Il glam rock senza tempo dei Bee Hive, una delle più grandi band di sempre
Troppo, troppo facile per la solita critica d'accatto nostrana, in arrampicata libera sui luoghi comuni pur di sostenere questo o quell'altro telamone degli anni 70, liquidare i Bee Hive come semplice gruppo immaginario dei disegni animati giapponesi - altrimenti noti come manga, cioè "immagini stravaganti, spesso storie p0rno con scene di sesso o violenze", come li descrive efficacemente un importante quotidiano italiano - o del successivo surrogato live action per pre-adolescenti. Soffermarsi con tutta la sufficienza spocchiosa del mondo sull'idea del cantante vero, Enzo Draghi, appiattito sulle musiche originali nipponiche e mimetizzato abilmente dietro ai ciuffi bicolore del cantante posticcio, l'attore Finicelli. Con l'unico risultato di fissare così intensamente, con sguardo miope, il dito, da ignorare la luna verso cui è teso. E poco conta che la critica internazionale, di vedute come sempre più ampie, abbia rivalutato da tempo la musica dei Bee Hive, ignorandone la recente, pretestuosa reunion in funzione di una riscoperta dei brani originali del potentissimo album d'esordio, Kiss Me Licia e i Bee Hive (1986, dieci dischi di platino). Ai Bee Hive, pagina non letta e riletta abbastanza nel grande volume della musica d'autore contemporanea, e a quel loro album dirompente si vuole dedicare perciò quest'oggi una breve ma accorata retrospettiva, che faccia eco a quella vergata da un mio collega una settimana fa per il rocker Pippo Franco […]
"Freeway" è la storia di un ragazzo e della sua amata che trovano nella loro semplicità il catalizzatore di ogni relazione, la chiave interpretativa del sentimento nutrito per l'altro. Una riscoperta della passione scevra sì da inutili orpelli moderni, ma, e qui sta la grande provocazione dei Bee Hive, in un contesto metropolitano, simboleggiata dall'immagine forte dell'Autostrada sognata. Consumeranno il loro amore nella prima piazzola di sosta? Si fermeranno a mangiare un camogli, loro, i protagonisti del brano, come un camionista e un rappresentante qualsiasi, ragazzi del popolo in mezzo al popolo? O forse la strada veicola un messaggio ancora più sottile e doloroso, alludendo al precedente mestiere dalla ragazza, al luogo d'incontro che vide scoccare la scintilla, la corrispondenza di amorosi sensi al lume di un copertone in fiamme? Le note, sul filo di schitarrate feroci in sintonia con il coevo glam metal dei Bon Jovi, trasudano non a caso libertà, emancipazione, ieri, caselli.
Il fuoco è il leit motiv anche di un altro brano dell'album, intitolato semplicemente "Fire" con malcelato, elegante minimalismo da progrock seventies. Il fuoco lynchiano che cammina con lei, la protagonista ammirata da lontano, con discrezione prossima allo stalking, dal cantante. Il riff di chitarra scivola via qui in modo distratto, seguendo il profilo della voce dolente del solista, sofferente, tormentato, sgrammaticato uomo degli anni 80 dal capello giallorosso che ama baby, fire. Il fuoco che arriva e tutto brucia, lasciandosi dietro solo le ceneri di un virtuoso assolo di chitarra da cui molto ebbe a imparare all'epoca un ancor giovane Saul Hudson.
Dondolando su un giro di basso d'altri tempi, da doo-wop anni 50 alla Platters, "Lonely Boy" racconta la storia di un giovane uomo solo. Molto solo. Chiuso nella sua stanza, soldatino arruolato della neverending battle combattuta da milioni di suoi coetanei contro la solitudine e l'incomunicabilità tra i sessi. Una lotta affrontata quotidianamente e senza supporto alcuno, se non dell'audiovisivo di genere documentaristico umano, con costanza e indefesso ardimento. I'm just a loonely boy, il sincero urlo di battaglia nello scontro ciclopico del cinque contro uno, la pugna eterna. La piccola pugna. Si narra che Mogol, nell'ascoltare il brano, sia scoppiato a piangere: genuina ammirazione per l'oggettivamente bello o lucida presa di coscienza di un'arte superiore alla propria? Non lo sapremo mai.
