La CEI sul divano Ikea


Fortuna che non ne hai il tempo, che sei tornato dal lavoro così tardi che in giro c'era solo l'erba mobile a rotolare, che ora devi provare altre 320 finisher in Fire ProWrestling D, che di queste cose su questo blog non ti occupi mica. Altrimenti dovresti cedere all'impulso irresistibile di scrivere che oggi, per l'ennesima volta, la CEI ha detto a governo, elettori, consigli regionali e comunali, assemblee scolastiche e circoli del Subbuteo, per filo e per segno, cosa deve fare la politica italiana. Solo che Bagnasco ha lasciato parlare il segretario Betori, quello gasatissimo contro i nemici della chiesa (che nella sua visione, come nel film di Jean-Jacques Anneaud, sono alle porte). Che infatti non ha perso occasione per precisare che la campagna mediatica ordita contro la chiesa cattolica è terrificante e organizzatissima e incalzante e bianconera. Anzi no, quello non l'ha detto.
Fortuna, insomma, che tu queste scose qui non le scrivi.

In foto, un divano Stockholm Ikea che, in casa, non sapete proprio dove mettere. Ma niente paura: tempo un paio di giorni e la CEI ti contatterà. Personalmente. E dopo averti ritirato la tessera AGESCI dei lupetti del 1984, in quanto non bravo cattolico, ti dirà dove piazzare il divano. Ti dirà questa e tante altre cose bellissime, come ad esempio: comprare Super Mario Galaxy, pagare più tasse, farti passare il mal di schiena, fare a meno del blog, mangiar sano, stare in forma, respirare. Quest'ultima, non sempre.

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