"Àu!"
Ti vengono in mente almeno quattro ragioni per cui, oggi come oggi, si dovrebbe fare incetta delle copie ancora in circolazione di Michael Jackson's Moonwalker. E poi farne un bel falò natalizio in piazza, con tanto di struggenti carrellate alla Frank Capra. E no, il fatto che con il coin-op la versione casalinga non avesse nulla a che fare non è in cima alla lista. Così come non lo è il terribile look di Jacko (ma che allora, in quella torride estate del 1990, aveva il coraggio di rappresentare l'apice del cool, ricordiamolo), con il calzino a vista. O la presenza di quella stupida scimmia (Bubbles? Bobbles? Puzzle Bobble?) che la popstar si portava all'epoca sempre dietro. No. La cosa più inquietante è che, novello Joe Musashi, Jackson deve salvare nel gioco delle bambine rapite. Povere fanciulle che lo ringraziano (con quel "Michael!" talmente stridolo che ti porta a capire perché siano state rinchiuse in degli scantinati) tutte contente e sicure e piene di gioia di vivere. Perché ancora non hanno messo piede a Neverland, ecco perché.
In foto: Moonwalker per Mega Drive. Un gioco che, oggi come oggi, hai come l'impressione che a Jackson non lo dedicherebbero più.
In foto: Moonwalker per Mega Drive. Un gioco che, oggi come oggi, hai come l'impressione che a Jackson non lo dedicherebbero più.
A me piaceva :)
RispondiEliminaEccezionale quando si trasformava in Jacko-robottone...
Eh. Anche a me piaceVA. E pure un casino. Il punto è che, a rivederle 17 anni dopo, certe cose non ti portano il solito, scialbo e scontato (SSS) effetto nostalgia. No. Ti portano a vergognarti un bel po'.
RispondiEliminaUno dei pochissimi giochi che possedevo per la mia primissima console.
RispondiEliminaCi sono affezionato per forza perchè l'altro era il terribile California Games.