"Let me feel" rappresenta uno stacco netto rispetto agli altri brani dell'album. Il lento scorrere delle note di piano, sentito omaggio al cantautorato italiano, da De Gregori e Claudio Lolli a Piero Ciampi, giustapposto con classe al ritornello in inglese per dar sfogo all'afflato internazionale della band e in segno di rispetto per l'originale nipponico. Un ponte gettato tra le culture, in buona sostanza, che rievoca la comune golden age dei balli delle medie, un canto di armonia e fratellanza dei popoli che profuma di tempo delle mele e mortifica "We Are The World" e altre strombazzatissime, tronfie ma sgonfie iniziative simili.
Ma la ricerca artistica dei Bee Hive, il sofferto inseguire il messaggio d'amore più essenziale e trasparente, torna infine all'origine. Con "Baby I Love You" il viaggio esistenzialista nelle regioni e ragioni del sentimento riporta il gruppo all'alba dei tempi, al maschio alfa della specie che abbandona la clava, l'osso kubrickiano brandito fino ad allora contro la propria evoluzione, e trova finalmente nelle parole la forza per comunicare il suo amore nel modo più chiaro e diretto possibile. Un Ti Amo impreziosito da un rapido avvicendarsi di lingua inglese e italiana, quella estera tesa ad affermare in modo netto (baby I need you!) e quella italiana a spiegare, giustificare (vorrei vederti, ma tu…), nel suo eterno ruolo di subalterna all'albionico idioma dominante. Semplicemente da brividi il coro, culmine di un incalzare ritmico che stringe d'assedio timpani e petto dell'ascoltatore, lasciandolo infine deliziato e sfinito, vittima dello struggente linguaggio del cuore parlato da una delle più grandi band di tutti i tempi.
"Freeway" è la storia di un ragazzo e della sua amata che trovano nella loro semplicità il catalizzatore di ogni relazione, la chiave interpretativa del sentimento nutrito per l'altro. Una riscoperta della passione scevra sì da inutili orpelli moderni, ma, e qui sta la grande provocazione dei Bee Hive, in un contesto metropolitano, simboleggiata dall'immagine forte dell'Autostrada sognata. Consumeranno il loro amore nella prima piazzola di sosta? Si fermeranno a mangiare un camogli, loro, i protagonisti del brano, come un camionista e un rappresentante qualsiasi, ragazzi del popolo in mezzo al popolo? O forse la strada veicola un messaggio ancora più sottile e doloroso, alludendo al precedente mestiere dalla ragazza, al luogo d'incontro che vide scoccare la scintilla, la corrispondenza di amorosi sensi al lume di un copertone in fiamme? Le note, sul filo di schitarrate feroci in sintonia con il coevo glam metal dei Bon Jovi, trasudano non a caso libertà, emancipazione, ieri, caselli.
Il fuoco è il leit motiv anche di un altro brano dell'album, intitolato semplicemente "Fire" con malcelato, elegante minimalismo da progrock seventies. Il fuoco lynchiano che cammina con lei, la protagonista ammirata da lontano, con discrezione prossima allo stalking, dal cantante. Il riff di chitarra scivola via qui in modo distratto, seguendo il profilo della voce dolente del solista, sofferente, tormentato, sgrammaticato uomo degli anni 80 dal capello giallorosso che ama baby, fire. Il fuoco che arriva e tutto brucia, lasciandosi dietro solo le ceneri di un virtuoso assolo di chitarra da cui molto ebbe a imparare all'epoca un ancor giovane Saul Hudson.
Dondolando su un giro di basso d'altri tempi, da doo-wop anni 50 alla Platters, "Lonely Boy" racconta la storia di un giovane uomo solo. Molto solo. Chiuso nella sua stanza, soldatino arruolato della neverending battle combattuta da milioni di suoi coetanei contro la solitudine e l'incomunicabilità tra i sessi. Una lotta affrontata quotidianamente e senza supporto alcuno, se non dell'audiovisivo di genere documentaristico umano, con costanza e indefesso ardimento. I'm just a loonely boy, il sincero urlo di battaglia nello scontro ciclopico del cinque contro uno, la pugna eterna. La piccola pugna. Si narra che Mogol, nell'ascoltare il brano, sia scoppiato a piangere: genuina ammirazione per l'oggettivamente bello o lucida presa di coscienza di un'arte superiore alla propria? Non lo sapremo mai.
