Hello DeathSpank

DeathSpank, si diceva da tempo, sarebbe venuto fuori un gioco a metà tra Diablo e Monkey Island. Ora che ti sei fatto un paio d'ore sull'ultima fatica di quel brav'uomo di Ron Gilbert, invece, hai scoperto a sorpresa che è esattamente un gioco a metà tra Diablo e Monkey Island [...]

Scorazzi in un'ambientazione 3D in cui però tutto è 2D, inzuppi del sangue di goblin e mostrilli i bianchi orizzonti e le verdi colline, sposti e risposti armi, anelli e item vari da un riquadro all'altro dell'inventario. Ci sono perfino le cabine del teletrasporto. Solo che tutto ha le parole RON e GILBERT stampate in fronte a caratteri cubitali. Il protagonista si avvicina a un cittadino non meglio specificato e lo chiama "cittadino non meglio specificato". Per trovare un manufatto che si chiama "Il Manufatto" deve rompere un incantesimo che sigilla una grotta, e viene aiutato dalla stessa strega che l'ha lanciato: quando le chiede perché gli stia dando una mano, lei gli risponde che che c'entra, per l'incantesimo l'hanno pagata. E gli item la cui descrizione è "non so a che serve ma ha un nome figo", e la voglia che ti prende di provare tutti gli oggetti con tutti gli NPC giusto per leggere perché non sia possibile usarli a quel modo, e i dialoghi a scelta multipla, e l'eroe che si aggiusta in continuazione il pacco. Ti aspetteresti quasi di veder spuntare all'improvviso, da dietro quegli alberi, una scimmia a tre teste. Solo che lo sanno tutti che le scimmie a tre teste non esistono.

DeathSpank, 1200 Microsoft Point o, boh, 12 euro, una quindicina d'ore di gioco, molto bacon, tanto Ron Gilbert.