Heavy Rain (nel 1989)
Ieri sono andato in edicola per comprare tre pacchetti di figurine panini e Paperino Mese, ma visto che Paperino Mese ancora non era arrivato Gino il giornalaio mi ha detto oh ale lo vuoi questo giuoco nuovo per il Commodore 64, e ha tirato fuori da sotto il bancone una videocassetta con una tizia bionda tutta nuda col pitone che c'era scritto Cicciolina l'insaz..., ma il resto non sono riuscito a leggerlo che Gino l'ha messa subito via e ha detto toh scusa mi sono sbagliato. Allora mi ha passato questa cassettina per il Commodore 64 del gruppo editoriale gècson su cui c'era scritto "HEAVY RAIN" e c'era scritto che dovevi risolvere il mistero dell'assassino dei foglietti piegati. [...]
Allora io ci ho detto oh Gino grazie ma ci ho solo quattromilaeseicento lire e il giuoco invece viene quattromilaenovecento. Che te le posso portare domani le altre trecento lire che le chiedo a mamma? E lui mi ha detto sì occhei. Però ricordati, se no il tuo Paperino Mese ce lo vendo alla figlia del farmacista Gionchetti, che loro sono più ricchi dei tuoi e comprano più riviste.
Allora sono tornato a casa tutto contento leggendo sul retro del cartoncino la trama del giuoco e immaginandomi già sulle tracce del killer dei foglietti piegati come lo Scerlocòlmz della televisione quello con la faccia da volpino, ma quando sono arrivato mi sono ricordato che al Commodore si è bruciato il fusibile del trasformatore e non si accende. Allora ho chiamato Sasà Baratta (detto Rombo di Tuono, ma non perché sa giuocare a pallone. Anche se ora sta provando a fare il portiere e il padre lo ha iscritto alle giovanili dell'Azzurra Calcio) per chiederci se potevo andare da lui a giuocare col suo. Sasà, ci ho detto al telefono, posso venire a casa tua che c'ho questo giuoco nuovo per il Commodore? Uh non lo so mi ha detto lui, che dovrei andare all'allenamento, ma com'è che si chiama? Allora io ci ho detto il titolo ma lui ha capito male e mi ha detto ah ho capito blèc rein come quel film che deve uscire con i mafiosi giapponesi che l'altro giorno eravamo al cinema a vedere Rambo III con papà e mio cugino e hanno fatto la pubblicità e io ci ho chiesto pa' mi ci porti e lui mi ha detto te lo puoi scordare, che oggi se ne sono già andate quindicimila lire per venirci a vedere questa cazzata.
Ma io ci ho dovuto dire no Sasà mi spiace ma il titolo è èvirein. Allora lui mi ha chiesto che cosa vuol dire evirèin e io ci ho risposto che cioé è come evimétal, che vuol dire metallo figo. Pioggia figa. Allora Sasà ha detto che era una ricchionata e che se ne andava all'allenamento che domenica c'era la partita e l'allenatore dell'Azzurra gli ha detto che Sasà gli ricordava Walter Zenga. E ha messo giù.
Allora ho pensato che solo Tonino Pugnetta poteva salvarmi, anche se ultimamente ci ha questa fissa di Samantha Fox che lui pensa solo a Samantha Fox e si ascolta le canzoni fino a quando non rompe i nastri delle cassette, e allora si è fatto registrare lo stesso disco su dieci diverse cassette vecchie da edicola dei giochi del Commodore da suo fratello Michele che c'ha la doppiapiastra. Così se Tonino ti presta un gioco per il Commodore che c'è scritto Soldato Super e lui ti dice che dentro c'è Commando, dentro è capace che ci trovi Samantha Fox.
Allora siccome Tonino non c'ha più il telefono a casa che i suoi sono poveri e il padre da quando ha fatto l'incidente non guida più il camion, sono andato sotto casa sua e mi sono messo a gridare Tonino! Tonino! Affiacciati, Tonino! Allora si è affacciato invece il padre e mi ha detto ma che cazzo ti gridi sali, va. E ha fatto un rutto così forte che si è girato pure il vigile.
E io sono salito e con Tonino abbiamo preso il Commodore da sotto al letto, l'abbiamo collegato all'antenna del Mivar in bianco e nero e abbiamo messo il gioco nel registratore e c'era questo architetto che doveva trovare il figlio che s'è perso alla Standa.
Poi c'erano delle frecce e delle scritte in inglese che tremavano tutto attorno alla sua testa, e non si capiva più bene mica. Allora Tonino ha detto oh mi sa che Gino il giornalaio ti ha dato una sola, io ho alzato le spalle e siamo scesi giù a giocare al giocolone col Tango buono. Dopo un poco è arrivato pure Sasà che si teneva il braccio davanti agli occhi, singhiozzava e aveva la faccia tutta rossa. Ma che hai fatto ci abbiamo chiesto mica stai piangendo Sasà? E lui no, ma che dite, io non piango mai che una volta il dottore ha detto che le lacrime me le hanno tolte quando avevo tre anni assieme alle adenoidi. Ma noi non ci abbiamo creduto mica e gli abbiamo chiesto che era successo e lui ha detto l'allenatore quello stronzo di merda. Che all'allenatore Sasà gli ricordava Walter Zenga solo per il naso storto, e ci aveva detto che finché il padre pagava l'iscrizione non c'erano problemi, ma un posto in squadra domenica non glielo dava manco per un cazzo.