"Let me feel" rappresenta uno stacco netto rispetto agli altri brani dell'album. Il lento scorrere delle note di piano, sentito omaggio al cantautorato italiano, da De Gregori e Claudio Lolli a Piero Ciampi, giustapposto con classe al ritornello in inglese per dar sfogo all'afflato internazionale della band e in segno di rispetto per l'originale nipponico. Un ponte gettato tra le culture, in buona sostanza, che rievoca la comune golden age dei balli delle medie, un canto di armonia e fratellanza dei popoli che profuma di tempo delle mele e mortifica "We Are The World" e altre strombazzatissime, tronfie ma sgonfie iniziative simili.
Ma la ricerca artistica dei Bee Hive, il sofferto inseguire il messaggio d'amore più essenziale e trasparente, torna infine all'origine. Con "Baby I Love You" il viaggio esistenzialista nelle regioni e ragioni del sentimento riporta il gruppo all'alba dei tempi, al maschio alfa della specie che abbandona la clava, l'osso kubrickiano brandito fino ad allora contro la propria evoluzione, e trova finalmente nelle parole la forza per comunicare il suo amore nel modo più chiaro e diretto possibile. Un Ti Amo impreziosito da un rapido avvicendarsi di lingua inglese e italiana, quella estera tesa ad affermare in modo netto (baby I need you!) e quella italiana a spiegare, giustificare (vorrei vederti, ma tu…), nel suo eterno ruolo di subalterna all'albionico idioma dominante. Semplicemente da brividi il coro, culmine di un incalzare ritmico che stringe d'assedio timpani e petto dell'ascoltatore, lasciandolo infine deliziato e sfinito, vittima dello struggente linguaggio del cuore parlato da una delle più grandi band di tutti i tempi.
del critico Sparlo A. Addensare
Una cosa buona i Bee Hive l'avevano: Mirko doppiato da Vincenzo Draghi, una delle più belle voci italiane (anche al di fuori delle sigle).
RispondiEliminaMa la mia primissima band sono stati i Kidd Video
https://www.youtube.com/watch?v=GBQS1cgsEdU
https://www.youtube.com/watch?v=MTHtocqKA-I
Indimenticabile Lucciola con i suoi scaldamuscoli lilla e la dirompente rinite allergica! :D
EliminaUn incrocio fra Trilli e Jane Fonda nei suoi video di aerobica. Gli anni '80 sonos tati anche questo... ;)
Eliminamitici i Kidd Video!!! se oggi sono un musicista lo devo a loro e ovviamente ai Bee-Hive :)
Eliminaveramente la voce di Mirko era di Ivo De Palma (Draghi era la sua controparte solo canora)
EliminaTogliete la droga al Doc per favore che qui la situazione inizia a farsi inquietante! xD
RispondiEliminaQuoto dvrissimo
EliminaO almeno condivida l'indirizzo del suo pusher e che razzo!!!
EliminaNon è possibile, purtroppo... se smette con i farmaci, la notte vede i mostri...
EliminaGià, doc, ma poi con quella storia del nervo infiammato, stai meglio?
Se continua così tra un pò avremo le recensioni su Donato Mitola e Lorenz da Mai dire TV
EliminaIo non capisco cosa volete da me: il post non l'ho scritto mica io.
Elimina...
...
;)
La voglio anch'io l'app per gli anagrammi :D
EliminaMITOLA e LORENZ!!!!!!!! subito!!!!!!!!
EliminaComunque i Bee Hive partono nel cartone come band trasgressiva e glam-rock (lustrini, pelle, tutine, sensualità, storie d'amore) per poi finire edulcorati nella serie tv a cantare melassa come i Pooh o forse meglio come il coro dei chierichetti stile Gen Rosso, dati i testi.
RispondiElimina"Apre gli occhi per noi l'arcobaleno
Carezzevole il fiume scorre e và
La rugiada sull'acero si posa
E da bianca scarlatta diverrà"
https://www.youtube.com/watch?v=octi6bxD0QY
Questo perché sono costretti nella seconda stagione ad inserire "afforza di cose" Licia aka Crhistazza Pappadavena ... fin quando la band era formata da soli si cantavano robe carine e parecchio glam-rock, è un esempio il potente brano "Città Città", ascoltare per credere ;-)
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=JUnwEbUytTg
Ma è uguale uguale alla sigla di "Detective Conan" :D
EliminaManco le sigle originali riescono a fare i cartoni animati di oggi, che tristess...
