Mondiali 2010: primi verdetti, ultimi negretti
La Francia è a casa, essendo passata in un niente dal waka-waka al suka-suka. L'Inghilterra e la Germania invece vanno avanti, e si affronteranno agli ottavi in una gara sanguinosa a chi segna di meno. Il Ghana di Muntari, a meno che la Costa d'Avorio non compia il miracolo, rifilando una decina di gol ai cloni cinesi che hanno sostituito i nordcoreani (quelli dello 0-7 col Portogallo sono stati già ricondotti in patria e passati per le armi), sarà l'unica squadra africana agli ottavi. E la colpa è tutta di Pelé [...]
Vent'anni fa, guardando giocare le promettenti rappresentative giovanili nigeriane (in realtà tutte composte da ultratrentenni, per quella simpatica storia dei passaporti taroccati. Ma questo Pelé non poteva saperlo), il campionissimo brasiliano aveva previsto che entro il 2000 una squadra africana avrebbe vinto un mondiale. Dieci anni dopo la sua deadline, nessuna nazionale del continente nero ha mai superato i quarti neanche per sbaglio. Non pago di questo, una quindicina di giorni fa O Rey ha rilanciato: "Sogno una finale tra il Brasile e una squadra africana!". In Ghana si stanno stringendo forte-forte i testicoli.
Questa, del resto, non è l'unica previsione azzardata cui si è lasciato andare negli anni Pelé. Spulciando in Rete hai scoperto infatti che:
Questa, del resto, non è l'unica previsione azzardata cui si è lasciato andare negli anni Pelé. Spulciando in Rete hai scoperto infatti che:
- Nel 2002 aveva tuonato: "Questo Brasile non passerà il girone. Vedo bene la Cina!". Solo che la Cina è uscita subito, tre sconfitte su tre, nessun gol fatto, nove pappine portate a casa. Il Brasile invece quel torneo l'ha vinto.
- Sempre nel 2002: "Sono sicuro che in finale ci saranno Francia e Argentina!". Entrambe eliminate al primo turno. La Francia con un simpatico zero nella casellina delle marcature.
- Mondiali ammerrigani del '94: "La Colombia vincerà il torneo!". Colombia naturalmente eliminata al primo turno, come ultima del girone.
- Ma le incredibili doti iettatorie della Perla Nera colpiscono tanto all'ingrosso quanto al dettaglio. Ogni povero Cristo che ha avuto la sfiga di esser insignito del titolo di "erede di Pelé" da parte di quest'ultimo ha vissuto una carriera a dir poco modesta. Si ricordano, giusto a titolo esemplificativo, l'inglese Nick Barmby ("Meglio di Zidane e di Figo!") e il ghanese Nii Lamptey ("Diventerà più forte di me!"). Quest'ultimo, arrancando nel calcio minore, 12 campionati diversi in 17 anni di carriera, si convincerà di essere in preda a forze oscure e vivrà, letteralmente, una vita d'inferno.
Grazie tante, Pelè: sei un amico.
"Tarantella slovena"
"Siamo fuori (double entendre)"
Pomeriggio c'è l'Itaglia. I soldi per comprare la partita con gli slovacchi ce li mette, pare, Umberto Bossi.
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