L'Implacabile - The Running Man (1987)

L'Implacabile The Running Man recensione poster
È uno dei film di fantascienza dal budget consistente (è costato molto più di Aliens - Scontro Finale...) più scemi, girati male e recitati peggio degli anni 80. Eppure, ogni volta che lo davano in TV, non ti perdevi mai L'Implacabile (The Running Man, 1987). Perché? Tocca a SuperFantaScienzo gettare un po' di luce sulla faccenda [...]
L'economia mondiale è al collasso, le risorse naturali scarseggiano, la televisione è controllata dal governo, il dissenso non è tollerato e l'attenzione delle masse distratta da un popolare (in tutti i sensi) reality show, trasmesso 24 ore su 24, sette giorni su sette. Vi ricorda qualcosa? Benvenuti nel 2017 visto con occhio lunghissimo dal 1987. Il reality in questione non è Il Grande Fratello dell'Isola dei Famosi Factor, ma il The Running Man che dà il titolo alla pellicola.
Ben Richards, ex pilota di elicotteri membro di una squadra speciale della polizia, si rifiuta di aprire il fuoco sui civili disarmati. Come premio viene spedito a portare travi in una prigione con un anello al collo. Riesce a fuggire, ma le cose non gli vanno meglio e si guadagna così un biglietto per il The Running Man.
Solo che i posti da spettatore erano finiti. Tutina giallogrigia gentilmente offerta dalla Adidas. Moooolto liberamente tratto dal romanzo dell'82 "L'uomo in fuga" di Stephen King (scritto, in 72 ore, sotto lo pseudonimo di Richard Bachman) e diretto, perché non si era trovato nessun altro, da Paul Michael Glaser (lo Starsky di Starsky & Hutch), The Running Man è da un lato, nel bene e nel male, un film di fantascienza molto anni 70: l'azzeccatissimo tema di fondo del panem et circenses tradotto in un reality, ma anche la plasticosità di molti elementi, dalle maschere dei poliziotti della prigione alla macchinetta da Takeshi's Castle di Dynamo. Ma essendo un film dell'87, The Running Man si becca anche tutto il peggio del glam anni 80: aerobica, giacche orrende, sintetizzatore, ballerine con tutine heatherparise e grosse responsabilità individuali per il buco nell'ozono in quanto a lacca usata pro capite.
Richard Dawson, il Peter Newkirk de Gli Eroi di Hogan, era celebre all'epoca soprattutto... come presentatore TV, per il quiz show Family Feud. Pare che sul lavoro fosse stronzo esattamente quanto il suo personaggio nel film, Damon Killian
A questo vanno aggiunti gli effetti sonori e la recitazione da B-Movie vintaggio, a cominciare ovviamente dai due protagonisti, Arnoldone nostro e Maria Conchita Alonso, ex Miss Venezuela, cantante (un suo brano, su musica di Moroder, era nella colonna sonora di Scarface) apparsa anche in Predator 2.
L'omone con la barba, Sven-Ole Thorsen, ha fatto invece il villanzone in un miliardo di film, molti dei quali al fianco di Schwarzenegger. Era anche Tank in Capitan Power
Senza contare la resistenza con i baschi alla Guevara da minimo sindacale rivoluzionario e la pezzenteria di quell'accenno, perché giusto di un accenno si tratta, di una versione super budget della Los Angeles di Blade Runner, con tanto di maxischermi farlocchi e influenze asiatiche buttate qua e là. Un action movie tamarro su una scala da zero a Commando, in buona sostanza, travestito da film fantascienzo distopico.