Eliminaè vero!!!
EliminaIo ancora devo capire chi diavolo sia quella biondina
RispondiEliminaLa biondina è sempre la protagonista Licia/Yakko.
EliminaPurtroppo nel fantasioso adattamento italiano dell'epoca si è perso uno dei refrain dell'intera serie e cioé il fatto che nel Giappone dell'epoca tingersi i capelli di biondo non rappresentava un gesto gradito alla comunità, anzi gli studenti o le persone che lo facevano veninva giudicati alla stregua di delinquenti e pertanto emarginati. Proprio per questo il papà di Yakko tendeva sempre a rimarcare questo concetto prendendo di mira Mirko. La sigla con la protagonista tinta di biondo cerca proprio di stigmatizzare questa mentalità tipica del periodo Showa, devo dire che l'autrice era già molto avanti per l'epoca.
La biondina è Licia/Yakko così come appare nel manga (per il discorso dei capelli tinti, vedasi l'esauriente commento precedente). La sigla fu realizzata prima che decidessero di modificare ed addolcire il character design della protagonista.
EliminaTrovo francamente sconcertante che su una testata come questa, storicamente attenta ai giri di basso, l'esaltante basso slappato in "Fire" venga completamente trascurato, quando in realtà è evidente l'intento rivoluzionario di unire un groove trascinante con la lascività della voce di un sex symbol come Mirko.
RispondiEliminapure Piero Ciampi?
RispondiEliminaconfesso che non ho mai notato questa geniale corrispondenza...
Mia moglie è da sempre innamorata della canzone "Mio dolce amore" (pur sapendo che il testo è pacchianissimo su una scala da zero a "Miss Rettore"). In effetti la strofa, con quel cantato lì, quei coretti lì messi nei punti giusti, ha anche il suo perchè (segue link).
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=p1RRM6cxdu0
L'altra sera su Radio Capital hanno trasmesso il classicone "Hard to say I'm sorry" dei Chicago:
https://www.youtube.com/watch?v=zqq3tW3iACw
e sulle prime pensavo "Mah, mi ricorda qualcosa...", poi sulla seconda parte della strofa ero lì che cantavo "E la luuuna in cielo..." pensando "Enzo Draghi sei un grande (ma grande veramente eh), però hai degli autori un pochino senza vergogna..." :)
I beeHive cartoon, sono da sempre dei rockettari con la R maiuscola e si rifacevano proprio a quella corrente del rock nota come il Glam. La serie live, che probabilmente si svolge in un universo alternativo (si pensa Earth Prime) abbassa lo stile a livello commerciale laddove, tra una fettina panata e la pasta con i capperi, la band si "vende" (i metallari capiranno bene a cosa mi riferisco con questa parola) in un'incredibile mossa commerciale. Ma si sa, l'azzardo lo pagheranno con anni di dimenticatoio.
RispondiEliminaIl resto è storia, come dimostra questo video
https://www.youtube.com/watch?v=ytUzSZVt39k
Doc, grazie infinite per questa attesa recensione, aspettiamo ormai tutti anche quella di Sugar...
Oh, è stata la prima cosa a cui ho pensato appena visto il titolo del post! Atom production tutta la vita!
EliminaMa perchè nessuno parla del grande Mariottide, la vera rivelazione musicale del decennio scorso? Alcuni suoi capolavori come "Tempesta di dolore" e "Tu puzzi" sono ormai tracce indelebili nella storia della musica italiana...
RispondiEliminaPretendo un post anche su di lui!
A questo punto perchè lasciare da parte mostri sacri del genere come Mitola, Gianni Trudi & Gino e Francesco Salvi...
EliminaDoc, la dddroga fa male ;)
RispondiEliminaLa prossima recensione sarà su Jem e le Holograms (con i videoclip stile primo MTV)?
Anyway, a me l'intro di chitarra di Baby, I love you mi ricorda una canzone che si sentiva durante le puntate di Holly & Benji, ma non sono riuscito a trovare il titolo nemmeno sul tubo...Se qualcuno ha capito di cosa sto parlando, mi spacci il titolo, please!
