La domenica on the road. AKA: in trasferta per un sacco di dischi rigati
Puoi spingere tua moglie a infilarsi in macchina e farsi centottanta chilometri di autostrada, tra andata e ritorno, solo per infilare il negozio Gamestop più vicino e far razzia di titoli manifestando chiari sintomi da bulimia da videogiocatore? Sì, se le dici machiavellicamente che la porti a vedere un nuovo centro commerciale pieno di negozi... uh, interessanti, dove non siete mai stati.
Puoi, dopo aver portato alla cassa del suddetto negozio - ignorando cosa sia la continenza e quanto sia perennemente perigliosa e incerta la situazione della tua carta di credito - due tonnellate di giochi per PS2 e Xbox e 360 e PSP, mandare a fare in c*lo un commesso spocchioso che si rifiuta di farti vedere le condizioni dei dischi dei giochi usati, ripetendo come un mantra che "tanto sono giochi usati, è normale che siano rigati e ovvio che magari non funzionino"? No, non puoi. Perché razionalmente sai che per lui vendere giochi o hamburger è la stessa cosa, che ti disprezza perché gli stai rivolgendo delle domande mentre sente alla radio Tutto il calcio minuto per minuto e la ragazza gli manda gli SMS zozzi, che magari considera te e tutti gli altri clienti dei poveri dementi con troppi soldi da buttare dietro a giochi vecchi. Che poi magari non è nemmeno un concetto troppo lontano dal vero. Ma poi pensi che per arrivare fin lì ti sei dovuto sorbire quasi 200mila metri della più meravigliosa delle autostrade del pianeta (una lingua d'asfalto nominalmente italiana ma di fatto affidata - come testimoniano chiaramente le precarie condizioni del suo manto - a una qualche azienda che traccia mulattiere in Kirgizistan), e soprattutto dovrai sciropparti di lì a poco venti negozi di abbigliamento tutti uguali e tutti popolati da commesse ugualmente svogliate, nonché pericolosissimi negozi di sopramobili inutili e, gran finale, una tremenda spesa da fine settimana al rientro in città. Perciò pensi che hai tutto il cacchio di diritto di incazzarti e al diavolo le buone maniere e pretendi che i dischi, sissignore, ti vengano mostrati tutti. Anche se poi prendi pure quelli un po' rigati, infili tutto nella busta e te ne esci sentendoti un po' più vecchio e borghese e stronzo di quanto non fossi ieri.
In foto, Patapon. Alla fine non hai resistito e, dopo aver riportato di fretta in redazione l'UMD del gioco per liberarti da questa nuova forma di assuefazione psichedelica (nella radice etimologica propria del termine: nel senso che è in grado davvero di mandarti in pappa il cervello con quella sua f*ttuta marcetta), alla fine sei capitolato e lo hai infilato in busta assieme al resto. Eh che ci vuoi fare: càpita.
Puoi, dopo aver portato alla cassa del suddetto negozio - ignorando cosa sia la continenza e quanto sia perennemente perigliosa e incerta la situazione della tua carta di credito - due tonnellate di giochi per PS2 e Xbox e 360 e PSP, mandare a fare in c*lo un commesso spocchioso che si rifiuta di farti vedere le condizioni dei dischi dei giochi usati, ripetendo come un mantra che "tanto sono giochi usati, è normale che siano rigati e ovvio che magari non funzionino"? No, non puoi. Perché razionalmente sai che per lui vendere giochi o hamburger è la stessa cosa, che ti disprezza perché gli stai rivolgendo delle domande mentre sente alla radio Tutto il calcio minuto per minuto e la ragazza gli manda gli SMS zozzi, che magari considera te e tutti gli altri clienti dei poveri dementi con troppi soldi da buttare dietro a giochi vecchi. Che poi magari non è nemmeno un concetto troppo lontano dal vero. Ma poi pensi che per arrivare fin lì ti sei dovuto sorbire quasi 200mila metri della più meravigliosa delle autostrade del pianeta (una lingua d'asfalto nominalmente italiana ma di fatto affidata - come testimoniano chiaramente le precarie condizioni del suo manto - a una qualche azienda che traccia mulattiere in Kirgizistan), e soprattutto dovrai sciropparti di lì a poco venti negozi di abbigliamento tutti uguali e tutti popolati da commesse ugualmente svogliate, nonché pericolosissimi negozi di sopramobili inutili e, gran finale, una tremenda spesa da fine settimana al rientro in città. Perciò pensi che hai tutto il cacchio di diritto di incazzarti e al diavolo le buone maniere e pretendi che i dischi, sissignore, ti vengano mostrati tutti. Anche se poi prendi pure quelli un po' rigati, infili tutto nella busta e te ne esci sentendoti un po' più vecchio e borghese e stronzo di quanto non fossi ieri.
In foto, Patapon. Alla fine non hai resistito e, dopo aver riportato di fretta in redazione l'UMD del gioco per liberarti da questa nuova forma di assuefazione psichedelica (nella radice etimologica propria del termine: nel senso che è in grado davvero di mandarti in pappa il cervello con quella sua f*ttuta marcetta), alla fine sei capitolato e lo hai infilato in busta assieme al resto. Eh che ci vuoi fare: càpita.
si,tralaltro la gente che lavora in quei posti tendenzialmente ha un incompetenza veramente insopportabile.E il bello e' che tentano di fare pure quelli che ne sanno, consigliandoti giochi senza che tu gliel'abbia chiesto,e che non compreresti manco a 4€ incelofanati.
RispondiEliminaCmq gli usati di eb games/gamestop hanno prezzi esorbitanti, molto meglio il negozietto di videogiochi imboscato, ormai purtroppo in via d'estinzione.vabe'.
tutti a parlarne bene di patapon,prima o poi lo provo,davvero.
law.
Beh, se accetti la condizione implicita di lasciarti installare nel cervello una directory nascosta e insidiosissima, che ti manderà in autorun per mesi delle f*ttute marcette, perniciose come il più pernicioso dei memi, fai pure.
RispondiEliminaIo però ti ho avvertito.