Le pubblicità fuorvianti di Topolino: Ottobre 1982

Se oggi si è tutti - te e quelli più o meno tuoi coetanei che conosci - una gran manica di debosciati, di giovani insicuri, perduti e manco più tanto giovani, la colpa è essenzialmente di Topolino. Di Topolino e delle sue dannate pubblicità di giocattoli e merendine [...]
Pagine traboccanti di finte verità, di promesse colorate e truffaldine, di messaggi incerti e un po' terroni, coniati da pubblicitari che avevano finito le medie solo grazie agli sforzi epistolari della Scuola Radio Elettra. Prendiamo un numero a caso. Tipo, chessò, il 1402, del 10 ottobre 1982 (700 lire). Prendiamolo e sfogliamolo assieme, saltando ovviamente a pié pari le storie a fumetti e pure quegli articoli inutili che c'erano in mezzo, e puntando dritti verso la fuffa promozionale dal nostalgico sapore dei tempi che furono.
Ah, dimenticavi: questo è un post decisamente NSFW, ma pure non così safe in presenza della vostra dolce metà. Non che ci siano le donnine nude. Ci mancherebbe. Ma se il vostro capo o la vostra lei o il vostro lui vi trova a piangere come dei tonni davanti a una pubblicità di 28 anni fa, minimo minimo vi manda a fare in culo. Con tutte le ragioni di questo mondo, peraltro. Ok? Ok.
A parte il fatto che il concetto di bambola a cui crescono i capelli ti fa orrore e raccapriccio ancora oggi. Milioni di ragazzine abbandonarono anzitempo gli studi per diventare parrucchiere, e la colpa era tutta di Fabella Superstar. Anche se poi, certo: oggi loro almeno uno straccio di lavoro ce l'hanno
Le famiglie di oggi si limitano a rompere i coglioni. Quelle dell'82, invece, dopo avevano cura di rincollarteli. Gli incollatutto: una famiglia unita dal vecchio valore dello sniffare la colla. Occhio ai premi del concorso: un pezzentissimo gioco da tavolo di quelli che se te li regalavano per Natale imparavi a bestemmiare, una Polaroid e un televisore portatile del Cretaceo inferiore
La gomma del ponte, simbolo posticcio nell'immaginario collettivo di voialtri selvaggi del millenoventoottantadue di Stati Uniti, di Nuova York, di gustolungo ammerrigano. E infatti i premi del concorsissimo erano biciclette Girardengo, motorini Garelli, Renault 5 e viaggi sul periglioso Concorde. Di americano, insomma, da vincere non c'era un'infiocchettatissima fava
I trucchi di Candy Candy. Trucchi per bambine di dieci anni. Prodotti dalla Polistil delle piste Polistil. Reclamizzati dalla ragazzina rompicoglioni delle siringhe Pic Indolor (giusto un attimo prima che, a furia di farsi bucare, diventasse una drogata). Troppe, troppe cose sbagliate nello stesso posto
Ok, questi li ricordi fighissimi. Gli aeroplanini magnetici dei Super Amici. Peccato che a te uscivano sempre Wonder Woman e quel cazzo di Robin.