è vero!!! era il tema che veniva utilizzato quando si varcava l'area avversaria, ricordo che già da bambino avevo notqato l'assonanza tra i due pezzi, grandissimo orecchio!!!
EliminaUna musichetta che si sente spesso nell'anime durante i momenti di azione non è altro che la sigla di apertura originale (grazie, RadioAnimati!):
Eliminahttp://www.youtube.com/watch?v=CImqTuRjWm4
Pensavate a questa?
Credo fosse più simile a questa, anche se me la ricordavo un pelo diversa (ma vabbé, son passati secoli):
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=xn_yCjoVofo&index=46&list=PL613C4FEE850F57CE
Tra l'altro non credo neppure che sia la traccia n°6 della OST, perché cercandola sul tubo mi dà altre canzoni...
Ricordiamo anche che nell'ultima puntata del live action, con Licia incinta dopo il matrimonio con Mirko, intanto che tutti festeggiano al Mambo i Bee Hive sono tristi perchè dovranno interrompere la loro attività musicale ma... COLPO DI SCENA: i Bee Hive ricevono una telefonata nientepopòdimenoche da CRISTINA D'AVENA in persona che li ha ascoltati e li vuole accanto a sé per il prossimo tour! (true story)
RispondiEliminaP.S. altro che "Interstellar"! Altro che Nolan! Qui i paradossi temporali e lo sdoppiamento di personalità erano "oltre"!!! ;D
Il paradosso è la D'Avena in tour :D?
EliminaBeh, negli anni '80 la D'Avena era davvero in tour... e riempiva il Palatrussardi...
Eliminaagevoliamo il filmato
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=VGbds6Loy6M
ahhhh quell'audio ovattato da porno anni 80...
Anni '80. Palatrussardi. Presente!!!
Elimina@wargarv: la D'Avena è SEMPRE in tour, basta seguire gli annunci dei live su Radioanimati: fa più concerti degli U2...
Era tuttavia una storia di Earth Prime dove la D'Avena e Licia erano due personalità distinte. In teorie esiste anche un'universo alternativo dove Licia e Barbie si contendono il mondo per il dominio del ROSA.... XD
EliminaMa come ti è presa ora 'sta cosa?!
RispondiElimina"trasudano non a caso libertà, emancipazione, ieri, caselli."
RispondiEliminaAdoro queste nuove ricercatissime recensioni dei guest authors! ;-)
Mia moglie una volta da ggiovane si era fatta il ciuffo rosso come Mirko ... fate un pò voi , me la sono sposata lo stesso ;)
RispondiEliminami pemetto di linkare questo docu-film verità http://www.dailymotion.com/video/x8gvna_baciamilicia-parodia-dei-bee-hive_fun
RispondiElimina"da cui molto ebbe a imparare all'epoca un ancor giovane Saul Hudson" AHAHAHA XD
RispondiEliminaPost del secolo. Una critica accorata per una band epica. ROTFLMAO.
RispondiEliminaOk ragazzi, apro il mio cuore a voi e vi confesso che ad una festa di compleanno, sulle note di Let Me Feel una mia compagna delle elementari mi ha sparato il primo bacio sulle labbra!!! Ne è conseguito il mio distacco immediato con tanto di sputo in terra ed esclamazione "CHE SCHIFO!!!", ma riascoltando quell'intro col piano dalla sonorità vagamente Sakamotiana mi son tornati in mente la tovaglietta di carta di Hello Spank, il profuno dei Dixi al formaggio chimico e soprattutto l'aroma scrausissimo dell'orrenta Ben Cola, surrogato della Coca Cola comperato ai discount di bassa lega dalle madri per risparmiare due lire alle feste di compleanno.
RispondiEliminaUn altro genuino momento di emozione regalato dall'unico e inimitabile DOC. Grazie mille come sempre!!!
Ommioddio, mi hai commosso T_T
EliminaLa Ben Cola. L'orrore della Ben Cola. Purtroppo ci siamo passati tutti.
EliminaSì... ma la MILAN COLA l'avete mai provata?
EliminaMe la regalarono a un discount... e non riuscii a finirla.
Fun Fact: la milan cola apparve in un video in mano a giovani deboscia che ci fecero vedere al catechismo. E ho detto tutto.
Milan e religione = gombloddo degli amici ciellini di Pernascone.
