The Unfinished Swan per PS3: il Piccolo Principe dei videogiochi
Non è facile parlare di The Unfinished Swan, descrivere questo gioco scaricabile per PS3 in uscita sul PSN il 24 (dopodomani, il 17, per chi c'ha l'abbonamento al PlayStation Plus), senza spoilerare niente. Perciò partiamo da un aggettivo: MERAVIGLIOSO [...]
The Unfinished Swan è una favola vissuta in prima persona. Il piccolo Monroe è orfano: di sua madre, una pittrice che lasciava tutti i suoi quadri a metà, ha scelto di tenere la sua tela preferita, il cigno incompleto. Una notte Monroe vede in sogno il cigno e lo insegue all'interno del quadro. Dove non c'è niente: il controllo passa al giocatore, che si trova immerso in un mondo tridimensionale completamente bianco. Lanciando delle palle di vernice nera, però, di quel mondo si riescono a intuire i contorni. Ci si trova in una stanza, si scopre, e poi fuori, in un parco, in mezzo a delle statue. Cercando le impronte dorate del cigno, si superano una serie di ostacoli, si attraversa uno stagno, si aggira un muro. Lanci, imbratti tutto di nero, vai avanti, e ti dici Ah, ho capito. Poi però quel primo capitolo finisce, ti ritrovi a guardare rapito un castello e il suo labirinto dall'alto di una collina, e allora capisci di non aver capito niente.
Al bianco e al nero si uniscono progressivamente il grigio delle ombre, il celeste dell'acqua, il verde delle piante. E molto, molto altro, ma vi si lascia il piacere di scoprirlo da voi (con la medesima premura, il trailer qui sotto mostra solo scampoli di gioco pescati dai primi due capitoli).
La musica di Joel Corelitz, il ritmo rilassato, lo stile grafico e il tono della voce che legge i brani della fiaba incontrati lungo il percorso danno vita a qualcosa di unico. Se ti metti a guardarne il gameplay, The Unfinished Swan è un gioco completamente diverso rispetto a Journey o Ico: eppure tutti e tre i titoli fanno parte di un'unica grande famiglia felice. Sono giochi che ti trascinano per le orecchie in un mondo che smette di essere per qualche ora un semplice ammasso di texture e poligoni. Giochi che ci mettono atmosfera e idee, e delle regole di un mercato pieno di elefanti in fila se ne sbattono forte-forte-forte. The Unfinished Swan è una fiaba inedita di Antoine de Saint-Exupéry o il libro per ragazzi che Neil Gaiman non ha avuto ancora il tempo di scrivere, con le sue pagine allegre e un pizzico (perché giusto di un pizzico si tratta) di horror.
È un gioco in cui più vai avanti e più ti ritrovi a sorridere come uno scemo, un panino con Nutella per l'anima. Non dura molto (tre, quattro ore), ma come per Journey un giro non basta mai: arrivato ai titoli di coda vuoi tornare indietro, e scoprirne tutti i segreti (i palloncini) è solo una scusa per calarti ancora in uno degli scenari più belli visti in un videogioco negli ultimi mesi. Con tutto che per realizzarlo i tizi di Giant Sparrow hanno usato quattro, cinque colori in tutto. Ora, hai ben presente che a un sacco di gente questi giochi non piacciono: c'è chi sostiene che sono una palla, ché i VG devono essere divertenti e per divertirsi uno deve sparareammazzaresegnaretredicigolinrovesciata. Ma hai ben presente anche che c'è chi al cinema guarda solo i film di Bay e in TV i Cesaroni. Ognuno. Perciò, se vi fidate del qui presente, spendete a occhi chiusi queste tredici carte e fatevi un bellissimo regalo: poi per spalancarli e tornare a ringraziare per la dritta c'è sempre tempo. Tranquilli.
The Unfinished Swan è una favola vissuta in prima persona. Il piccolo Monroe è orfano: di sua madre, una pittrice che lasciava tutti i suoi quadri a metà, ha scelto di tenere la sua tela preferita, il cigno incompleto. Una notte Monroe vede in sogno il cigno e lo insegue all'interno del quadro. Dove non c'è niente: il controllo passa al giocatore, che si trova immerso in un mondo tridimensionale completamente bianco. Lanciando delle palle di vernice nera, però, di quel mondo si riescono a intuire i contorni. Ci si trova in una stanza, si scopre, e poi fuori, in un parco, in mezzo a delle statue. Cercando le impronte dorate del cigno, si superano una serie di ostacoli, si attraversa uno stagno, si aggira un muro. Lanci, imbratti tutto di nero, vai avanti, e ti dici Ah, ho capito. Poi però quel primo capitolo finisce, ti ritrovi a guardare rapito un castello e il suo labirinto dall'alto di una collina, e allora capisci di non aver capito niente.
Al bianco e al nero si uniscono progressivamente il grigio delle ombre, il celeste dell'acqua, il verde delle piante. E molto, molto altro, ma vi si lascia il piacere di scoprirlo da voi (con la medesima premura, il trailer qui sotto mostra solo scampoli di gioco pescati dai primi due capitoli).
