Italia, la Storia Futura. Parte 2

E visto che è già di nuovo domenica, siamo alla seconda parte di Italia, la Storia Futura, il nostro romanzo un po' fantascienzo a puntate. La prima, per chi se la fosse persa, sta qui. Commento libero.


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2
“Morì? Come sarebbe a dire? Come muore un’istituzione?”

“Vieni, vieni che ti faccio vedere”, gli rispose Marta, tirando su la ciocca che le pendeva sulla fronte per ravviarsi i capelli ricchi di riflessi Raven4™.
“Solo andiamo via di qui, che col buio questo posto è effettivamente spettrale”.
 [...]


Lo prese per mano e si allontanarono a piccoli passi dalla doppia fila di colonne, da quello spiazzo vuoto e senza senso. Luca si girò per un attimo a guardare da sopra la spalla quell’enorme cupola annerita. Sventrata da un incendio? Da un’esplosione?

“Guarda”, gli disse Marta non appena furono tornati in mezzo alle luci della città viva. Srotolò lo schermo del suo iLive© 2.0, tracciò delle linee con le dita sottili sul display in tessuto flexylon™ e apparve una vecchia sequenza video di almeno cinquant’anni prima.

Quella stessa cupola era divorata dalle fiamme. Una folla inferocita lanciava sassi nella piazza, contro le colonne, sulle facciate degli edifici circostanti. Qua e là, in mezzo alla fitta sassaiola, il bagliore di una bottiglia incendiaria. Poi un’altra, e un’altra ancora. Su un lato un gruppo di uomini, con degli assurdi, minuscoli copricapo color porpora e degli altrettanto inquietanti abiti lunghi cercava di mettersi in salvo da un’uscita laterale, protetto da guardie con vestiti colorati, lunghe lance e armi automatiche che sparavano ad altezza d’uomo. Ma il gruppo veniva raggiunto dalla folla e...

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Luca si sporse verso il display per saltare il messaggio infospot e far proseguire la riproduzione del filmato, ma Marta lo fermò bloccandogli delicatamente il polso, e riavvolse lo schermo dell’iLive©.

“Non è necessario vedere il resto. E di sicuro non voglio rovinarmi l’appetito”, precisò sorridendo mentre metteva via il suo personal life assistant.
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Qualche minuto più tardi, la monorotaia proseguiva la sua corsa silenziosa verso gli alveari della periferia nord. La testa poggiata sulla spalla di Luca, Marta fissava svogliatamente l’olonotiziario, con le ultime decisioni del governo eurasiatico per fermare i suicidi di massa nelle fabbriche intensive nel sud di Italia, Spagna e NeoGrecia.

Luca stava ancora pensando a quella storia di Piazza San Pietro.

“Ok, ma perché è successo? Per avere per centinaia di anni il possesso di tutti quei beni, in pieno centro, immagino che questa istituzione fosse potente. Molto potente. Perché si è scatenata quella rivolta?”, le chiese.

Marta si tirò su a sedere e si stiracchiò le braccia trattenendo uno sbadiglio.

“Beh, quando successero quei fatti che hai visto, la Chiesa veniva già da un periodo di forte crisi. Pochi mesi prima si era scoperto che i suoi vertici più alti erano coinvolti anch’essi in brutte storie di pedofilia. Malcontento e insofferenza andavano gonfiandosi sempre più. Il Presidente, che fino a quel momento aveva difeso le gerarchie cristiane, stava cavalcando la campagna d’odio, varando una serie di leggi fortemente restrittive dei loro privilegi e delle loro libertà”

“Ho capito, ma immagino ci sia stato un qualche evento scatenante, per passare dal malcontento al lancio delle molotov”

“Esatto. Proprio mentre il capo della religione cristiana era costretto a difendersi dalle accuse sui primitivi mezzi di comunicazione dell’epoca, saltò fuori, con un tempismo incredibile, questa storia della ricerca inglese”

“Quale ricerca?”, chiese Luca mentre l’aiutava ad alzarsi. Le porte della monorotaia si erano aperte davanti all’ingresso dell’Alveare “Sogno di Una Notte di Mezza Estate con Fanta© 31”, il blocco abitativo del nido assegnato a Marta.
“Un professore inglese e la sua equipe avevano fatto delle clamorose scoperte su quelli che erano gli elementi fondanti della religione cristiana. Elementi di cui la Chiesa sarebbe stata a conoscenza da secoli, ma avrebbe nascosto per non perdere tutto. La storia ne parla come della Crisi Milton. Dai, almeno questo nome l’avrai sentito qualche volta...”

Ma lo sguardo perso nel vuoto del suo ragazzo, mentre l’ascensore li sparava verso il novantaseiesimo piano del blocco F dell’Alveare, chiariva che no, non ne aveva mai sentito parlare, perciò Marta proseguì: “Milton e i suoi avevano concluso le loro ricerche già da qualche tempo, ma annusando puzza di bruciato qui a Roma scelsero con cura quando far esplodere la bomba, rendendone noti ai media i risultati proprio nel momento di massima difficoltà per il Vaticano. Il risultato, beh, fu semplicemente devastante”

“E che aveva scoperto Milton?”

“Vedi”, rispose Marta, entrando per prima nel suo nido e sfilandosi le ballerine dai piedi, “il Cristianesimo si basava sulla storia di un essere divino incarnatosi in quest’uomo, Gesù. Il figlio di un carpentiere di quella che è oggi la Zona Radioattiva Mediorientale, condannato a morte, ucciso su una croce di legno per redimere i peccati di tutti gli uomini, e poi risorto per guidarci dall’alto. O qualcosa del genere”

“Fammi indovinare”, la interruppe Luca mentre si toglieva i vestiti per entrare nella doccia a vapori. “Si è scoperto che in realtà questo Gesù non è mai morto su quella croce, non è così?”



“No”, gli rispose Marta, togliendosi il poncho cromomimetico per seguirlo sotto la doccia. “Si è scoperto che non è mai esistito”.



[CONTINUA]

Commenti

  1. Gran bello anche questo, di cliffhanger. Bravo. Solo che, dannazione, è dura aspettare una settimana per sapere come continua... :)

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  2. Forte. Posso provare ad affezionarmi ai due protagonisti, o tipo scompaiono/li ammazzi settimana prossima?

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  3. E chi può saperlo. Ormai in questi romanzi a puntate per blog di videogiochi succede di tutto. Non c'è più religione.

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  4. Sei un genio, Alessandro, voglio vedere come ne esci da sta cosa. Negare l'esistenza di Cristo è difficile, storicamente intendo :)

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  5. Abbi fede. Anzi, no: è meglio di no.

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