Un ultimo sforzo che vale una vita
Pensate al momento più epico della vostra vita. Alla volta in cui contro ogni pronostico ce l’avete fatta. A quel bacio, a quell’esame, a quella faccia da pirla che vi siete portati dopo appresso, incollata al posto della vostra, per ore e ore. Bene, quel momento non può che avere un unico brano di sottofondo, una colonna sonora composta unicamente da "Going the Distance" di Bill Conti. […]
Esatto: Rocky. Gli ultimi, drammatici round del primo Rocky, ma anche l’urlo disperato per cercare quel cesso inguardabile di Adriana. E financo la triste scena dell’allenamento nel secondo film. (Asciugatevi le lacrime).
Ma questo è il Rocky del cinema, e conta quel che conta. Perché poi c’è il Rocky interiore, il Rocky in tutti noi che, al momento giusto, prende a cazzotti il fanciullino di Pascoli e assume il controllo, guidandoti/vi/ci/mi verso gli unici momenti veramente degni di essere vissuti all’interno di vite rese mediocri dal confronto con troppi film, troppi eroi, troppi cazzotti, troppe Adriane. Ma anche questo conta quel che conta. Perché in un quei momenti lì, con quella bionda che chiudeva gli occhi e avvicinava le labbra, su quel campo di periferia, in quell’aula, davanti a quel pubblico più o meno inviso/invisibile/invictus, il campione, lo Stallone Italiano, eri tu.
E senza manco gli occhi pesti e il muso storto di Stallone.
Questo è un post automatico dell'antro, in autogestione fino al rientro del titolare. La normale programmazione riprenderà il 22 di agosto. Sempre che l’uomo docmanhattan rientri tutto intero dalla sua sempiterna lotta estiva con gli odiati imenotteri e dalla trasferta sulle rive dell'Amstel.
Momenti di Gloria (Gaynor)
Che poi, detta così. Ma provate ad andare sul tubo ed ascoltarla, "Going the Distance".Esatto: Rocky. Gli ultimi, drammatici round del primo Rocky, ma anche l’urlo disperato per cercare quel cesso inguardabile di Adriana. E financo la triste scena dell’allenamento nel secondo film. (Asciugatevi le lacrime).
Ma questo è il Rocky del cinema, e conta quel che conta. Perché poi c’è il Rocky interiore, il Rocky in tutti noi che, al momento giusto, prende a cazzotti il fanciullino di Pascoli e assume il controllo, guidandoti/vi/ci/mi verso gli unici momenti veramente degni di essere vissuti all’interno di vite rese mediocri dal confronto con troppi film, troppi eroi, troppi cazzotti, troppe Adriane. Ma anche questo conta quel che conta. Perché in un quei momenti lì, con quella bionda che chiudeva gli occhi e avvicinava le labbra, su quel campo di periferia, in quell’aula, davanti a quel pubblico più o meno inviso/invisibile/invictus, il campione, lo Stallone Italiano, eri tu.
E senza manco gli occhi pesti e il muso storto di Stallone.
Questo è un post automatico dell'antro, in autogestione fino al rientro del titolare. La normale programmazione riprenderà il 22 di agosto. Sempre che l’uomo docmanhattan rientri tutto intero dalla sua sempiterna lotta estiva con gli odiati imenotteri e dalla trasferta sulle rive dell'Amstel.
'Azzo, Doc, post commovente.
RispondiEliminaIo sono un ultra fan di Rocky, me li sparo sistematicamente almeno una volta al mese. Going the Distance ne sa a pacchi.
lacrimuccia anche per me. E se io posso cambiare. tutto il mondo può cambiare.
RispondiEliminaLa canzone più epica di sempre.
RispondiEliminaBel post, grande canzone :P
RispondiEliminaStra fuori tempo massimo ma, l'ho scritto pure sul mio blog, l'ho fischiettata il giorno che ho pedalato con un amico da casa alla vetta della salita più dura d'Europa, lo Zoncolan. L'ho pure contagiato perché, la fischiettava anche lui. Ce da dire che l'intero cd Rocky é bellissimo, come anche la traccia Overture che si trova in Rocky Balboa... Che musiche e che ricordi... Grande Sly, grande Bill... Oh, a me Adriana piace!!!
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