Eppure. Pur nella sua esecuzione pedestre, The Running Man sfrutta bene lo spunto del romanzo originale, presentando questi gladiatori del futuro che, a differenza di tutti gli altri colleghi contemporanei (compresi quelli pezzotti italiani), sono delle star televisive. Bresslinz all'ennesima potenza (non a caso due di loro erano interpretati da ex wrestler), con nomi e gimmick fighi e presa per il culo di Richards/Schwarzenegger personalizzata dopo averli stesi: Subzero ("Hey, Killian! Here's Subzero… Now plain zero!"), Buzzsaw ("Oh, he had to split!"), Dynamo ("Hey, Christmas Tree!"), Fireball ("How about a light?"), Captain Freedom. Non degli sportivi famosi come in Rollerball, ma delle stelle della TV che accoppano la gente per far contento il pubblico. Super-bressler assassini, appunto. E visto che sono loro il fulcro della pellicola, prima di proseguire, le schede degli "Sterminatori":
Subzero (nella versione italiana Sottozero) è l'ex wrestler Professor Tanaka (al secolo Charles J. Kalani Jr.), per anni compagno di tag team di Mr. Fuji, un altro heel giapponese. Entrambi erano però americani nati alle Hawaii
Buzzsaw è Gus Rethwisch (I gemelli, Il re scorpione)
Dynamo è l'attore, baritono ed ex sollevatore di pesi olimpico Erland van Lidth, olandese naturalizzato americano. Van Lidth morì per arresto cardiaco poche settimane prima dell'uscita del film
Fireball è Jim Brown, ex campione della NFL, apparso in molti altri film (Quella sporca dozzina e Ogni maledetta domenica, giusto per citarne un paio)
Il farlocco Captain Freedom travestito da caldaia, infine, è l'ex wrestler e governatore Jesse Ventura. Di lui si diceva nel post su Predator
Sullo stesso tema dei gladiatori fighi da TV show avrebbero costruito poi, al netto della gente ammazzata in diretta, quella supermimmata di American Gladiators, il Giochi senza Frontiere dei consumatori all'ingrosso di steroidi. Ma quella è un'altra storia.
Torniamo al film e al suo pregio maggiore, il tema della manipolazione delle immagini e, attraverso di essa, dell'opinione pubblica: spunti di approfondimento in una pellicola che ovviamente dell'approfondimento se ne impipa, intendiamoci - ché, oh, c'è Schwarzy a cui far fare i versi e le battute con l'accento spesso - però ci sono, lì in periferia ma ci sono, in modo abbastanza grossolano da farli comprendere pure allo spettatore più scemo assuefatto dai troppi poppicorni. Ma fate vedere trenta volte The Running Man alle donne di mezza età che pendono dalle labbra di questa o quella presentatrice nello scenario postatomico noto come pomeriggio televisivo, a quelle signore che si nutrono ogni giorno delle sue minchiate perdendo ogni capacità critica nei confronti dei venti pesi e misure con cui si affrontano quei quattro argomenti in croce da cerebrolesi, e non ci troveranno altro che una stupida americanata violenta. Ché nessuno vede mai quello che non vuole vedere.
Anche visivamente, se gli togli la potenza dei concorrenti sparati nel programma a bordo di quei bozzoli da bob/pilota di robot gigante anni 70 (altro che porta rossa...) e l'online shopping nell'87, c'è poco. Ma, nella sua mimmaggine, The Running Man resta una pellicola divertente, e si lascia guardare per quello che è. E poi quella battuta su Spock ti fa sempre ridere.

