Planetary, Wolf-Man, Midnighter e una nuova, struggente gita ad Astro City
Qualche giorno fa, il postino che suona sempre mezza volta, e se non fai a rispondere scappa, e ciao, ti ha mollato un pacco enorme pieno di nuovi volumi spediti dalla Magic Press (grazie, Luca!). Uscite di un certo peso. In un caso, anche LETTERALMENTE [...]
Delle Absolute Edition, questi volumi cartonati 20x30 da 35 euro e DUE CHILI l'uno, dicevamo già tempo addietro. In questo caso si tratta di due chili e quasi 400 pagine di Absolute Planetary 2, con tutta la seconda parte della serie di Warren Ellis e John Cassaday, dal numero 13 fino all'epilogo del numero 27. Se con The Authority Ellis prima e Millar poi avevano rivoluzionato il concetto di "squadra di super-eroi", trascinando per le orecchie i giustizieri in tutina negli anni Zero, o Duemila, o whatev, Planetary era qualcosa di completamente diverso. I tre archeologi dell'impossibile protagonisti della serie - Elijah Snow, Jakita Wagner e The Drummer, nome "The", cognome "Drummer" - scoprono un pezzo alla volta, numero dopo numero, la storia segreta del mondo. Si avventurano in un ginepraio di realtà parallele, zeppo di versioni alternative di personaggi pulp, super-eroi, icone. Solo che, senza aver letto Planetary, uno non ha modo di sapere cosa voglia dire trovarsi davanti a QUEL Tarzan, a QUEI Fantastici Quattro, a QUELLO Sherlock Holmes.
Una serie che all'epoca hai trovato complessa e affascinante: rileggerne ora la seconda parte in un'unica soluzione - va ricordato peraltro che, per problemi di salute di Ellis, Planetary finì nel freezer tra il 2001 e il 2004 - ti è risultato ancora più godurioso. Anche perché che Cassaday sia un mostro non hai bisogno di scriverlo tu, e Jakita Wagner è una delle eroine più seSSi e toste mai viste. Capace di prender tutti a calci nelle palle
Lo Stupefacente Wolf-Man 1 (180 pag, 18 carte) contiene invece i primi 7 numeri di The Astounding Wolf-Man della Image. E qui potresti dilungarti nel raccontare di come il primo numero di questa serie te l'abbiano regalato in una fumetteria di New York per il Free Comic Book Day nel maggio 2007, praticamente a forza, anche se non lo volevi, ma passiamo a parlare direttamente del volume, ché forse è meglio. Che Robert Kirkman non sia bravo solo a scrivere di morti viventi lo sa chiunque abbia mai dato un'occhiata al suo Invincible o ad alcuni lavori per la Marvel (Irredeemable Ant-Man? Quello che spiava le eroine nella doccia come Alvaro Vitali?). Wolf-Man è una serie horror-supereroistica con diversi spunti originali, piena di sorprese e diversa dal solito già nelle premesse - il protagonista è un industriale sposato e con una figlia adolescente, non l'ennesimo cugggino di Peter Parker - disegnata con un piacevole stile cartoonoso, colorato a tinte piatte dal suo co-ideatore, l'esordiente Jason Howard. Da qualche tempo, va detto, hai come sviluppato una vera e propria intolleranza alimentare per le nuove serie con nuovi supergruppi, perché nell'affondare il naso nel centoventordicesimo universo supereroistico hai raggiunto il punto di saturazione. Ti viene proprio il rash cutaneo. Però, proprio perché diversa dal resto, proprio perché quei super-eroi lì rischiano di fare tutti una brutta fine (ma brutta, eh), la storia di Gary Hampton e della sua licantropia ti è sembrata una lettura fresca e nient'affatto banale. Hai detto fischi.
