Italia, la Storia Futura. Parte 6
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Il tizio sfregiato strinse ancora un altro po’ la presa per soffocarlo.
“Non lo capisci, vero?”, lo provocò. “Non lo capisci proprio? Questa storia non finirà mai. Tuo padre è morto, la ragazza è morta, e ora anche tu...”
Luca zittì Lan Di con una ginocchiata nelle palle. Si liberò dalla morsa del cinese, riprese fiato e lo scaraventò a terra con una spazzata. Aveva aspettato quel momento per tanto tempo, e ora finalmente stava per finire il quinto e ultimo capitolo di Shen...
“Luca? Ma che ci fai ancora con ‘ste robe da drogato, alla tua età?” squittì una bionda con le extension e gli occhi scolpiti dall’eye liner subito dietro Lan Di. Quella bionda era Silvia Miriam.
Luca tirò un sospiro di quelli profondi, si sfilò i sensori iFeel© dalle sacche congiuntivali e mise via l’iLive© 3.0. Silvia lo fissava con la sua aria provocatrice, saltellando da un piede d’appoggio all’altro per far dondolare le bocce in RealTouch™. Silvia Miriam B. Gutti, ex compagna di classe di Marta al liceo, nonché la più grande zoccola di tutta Roma Nord. [...]
Università La Sapienza Vodafone, Roma, una giornata di merda. Luca stava fissando dal basso di una panchina uno dei suoi nemici più temibili.
“E dimmi un po’”, attaccò quella con la sua voce fastidiosa, arricciandosi le ciocche bionde finte attorno alle sue unghie finte da sei centimetri, “Che ci fai da queste parti? Hai accompagnato Marta?”
Luca fece un minimo cenno con la testa, senza sorridere.
“Aveva un altro appuntamento con il suo relatore per la tesi, eh?”
Luca fece un altro cenno con la testa, senza sorridere.
“Quel Mirko Sgabuzzini è davvero un figo totale. Dicono ci provi con tutte le studentesse. Lo sai, no?”
Luca smise di fare cenni.
“Ma, ehi, tutte le studentesse se lo farebbero senza pensarci su mezza volta. Lo sai, no? Tutte. Marta è fortunata a trascorrere tutto questo tempo con lui. Da sola, dico”
Luca smise di fare cenni e provò a incenerirla con il pensiero.
Silvia Miriam lesse l’ostilità del fidanzato di quella che in un tempo più o meno remoto era stata la sua migliore amica, gli poggiò gli artigli smaltati di viola sulle spalle e avvicinò la bocca al suo orecchio, come per rivelargli un segreto.
Invece gli leccò il lobo e fece per andarsene.
“Qualche giorno, cocco, tu e io”, gli disse da sopra una spalla mentre si allontanava. “Grandi numeri”.
Luca resto lì, a schiumare dalla rabbia. Quella stronza. Quella zoccola. Quella tiracazzi. Quella campionessa mondiale delle tiracazzi.
Ma la verità è che quella bastarda aveva colto nel segno: Luca quello Sgabuzzini lì non l’aveva mai potuto vedere. Con quell’aria da persona che ne sa, perennemente con la puzza sotto il naso. Che poi bello un cazzo, con tutta quella forfora e il naso rifatto e...
Calmati.
Luca provò a far sbollire l’incazzatura, contando le macchine bianche in transito in fondo al viale dell’Università. Oh, quand’era ragazzino funzionava sempre.
Aprì l’iLive© per sentire le ultime novità del calciomercato, ma sul fronte Lodigiani sembrava non si muovesse foglia. La punta argentina di cui continuava a blaterare il loro presidente, iniziava a sospettare, non l’avrebbero vista neanche quest’anno.
Poi ripensò alle ultime parole di quella stronza, si dimenticò delle macchine bianche e si ritrovò con un’erezione possente nei pantaloni. Il che lo fece incazzare ancora di più.
Ché lui lo sapeva benissimo che Silvia Miriam era solo una stronza. La regina delle stronze, la portavoce planetaria delle stronze. Lo stava provocando. Smettila di pensarci. Lo stava solo provocando. Smettila. Solo provocando. È talmente sfatta di PornoJunk© da esser diventata la più frigida dell’Unione Euroasiatica meridionale, lo sanno tutti. Lo stava solo... quella stronza. Quella maledettissima stronza.