TUTTI GLI ALTRI FILM DI SUPERFANTASCIENZO

L'Implacabile (The Running Man)
recensito da DocManhattan il 2014-12-03
Rating: 2
62 

Commenti

  1. Gran post Doc: grazie per il modo con cui continui a rallegrare le nostre mattine grigie.
    A rischio espulsione dall'Antro via bozzolo schwarzeneggero (che non è un insulto razziale: viene dal greco e significa "saggezza"), non ricordo la battuta su Spock.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, allora direi che è l'occasione per riguardarselo!
      La battuta è (pressappoco) al centesimo minuto, e dimostra che (anche nel "futuro") i nerd (pardon, "geek") e gli antinerd (bulli?) continueranno a esistere...

      Elimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Altro pezzo di anni 80 che ritorna a farsi sentire, grazie.
    Certo oltre che Superfantascienzo Running Man e' anche un po' Cinema Guaglione, visto che tutti i suoi difetti (recitazione, scempiaggini varie) all'epoca non li sentivo nemmeno, visto che ero rEgazzino.
    Ma mi sa che il film non e' certo stato dimenticato, vista la presenza nei cinema di un certo Hunger Games...

    Nota finale: il film contiene una scena inquietante che mi ha perseguitato per anni, quella in cui la ragazza tira fuori dal nulla la registrazione della verita' sulla sparatoria e Arnie le chiede "dove l'avevi nascosta" e lei "non sono affari tuoi"... Non sara', noooo. Forse... nooo!
    Mi aspettavo quasi una scenetta comica alla fine in cui si scopriva che l'aveva ingerita o occultata con un trucco.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me ha fatto sempre schifo anche quando avevo 9 anni. Francamente inguardabile.

      Elimina
    2. Espediente usato da Rodriguez nel primo "Machete". Con la tipa nuda che si estrae il cellulare per chiamare i rinforzi. Giusto un pelo trash come scena... :-)

      Elimina
  4. Mi ricordo che lo vidi da piccolo e mi esaltai un casino quando saltò fuori Dynamo.
    A rivederlo oggi fa sorridere, ma è un'onesta trashata che diverte.

    Devi fare assolutamente un articolo su American Gladiators.

    RispondiElimina
  5. Non l'ho mai sopportato questo film, gia' pacchiano all'epoca della sua uscita nei cinema. E poi assolutamente apocrifo nei confronti del libro di Stephen King da cui sarebbe tratto. Il romanzo omonimo era scritto molto bene, asciutto e serrato, con una storia ben diversa da quella del film, che raccontava una deriva sociale molto forte in una società del futuro disestata che assomiglia al nostro presente. Il film, inspigabilmente, prende una strada diversa (e soprattutto un finale diverso da quello catartico del libro) con delle idee facilone e ridicole rispetto al tema della caccia all'uomo usato da King. Uno in assoluto dei peggiori adattamenti cinematografici di un libro (di cui consiglio a tutti la lettura) e come film è una roba assolutamente inguardabile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so se l'hai letto - di fondo sono simili, trattandosi comunque di distopia futuristica -, ma fra i due (romanzi di King) preferisco "La lunga marcia". Fondamentalmente, ha qualche idea un po' più originale rispetto all'uomo in fuga. E poi per quel che riguarda il film, dai erano gli anni 80: il good ending ++ era l'imperativo.

      Elimina
    2. Detto che - nello specifico, il romanzo era di gran lunga migliore (ma di suo non era questo capolavoro. Si vedeva eccome, secondo me, che l'ha scritto in tre giorni), parlando più in generale non necessariamente un adattamento libero vuol dire un film peggiore. Restando a King, ricordo che lo scrittore non ha mai gradito le libertà che si era concesso Kubrick con Shining. Il che ha portato, 17 anni dopo, a The Shining, miniserie TV molto più fedele al romanzo, ma che al film non allacciava neanche le scarpe.

      Elimina
    3. e che come tutti gli adattamenti fedeli ai bellissimi libri di king sfracellava i maroni (vedi l'ombra dello scorpione tv series con tanto di king comparsa).
      Son due linguaggi differenti se adatti un libro paro paro anche da un capolavoro tiri fuori schifezze.

      Detto questo sia libro che film, ben differenti tra loro e per motivi diversi, non sono proprio un granchè, ce lo ricordiamo cme film giusto per i milioni di passaggi su italia 1 in prima serata quando si era piccini ;)

      Elimina
    4. Sugli adattamenti ho sempre avuto in mente la teoria del "completamento". Quando leggi un libro la mente inconsciamente completa i buchi audio/visivi fornendo quello che secondo il lettore è la scelta più azzeccata.
      Da bambini è super evidente mentre da adulto succede molto meno e meno inconsciamente. Detto questo quando guardi un film di cui hai letto un libro non puoi che trovare delle sorprese, non sempre piacevoli, che ti fanno dire che secondo te quello o quell'altro era diverso nel libro.
      Poi c'è anche tutto il discorso riguardo il minutaggio, molti libri vengono meglio come miniserie perché come film devi mutilare la trama del libro segando di netto parte del sottotesto e delle trame secondarie. Nel film devi necessariamente dare una maggiore linearità e una forma a tutto mentre nel libro può essere vago e dare spazio al lettore che "completa".