Midnighter: Assassin8 (168 pag, 14 euro) è, dei quattro, il volume che ti è piaciuto di meno. Il grosso del tomo è occupato dai numeri 16-20 della serie personale di Midnighter, un ciclo scritto da Keith Giffen e disegnato da Lee Garbett. Per quanto i dialoghi di Giffen siano taglienti come sempre, e questo tema di un ALTRO super assassino in grado di stendere, uno dopo l'altro, tutti i membri di Authority sia magari poco originale ma caruccio, hai il timore che Midnighter sia un portatore da manuale della "Sindrome di Batman"©. Un eroe supertosto e tenebroso funziona benissimo quando lo infili in una squadra o lo metti lì a pestare la gente, in pratica, un po' meno quando devi sviluppargli una vita quotidiana attorno, raccontare quello che pensa, la gente che frequenta. Non è un caso che della vita privata di Bruce Wayne, per dire, non gliene sia fregata un'infiocchettatissima cippa a nessuno per anni e anni. La validità di questa tua teoria, elaborata un minuto e venticinque secondi fa mentre tiravi fuori dal frigo la bottiglia di zymil, è che una delle due storie singole che aprono il volume (di Christos Gage e John Paul Leon) ti è piaciuta. Anche se si tratta di una storia in cui Jack Hawksmoor spedisce Midnighter a salvare un gattino. No, DAVVERO.
Tornare ad Astro City è come entrare in quel ristorante giapponese in un'altra città in cui riesci ad andare solo di tanto in tanto. Ma quando ci vai, quando ti riesce, sai che troverai lì ad aspettarti un ramen che così non lo fanno neanche a Tokyo. Astro City: Stelle Splendenti (208 pag, 18 euro) raccoglie alcuni speciali dedicati a singoli eroi di Astro City. Ed è probabilmente uno dei volumi con eroi in tutina più belli che tu abbia letto negli ultimi anni. Ecco, l'hai detto. Si parte da una storia sul duello eterno tra Samaritan e la sua nemesi, l'Infedele, solo che a differenza di quanto potrebbe far credere la cover di Alex Ross che vedete sopra, qui non si mena nessuno. Si incontrano per una cena, i due nemici giurati.
La seconda storia è invece un tour guidato nella vita di Beautie: una super-eroina che è in pratica una Barbie a grandezza naturale. Ma da dove viene? Chi l'ha creata? Perché non riesce a ricordare il suo passato? E soprattutto, come diavolo può vivere in mezzo agli altri una Barbie a grandezza naturale? Seguono la movimentata festa di laurea in un luogo fuori dal tempo per Astra, giovane membro della First Family - la versione famiglia allargata dei Fantastici Quattro di Astro City - e, soprattutto, una storia in due parti su Silver Agent
Una storia di viaggi nel tempo, amore, redenzione personale, responsabilità e vai a sapere cos'altro, per un eroe che è al contempo Hal Jordan e Capitan America. Che mette in luce benissimo quale sia il filo conduttore delle storie di Astro City: no, niente pippe sul fatto che la città è un personaggio di suo, tranquilli. Quella è una gettonatissima meenchiata. Il filo conduttore è la malinconia: come in buona parte dei lavori di Kurt Busiek, del resto, c'è un filo sottile di tristezza che lega tra loro fatti e personaggi, per poi stringere un bel nodo alla gola del lettore. Che abbiate mai letto qualcos'altro di Astro City o meno non importa, visto che si tratta di storie perfettamente autoconclusive: perciò fatevi un favore e compratelo, Stelle Splendenti. Tipo subito.
