Space Channel 5: la vera storia di Ulala

Gli alieni attaccano la Terra. E fin qui. A capeggiare l'invasione ci sono però il pupazzo Uàn e i colleghi Five e Four (Spank, Barone e Torakiki nella versione giapponese). Restituiti alle loro famiglie di pelouche dopo un lungo rapimento, i tre hanno cullato per anni il loro sogno di rivalsa nei confronti del genere umano. A fermare l'invasione pupazzosa viene chiamata allora Ulala, giovane recluta del corpo scelto delle ex veline di Space Channel 5. E, come tale, destinata a fare la giornalista d'assalto del TiggìSpace5, la meteorina su Space Rete 4 o la ministra. Non avendo avuto le giuste frequentazioni sessuali, le è infatti preclusa la carriera da attricetta nelle produzioni Space Rai Fiction [...] 
Sculettando sulle sue zeppe da cubista, la reporter con i capelli rosa fluo e il vestitino confezionato dall'Anas affronta i perfidi alieni colorati, coinvolgendo poveri passeggeri dello spazioporto, in attesa di un volo interplanetario cancellato per il solito sciopero selvaggio dell'Ursa Major, a seguirla in un ballo a metà tra la macarena, il para-para e la semplice figura di merda.Ma qualcosa, lo si capisce subito, non va per il verso giusto. Riguardando al rallentatore il suo scontro con gli alieni, si nota infatti in modo inequivocabile come questi le suggeriscano non solo il momento esatto, ma anche la direzione in cui far fuoco per esser centrati. E' più o meno allora che interviene Moreno Morello di Striscia la notizia, e si capisce che era tutto preparato come i pacchi di Space Rai One. Macomelava' Ulala. E non si fa Ulala. Ciapa il tapiro, qui spazioporto di, uh, boh, a voi studio. Stacchetto.
Ulala cercherà di recuperare un minimo di credibilità e soprattutto un posticino nel palinsesto (una televendita delle pentole, una poltrona da opinionista svagata in seconda serata, qualsiasi cosa) con un altro gioco, intitolato con grande sfoggio di creatività Space Channel 5 Part 2, e giocando a tennis con un altro paio di falliti. Epic fail. Trascorrerà i suoi ultimi giorni in un bordello di Coruscant, con il nome d'arte di Gisella.

In foto, la copertina del gioco: tutti lo ricordano come un tassello fondamentale nel curriculum di un tizio, Mizuguchi, che prima faceva i giochi di macchine e poi si è messo a fare grandi giochi musicali come Rez, Lumines e, uh, nient'altro. Tutti ne parlano come di un capolavoro, un pilastro della softeca Dreamcast. Ma alla fine era una mezza stronzata. Ah, la versione PAL di SC5 Part 2, sia per PS2 che per DC, non si trova, perché siccome c'era questa storia di maicolgècsonz e dei ragazzini, Sega l'ha tirata via dai negozi un nanosecondo dopo avercela portata. E sì, la versione japa è già molto più facile da reperire: e proprio per questo chi la compra è un pezzente smidollato. Che così sono bravi tutti.

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