      OT
      avete letto che dovrebbero fare una serie/miniserie sulla Trilogia della Fondazione.

      Elimina
    5. Secondo me Asimov è un mezzo patacca. Meravigliosi i suoi racconti brevi- non solo di robot, vedi Night fall; bellissimi i polizieschi fantascientifici - ad esempio Abissi d' Acciaio; ottime le antologie; porcheria il resto, fondazione inclusa. La sua produzione pecca nell' ingenuità totale dell' autore ( che si rispecchia un pò in tutta l' opera) e nei personaggi oltremodo piatti. Asimov rende bene a mio avviso solo se i personaggi non sono al centro della storia.

      Elimina
    6. Concordo, Asimov grandissimo autore di racconti e basta, ma per me è vero anche di Dick.

      Elimina
    7. @Doc. Mah! E' difficile esprimersi su King secondo me. Sostanzialmente parlando, come scrittore mi piace molto, ma a volte è troppo prolisso e si perde in pagine e pagine di cliché ripetitivi e anche alquanto ingenui tra l'altro, che spesso e volentieri ripropone fino alla noia. Nel caso invece di alcune opere come appunto "L'uomo in fuga" o" La Lunga marcia" - e non solo questi -, quello che mi piace di più e mi colpisce in particolare è la forza evocativa delle sue parole: ogni singolo periodo, ogni singola frase, ogni singola parola è talmente coinvolgente da farti (almeno per me) apparire le immagini davanti agli occhi, nitide come se le avessi di fronte realmente. Per quanto possa essere, sì, alquanto banalotto nella sostanza, "L'uomo in fuga" resta un ottimo prodotto nella forma; almeno secondo me.

      Elimina
    8. Il romanzo non era male, scritto in 3 giorni ma dava tutta la sensazione di essere braccati. RIcordo un brano in cui il protagonista deve fuggire passando da un condotto di condizionamento o qualcosa di simile e tutto intorno a lui sta prendendo fuoco... e riesce a passare strisciando pelo pelo non riuscendo quasi a muovere altro che le spalle!

      Se nel film fossero riusciti a trasportare queste sensazioni sarebbe stato un capolavorò! Invece tutine e nemmeno la forza grottesca e satirica di un Robocop.

      Comunque gradevole da rivedere ber il buon Schwarzy, la Alonso e Dweezil Zappa con il basco del Che!

      Elimina
  6. Beh... anche lost boys mi sembra fosse preso da un libro di King.
    E anche quello mi risultò inguardabile.
    Secondo me pareggia come orribile adattamento.

    Forse ero già troppo grande ma L'implacabile, a parte la moda di Arnold secondo cui qualunque suo film dovesse essere una pheegata galattica, mi fece subito l'impressione del "voglio ma non posso".
    Mai piaciuto.

    Comunque bel post.

    RispondiElimina
  7. I film anni '80 di Schwarzy li ho sempre amati. Da bambino il film mi piacevano ma è così tanto che non lo vedo che mi piacerebbe rivederlo.
    Come dice il Doc l'idea di fondo è una delle varie declinazioni del futuro distopico con panem et circenses e popolo teledipendente. Potevano sfruttare sicuramente meglio l'idea ma l'obbiettivo era action-movie per cui Schwarzy a palate e il resto come viene viene.