Ve lo ricordate quel discorso sul levare un ripiano della libreria per far spazio, sì? |
Una serie che all'epoca hai trovato complessa e affascinante: rileggerne ora la seconda parte in un'unica soluzione - va ricordato peraltro che, per problemi di salute di Ellis, Planetary finì nel freezer tra il 2001 e il 2004 - ti è risultato ancora più godurioso. Anche perché che Cassaday sia un mostro non hai bisogno di scriverlo tu, e Jakita Wagner è una delle eroine più seSSi e toste mai viste. Capace di prender tutti a calci nelle palle
ma proprio tutti |
Midnighter: Assassin8 (168 pag, 14 euro) è, dei quattro, il volume che ti è piaciuto di meno. Il grosso del tomo è occupato dai numeri 16-20 della serie personale di Midnighter, un ciclo scritto da Keith Giffen e disegnato da Lee Garbett. Per quanto i dialoghi di Giffen siano taglienti come sempre, e questo tema di un ALTRO super assassino in grado di stendere, uno dopo l'altro, tutti i membri di Authority sia magari poco originale ma caruccio, hai il timore che Midnighter sia un portatore da manuale della "Sindrome di Batman"©. Un eroe supertosto e tenebroso funziona benissimo quando lo infili in una squadra o lo metti lì a pestare la gente, in pratica, un po' meno quando devi sviluppargli una vita quotidiana attorno, raccontare quello che pensa, la gente che frequenta. Non è un caso che della vita privata di Bruce Wayne, per dire, non gliene sia fregata un'infiocchettatissima cippa a nessuno per anni e anni. La validità di questa tua teoria, elaborata un minuto e venticinque secondi fa mentre tiravi fuori dal frigo la bottiglia di zymil, è che una delle due storie singole che aprono il volume (di Christos Gage e John Paul Leon) ti è piaciuta. Anche se si tratta di una storia in cui Jack Hawksmoor spedisce Midnighter a salvare un gattino. No, DAVVERO.
Tornare ad Astro City è come entrare in quel ristorante giapponese in un'altra città in cui riesci ad andare solo di tanto in tanto. Ma quando ci vai, quando ti riesce, sai che troverai lì ad aspettarti un ramen che così non lo fanno neanche a Tokyo. Astro City: Stelle Splendenti (208 pag, 18 euro) raccoglie alcuni speciali dedicati a singoli eroi di Astro City. Ed è probabilmente uno dei volumi con eroi in tutina più belli che tu abbia letto negli ultimi anni. Ecco, l'hai detto. Si parte da una storia sul duello eterno tra Samaritan e la sua nemesi, l'Infedele, solo che a differenza di quanto potrebbe far credere la cover di Alex Ross che vedete sopra, qui non si mena nessuno. Si incontrano per una cena, i due nemici giurati.
La seconda storia è invece un tour guidato nella vita di Beautie: una super-eroina che è in pratica una Barbie a grandezza naturale. Ma da dove viene? Chi l'ha creata? Perché non riesce a ricordare il suo passato? E soprattutto, come diavolo può vivere in mezzo agli altri una Barbie a grandezza naturale? Seguono la movimentata festa di laurea in un luogo fuori dal tempo per Astra, giovane membro della First Family - la versione famiglia allargata dei Fantastici Quattro di Astro City - e, soprattutto, una storia in due parti su Silver Agent
Una storia di viaggi nel tempo, amore, redenzione personale, responsabilità e vai a sapere cos'altro, per un eroe che è al contempo Hal Jordan e Capitan America. Che mette in luce benissimo quale sia il filo conduttore delle storie di Astro City: no, niente pippe sul fatto che la città è un personaggio di suo, tranquilli. Quella è una gettonatissima meenchiata. Il filo conduttore è la malinconia: come in buona parte dei lavori di Kurt Busiek, del resto, c'è un filo sottile di tristezza che lega tra loro fatti e personaggi, per poi stringere un bel nodo alla gola del lettore. Che abbiate mai letto qualcos'altro di Astro City o meno non importa, visto che si tratta di storie perfettamente autoconclusive: perciò fatevi un favore e compratelo, Stelle Splendenti. Tipo subito.
Questa volta passo, ieri ho dovuto mettere via una valanga di fumetti comprati e mai letti e se ne compro ancora qualcuno mia Moglie mi defenestra.
RispondiEliminaPlanetary a me sta facendo la polvere nonsoddove...mi ero ripromesso di leggerlo appena avrei avuto tempo (!)...invece astrocity mai sentito..sembra bello..grazie Doc,superlativo come sempre!
RispondiEliminaE' stato catartico poter finalmente leggere la fine di Planetary, deliziosa ed imprevedibile.
