Il papero e il mai-halo


Ok, stai giocando ad Halo 3 da tre ore. E finora il capolavoro, il gioco cui la rivista inglese Orlo ha dato 10, l'unico e solo Halo-killer (che ci vuole un Halo per ammazzarne un altro. Dicono) non l'hai visto. La campagna in singolo sarebbe pure intrigante per le sue atmosfere alla Fanteria dello Spazio, non ci fossero quei fottutipaperini. Quei nemici lì, quei cosi alti un cazzo e un barattolo, tutti abilissimi imitatori di Paperino (cazzo c'avranno, ti chiedi, l'elio in quelle mascherine?), tutti pronti a darsi la fuga a gambe aperte (non la vendono la Preparazione H nello spazio?) sono tre edizioni del gioco, su due console diverse, che li ammazzi a centinaia. E ancora non sono finiti. Con quei cinghialoni dei Bruti già va un po' meglio, ma livello dopo livello, per quanto possa essere figa come arma l'alabarda sonica-spaziale, ti rompi presto. Ebbecerto, dice. "Ilsingleplayerormaièsolounapalestraperilmulti. Lo sanno tutti" è una frase talmente gettonata che sarà riportata, ne sei sicuro, da qualche parte anche sul manuale del gioco. E tu ci provi anche a giocare in multi, ma il matchmaking è la cosa più lenta che tu abbia mai visto da quando Vim Jonk non calca più l'erba di San Siro. Roba da far scoglionare anche quei placidi vecchietti che alla posta, per la pensione, fanno una fila dalla durata media di due giorni. Un'ora dopo sei riuscito a portare a casa due scarne partitelle rossi contro blu, troppo incasinate e piene di gente saltellante per risultare un minimo divertenti. E dire che, in un tempo non troppo lontano, i giochi online alla Unreal Tournament erano i tuoi preferiti.
Be', gli anni passano per tutti. Tranne che, evidentemente, per quei fottuti paperini alieni.

In foto, Master Chief, fratocugino di Mister Clean e anch'esso affetto da una severa forma di alopecia (ecco svelato perché, col casco, ci fa pure la doccia).

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