EliminaLa Milan Cola era la tipica bibita "da oratorio". La producevano in un'azienda poco distante da casa mia a Settala (MI).
EliminaSu tutte le lattine c'era il logo del duomo e la grossa lettera iniziale del prodotto ("M" Milancola; "C" chinotto; "A" aranciata; "G" gassosa) con pesante effetto "pontillismo retinato" e degli abbinamenti di colore che facevano sanguinare gli occhi (verde/rosso; giallo/cyan, ecc.)
Anche l'aranchiata era orribile. Invece la gassosa, il chinotto e la cedrata li ricordo buoni.
A questo punto, però, pretendo una critica ragionata delle canzoni in Nana! :)
RispondiEliminaNon so se si può dire senza linciaggio, ma mamma mia che brutto articolo... Proprio noioso,una volta fa ridere,2 proprio no...
RispondiEliminatieni duro, dai... per fortuna gli anagrammi di due parole di 16 lettere sono limitati...
Elimina92 minuti di applausi!
RispondiEliminaQuesti post dimostrano la poliedricità del blog. Ci sono le robe da ringere, le mimmate e poi le critiche costruttive come questo (e quello sul rocker Pippo Franco).
I miei più sentiti complimenti al sig. Addensare
fan della primissima ora, ho ancora tutte le musicassette, i giovini di oggi mai potranno capire che cosa significava comprare musica negli anni 80, nè comprendere chi erano nella fenoemenologia sociale dell'epoca i BH.
RispondiEliminamiglior post del 2014.
I giovini di oggi non hanno memoria delle bancarelle con gli espositori in legno pieni di audiocassette con intere sezioni dedicate a misconosciuti autore italiani.
EliminaE come non ricordare Quando arrivi tu di Licia e i Bee Hive.
RispondiEliminaChe liriche!
Apre gli occhi per noi l'arcobaleno
carezzevole il fiume scorre e va
Quest'ultimo verso troppo spesso confuso con un carezzevole il fiume scorre già, causando non pochi fraintendimenti e incomprensioni nonché dibattiti su come un corso d'acqua possa emettere gas pur essendo privo di apparato digerente...
Agevoliamo il filmautio
Cito con ammirazione la frase "Un Ti Amo impreziosito da un rapido avvicendarsi di lingua" che nell'esprimere l'ammirazione per il brano musiocale trasmette anche al lettore l'immagine vivida delle conseguenze di tale sottofondo musicale.. ;)
RispondiEliminaIn "Freeway" la mia ragazza trova delle similitudini con "Paranoid" dei Black Sabbath. Più o meno il motivo principale ci assomiglia.
RispondiEliminaSeriamente, la loro musica era fantastica. I testi...mah. Ogni tanto li metto su nei momenti revival anni 80.
RispondiEliminaE non dimentichiamoci che un altro gruppo di grandi artisti, certo non al livello dei Bee Hive, come gli Elio e le storie tese gli hanno dedicato un tributo sotto forma di citazione nel video di "Servi della gleba".
RispondiEliminaEhi ma "Let me feel" non era dei Kiss Relish, gruppo rivale dei Bee Hive?! :O
RispondiElimina"Let me feel" era la hit dei Kiss Relish!!!
RispondiEliminaComunque si ride e si scherza ma musicalmente queste canzoni danno un paio di giri alle emmemarronemer*a, ai marcomeenchioni e altre ridicolezze italiche attuali.
RispondiEliminaE questo dice molto sul baratro pegasussiano in cui è caduta la musica, italiana in particolare, se si riesce a rivalutare questo poppettino finto rock anni '80...
Caspita, a casa ho la cassetta originale dei beehive..
RispondiEliminadevo cercare gli mp3 che ho rippato, cmq le canzoni imho sono cmq valide lato rock...
non serve rippare, con lo strumento giusto le trovi ;)
Eliminaparola di uno che l'ha già fatto :D
Recensione estrema che tocca delle vette di sublimazione della parola oltra la sfera del semplice sentimento espresso tramite inchiosto ovvero tramite bit. Il merito di aver colto tutto quello che anelava l'artista compresa una elegia della solitudine, un estremo cinque contro uno che si tramuta nel pianto di un polifemo che nessuno vuole.