RispondiEliminaAstro City invece mi ha sempre fatto l'effetto di due vecchietti che guardano i lavori in corso e parlano "di quando si stava meglio quando si stava peggio". Tecnicamente ben fatto, per carità, ma sempre parziale ed insopportabilmente nostalgico, come sempre quando si parla di ricordi...
Mi hai mandato in overdose da fumetti di qualità stellare
RispondiEliminaPlanetary ce l'ho in brossurato,quei volumi mi attizzano quanto vedere Jakita Wagner che picchia Batman. Da uno a dieci almeno un nove (scusa Bruce).
RispondiEliminaHo sempre adorato Astro City, questo Stelle Splendenti me lo andrò a prendere prima di subito.
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione DOC!
Bellissimo Planetary! Le due "Absolute", che ho recuperate al Mantova Comics, risparmiando anche qualche eurino, meritano davvero tanto.
RispondiEliminaP.S.
Raccolgo con piacere il consiglio e mi comprerò sicuramente Astro City: Stelle Splendenti.
Kurt Busiek è il ciccione di Fandango - quello che passa il tempo leggendo Hulk before PAD - che ha trovato finalmente un pubblico disposto a sintonizzarsi con il suo mood. Che è la malinconia, lo spleen per un tempo che fu, come dice il Doc.
RispondiEliminaIl fotografo di Marvels ed il '' Robin/Bucky Barnes '' di Confessione, uno dei cicli di Astro City + noti, hanno portato il pubblico e la critica a pensare che KB parli dei metaumani visti dall'uomo della strada. Non è proprio così.
AC è il posto dove sta meglio. E speriamo che resti lì'. Altrove non è così efficace, secondo me. I suoi Avengers ( quelli con le matite di Geo Perez ) erano noiosi tanto da farmi rimpiangere quelli slabbrati, scaleni, imperfetti, claremontiani della ditta Harras/Epting/Palmer.
I suoi Thunderbolts - un concept con cui Kurt rifriggeva un suo vecchio input ( '' immaginiamo che i Vendicatori siano progressivamente infiltrati da nemici travestiti ed alla fine resta solo Cap circondato da birichini '' ) - non erano male, ma la serie acquista velocità ed un suo gusto kitch ( tipo l'abbigliamento x gli sci di Fantozzi ) solo con Fabian Nicieza.
Notevoli, tornando ad AC, i disegni di Brent Anderson - qualcosa di Gene Colan come lo vedrebbe in certi momenti della sua carriera Jackson ''Butch'' Guice - che potrebbero piacere anche a chi oggi non ha occhi che per Deodato jr o certe cose di Texeira.
Planetary è il desiderio di Ellis -classe 1968 - di essere The High
( la sua versione di Supes in Stormwatch ndr ) nel momento in cui è ancora appollaiato sopra una montagna a riflettere, mento sul petto.
Sono anni che Warren dice che non ne può più di supereroi ed è forse - a parte Morrison - l'autore che ha fatto di più per tenere accesa la fiamma, riprendendo la carcassa semi affondata del concetto e infilandola in un cantiere dove è stata sottoposta al più attento dei check up. E' colpa sua se Millar può raccontarci di Nerd Hulk, del Primo Hulk che è un Nero con i Medaglioni sul Petto e, prima o poi, di Voghulk, che sarà una casalinga nostrana con il fisico di una massaia ed un mattarello a raggi gamma.
Io voglio bene al mio coetaneo Warren e ieri notte ho visto RED in tv solo perchè era una riduzione di un suo fumetto. Ho inravisto anche qualche punto di contatto qua e là.
Qualche tempo fa l'ho incontrato all'annuale convention dei cosplayers di Highlander. Sembrava una comparsa di quella storia di Ennis/Fabry con Thor ed uno zilione di vichinghi zombi. Abbiamo parlato un po'. Mi ha detto che sta pensando ad una mini intitolata The Fall of Fell con il suo detective simil Eminem che scopre di esser morto dal primo numero e di essere all'inferno. Non particolarmente originale, dirà qualcuno. Lo switch è che un tecnomante della saga dei Silencers lo evoca nella ''sua'' distopia. I disegni non saranno di Templesmith o di Erskine, ma di Celia Calle ( i personaggi ) e di Dave McKean ( gli sfondi ).
