Albertone, il cartone con Bill Cosby che ti spiegava le cose brutte (hey, hey, hey!)
Sì, ok, Lupin e Jeeg, l'Uomo Tigre e Holly col banjo, free Valpreda e tutti gli altri, ma free anche mio cuggino. Ché quando si parla di cartoni animati della gioventude ci sono alcuni nomi che non si fanno mai, anche se poi quando qualcuno li pronuncia, quando qualcuno ti tira fuori una Famiglia Mezil, uno Sport Billy, un Luni il Lupo col Dentone, è tutto un Uah, che m'hai fatto ricordare. Appartiene a questa stirpe un po' sfigata Albertone (Fat Albert and the Cosby Kids), cartone andato in onda negli USA tra il 1972 e il 1985 (110 episodi in 8 stagioni. In Italia è arrivato nell'83) e prodotto dalla Filmation di Lou Scheimer (i Ghostbusters con lo scimmione, He-Man e i dominatori dell'universo, etc). Ma cosa rendeva Albertone un cartone diverso da tutti gli altri? Pronunciate ad alta voce il vostro "Hey, hey, hey!", ciondolando la testa a destra e sinistra, e ne parliamo subito [...]
Albertone nasce in un monologo dell'attore Bill Cosby, che qualche anno dopo sarebbe diventato noto in tutto il pianeta grazie al personaggio del Dottor Cliff ne I Robinson e a i suoi maglioni di lana improponibili. Cosby sviluppa questo progetto di una serie animata che racconti in buona sostanza della sua infanzia a Philadelphia e lo propone alla NBC. Il network però la rimbalza, ritenendola una serie troppo basata sui pistolotti educativi, troppo edu e poco tainment, per i suoi contenitori del sabato mattina, così Cosby si accasa insieme alla Filmation di Scheimer alla CBS.
La struttura delle puntate di Albertone era molto semplice: questo gruppo di ragazzi di colore si divide tra la scuola e il cortile di uno sfasciacarrozze, imbattendosi sempre in situazioni che richiedono un pistolotto educativo, affidato a delle sequenze dal vivo con lo stesso Cosby.
In pratica, se molte serie a cavallo tra gli anni 70 e gli anni 80 si concludevano con i personaggi che ti spiegavano le robe (i Superamici, He-Man e i dominatori dell'universo...), qui il pistolotto era il fulcro attorno al quale ruotava tutta la storia.
I giovani protagonisti interpreti di quelle storie tendenti al pistolotto, si diceva, sono dei debosciati di colore capeggiati da "Albert il ciccione", in italiano Albertone per risparmiare lettere,
doppiato in originale dallo stesso Cosby e in italiano da Alberto Angrisano. Naturalmente, essendo dei ragazzi di colore, sanno tutti giocare a basket, cantare e ballare per quella storia del ritmo nel sangue. No, davvero, c'hanno pure una band e spesso a fine episodio si mettono a suonare lì nella discarica.
Rudolph "Rudy" Davis è un rompiballe spocchioso, spesso la ragione per cui la cumpa di Albertone si ficca in qualche guaio.
Il suo abbigliamento tendente al viola villanzone e quel berretto ci dicono che ha un futuro assicurato come pappone del quartiere.
"Dumb" Donald (doppiato da Lou Scheimer) lo si ricorda invece per quell'inquietante cappello rosa di lana calato su tutta la faccia, stile rapinatore fan dell'Algida Stronza.
Ed ecco il resto della cumpa: Mushmouth (quello col berretto rosso), privo di collo e con una parlata strana a causa di un sovradosaggio di novocaina dal dentista (no, davvero), Bucky, il tizio con gli incisivi giganti, Russell (in basso a destra, con cappello invernale, sciarpa gialla e stivaloni, e dietro di lui suo fratello Bill. Questi ultimi due personaggi fanno di cognome Cosby e sì, sono ispirati a Bill Cosby e a suo fratello.
Ti sei tenuto per ultimo "Weird" Harold, con i suoi calzini spaiati, per una ragione molto semplice: da rEgazzino eri convinto che Harold, oltre che Weird, fosse proprio l'incarnazione del demonio.
Brown Hornet, il calabrone. Il cartone nel cartone, si era un sacco avanti.
Ma poi, appunto, c'è la fase del pistolotto. Funzionava così: qualcuno, in genere un adulto, spiega qualcosa ai ragazzi, e quel qualcosa diventa presto di stringente attualità. Tipo che se a scuola parlano di come rianimare una persona colpita da infarto,
il barbone amico della cumpa, Mudfoot Brown, comincia a toccarsi i maroni:
Poi arrivava Bill a rafforzare il concetto, spiegandoti per esempio che in caso di infarto di un conoscente dovevi chiamare la Croce Rossa americana, munendoti di venti chili di gettoni.