RispondiEliminadio Drakkan ti riferisci forse al piacere semplicistico e solipsistico, ipso iure, del giocatore del Milan, Mastour, trasposto,retrodatato al tempo dei bee-hive , grande doc, gran pel pezzo
EliminaDa piccolo pensavo che Mirko fosse la parodia di un giovanissimo Freddie Mercury e Satomi un altrettanto giovane Bryan May...
RispondiEliminatra l'altro ricordiamo che sono stati perfino omaggiati (o plagiati?) dai Black Keys nel titolo del loro pezzo più famoso
RispondiEliminasbiriguda... supercazzola prematurata, no dico prematurata la supercazzola come se fosse ciuffo, tarapia tapioco glam rock
RispondiEliminaA questo punto necessita retrospettiva anche per "l'incantevole Creamy" quelle son canzoni che sono canzoni
RispondiEliminaLa cassettina dei beeHive è stata una delle prime regatemi dai miei, arrivata la mattina di natale dentro la valigetta del dottore per bambini.
RispondiEliminaConfesso che inseme alle amiche nei momenti di stupidera le canzoni dei Bh le cantiamo ancora. E no, la droga non c'entra...
A "tronfie ma sgonfie" mi son capottato dalla sedia!
RispondiEliminaIl bello di questo blog è chr puoi trovarci anche discussioni (semi)serie sulla musica dei Bee Hive.
RispondiEliminaRespect (però Doc, se un giorno mi troverò un post del genere sulla produzione musicale di Violetta, sii pronto a prenderti le tue responsabilità).
E il gemello diverso di garfield, ce lo vogliamo ricordare, ce lo?
RispondiEliminaSottoscrivo a gran voce la richiesta di Asia Stingray:
RispondiEliminaMITOLA!!!
Davvero all'epoca anche i maschi guardavano Kiss me Licia? Io fui costretta a sorbirmelo perchè tutte le bambine lo guardavano e sarei finita emarginata se non lo facevo ma se fossi stata un bambino l'avrei visto solo se mi avessero legato ad una sedia con gli occhi aperti a forza stile "cura Ludovico".....
RispondiEliminaE' chiaro che Paul Stanley e Gene Simmons a proposito di Glam Rock devono tantissimo ai Be Hive!! Non a caso si dati il nome KISS!!!
RispondiEliminaPer colpa del doc mi guardano male al bar perché rido da solo! Articolo fantastico. Un mio amico aveva il CD (o era la cassetta) dei bee hive, oltre a tutti i fivelandia.
RispondiEliminaL'Antro sta passando lentamente al lato oscuro. Comincio a prenderne le distanze. Cosa ci riserverà il futuro? Sicuramente l'intera discografia di Pupo e Malgioglio. Poi io ci metterei i più grandi successi di Enrico Beruschi e le canzoni dei pupazzi mediaset (Five, Uan, Four, ecc.)
RispondiElimina...e io che ho il box uscito poco tempo fa, peccato che il primo disco (italiano) abbia metà delle canzoni originali e il resto è stato sostituito dagli strumentali, pro: la voce di Enzo Draghi è molto meglio dell'originale, anche il brano di Shiller è migliore (in jap: uèt mì fìl)... c'è un'altra canzone (Andrea e Giuliano, mi pare) che è la sigla originale!
RispondiEliminadegli altri dischi, tra alti e (molti) bassi salvo solo il 3°, ma ormai non erano più Beehive... anch'io aspetto qualcosa sulle canzoni di Creamy, tempo fa avevo chiesto agli addetti ai lavori se si poteva realizzare, ma questioni di diritti non ne danno la possibilità, anche se in jap ne è uscita una raccolta...
Non so se qualcuno di voi abbia mai visitato il sito, ma è un vero salto indietro nel tempo http://www.beehive.it/
RispondiEliminaQuesto approccio musicofilo d'antan del Doc trova la mia piu' sincera ammirazione e lo invito ad una accurata recensione - da affidare al recensore Anagrammatico- dell'opera degli Animetal, in particolrae del " Last Live " : assolutamente imperdibile per gli amici della Deboscia Anni 80
RispondiEliminail mio primo walkman l'avevo comprato proprio per questa mia prima cassetta...
RispondiEliminaLACRIME NAPULITANTE!!!
Hai già scritto degli Spinal Tap? Lo farai? Blog fantastico, la sezione film è mitica...
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