Si alzò, e prese a scalciare le pigne sparse sui lati del viale così forte che una centrò il finestrino di un professore che stava parcheggiando. L’uomo alla guida si affacciò per dirgli qualcosa, ma poi vide la tigre idrofoba che si aggirava a passo lento e nervoso attorno alla panchina e pensò che forse era meglio lasciar correre.
****
Luca guardò l’ora proiettata sul polso dall’iLive©. Due ore. Cosa avranno da dirsi per due ore?, si chiese una vocina sepolta da qualche parte dentro di lui. Quanto ci vuole per controllare quattro robe scritte su quegli edifici decrepiti? Se lo domandava, ed accelerava senza volerlo il ritmo della sua ronda. Fu all’incirca alla duecentesima circumnavigazione della panchina che Marta si decise finalmente a sbucare dal portoncino dello stabile, quel palazzetto basso della facoltà che Luca stava piantonando.
La vide uscire tutta felice, correre ad abbracciarlo con quell’aria da gatta, e le sue preoccupazioni svanirono d’un colpo. Gli bastava guardarla sorridere per buttarsi tutto alle spalle. Aveva già dimenticato tutto: Silvia Miriam, quel viscido porco ma segretamente ricchione di Sgabuzzini, il centravanti argentino. La carogna gli era scesa in un lampo.
A fargliela rimontare sulle spalle, però, Marta impiegò meno di cinque secondi.
“Amore!”, gli disse tutta raggiante, “Non hai proprio idea! Mi hanno offerto di terminare la ricerca per la tesi nella Zona Radioattiva Mediorientale! Parto per le rovine di Gerusalemme sabato prossimo!”
A Luca fu necessario qualche secondo per realizzare.
“Ti... ti hanno offerto?”, chiese lui, temendo la risposta.
“Beh, sì”, gli rispose Marta. “Il professor Sgabuzzini si è offerto di accompagnarmi!”
[CONTINUA (E FINISCE) QUI]
“Non lo capisci, vero?”, lo provocò. “Non lo capisci proprio? Questa storia non finirà mai. Tuo padre è morto, la ragazza è morta, e ora anche tu...”
Luca zittì Lan Di con una ginocchiata nelle palle. Si liberò dalla morsa del cinese, riprese fiato e lo scaraventò a terra con una spazzata. Aveva aspettato quel momento per tanto tempo, e ora finalmente stava per finire il quinto e ultimo capitolo di Shen...
“Luca? Ma che ci fai ancora con ‘ste robe da drogato, alla tua età?” squittì una bionda con le extension e gli occhi scolpiti dall’eye liner subito dietro Lan Di. Quella bionda era Silvia Miriam.
Luca tirò un sospiro di quelli profondi, si sfilò i sensori iFeel© dalle sacche congiuntivali e mise via l’iLive© 3.0. Silvia lo fissava con la sua aria provocatrice, saltellando da un piede d’appoggio all’altro per far dondolare le bocce in RealTouch™. Silvia Miriam B. Gutti, ex compagna di classe di Marta al liceo, nonché la più grande zoccola di tutta Roma Nord. [...]
Università La Sapienza Vodafone, Roma, una giornata di merda. Luca stava fissando dal basso di una panchina uno dei suoi nemici più temibili.
“E dimmi un po’”, attaccò quella con la sua voce fastidiosa, arricciandosi le ciocche bionde finte attorno alle sue unghie finte da sei centimetri, “Che ci fai da queste parti? Hai accompagnato Marta?”
Luca fece un minimo cenno con la testa, senza sorridere.
“Aveva un altro appuntamento con il suo relatore per la tesi, eh?”
Luca fece un altro cenno con la testa, senza sorridere.
“Quel Mirko Sgabuzzini è davvero un figo totale. Dicono ci provi con tutte le studentesse. Lo sai, no?”
Luca smise di fare cenni.
“Ma, ehi, tutte le studentesse se lo farebbero senza pensarci su mezza volta. Lo sai, no? Tutte. Marta è fortunata a trascorrere tutto questo tempo con lui. Da sola, dico”
Luca smise di fare cenni e provò a incenerirla con il pensiero.
Silvia Miriam lesse l’ostilità del fidanzato di quella che in un tempo più o meno remoto era stata la sua migliore amica, gli poggiò gli artigli smaltati di viola sulle spalle e avvicinò la bocca al suo orecchio, come per rivelargli un segreto.
Invece gli leccò il lobo e fece per andarsene.