Per essere un cartone del sabato mattina con tanto di laugh track molto 70s, Albertone trattava temi ben più complessi dei lavoretti con la carta dei Super Friends o del fidati-degli-amici di He-Man. Droga, violenza, il pericolo della circolazione troppo disinvolta di armi da fuoco, la donazione di un rene,
perfino la pedofilia, in una puntata alquanto agghiacciante col maniaco che insegue i rEgazzini. E sì, in almeno un episodio si parlava anche di alimentazione e problemi di sovrappeso. Volevi pure vedere.
Sospeso tra l'ingenuità dei tempi andati e la piombata pesantezza del suo essere un cartone pistolotto-centrico, Albertone ti piaceva un casino. Così come ti piacevano le magliette colorate di Bill e il suo interagire con il cartone. Omaggiato ovunque nel corso degli anni, dai Simpson a South Park (Ciccio Abbott), passando per la storica miniserie DC Kingdom Come in una tavola di Alex Ross, Albertone è diventato anche un film nel 2004, Il mio grosso grasso amico Albert (Fat Albert, di Joel Zwick), che non hai mai visto e non ci tieni a farlo. E ok, sì, insomma, bruschette, e via nello spazio con un po' di funky sullo sfondo, come il Calabrone. Non quello che picchiava la moglie, l'altro. Sigla, hey, hey, hey!
Albertone nasce in un monologo dell'attore Bill Cosby, che qualche anno dopo sarebbe diventato noto in tutto il pianeta grazie al personaggio del Dottor Cliff ne I Robinson e a i suoi maglioni di lana improponibili. Cosby sviluppa questo progetto di una serie animata che racconti in buona sostanza della sua infanzia a Philadelphia e lo propone alla NBC. Il network però la rimbalza, ritenendola una serie troppo basata sui pistolotti educativi, troppo edu e poco tainment, per i suoi contenitori del sabato mattina, così Cosby si accasa insieme alla Filmation di Scheimer alla CBS.
La struttura delle puntate di Albertone era molto semplice: questo gruppo di ragazzi di colore si divide tra la scuola e il cortile di uno sfasciacarrozze, imbattendosi sempre in situazioni che richiedono un pistolotto educativo, affidato a delle sequenze dal vivo con lo stesso Cosby.
In pratica, se molte serie a cavallo tra gli anni 70 e gli anni 80 si concludevano con i personaggi che ti spiegavano le robe (i Superamici, He-Man e i dominatori dell'universo...), qui il pistolotto era il fulcro attorno al quale ruotava tutta la storia.
I giovani protagonisti interpreti di quelle storie tendenti al pistolotto, si diceva, sono dei debosciati di colore capeggiati da "Albert il ciccione", in italiano Albertone per risparmiare lettere,
doppiato in originale dallo stesso Cosby e in italiano da Alberto Angrisano. Naturalmente, essendo dei ragazzi di colore, sanno tutti giocare a basket, cantare e ballare per quella storia del ritmo nel sangue. No, davvero, c'hanno pure una band e spesso a fine episodio si mettono a suonare lì nella discarica.
Rudolph "Rudy" Davis è un rompiballe spocchioso, spesso la ragione per cui la cumpa di Albertone si ficca in qualche guaio.
Il suo abbigliamento tendente al viola villanzone e quel berretto ci dicono che ha un futuro assicurato come pappone del quartiere.
"Dumb" Donald (doppiato da Lou Scheimer) lo si ricorda invece per quell'inquietante cappello rosa di lana calato su tutta la faccia, stile rapinatore fan dell'Algida Stronza.
Ed ecco il resto della cumpa: Mushmouth (quello col berretto rosso), privo di collo e con una parlata strana a causa di un sovradosaggio di novocaina dal dentista (no, davvero), Bucky, il tizio con gli incisivi giganti, Russell (in basso a destra, con cappello invernale, sciarpa gialla e stivaloni, e dietro di lui suo fratello Bill. Questi ultimi due personaggi fanno di cognome Cosby e sì, sono ispirati a Bill Cosby e a suo fratello.
Ti sei tenuto per ultimo "Weird" Harold, con i suoi calzini spaiati, per una ragione molto semplice: da rEgazzino eri convinto che Harold, oltre che Weird, fosse proprio l'incarnazione del demonio.
Cioè, guardate che occhi.