La musica di Joel Corelitz, il ritmo rilassato, lo stile grafico e il tono della voce che legge i brani della fiaba incontrati lungo il percorso danno vita a qualcosa di unico. Se ti metti a guardarne il gameplay, The Unfinished Swan è un gioco completamente diverso rispetto a Journey o Ico: eppure tutti e tre i titoli fanno parte di un'unica grande famiglia felice. Sono giochi che ti trascinano per le orecchie in un mondo che smette di essere per qualche ora un semplice ammasso di texture e poligoni. Giochi che ci mettono atmosfera e idee, e delle regole di un mercato pieno di elefanti in fila se ne sbattono forte-forte-forte. The Unfinished Swan è una fiaba inedita di Antoine de Saint-Exupéry o il libro per ragazzi che Neil Gaiman non ha avuto ancora il tempo di scrivere, con le sue pagine allegre e un pizzico (perché giusto di un pizzico si tratta) di horror.
È un gioco in cui più vai avanti e più ti ritrovi a sorridere come uno scemo, un panino con Nutella per l'anima. Non dura molto (tre, quattro ore), ma come per Journey un giro non basta mai: arrivato ai titoli di coda vuoi tornare indietro, e scoprirne tutti i segreti (i palloncini) è solo una scusa per calarti ancora in uno degli scenari più belli visti in un videogioco negli ultimi mesi. Con tutto che per realizzarlo i tizi di Giant Sparrow hanno usato quattro, cinque colori in tutto. Ora, hai ben presente che a un sacco di gente questi giochi non piacciono: c'è chi sostiene che sono una palla, ché i VG devono essere divertenti e per divertirsi uno deve sparareammazzaresegnaretredicigolinrovesciata. Ma hai ben presente anche che c'è chi al cinema guarda solo i film di Bay e in TV i Cesaroni. Ognuno. Perciò, se vi fidate del qui presente, spendete a occhi chiusi queste tredici carte e fatevi un bellissimo regalo: poi per spalancarli e tornare a ringraziare per la dritta c'è sempre tempo. Tranquilli.
Arghhhhh! DOC maledetto/benedetto! Perchè mi fai conoscere queste cose? Non lo sai che l'ignoranza è una benedizione???
RispondiEliminaGià mi hai fatto incastrare con Tokio Jungle, ci dovevi aggiungere pure questo?
Non è tanto per le 13 carte, ma il tempo dove lo trovo???
Ti odio!
(ovviamente lo scaricherò immediatamente)
@Doc
RispondiEliminanon avendo vinto il concorsone e essendo arrivato secondo all'altro devi almeno darmi una mano a spiegare a mia Moglie che oltre all'Xbox dovrei dotarmi di PS3.
Gli ho fatto presente che il vero giocatore dovrebbe avere entrambe ma non l'ho convinta.
e ai gamer su PC? perchè nessuno pensa ai gamer su PC? (semicit.)
RispondiEliminaOddio no, ci sto per cascare di nuovo...
RispondiEliminaNon trovo più la postapay, ma per fortuna ho questi gavettoni di vernice nera che mi aiuteranno a trovarla.
RispondiEliminaOttimo.. segnato.
RispondiEliminaUn altro ottimo intermezzo per lenire l'infinita attesa di Last Guardian (se mai uscirà).
Che cosa bella. Aspettavo proprio te per sapere come fosse, e la definizione del piccolo principe dei videogiochi è esattamente l'idea che mi ero fatto.
RispondiEliminaCome già Journey, sarà mio il 17, appena possibile.
Il gioco è stato finanziato da Sony, che ha affiancato agli autori anche mezzi e personale dei Santa Monica Studios.
RispondiEliminaProbabilità di vederlo su PC e 360 < 0.
Mio dopodomani.
RispondiEliminaIl primo gioco di questo genere "panino alla nutella per l'anima" che ho mai provato è stato Cloud, titolo per pc gratuitamente scaricabile, opera dello stesso Chen autore di Journey. Quest'ultimo tra l'altro è stato uno dei giochi che più ho amato non solo in questa generazione di console ma nell'interezza della mia ludoteca.
RispondiEliminaE ora te ne esci con questo titolo, di cui non avevo ancora mai sentito parlare, e fai una recensione così sentita... Grazie Doc, lo prenderò sicuramente.
Generalmente sono interessanti i giochi che ci metti sotto gli occhi, ma un capitolo a parte è per queste cose molto belle, queste segnalazioni e questo parlare che fai, alcune volte, di giochi singolari, come Journey. Purtroppo (o per fortuna) il mio mondo è mondo console-sprovvisto.
RispondiEliminaCarino che questo gioco, con tema ragazzino ed arte pittorica, sia in concomitanza con quella cosa bellissima che Google ha fatto per Little Nemo!
Ho scritto tutto questo, anche se non ho console, sopratutto perchè mi è piaciuta molto l'espressione figurativa "un panino con Nutella per l'anima".