Sta anche lavorando ad una storia di mafia con simil paperi disneyani che dovrebbe chiamarsi Donnie Duck. Una combo del Brutto Anatroccolo e dell'atmosfera di Serpico ( il film, non il telefilm ndr ). Disegni di Angel Medina.
Ha concluso dicendomi che sta sviluppando una '' serie di miniserie '' su di una ucronia in cui la contrappozione tra i due blocchi pre caduta del Muro ha portato ad un esito diverso. Il Capitalismo - non selvaggio nella sua variante - ha vinto comunque, ma ha scelto, paternalisticamente, di garantire un Eldorado a chi la pensa diversamente. Una isola hi-tech come Genosha e con i servizi della Emilia Romagna di qualche anno fa in cui tutti vivono in un clima di interscambio fecondo e di crescita umana. ''Castro City'' diventa un modello a cui tendere. Diventa pericolosa. Mm.
Prevedo che farà discutere come quella cosa con The Fixer di FM.
Vedremo...
Crepascolo: apprezzo la verve creativa, ma, e te lo dico con tutta la serenità del mondo, dei commenti un pelo meno lunghi dei soliti DODICIMILIONIDICARATTERI? Qualcosa di più conciso, come fanno tutti gli altri? :)
RispondiEliminaDenghiu.
sorry, Doc.
RispondiElimina@Crepascolo Pure io ci voglio bene a Warren, e a parte Red, Supergod su tutto mi ha deliziato
RispondiElimina@Emil Sanders. A me piace la sua scelta di ignorare le conseguenze. Se la Marvel avesse seguito il solco delle sue 4 storie di Thor del 1996, Millar avrebbe scritto di un dio del tuono che era ''veramente'' un infermiere esaurito che aveva rubato una super-arma.
RispondiEliminaHa una storia da raccontare e la racconta.
@Crepascolo Concordo, la linea "olistica" della marvel/dc sta stancando i suoi lettori..e pure me sinceramente...
RispondiEliminaMa davvero non vi sono piaciuti gli Avengers di Busiek e Perez? Mi facevano impazzire. Corro a comprare Astro City: grazie per la dritta, doc!
RispondiEliminaAstro City, tutta la vita. Bellissima serie! Non mancherò di acquistare il secondo volumone di Planetary, anche se si mangerà un bel pò di spazio... ma chissene!
RispondiElimina@Mitch
RispondiEliminaTante teste eccetera ed io sono un vecchio fossile semibrancolante come direbbe J.D.Carr, ma quella roba con le nuove leve Marvel Boy e Firestar ed il Cap alla Gruenwald che ti aspetti dica sempre '' Figliolo stai migliorando ''- negli anni in cui Rogers era un cool dude nelle storie di Waid/Andy Kubert/Ron Garney - mi conciliava la pennica post prandiale. Oltretutto nel periodo in cui la Distinta Concorrenza aveva la JLA di Morrison/Porter/Dell e la Image central lo Stormwatch di Ellis/Raney ( mai + così bravo )...
planetary è stata come un'epifania per me, giovine lettore..
RispondiEliminaNon ho mai letto nemmeno una di queste serie, lo confesso. Da come lo descrivi, il volume di Astro City sembra interessante. Ce ne sono anche altri in italiano?
RispondiEliminaOttime testate!
RispondiEliminaUff...quanta roba e così poco denaro!
RispondiEliminaCaro Doc, vedo che, Wolfman e spin off di Authority a parte, abbiamo gli stessi gusti e impressioni in merito a determinate serie. Spero che tu non ti sia fatto scappare i due tomi di Astro City: L'Età Oscura che, insieme a Confessioni, è a mio modesto parere la saga più bella della non-serie di Kurt Busiek.