Allora io ci ho detto oh Gino grazie ma ci ho solo quattromilaeseicento lire e il giuoco invece viene quattromilaenovecento. Che te le posso portare domani le altre trecento lire che le chiedo a mamma? E lui mi ha detto sì occhei. Però ricordati, se no il tuo Paperino Mese ce lo vendo alla figlia del farmacista Gionchetti, che loro sono più ricchi dei tuoi e comprano più riviste.
Allora sono tornato a casa tutto contento leggendo sul retro del cartoncino la trama del giuoco e immaginandomi già sulle tracce del killer dei foglietti piegati come lo Scerlocòlmz della televisione quello con la faccia da volpino, ma quando sono arrivato mi sono ricordato che al Commodore si è bruciato il fusibile del trasformatore e non si accende. Allora ho chiamato Sasà Baratta (detto Rombo di Tuono, ma non perché sa giuocare a pallone. Anche se ora sta provando a fare il portiere e il padre lo ha iscritto alle giovanili dell'Azzurra Calcio) per chiederci se potevo andare da lui a giuocare col suo. Sasà, ci ho detto al telefono, posso venire a casa tua che c'ho questo giuoco nuovo per il Commodore? Uh non lo so mi ha detto lui, che dovrei andare all'allenamento, ma com'è che si chiama? Allora io ci ho detto il titolo ma lui ha capito male e mi ha detto ah ho capito blèc rein come quel film che deve uscire con i mafiosi giapponesi che l'altro giorno eravamo al cinema a vedere Rambo III con papà e mio cugino e hanno fatto la pubblicità e io ci ho chiesto pa' mi ci porti e lui mi ha detto te lo puoi scordare, che oggi se ne sono già andate quindicimila lire per venirci a vedere questa cazzata.
Ma io ci ho dovuto dire no Sasà mi spiace ma il titolo è èvirein. Allora lui mi ha chiesto che cosa vuol dire evirèin e io ci ho risposto che cioé è come evimétal, che vuol dire metallo figo. Pioggia figa. Allora Sasà ha detto che era una ricchionata e che se ne andava all'allenamento che domenica c'era la partita e l'allenatore dell'Azzurra gli ha detto che Sasà gli ricordava Walter Zenga. E ha messo giù.
Allora ho pensato che solo Tonino Pugnetta poteva salvarmi, anche se ultimamente ci ha questa fissa di Samantha Fox che lui pensa solo a Samantha Fox e si ascolta le canzoni fino a quando non rompe i nastri delle cassette, e allora si è fatto registrare lo stesso disco su dieci diverse cassette vecchie da edicola dei giochi del Commodore da suo fratello Michele che c'ha la doppiapiastra. Così se Tonino ti presta un gioco per il Commodore che c'è scritto Soldato Super e lui ti dice che dentro c'è Commando, dentro è capace che ci trovi Samantha Fox.
Allora siccome Tonino non c'ha più il telefono a casa che i suoi sono poveri e il padre da quando ha fatto l'incidente non guida più il camion, sono andato sotto casa sua e mi sono messo a gridare Tonino! Tonino! Affiacciati, Tonino! Allora si è affacciato invece il padre e mi ha detto ma che cazzo ti gridi sali, va. E ha fatto un rutto così forte che si è girato pure il vigile.
E io sono salito e con Tonino abbiamo preso il Commodore da sotto al letto, l'abbiamo collegato all'antenna del Mivar in bianco e nero e abbiamo messo il gioco nel registratore e c'era questo architetto che doveva trovare il figlio che s'è perso alla Standa.
Poi c'erano delle frecce e delle scritte in inglese che tremavano tutto attorno alla sua testa, e non si capiva più bene mica. Allora Tonino ha detto oh mi sa che Gino il giornalaio ti ha dato una sola, io ho alzato le spalle e siamo scesi giù a giocare al giocolone col Tango buono. Dopo un poco è arrivato pure Sasà che si teneva il braccio davanti agli occhi, singhiozzava e aveva la faccia tutta rossa. Ma che hai fatto ci abbiamo chiesto mica stai piangendo Sasà? E lui no, ma che dite, io non piango mai che una volta il dottore ha detto che le lacrime me le hanno tolte quando avevo tre anni assieme alle adenoidi. Ma noi non ci abbiamo creduto mica e gli abbiamo chiesto che era successo e lui ha detto l'allenatore quello stronzo di merda. Che all'allenatore Sasà gli ricordava Walter Zenga solo per il naso storto, e ci aveva detto che finché il padre pagava l'iscrizione non c'erano problemi, ma un posto in squadra domenica non glielo dava manco per un cazzo.
Dai, che accumuliamo materiale.
RispondiEliminaIo voglio sempre il libro. Mi vedo già il titolo: le avventure atomiche di Sasà Baratta. ^__-