I disturbi mentali spiegati da Winnie the Pooh e i suoi amici (feat. Kim Wilde)

Beh. Sì, dai: ora puoi finalmente ammetterlo. Per una vita, per una vita intera, per tutti i tuoi trentaquattro anni quasi trentacinque hai sentito scorrerti sottopelle una paura ladra di Winnie the Pooh e i suoi amici. È una cosa di cui finora non hai mai messo a parte nessuno e che credi - ma non ne sei del tutto sicuro - affondi le sue malvagie radici nel romanzo di A. A. Milne letto con un periglioso mix di accidia e aggressività dalle suore dell'asilo, nel freddo Piemonte di un 1979 vissuto ai confini del mondo. Fatto sta che l'orsacchiotto mangiamiele a tradimento Winnie (aka Winnie Puh, Winnie Pooh, Winnie-the-Pooh, Red Canzian), Pimpi il maialino, l'asinello Ih-Oh, quel maledetto Tigro e SOPRATTUTTO il gufo Uffa, tutta questa allegra banda di mostri creati da Milne e venduti senza scrupolo alcuno dai suoi avidi eredi alla Disney, ti portano - da sempre - disagio, tensione, un vago senso di panico sulla punta della lingua, allucinazioni. Il  fatto è che ne hai sempre visto in filigrana la vera natura di personaggi malati intrappolati nel guscio di personaggi innocui e venduti come personaggi stupidi per bambini con troppo tempo libero, deboli, che verranno spazzati via dalla vita. Credevi di essere il solo a pensarlo, ma ieri hai scoperto che non è così. Winnie the Pooh e i suoi amici del bosco dei cento acri dediti alla deboscia sono pupazzi profondamente disturbati, e tu ne hai finalmente le prove. […]
Si parte da un pelouche di Ih-Oh e si finisce dipendenti dal Prozac+
Il bello dell'internetto è che se vuoi ascoltarti in questo preciso momento, ma proprio adesso, ora, You Came di quella pheega astrale di Kim Wilde (Kim. Kim, non Olivia. Oh, sarà il cognome), puoi farlo. Oppure: hai un problema che nessuno può risolvere, ma non c'è più l'A-Team. Allora basta che cerchi nell'Internetto e qualche sfighè tuo pari da qualche parte lo raccatti. Garantito al limone. In virtù di questa legge universale pregna di significati reconditi, dicevi, ti sei imbattuto ieri sera casualmente nel post "I disturbi mentali illustrati da Winnie the Pooh e i suoi amici". E hai capito tutto. In un epifania liberatoria, in un grande tripudio di miccette, hai visto la verità. Anche se era dura e amara come i panettoni del discount.
Ma vediamoli, vediamoli assieme, questi poveri malati di mente che bazzicano la Vecchia Quercia:

Anoressia nervosa
Ansia
Schizofrenia
Sindrome da deficit di attenzione e iperattività
Disturbo ossessivo compulsivo
Narcisismo
E SOPRATTUTTO:

Sei stata scoperta, maledetta Disney! Sei stata scoperta!
Ora, dov'è che era il video di Kim Wilde? Ah, sì: eccolo.

Commenti

  1. L'ho sempre pensato anch'io! Ne parlavo qualche giorno fa ad alcuni amici, già già, ne parlavo e argomentavo le mie conclusioni citando passaggi dei film e analizzando i profili psicologici, ne parlavo, fino al momento in cui ho notato sguardi imbarazzati e commiseratori.
    Solo qui, nell'antro, trovo comprensione, solo qui nell'antro, solo qui nell'antro!

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  2. Il mio unico contatto - ovviamente indiretto - con la fauna relativa a Winnie the Pooh è stato quando giocai a Kingdom Hearts - Chain of Memories.
    Furono momenti davvero drammatici, mi era persino venuto in mente di vendere il gameboy.

    Kim Wilde è diventata una splendida 50enne qualche giorno fa.

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  3. Oddio, splendida.
    http://www.youtube.com/watch?v=aC5LyEZzNhE

    Diciamo seria contendente al titolo di MILF dell'anno.

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  4. Doc, ti crolla un mito se ti dico che il vero cognome di Kim Wilde era Smith? Papà Marty, anche lui rockstar qualche decennio prima della rampolla, cambiò cognome perché Smith era troppo comune, e quando anche Kim calco' le scene adottò lo stesso nome d'arte del genitore.

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  5. Ehm... Io sarei curiosa di sapere i vari disturbi ma dopo la prima le altre foto sono sparite :(

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