10 cose che odio di te. E forse anche qualcuna in più (Misoginia a San Valentino)

Più per spezzare ogni tanto (che il Kit-Kat ti ha sempre fatto schifo), tra un match e l'altro a Fire Pro D, che per vero interesse, stai portando avanti le tautologiche peregrinazioni dell'ex calciatore Altaìr in quel di Gerusalemme, Damasco e Acri (CS).
Ora, a infastidirti del gioco Ubi non è solo il fatto che sia sempre tutto dannatamente uguale a se stesso, missione dopo missione. Nope. E neanche l'intolleranza dei suoi peones virtuali verso un povero Cristo che, per arrivare alla fine del mese, si arrampica sui tetti e sulle torri e sulle guglie come un Alain Robert qualsiasi. Nemmeno: che a quello ormai hai fatto l'abitudine. Per riassumere il tuo senso di disagio, ecco quindi una top 10 delle dieci peggiori minchiate di Assassin's Creed:

10) I colleghi assassini che incontri nei vari quartieri. Non possono proprio a) trovarsele da soli quelle cazzo di bandierine e b) accoppare i due tipi che li inseguono, anziché star lì a piangersi addosso? E poi sarebbe Altaìr quello che deve recuperare la fiducia del suo capo.

9) I combattimenti. Di più lento, sulla faccia della Terra, si ricorda solo l'incedere di Wim Jonk sull'erba di San Siro.

8) Le scalate. Atletico per com'è atletico, non è tanto che Altair si pianti a fissare imperterrito quel palo/mattone/appiglio fino a quando non lo sposti di quei due millimetri sufficienti a che capisca che sì, è proprio lì che deve appendersi. E' che lo faccia proprio mentre le guardie lo tempestano di frecce, sassi, lattine, insulti e sputi a darti fastidio.

7) I Templari. Ti avvistano a duecento metri di distanza, e iniziano ad urlare delle robe incomprensibili in dialetto barese, mulinando belligeranti la spada. Ma solo se gli passi davanti. Se arrivi alle loro spalle, puoi fare tutto il casino che vuoi, ma non si accorgeranno mai della tua presenza. Forse, dentro l'elmo, c'hanno l'aipòd.

6) Il vecchio/la signora/il minchione che salvi dagli armigeri. Aspetta che massacri almeno dieci guardie per dirti, con quella faccia da schiaffi: "Grazie, penso che me ne starò a casa per un bel pezzo" (e farlo prima?), o anche "Grazie, ma potevo farcela da sola" (bella stronza). Poi nel quartiere successivo li ritrovi di nuovo lì, a implorare aiuto. Ipocriti.

5) L'aquila. "Gentile pennuto, visto che per questa cosa della sincronizzazione che ancora non ho ben capito, mi devo arrampicare su non uno, magari quello più alto e bon, ma su venti pinnacoli per ogni fottuto distretto, mi farebbe la cortesia di levarsi dai coglioni e lasciarmi libero il trespolo? Grazie".

4) Il salto della fede. Alla terza esecuzione il verso dell'aquila che l'accompagna dà già ai nervi. Alle centoventisettesima si manifestano i primi sintomi dell'orchite.

3) I tizi che dopo accoppati si alzano in piedi per farti la morale, al centro di una sorta di tecno-visione degna di un anime giapponese. Sei morto? E statti un po' zitto, porca di quella vacca argentina.

2) Il laboratorio, e le confessioni della "dottoressasfigatachelavoraperlasocietàmalvagia ma, ovviamente, nonpersuavolontàmihannocostrettaetidaròunamanoeforse ma se ti comporti bene c'èancheroba". Originalissimo.

1) E arriviamo al top: la vecchia rompicoglioni. Devi inseguire un tipo, interrogarne a ceffoni un altro, acchiappare una dannata bandierina per quel minchione del tuo collega, e questa ti si attacca addosso per dei soldi che non hai. Con quella vocina sgraziata. Ecco, l'unica vera soddisfazione che il gioco sa garantirti è forse proprio quella di buttarla a calci in culo giù per una scalinata. Rispettosamente sulle orme dell'epico Ugo Fantozzi contro la vedova al cimitero e la suora all'ospedale.

In foto, forse sei l'unico che ha parlato già più volte di Assassin's Creed senza mai nominare la Raymo... oh, cazzo.

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