RispondiEliminaMi aggrego a Helldorado. Avrei talmente tanti fumetti, videogiochi e altro in arretrato che se avessi i liquidi e comprerei tutto di colpo risolverei la crisi mondiale da solo. Comunque, come se non bastasse, non posso mettere piede in un blog che mi si aggiunge qualcosa da comprare, per esempio qualche settima fa è morto moebius e io (come un povero pirla) lo conoscevo pochissimo e non ho mai preso nulla, adesso mi è presa la scimmia e dovrò pur recuperare... Devo smetterla di girare l'internetto, mi fa quasi venire il dubbio che internet sia stato inventato solo per avere un luogo dove fare ottima pubblicità. D:
RispondiEliminaXD
Paolo Pugliese: di Astro City ho letto tutto. E per "tutto" intendo "tutto". La cosa bella è che quel tutto, praticamente, mi è piaciuto senza eccezioni.
RispondiEliminaquando ho sentito per la prima volta la canzone "superman" dei Five for fighting non ho potuto fare a meno di pensare alla storia in cui Samaritan, oppresso dalla responsabilità, sogna solo di poter volare senza altro scopo che godersi il librarsi nel cielo.
RispondiEliminaEro in debito di una risposta per pda: nel catalogo Magic Press credo siano disponibili ancora tutti. Prova a cercare, anche su Amazon, i seguenti titoli (te li metto in ordine cronologico, ma puoi pescarne anche uno a caso):
RispondiEliminaAC: Benvenuti ad Astro City
AC: Album di famiglia
AC: Confessioni
AC: Angeli
AC: Eroi locali
AC: L'Età Oscura 1 e 2
Ma... io Astrocity lo seguivo dai tempi della Star ( quando albi simili uscivano ancora in edicola e costava quasi un terzo di adesso) e il primo volume era bello, il secondo, Confessioni, bellissimo ( tutt'ora una delle mie storie di fumetti superoistici preferiti) , ma dal terzo .... dal terzo Busiek non riesce a trattenersi dal fare un sfacciata retorica del tipo " si stava meglio quando si stava peggio".
RispondiEliminaAlcune storie brevi sono noiosette ( tipo quella della figlia della Famiglia che deve giocare a campana).
Interessante la storia di Loony Leo ( vabbè è furry), anche se con i supereroi centra poco o nulla.
Magari alla storie del volume che consigli gli do una chance doc.
Mi pare di capire invece che di Planetary hai due versioni, quella sfusa da edicola e quella in volume.
Dato che non l'ho mai letto, mi offro con fare generoso e altruista nell' accettare le doppie copia in modo da liberarti prezioso spazio fisico per la tua collezione di albi/soc/playmobil/videogame/diosacosaltro.
Son troppo buono, lo so. :D
Benvenuti ad Astro City potete far anche finta che non esista, era una prova generale, generica e noisoa.
RispondiEliminaPoi il tiro è stato aggiustato ed è uscito il capolavoro.
Sam: purtroppamente arrivi tardi. Quegli albi facevano parte di una porzione della collezione sacrificata anni fa sull'altare del matrimonio. Non c'era spazio in casa per tutti e due.
RispondiEliminaMatteo: Sì, però "In Dreams", la storia di Samaritan citata da Scott poco sopra, era una storia molto bella. Non era contenuta nel primo volume?
Doc, riguardo la parte sui "nuovi gruppi di supereroi", hai avuto modo di avere tra le grinfie letturose The Boys di Garth Ennis?
RispondiEliminaRaf: come ho scritto in giro un po' di volte, la serie The Boys non l'ho mai digerita. Magari prima o poi, sono d'accordo, sarà anche il caso di spiegare perché
RispondiEliminaGrazie, doc!
RispondiEliminaMi incuriosisce molto Planetary. Dove posso comprarlo online? E in generale, un buon sito dove ordinare fumetti?
RispondiEliminaX latelama: I migliori siti dove acquistare libri e fumetti sono AMAZON E IBS
RispondiEliminaGrazie mille Paolo!
RispondiElimina