consuma" sulla vita di Gianmaria Testa, cantautore recentemente scomparso. Purtroppo sconosciuto ai più, invito gli antristi curiosi a scoprire le sue canzoni, intime e delicate. Cito "le traiettorie delle mongolfiere, il valzer d'un giorno, un aeroplano a vela, al mercato di porta palazzo". Per ultima metto la "ninna nanna dei sogni" che la mia compagna canta sempre a nostra figlia. Tornando ai fumetti spero di trovare ancora quello su jena e penso che prenderò prossimamente "sputa tre volte" e "i guardiani del Louvre".

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  43. Kobane Calling è uno dei reportage più intellettualmente onesti che abbia visto/letto. Calcare è un grande perchè, pur avendo raggiunto la notorietà con le sue storie leggere e i suoi "disegnetti", con uno stile apparentemente semplice ma di sicura efficacia, ha poi usato (in senso positivo) questo strumento comunicativo per raccontare storie più personali, impegnate, toccanti. Spesso spiazzando, sicuramente perdendo per strada una fetta di pubblico, ma d'altronde a Calcare non interessa raccogliere consensi, anzi, in alcuni casi non li vuole proprio. Con Kobane Calling secondo me ha raggiunto un livello più alto, ha messo il cuore (perchè per farti non una ma due volte un viaggio del genere in posti del genere, ci vuole il cuore) in un'idea, l'ha portata fino in fondo con tutti i rischi del caso, e secondo me il risultato è strepitoso. Ha tradotto in fumetto un'esperienza di vita di quelle che ti cambiano per sempre, e prova a far arrivare al grande pubblico una verità QUOTIDIANA che i media non raccontano. In un paese in cui ormai le uniche speranze possono essere riposte nelle nuove generazioni, è una fortuna avere un talento simile che prova a sensibilizzarle e a farle riflettere.

    One Punch Man è un altro capolavoro. In un momento in cui a mio avviso i manga soffrono un pò di crisi di idee, questa storia tra la parodia e il nonsense funziona alla grande, grazie a dei disegni che non sfigurano a fianco agli shonen più blasonati, e una storia che è talmente pazza da lasciare libertà quasi totale per gli sviluppi futuri.

    Dal mio canto, come (micro)letture consiglio Limbo, storia stramba con disegni particolarissimi, soprattutto una scelta cromatica originale e d'effetto.

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  44. Vengo nei commenti giusto per parlare di quanto mi siano piaciuti i Ragguardevoli e ci trovo diecimila hater... ok scusate me ne vado.

    A parte quello Kobane Calling è una cosa grandiosa. Haha! Io ho la copertina variant e (alcuni di) voi no! (Perché la copertina variant è chiaramente l'unica cosa importante /sarcasm)

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  45. Ho comprato ed iniziato Kobane Calling. Conoscevo Zero Calcare solo per sentito dire e non avevo mai avuto l'occasione per un primo approccio, da bravo deboscià, per cui Doc, un grazie personale. Di primo acchito direi che se avessimo avuto bisogno anche noi di una Sarah Glidden nostrana, tanto per dirne una, questa non poteva non essere, scusa la doppia negazione, che un romanaccio de borgata. Già dopo le prime pagine su quelle vignette

    [Rovinatore]
    Fra:"Genitore Uno, Genitore Due..."
    E "Una tizia che rappresenterò come un koala"
    [/Rovinatore]

    Ha vinto lui!

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  46. Kobane Calling è attualmente in cima alla torre di Pisa sul mio comodino. è il primo libro di Zerocalcare che leggo ed è stata una meravigliosa sorpresa!

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  47. Ogni tanto c'è qualcosa, una canzone, un libro, una scena di vita che funziona come la pillola blu di matrix. Ti svegli dal torpore tiepido della quotidianità, anestetizzato da tutti gli agi... e ti ricordi, ti rendi conto, che la vita vera è ben altro. Ecco, penso che Kobane Calling, pur essendo un "fumetto" sia una esperienza che chiunque dovrebbe vivere. Grazie Zerocalcare. Grazie.

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