PS
Non ho capito, fanno il videogame dei Cesaroni? Quello è invece "una coda alla vaccinara per le emorroidi"
lo tenevo d'occhio da quando è stato annunciato, lo prendo di sicuro
RispondiEliminaGià alla prima immagine stavo cercando la postepay... :)
RispondiEliminaAkuzo: Cloud! Che bellezza...ci avevo giocato al tempo, non sapevo fosse coinvolto lo stesso di Journey. L'avrei dovuto immaginare però.
RispondiEliminaDoc: leggevo su wikipedia che la SCE Santa Monica era coinvolta anche in journey.
Ho Dishonored tra le mani quindi per un po' sarò occupato, ma Unfinished Swan lo stavo tenendo d'occhio dall'annuncio perché mi incuriosiva.
RispondiEliminaHo però un dubbio: dargli priorità rispetto a Papo & Yo? Perché quella frase di dedica a madre, sorella e fratello "con i quali sono sopravvissuto al mostro che risiede in mio padre" m'ha colpito non poco.
(lo so che in fondo non son troppi soldi, ma da buon studente fuoricorso il portafogli chiede pietà all'uscita di ogni euro...)
Penso che giochi come questo siano la perfetta risposta a chi afferma che questa generazione non ci ha regalato nulla...poi vedi I journey, limbo, papo y yo, outland
RispondiEliminaDi Papo Y Yo, col fatto che è uscito mentre ero in vacanza, non abbiamo mai parlato, giusto.
RispondiEliminaAnche quello è un titolo molto suggestivo: allo stesso tempo completamente diverso da The Unfinished Swan eppure affine.
Naturalmente parlavo di titoli "indie" low budget...papo y yo per me è anche la risposta ai Ken Levine e ai David cage che fanno tanto gli sbruffoni sull'innovazione nei vg con alle spalle budget milionari, il facial capture ed Ellen Paige che smarchetta in copertina...
EliminaSecondo me il vero, grande problema di questi giochi è la durata.
RispondiEliminaJourney? Assolutamente stupendo, ma lo ho finito in due ore. Era più come guardare un (gran bel) film che giocare a un gioco, e anzi, secondo me Journey sarebbe stato molto migliore come cortometraggio animato.
Flower? Assolutamente stupendo, ma lo ho finito in due ore. Era più come... etc. etc.
Per questo sono indecisa ora su 'sto gioco. Da un lato sono sicura che per quelle due-tre ore mi piacerà tantissimo e sarà tutto un "oooh" "aah" di stupore. Dall'altro lato sono altrettanto sicura che poi il gioco resterà lì, a prender polvere virtuale, e se qualcuno lo vede nella mia lista giochi gli risponderò "sì, è un gioco bellissimo" e poi ci metteremo a giocare a Tekken o a Wrestlemania.
Dovrebbero fare un gioco di questo stampo, ma lungo, da titolone a prezzo pieno scatolato. Ma ne sarebbero poi in grado?
Sembra bello bellissimo.
RispondiEliminalun-sei:
RispondiEliminaL'argomento è interessante, ma secondo me bisogna tenere in considerazione due fattori.
a) sono giochi che hanno un prezzo molto basso. Quattro ore di gioco per un titolo da 12 euro sono molto meno scandalose di 9 in un titolo tripla aaa da 60 carte, imo.
b) è vero che titoli forti di un'idea o di una confezione originale possano stancare alla lunga. El Shaddai, per dirne una, magari in una versione super-compatta da 4 ore a 12 ore sarebbe stato un gioco di gran lunga migliore. Magari anche no, ma ci siamo capiti.
Alla luce di a) e di b), pertanto, queste perle che durano poco, costano altrettanto e ti danno tanto me le tengo tutte :)
Il gioco mi intriga parecchio, nonstante il parallelo con Il Piccolo Principe, libro che detesto, il cui protagonista fa il paio con Bastiano de La Storia Infinita quali personaggi più odiosi della letteratura tutta.
RispondiEliminaOvviamente ubbidisco subito all'ordine doc! Grazie della dritta!
RispondiEliminaOvviamente ubbidisco subito all'ordine doc! Grazie della dritta!
RispondiEliminaMmmm,questo genere di giochi/perle di saggezza/viaggio nell'intimo non fanno per me.
RispondiEliminaNon che li disprezzi,sia chiaro,ma preferisco giochi tamarri e ignoranti,di quelli che fanno ridere o coinvolgono per la difficoltà...
Doc, sei più convincente di Mastrota durante l'ultimo VERO giorno di offerta della eminflex, accidenti
RispondiEliminaA me questo genere di giochi piacciono da morire, senza considerare che poi finisco comunque per rigiocarli di tanto in tanto. Magari a distanza di mesi, eppure inevitabilmente li riprendo in mano con grande piacere. (Per dire, ho giocato a Dear Esther tre volte, e quello non credo possa nemmeno essere chiamato gioco a conti fatti! XD)
RispondiEliminaQuindi che dire: acquisto sicuro!