Sonic Unfinished

Trent'anni di militanza videoludica ti hanno insegnato che un videogioco o è bello o è una (disceta/mezza/completa) merda. Che un titolo, per dire, non può sottrarsi a questa rigida dicotomia, essendo al contempo bello E di merda. Bene, Sonic Unleashed è evidentemente il primo esemplare di una nuova stirpe, gioco in grado di essere tanto piacevole quanto orrendo.
Flashback: la scorsa primavera ti aggiri intimorito negli uffici di Sega nella periferia guappa di Tokyo, mentre il Sonic Team al gran completo cerca a) di farti bere una Fanta dal gusto improponibile e b) di raccontarti l'armi e gli amori della loro nuova fatica, Sonic Unleashed. Quel che ti viene mostrato (Sonic che scorazza in lungo e in largo su un'isoletta greca, devastando talmente tanta roba da mettere in ginocchio il turismo del posto) ti piace. E', finalmente, Sonic applicato alla nuova generazione: senza robaccia inutile, senza fronzoli, senza cazzate. Velocità, salti, rimbalzi, frizzi, lazzi. Un titolo che magari alle nuove generazioni, alle legioni di fan della pleistèscio, non avrebbe detto nulla, ma pur sempre in grado di gasare il giusto voi ludowanker della prima ora. Passano appena due mesi, però, e salta fuori la storia del porcospino mannaro. Che, evidentemente, a Sega di far contenti quattro nerd non fregava una ceppa. Che ormai si punta sempre al mercato, quello grosso. Che Sega, diciamolo, se non inguaia i suoi vecchi franchise in fondo non si sente contenta. Quel che hai giocato in questi giorni in preda al pessimismo, di conseguenza, è un VG positivo, divertente, dai colori brillanti e adeguatamente old-school nelle fasi diurne. Ma anche un clone senza vergogna (e senza coglioni) di un God of War qualsiasi nottetempo, allorchè a Sonic spuntano le zanne e gli artigli. E a chi impugna il pad cascano i maroni per terra.

In foto: Sonic il licantropo prende a mulinare braccia estensibili come Kratos agita le spade incatenate ai polsi. E come il fantasma di Sparta anche il porcospino finisce i nemici con dei banalissimi QTE, ha una sua versione della furia degli dei, rompe vasi e cocci e altri fini manufatti dell'artigianato locale per recuperare energia e bonusame vario. Kratos, però, non sta lì le ore a negoziare una piattaforma, pensando che se casca giù dovrà ripestare da capo una decina buona di nemici per la sesta volta di fila, porca vacca.

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