Gianluca Arkanoid e gli incontinenti di Liverpool

Ieri pomeriggio, qualche giro di lancetta grande dopo le 18. Ti aggiri negli spazi troppo soft della FNAC di via Torino, Milano, Italia, Europa, Mondo. Stai cercando "La difficile disintossicazione di Gianluca Arkanoid", ma proprio non ti riesce di trovarlo. Poi ricordi un qualche claim in copertina, sul "romanzo della generazione joypad", e allora punti deciso verso il reparto Moccia, tra le torri di copie di "Scusa ma ti chiamo zoccola" e "Ho perversamente voglia di te" e "3 metri sopra il cazzo". Bingo. Leggi lì, in piedi tra gli spazi troppo soft, le prime venti pagine, e quello che leggi non ti piace. Lo stile alla Nove ma senza il surreale di Nove, le descrizioni volutamente banali di cose, marche e persone alla Bret Easton Ellis degli esordi, ma senza il Bret Easton Ellis degli esordi. Ma siccome Ivan ne ha scritto un gran bene sulla Stampa.it, e per qualche ragione continui a fidarti del suo parere nonostante le ultime sole che ti ha rifilato, e siccome è anche tardissimo, sganci i 14 euro alla cassa ed esci nella prima sera milanese, fendendo gli stormi di tifosi del Liverpool già sfondati di Becks. Infili un vagone della metro in mezzo alla marea rossa che canta e balla, e in piazzale Lotto scendi e prosegui incapsulato nel loro fronte compatto, mentre gli inglesi continuano a cantare, continuano a bere Becks e pisciano sui muretti e le siepi e le aiuole curate di austeri condomini del quartiere San Siro. Incapsulato, ma non mimetizzato: vuoi per i tratti calabri, vuoi per il tuo essere incappottato, quando il più freddoloso degli avvinazzati albionici è a maniche corte. In fronte avanza, sempre compatto, verso lo stadio, e poco prima del Meazza incrocia una sparuta pattuglia di podisti, in mezzo ai quali spicca un tipo in pettorina gialla fluo, che sembra proprio il Linus di Radio Deejay. E infatti è il Linus di Radio Deejay, che per qualche secondo ti fissa: forse stupito, forse invidioso del tuo essere presunto supporter del Liverpool dai tratti calabri. Arrivi alla zona rossa della tribuna, ti siedi e per la tensione prendi a leggere furiosamente il libro di Laudiero. Di fianco a te trovano spazio due ciccioni albionici alticci, e ti viene detto che sono i capoccia di Evolution Studios. I tipi di Motorstorm. "Uh, bel gioco", tagli corto, ributtandoti sul romanzo. Arrivi a una ventina scarsa di pagine dalla fine, ma poi inizia la partita, l'Inter non segna nemmeno a parlarne, il bamboccetto Torres invece sì, e allora non te ne frega più un cazzo e butti via il libro e i ciccioni alticci ti fanno gesti poco sportivi e tu dici che "Motorstorm, a dirla tutta, fa davvero cagare", ed esci nella notte milanese, tra le bottigliette di Becks e i muri pieni di scorie già smaltite di Becks, e per la disperazione te ne vai a mangiare una piadina alla nutella.

In foto: non saprai mai se Gianluca Arkanoid sia riuscito o meno nel suo intento di disintossicarsi. Tu, in compenso, ieri ti sei intossicato di brutto.

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