    RispondiElimina
  8. è uno di quei film che per quanto pezzenti non gli puoi volere male


    mi ricordo sempre la vecchietta che tutta esaltata comincia a tifare per swarzy che stermina gli sterminatori asd

    RispondiElimina
  9. Premessa: Personalmente parlando, Arnold è il mio idolo. Un uomo che fondamentalmente, qualunque obiettivo si sia posto nella vita, l'ha sempre raggiunto con successo e per questo l'ho sempre ammirato. Bene; dopo questo stucchevole "pippone" su Arnold, possiamo dire tranquillamente che questo film è una pernacchia: recitazione zero, profondità zero, regia zero. Non riesce a trasportare su schermo le stesse atmosfere cupe e claustrofobiche del romanzo di King, e sopratutto le scene d'azione hanno tutte un'aria posticcia. Però tutto sommato a me questa pellicola piace comunque. Sarà perché magari inconsciamente mi farà l'effetto "tanto brutto da essere bello", sarà perché comunque s'impegna e ci prova a tirar fuori qualcosa di buono, oppure non so cosa; ma come ho detto, a me piace. Io lo faccio rientrare nella sfera di quei film (ma anche altre opere in generale) che sì, oggettivamente non valgono due Lire e uno sputo e mezzo, che però comunque, nonostante tutto ti piacciono e continui a guardarli con piacere.
    E per restare in tema: Doc., quando ci fai un bel post su quella (bellissima) pacchianata di Harley Davidson & Marlboro Man?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. e come si chiamava quel film che mostrava schwarzy durante gli allenamenti, quello in cui si dava un sacco di arie e raccontava che quando gli altri atleti andavano da lui a chiedergli consigli per come diventare come lui, lui rispondeva con consigli volutamente sbagliati per non farli diventare potenziali rivali???

      Elimina
    2. Ti dico la verità, in questo momento non ricordo precisamente perché sono passati un po' di anni da quando li ho visti l'ultima volta, ma probabilmente ti stai riferendo a due docufilm diversi: il primo "STAY HUNGRY" è più film che documentario; con Jeff Bridges. Mentre l'altro "PUMPING IRON" è un documentario vero e proprio dove vengono seguiti e intervistati i bodybuilder più famosi, alla vigilia di Mr. Olympia. E se non erro, questo che dici tu - e altri aneddoti simili - vengono detti in Pumping Iron.

      Elimina
    3. ok grazie! l'ho pescato una sola volta su una rete privata tanti anni fa a orari improbabili e non l'ho mai più visto.

      Elimina
  10. Non criticatelo troppo. E' un action anni 80, tutto volutamente trash, il giusto complemento di film più "seri" come, appunto, un Aliens.
    L'Implacabile, Beverly Hills Cop, All'inseguimento della pietra verde (che non passa da un secolo in tv credo), Stand By Me, Ritorno al Futuro, Vivere e morire a Los Angeles, Robocop, Ladyhawke, Die Hard, Danko, Black Rain, L'Anno del Dragone... gli anni 80 sono questi, 100% Made In USA, 100% testosterone ed eccessi.Irripetibili, per me sono tutti classici POP, forse gli ultlimi eredi sono stati tutto Matrix e Il Signore degli Anelli. Ricordo più titoli del 1985 che negli ultimi 10 anni. Fate una prova, andate in un reparto blu ray: cosa scegliereste tra un -Ghostbusters Collection- e un -Gravitiy- ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. bella domanda... "e chi chiamerai?" (cit.)

      Elimina
    2. Rocky IV e il suo discorso finale. Da portare come materia d'esame! Qualsiasi esame.

      Elimina
  11. se al Grande Fratello iniziassero a smitragliarsi o a picchiarsi con il bastone con il chiodo in diretta pensate al miglioramento medio del quoziente intellettivo nazionale !!!! ;)

    il film non l' ho mai sopportato per l' effetto tutina... anche da bambino . l'ho sempre trovato ridicolo.

    RispondiElimina
  12. Il film è quello che è,se non altro gli immancabili one liners di Arnold non mancano di strappare qualche sorriso,come il "Hey light head! Hey Christmas tree!" rivolto a Dynamo. E' , insomma, uno di quei film ai quali perlomeno concedi il fattore "so bad it's good".