Quando non impegnati a montare qualche strambo marchingegno lì nello sfascio, o a suonare, o a seguire le cazzate di Rudy, i ragazzi guardano la TV in una specie di capanno, per seguire le avventure nello spazio del loro super-eroe preferito, Brown Hornet, il calabrone. Il cartone nel cartone, si era un sacco avanti.
Ma poi, appunto, c'è la fase del pistolotto. Funzionava così: qualcuno, in genere un adulto, spiega qualcosa ai ragazzi, e quel qualcosa diventa presto di stringente attualità. Tipo che se a scuola parlano di come rianimare una persona colpita da infarto,
il barbone amico della cumpa, Mudfoot Brown, comincia a toccarsi i maroni:
eccallà, steso.
Spesso portatrice sana di pistolotti era un'insegnante di Albertone e gli altri, come Miss Berry o la caliente Miss Wucker. Poi arrivava Bill a rafforzare il concetto, spiegandoti per esempio che in caso di infarto di un conoscente dovevi chiamare la Croce Rossa americana, munendoti di venti chili di gettoni.
Per essere un cartone del sabato mattina con tanto di laugh track molto 70s, Albertone trattava temi ben più complessi dei lavoretti con la carta dei Super Friends o del fidati-degli-amici di He-Man. Droga, violenza, il pericolo della circolazione troppo disinvolta di armi da fuoco, la donazione di un rene,
perfino la pedofilia, in una puntata alquanto agghiacciante col maniaco che insegue i rEgazzini. E sì, in almeno un episodio si parlava anche di alimentazione e problemi di sovrappeso. Volevi pure vedere.
Sospeso tra l'ingenuità dei tempi andati e la piombata pesantezza del suo essere un cartone pistolotto-centrico, Albertone ti piaceva un casino. Così come ti piacevano le magliette colorate di Bill e il suo interagire con il cartone. Omaggiato ovunque nel corso degli anni, dai Simpson a South Park (Ciccio Abbott), passando per la storica miniserie DC Kingdom Come in una tavola di Alex Ross, Albertone è diventato anche un film nel 2004, Il mio grosso grasso amico Albert (Fat Albert, di Joel Zwick), che non hai mai visto e non ci tieni a farlo. E ok, sì, insomma, bruschette, e via nello spazio con un po' di funky sullo sfondo, come il Calabrone. Non quello che picchiava la moglie, l'altro. Sigla, hey, hey, hey!
Albertone è un bruschettone lungo dodici metri e del peso approssimativo di trecento chili...
RispondiEliminaUah, che m'hai fatto ricordare. LOL!
RispondiEliminaNo, seriamente. Questo si che è un post da nostalgia canalis!
Non che serva un rafforzativo, ma il film, davvero,
RispondiEliminaNON.
LO.
GUARDARE.
MAI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ne ho visto solo qualche scena tra uno zapping e l'altro e stava per distruggere il ricordo di Albertone alla stessa maniera in cui il giudice Morton scioglieva i cartoni animati nella Salamoia... *brividolungolaschiena*
In effetti nella situazione anime-centrica recente, ci si dimentica come un buon 50% del bruschettame per la generazione che ora è sui 40 era di produzione squisitamente americana.
RispondiEliminaFat Albert era lì, nell'olimpo insieme ai vari Banana Split Show, Hanna e Barbera vari e compagnia cantante...
Cheers
Il cartone mi piaceva un sacco, era molto Amerrigano!
RispondiEliminaIl film no, troppo finto, forse girato all'epoca sarebbe potuto venir bene anche se, non ricordo bene, cerano paio di patonze niente male...
Mi ha sempre fatto abbastanza schifo, lo trovavo fin troppo stereotipato e il tipo con il cappello rosa con i buchi inquietante.
RispondiEliminaDal canto suo era molto simile, come impostazione, al cartone di Mister T.
...bei ricordi, Doc... a me piaceva....ricordo un pistolotto in cui si spiegava che "Rudy non si chiama così perchè è rude"...
RispondiElimina...e c'era anche una colonna sonora molto funky... sembrava di vedere - ancora ragazzini - certe superband di quegli anni....
Naturalmente, come tutto il resto, lo seguivo e lo ricordo benissimo.
RispondiEliminaPerò, come tutta la produzione amerregana priva della combo superpoteri&comicità, non mi è mai rimasto particolarmente addosso... È che sono sempre stato più nippofilo...
Doc, ma serio, un post su Luni il lupo col dentone, con tanto di sigla finale di Eddy "Toad" Cabano? Please!
RispondiEliminaNe ho parlato diverse volte su FB, ma prima o poi perché no.
EliminaOttimo, attendo allora!
