Pinguini, mazze e soprattutto mazzate (TGS: il lungo rientro)

Il cielo, in un qualche punto sopra la Siberia. Tu, i Franz Ferdinand e una rivista jappa dividete il posto centrale di una fila infelice. Davanti a voi, un infante a pile alcaline urla a intervalli regolari, un paio di giapponesi ronfano, le hostess continuano a spingere carrelli dall'odore che di invitante non ha proprio nulla. Il Duffo è finito qualche fila dietro, ingoiato dalla masnada di meccanici Ducati e fan di Valentino di ritorno da Motegi. Un'allegra brigata di cazzari che si lancia cuscinetti, insulti e apprezzamenti in romagnolo (a occhio più volgari degli insulti) senza soluzioni di continuità. E mentre guardi sullo schermo un film d'animazione sui pinguini e pensi che sia Happy Feet, ma poi i pinguini non ballano e sono tutti tatuati e fanno surf e c'è pure Kelly Slater (quando, insomma, inizi a capire che di film di animazione sui pinguini ne hanno fatti negli ultimi tempi addirittura due. E questo è quello che Ubisoft intende portare su ogni piattaforma esistente), il tuo vicino di posto, giapponese, subisce in stretta sequenza un cuscino in faccia e il collasso di un meccanico rincoglionito dai troppi drink sul suo tavolino. Mentre cerca di ripulirsi alla bene e meglio i pantaloni zuppi della birra versata all'impatto, il salary man ti rivolge uno sguardo interrogativo. E tu proprio non sai cosa cavolo dirgli. Non sei uno di quelli che disprezzano gratuitamente il proprio paese e i loro connazionali ogni qual volta che se ne allontanano, non lo sei per niente. Però che cazzo, dai..

In foto, l'ultima sera a Tokyo, trascorsa in un batting center a rispedire al mittente meccanico insidiosi lanci ad effetto. Momenti di viva preoccupazione per il posto in squadra vissuti in quel frangente dai battitori dei Giants.

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