    Detto questo, il mio stalker preferito resta Palla di Fuoco,che la combo jetpack + lanciafiamme è imbattibile. Come ha detto il Doc l'attore che lo interpretava,Jim Brown,era un campione della NFL ed è ritenuto uno dei migliori giocatori di football americano di tutti i tempi. Della sua carriera cinematografica vorrei anche ricordare il personaggio di Slaughter,una delle icone del cosidetto cinema "blaxploitation" dei primi anni 70.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rivedendo il film in inglese, si nota un inside joke riguardo alla carriera di Brown nel football americano: Killian lo definisce a un certo punto "The number one rusher", e Brown ha detenuto a lungo dei record per le sue galoppate sul campo da gioco.

      Elimina
    2. Palla di Fuoco potrebbe essere stato l'ispirazione di The Fury in Metal Gear Solid 3, del resto Kojima non ha mai nascosto la sua passione per i film d'azione e di fantascienza americani...

      Elimina
    3. Un personaggio di Metal Gear 2 (MSX, 1990), si chiama "Running Man". Ok, è un ex corridore, ma quel nome sarà un caso? Noidivoyagergiacobbikadmon pensiamo di no.

      Elimina
  13. "Adoro quest'arnese... è una parte di me, e ora farà parte anche di te..."

    Scusate non ho resistito

    RispondiElimina
  14. doc, nella recensione manca la tagline "Alla salute, Ventù!" :D

    Seriamente, pur essendo un fan di Schwarzy che si accolla tranquillo anche "Una promessa è una promessa" (o Batman e Robin) non avevo mai sentito sto film... recupererò!

    RispondiElimina
  15. "..E per te, da portare a casa il "Running Man" per i più piccini!" e Killian gli dava la scatola-gioco da tavolo come faceva Mike Bongiorno.
    Mi sono sempre chiesto: ma il piccino a casa cosa faceva? Apriva la scatola, prendeva una pistola e inseguiva la nonna finchè non la accoppava?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mensione d'onore per il doppiatore di Killian: quella voce per me sarà sempre lui, Benny Hill e Mel Brooks in Balle spaziali

      Elimina
  16. Nelle mie maratone Schwarzenegger L'implacabile lo metto sempre, l'ingresso nell'arena stile Duke Fleed e i bizzarri nemici mi hanno sempre affascinato. Non l'ho mai considerato un parente della scifi anni 70, li' siamo su tutt'altro livello, pero' le immagini tv manipolate con le quali passi da innocente a colpevole, da vivo o morto ti fanno pensare. A me una copia sputata di questo film (almeno nel concept) sembra The island.

    RispondiElimina
  17. Al pari di Codice Magnum, Cobra, Arma non Convenzionale e altri del genere L'Implacabile resta sempre un grande classico da divano da riguardare con gli amici scherzoni per vedere chi ricorda più battute del film

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Codice Magnum come non si può non amare!?!

      "E la P starebbe per...?"

      O la sparatoria nella cava al ritmo di Satisfaction che gli dici?

      Elimina
  18. A me piaceva un sacco, era una bella giostra dai, molto stelle e strisce, ma cmq (per me) un piacevole intrattenimento.... ogni tanto una tamarrata non fa mai male....

    RispondiElimina
  19. Non lo conoscevo per niente, non mi ricordo nemmeno di aver visto qualche scena per caso.... ma questa recensione mi ha fatto venire voglia di recuperarlo!

    RispondiElimina
  20. Sempre piaciuto. Addirittura, quando da adolescente scoprii il racconto e lo lessi, lo giudicai inferiore per trama e potere evocativo al suo stravolgimento filmico... ;)

    RispondiElimina
  21. Non c'e' niente da fare, i film di Arnold versione anni '80 esercitano su di me un fascino magnetico. Pur essendo consapevole della pochezza e bruttezza di alcuni, DEVO vederli quando li passano in tv.
    Probabilmente questo e' il piu' scarso di tutti, ma lo rivedo comunque con piacere, anche in onore di Starsky.

    RispondiElimina
  22. Che tamarrata di film!!! Sarà per questo che lo adoro...