EliminaAllora avevi ragione sul "waaaaa me lo ricordoo". Doc, oltre al vergognoso film, c'è stato anche un remake animato.......... ma l'originale nun se batte !!!
RispondiEliminasempre piaciuto un casino, chissà perchè, rivisto ora era veramente pesante (non tanto o solo nelle tematiche....è che era proprio noiosetto :)).
RispondiEliminaVabbe che gli pseudopolpettoni per ragazzine, forse ancora più noiosi, me lo rendevano una valida alternativa tra un robottone e un altro!
Uhhh bellissimo Albertone,anche se forse ero troppo piccolo per ricordarlo correttamente perchè non mi sembrava così da pistolotto,o forse ero io abituato ai pistolotti di Masters e Superfriends
RispondiEliminanon te lo ricordi, era superpistolottoso :)
Eliminane ricordo uno sulla droga davvero ante litteram, pensando al cartone anti droga che fecero 20 anni dopo con tutti i vari eroi mescolati
Di tutti i cartoni animati bruschetto-forieri che citi, in effetti l'unico cui ero/sono affezionata e mi strappa sospiri di nostalgia è proprio 'Albertone'. Non saprei dire perché, ma 'sti cartoni costruiti intorno a personaggi dei telefilm che ti tiravano 'la lezione' (qualcuno ha nominato anche il cartone di "Mister T", e pure quello mi divertiva assai) mi piacevano molto, forse perché sentire papà-Robinson o P.E.Baracus che ti davano consigli in un mood a metà tra il genitore e l'amico, trasmetteva pure sicurezza XD
RispondiEliminaComunque a ripensare ora al fatto che certi cartoni volessero sensibilizzare i bambini su argomenti vitali/scottanti in questo modo (qualcuno ricorda il film d'animazione che mescolava un gazzilione di personaggi dei cartoon tutti uniti contro la droga?), ti rendi conto che era davvero un'epoca molto più ingenua ma anche meno ipocrita. *sigh*
"I nostri eroi alla riscossa", dici? Abbiamo un contributo dalla regia.
Eliminaammazza l'associazione di idee condivisa, appena qui sopra ho pensato allo stesso cartone :)
EliminaCartone che se non ricordo male venne FINANZIATO da McDonald's (no alle droghe, sì alle malattie cardiovascolari) e PRESENTATO da Reagan nella versione ammerigana e Andreotti in quella nostrana.
EliminaPenso a cosa direbbe Hicks e rido fortissimo.
Da ragazzino lo vedevo sempre.
RispondiEliminaDel resto vedevo tutto quello che faceva Bill Cosby: all'epoca questi cartoni era decisamente adatti, oggi sembrano delle scemate assurde.
Ricordo gli ultimi episodi che parlavano della droga e delle ragazze madri.
Nel finale Bill Cosby fa: "Ragazzi i bambini non nascono mica da soli, eh!"
E grazie al caxxo, Bill :D ahahah
ci sono anche alternative indirette, ma direi che la tua frase finale può ritenersi una risposta corretta all'affermazione di Bill.
Elimina:P :D
ho ricordi vaghissimi... ma di certo non mi piaceva! ^^
RispondiEliminaLa puntata sulal pedofilia non la ricordo ( ma ricordo quella di Arnold e ho ancor ai sudori freddi) , ma ricordo che la serie, col primo doppiaggio Rai, si chiamava Alberto il ciccione.
RispondiEliminaPoi è diventato Albertone quando lo hanno ridoppiato su Odeon.
"Uah, che m'hai fatto ricordare", la puntata di Arnold col pedofilo. Morbosissima. Battuta nel mio ricordo solo dalla puntata in cui Kimberly subiva un tentativo di stupro o una cosa del genere. L'effetto paradossale è che invece di sensibilizzare sul drammatico argomento il giorno dopo a scuola noi maschietti eravamo tutti attizzati.
EliminaDi Albertone ho solo qualche vaghissimo ricordo di serie glissata tramite arte dello zapping. Ricordavo anch'io solo il tizio grottesco col cappello / maschera.
Altro che tentativo, mi par di ricordare Arnold rinchiuso in un armadio mentre si sentono le grida di Kimberly e basta, applausi (!) e sipario fino alla puntata successiva, che siccome andavano fuori ordine vai mai più a beccarla (e chi avrebbe voluto, peraltro)...
EliminaIl tutto dà un livello completamente diverso di sudori freddi, alla luce della QUARANTATREESIMA testimonianza di molestie sessuali nei confronti dell'educativo Cosby...