“Qualche giorno, cocco, tu e io”, gli disse da sopra una spalla mentre si allontanava. “Grandi numeri”.
Luca resto lì, a schiumare dalla rabbia. Quella stronza. Quella zoccola. Quella tiracazzi. Quella campionessa mondiale delle tiracazzi.
Ma la verità è che quella bastarda aveva colto nel segno: Luca quello Sgabuzzini lì non l’aveva mai potuto vedere. Con quell’aria da persona che ne sa, perennemente con la puzza sotto il naso. Che poi bello un cazzo, con tutta quella forfora e il naso rifatto e...
Calmati.
Luca provò a far sbollire l’incazzatura, contando le macchine bianche in transito in fondo al viale dell’Università. Oh, quand’era ragazzino funzionava sempre.
Aprì l’iLive© per sentire le ultime novità del calciomercato, ma sul fronte Lodigiani sembrava non si muovesse foglia. La punta argentina di cui continuava a blaterare il loro presidente, iniziava a sospettare, non l’avrebbero vista neanche quest’anno.
Poi ripensò alle ultime parole di quella stronza, si dimenticò delle macchine bianche e si ritrovò con un’erezione possente nei pantaloni. Il che lo fece incazzare ancora di più.
Ché lui lo sapeva benissimo che Silvia Miriam era solo una stronza. La regina delle stronze, la portavoce planetaria delle stronze. Lo stava provocando. Smettila di pensarci. Lo stava solo provocando. Smettila. Solo provocando. È talmente sfatta di PornoJunk© da esser diventata la più frigida dell’Unione Euroasiatica meridionale, lo sanno tutti. Lo stava solo... quella stronza. Quella maledettissima stronza.
Si alzò, e prese a scalciare le pigne sparse sui lati del viale così forte che una centrò il finestrino di un professore che stava parcheggiando. L’uomo alla guida si affacciò per dirgli qualcosa, ma poi vide la tigre idrofoba che si aggirava a passo lento e nervoso attorno alla panchina e pensò che forse era meglio lasciar correre.
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Luca guardò l’ora proiettata sul polso dall’iLive©. Due ore. Cosa avranno da dirsi per due ore?, si chiese una vocina sepolta da qualche parte dentro di lui. Quanto ci vuole per controllare quattro robe scritte su quegli edifici decrepiti? Se lo domandava, ed accelerava senza volerlo il ritmo della sua ronda. Fu all’incirca alla duecentesima circumnavigazione della panchina che Marta si decise finalmente a sbucare dal portoncino dello stabile, quel palazzetto basso della facoltà che Luca stava piantonando.
La vide uscire tutta felice, correre ad abbracciarlo con quell’aria da gatta, e le sue preoccupazioni svanirono d’un colpo. Gli bastava guardarla sorridere per buttarsi tutto alle spalle. Aveva già dimenticato tutto: Silvia Miriam, quel viscido porco ma segretamente ricchione di Sgabuzzini, il centravanti argentino. La carogna gli era scesa in un lampo.
A fargliela rimontare sulle spalle, però, Marta impiegò meno di cinque secondi.
“Amore!”, gli disse tutta raggiante, “Non hai proprio idea! Mi hanno offerto di terminare la ricerca per la tesi nella Zona Radioattiva Mediorientale! Parto per le rovine di Gerusalemme sabato prossimo!”
A Luca fu necessario qualche secondo per realizzare.
“Ti... ti hanno offerto?”, chiese lui, temendo la risposta.
“Beh, sì”, gli rispose Marta. “Il professor Sgabuzzini si è offerto di accompagnarmi!”
[CONTINUA (E FINISCE) QUI]
non sai che è maleducazione lasciare i lettori così? :(( dajeeeeee NEED MOAR! :D
RispondiEliminaBueno. Settimana prossima si dovrebbe riprendere. Cioè, tipo forse
RispondiEliminaAargh! Io me lo stavo pregustando alla grande!
RispondiEliminaQuando continui?
Sauro
Prima o poi, Sauro. Prima o poi. Appena finito il remix del nuovo romanzo mi ci metto. Promesso.
RispondiEliminaE poi? E poi? Romanzo abbandonato?
RispondiEliminaForse arrivo un pò in ritardo a commentare qui, ma mi stava prendendo questo romanzo a puntate.
Hai mai pensato di farci/farti fare un fumetto basato sulla storia?
Marco: il grande finale della saga arriva a settembre nel prossimo libro dell'antro.
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