    RispondiElimina
  23. A me piaceva come film. Non ho il coraggio di rivederlo per non rimanerne deluso da grande. Preferisco il ricordo positivo.
    Ho strani ricordi confusi di un videogioco per Commodore che giocavo di continuo ispirato dal film. Ricordo lo sprite giallo e grigio come Schwarzy.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Adesso ti imbruschetto gli occhi... ;)

      https://www.youtube.com/watch?v=SC41SzHJ-C4

      Elimina
  24. Il film mi lasciava perplesso, ma mi unisco all'appello di un post su American Gladiators! (e magari quello sugli emuli di Capitan America delle altre case editrici...)

    RispondiElimina
  25. Tratto da uno dei pochi libri decenti di King, visto che è sintetico, con un buon ritmo e non si perde in millemila pagine inutili di nulla cosmico.
    Il film è la dimostrazione che Shwarzy al massimo della forma avrebbe reso credibile anche Alex l'ariete.

    RispondiElimina
  26. A me è sempre piaciuto, anche se mi chiedo come mai me lo facessero vedere in vhs senza problemi a 12 anni :)
    Anche se ho sempre odiato il finale, così diverso e meno distruttivo di quello del libro (che ho adorato)

    RispondiElimina
  27. "Ehi, KIllian, io ritornerò."

    "Solamente in replica ".
    Ma poi Runningman oggi sembra la trasposizione di un qualsiasi fumetto odierno di Frank Miller ( allusioni sessuali, iper violenza, critica al sistema americano e alla sua tv , rappresentazione grottesca e trash del tutto ecc...).
    Ci mancano giusto infiniti monologhi interiori per Scwartzy ed è perfetto,

    RispondiElimina
  28. Concordo, mi piaque quando lo vidi proprio per la CG manipolatoria del consenso.

    RispondiElimina
  29. P.S. Mi ricorda quello che mi disse un mio amico fotografo: "La gente pensa che la fotografia rappresenti fedelmente la realtà, ma non è vero. Anche senza photoshop, io posso farti vedere quello che voglio". Figuriamoci con photoshop... :-)

    RispondiElimina
  30. L'ho rivisto. Con tutti i sui mullet e spalline. Lo farò vedere ai miei figli, come vaccino.

    RispondiElimina
  31. L'implacabile mi é sempre piaciuto un sacco
    per quella visione poetica di un mondo in bilico tra distopia e drive in
    Secondo me merita una voto piu alto
    Pietra miliare del cinema alla pari di Commando

    RispondiElimina
  32. Ma va! Fra gli attori c'è... Dweezil Zappa! Il figlio di Frank "Dio" Vincent! :-D

    RispondiElimina
  33. Nel frattempo:
    https://www.youtube.com/watch?v=62E4FJTwSuc

    RispondiElimina
  34. Trovo molto più volgare,crudele e violento Barbara D'Urso & C. che ci lucrano davvero sul dolore della gente.

    RispondiElimina
  35. Ma il cammeo del mio conterraneo Franco Columbu, quello che si becca la penna infilzata sulla schiena, non l'ha fatto notare nessuno?
    Comunque, orribile il balletto di apertura con ballerine in collant, body sgambatissimi fin quasi alle costole e acconciature da casco in parruccheria.
    E tremendi, anche nel 1997, i costumi degli sterminatori. Per il resto, bel film sempre visto e rivisto (in mancanza d'altro) ad ogni passaggio in TV.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma non è affatto Franco Columbu l'avvocato che si becca la penna nella schiena.

      Elimina
  36. Un Arnie minore e volutamente pacchiano nel mostrare il mondo della TV e dei reality show! Godibile ed ironico. Ho letto il romanzo di King sull' onda della visione del film e... i due non centrano quasi niente l' uno con l' altro! XD
    Detto ciò, non è affatto male. E parlo da uno che non l' ha visto da piccolo, ma solo qualche anno fa su SKY! Difatti curiosamente è l' unico di Schwarzy del periodo 82-94 che non ho visto da bambino-ragazzino.
    Molto bella la canzone finale! ^^

    RispondiElimina

Posta un commento

Metti la spunta a "Inviami notifiche"per essere avvertito via email di nuovi commenti. Info sulla Privacy