No beh, poi non succedeva niente in realtà. Non ricordavo la cosa sadica delle due puntate.
EliminaUn altro tuffo nell'infanzia, anche io quando l'ho trovavo rimanevo incollato fino alla fine della puntata, anche perchè adoravo Zio Bill
RispondiEliminaCerto che con tutti casini giudiziari in cui è finito Cosby, forse qualche puntata di Albertone doveva guardarsela pure lui, ogni tanto.
RispondiEliminaEra troppoooo avanti
RispondiEliminaHo bellissimi ricordi :) Se ho capito che non esiste differenza di colore di pelle è grazie a questo cartoon
RispondiEliminaMe lo ricordo come uno di quei cartoni che vedevi perchè subito dopo arrivava quello figo e nell'attesa te lo guardavi. Albertone (come appunto MrT, Masters, Bravestarr e compagnia bella) era un cartone con "salsiccia" finale (dalle mie parti "te passa la salsiccia" vale a dire la "ramanzina") che a me piacevano perchè in qualche modo era un'interazione con il cartoon, un po come se alla fine si potesse vivere le avventure insieme ai tuoi personaggi. Mi piaceva.
RispondiEliminaPS.: quando lessi per la prima volta QUELLA storia di Freccia Verde e Lanterna Verde, non so perchè mi venne in mente proprio Albertone... così...
Come qualsiasi cosa in quel periodo, sigla funkettona MERAVIGLIOSA.
RispondiEliminaAnche se per me il top rimane Sanford and son
Sarà che da regazzino rimasi flashato abbastanza presto dai giappi.
RispondiEliminaSarà che a spiegarmi le cose belle e le cose brutte ci si mettavano, anche a rischio di rendersi antipatici, ma' e pa'.
Sarà che, in genere, i consigli li ho sempre e solo accettati da uno che mi guardava negli occhi.
Ma a me gli anime ammeregani in genere non piacevano... e quelli con la morale mi davano proprio l'orticaria.
Senza mettersi a far la paternale, i giappi mi hanno insegnato che:
1) nessuno è mai diventato bravo in qualcosa senza provare e riprovare mille volte;
2) se davvero vuoi impegnarti a fare qualcosa, metti in conto di fallire e fallire pure male;
3) mai distogliere lo sguardo dalle cose brutte;
4) nella vita qualche pizza random la si rimedia sempre (cit.: http://www.zerocalcare.it/2012/07/23/iggiovanidoggi/ )
E, ripeto, senza stare a spiegarmelo. Lo mostravano e basta e stava a me far girare i neuroni.
Hai riassunto mirabilmente la questione:
Eliminaquesto è lo spirito giusto
"Lo mostravano e basta e stava a me far girare i neuroni."
lo guardavo e lo ricodo anche io con affetto sto cartone
RispondiEliminaa me della sigla rimaneva impresso il lancio del penello contro il muro per la scritta
anche io ricordi molto vaghi, che tra l'altro nella mia mente sono associati al cartone dei super harlem globetrotter! Da farci un post prima di subito :-)
RispondiEliminaBye
Oscar
Quel ragazzone mi faceva venire il buonumore
RispondiEliminaSinceramente ? Mai piaciuto...
RispondiEliminanoooooo io avevo la maglietta di questo cartone!!!
RispondiEliminaSei libero di non credermi... ma il film non era affatto malaccio.
RispondiEliminaTe lo giuro sul canguro!
#GENUINENOSTALGIECANALIS
RispondiEliminaMa Harold aveva anche lui il byakugan?,no scherzi a parte,ai tempi tra un cartone giapponese e l'altro ci stava,giusto per spezzare(come il kitkat).Certo che a rivederli adesso i protagonisti avevano tutti delle gran facce da c...
RispondiEliminaAltroché se lo vedevo!!! Il cartone era una chiavica, l'unico elemento di appeal era il finale moralista con Bill Cosby... XD Nella carrellata del genere, ci metto anche Rocky & Bullwinkle, che mi pare andassero in onda all'interno di un contenitore-frullatone in cui c'erano anche Wayne and Shuster, duo comico in carne e ossa. Non chiedetemi perché ma da piccolo mi piacevano un sacco... Robe da intenditori...
RispondiEliminaSolo a me "Hey hey hey" ricorda quello cantato in Blurred Lines di Thicke?? Sì, forse solo a me.
RispondiEliminaA me di quel video è rimasta impressa la Ratajkowski.......
EliminaDa ricordare cosi' , ingenua e meravigliosa .... Bruschette grazie
RispondiEliminaSono un fan di questa serie e il film mi è piaciuto molto!
RispondiElimina