Un ormai finito Paolo Rossi si giocava gli ultimi scampoli di popolarità post-mondiale pubblicizzando delle polacchine orribili. In regalo con ogni paio acquistato, in compenso, c'era un fantastico adesivo con la sua faccia da pennellone
Se il claim "piccolo elefante, grande cioccolato" non vi sembra sufficientemente pezzente, provate a leggere quello che c'è scritto subito sopra. Si parla di una fantastica raccolta di bollini da scippare a mezzo forbice agli incarti delle barrette, per ottenere "poster, magliette, dischi, pennarelli, album disegno". Roba che nell'82 non potevi permetterti di regalarla nemmeno alle tribù di primitivi con l'anello al naso
Crystal? Crystal e le sue amiche? E chi diavolo è questa gente? La risposta di Mattel alle Barbie di, uh, sempre Mattel? Che qualche lettrice donna di buona memoria e soprattutto di buona volontà ci illumini, se può
Questa spider dell'Alfa Romeo ce l'avevi, era massiccia e incredibilmente spaziale, con il cofano ad ali di gabbiano e le gomme di scorta sul retro e tutto il resto. Quella cosa del catalogo Bburago che potevi richiedere inviando duecento lire in busta chiusa era però una truffa: ci hai provato tre volte ma non ti è arrivata mai una ceppa. A due tuoi amici delle elementari uguale. Il tizio delle poste che raccoglieva la corrispondenza dalla cassetta sotto casa, però, aveva stranamente sempre chili e chili di monetine in tasca
"Babycresci veste i personaggi importanti". Tipo: due ragazzini anonimi
"Per giocare mille vite insieme". E diventare schizofrenici
Pensa la "sorpresa" di chi dentro l'ovetto ci trovava quel pagliaccetto inutile sulla sinistra
Dei Littles hai un vago, ma molto vago, ma davvero parecchio vago, giuri, vago ricordo. Tua cugina ne aveva un fottio, ma erano talmente piccoli che si perdevano in giro per casa. Uno se l'è rosicchiato il cane e sembrava Sloth dei Goonies. Tempo fa tua cugina ti ha detto "Oh, lo sai che è saltato fuori da sotto il divano? Non ci crederai mai!". "Un Littles?", hai risposto tu. E lei: "No, un casino di polvere. Ché lì il worwerk folletto non ci arriva"
Ah, l'innocenza tipica dell'82! Quando le ragazzine potevano sfogare le proprie perversioni furry facendosi regalare il Rosebonbon, il bambolotto animalotto. Oggi invece si riempiono i desktop di quei wallpaper inquietanti, con i neonati incastonati in un cavolo
Il Color Glass. Una geniale e simpatica idea da gioco: far interagire i ragazzini con oggetti fragili, potenzialmente taglienti, potenzialmente pericolosissimi, potenzialmente letali (ché lo sanno tutti, nell'82, che se ti si infila un vetro nella mano poi ti cammina fino al cuore e muori)
"Me l'ha regalata papà! E' fortissima!". Tuo padre finirà dentro per Mani Pulite. C'è poco da vantarsi, stronzo
Perché perdere del tempo a studiarsi un messaggio pubblicitario quando puoi affidare tutto a tre onomatopee scelte un po' a caso (swiss?). Cioé, dai: è una roba per Topolino. Cazzocifrega
Dia-Gats della serie Diaclone! Con i mini-piloti e tutti quegli aeroplanini componibili. Sembrava l'apoteosi del cool, il figlio illegittimo di una notte di sesso bollente tra Voltron e i Transformers. E in effetti un po' lo era, anche se Voltron non l'ha mai riconosciuto
Il povero Ciocorì. Sempre appresso a quella stronza di Biancorì. Lo vedevano tutti che era una zoccola
Marco era in realtà Donato Bilancia
Che poi magari uno credeva davvero che l'Ufficio Postale fosse un posto felice e colorato. Non una gabbia con temperatura da altoforno in cui i pensionati cercano di fotterti il posto in fila con nonchalance
Altra pubblicità Hot Wheels, altra onomatopea a cazzo di cane. "Toro scatenato! Roarr!" Roarr? Un toro che ruggisce? "Attento ai sorpassi", chiosa il testo della pubblicità. Attento tu piuttosto a quello che ti fumi, ciccio
Ma vaffanculo, che con diecimilalire ci compravi duecento penne bic e un paio di replay (s)cancellabili
"Ragazzi, è un gran giorno per chi fa Mini Volley!". Ok, solo una domanda: chi diavolo è così coglione da giocare a mini volley anziché a pallone, a basket, a qualsiasi altro sport in buona sostanza un attimo più virile?
Di Mon-Ciccì vuoi dire solo che... che... no, scusate. Ma da quando sei stato in quel negozio di Akasaka INTERAMENTE dedicato a Mon-ciccì non sei più la stessa persona
Che tenerezza, quel povero deficiente del Golosastro. Nella sua sempiterna lotta contro quella tribù di morti di fame, scatena questa volta un gorilla
e quelli glielo bloccano con un casco di banane. Un. Casco. Di. Banane. Li volevi vedere morti, quegli indiani dimmerda. Toro Farcito e tutti gli altri. Morti
Ora, voglio dire: "l'invincibile acrobata". Per l'unico Big Jim che se ne sta appeso al Giroplano senza muovere neanche un muscolo. Si fa forte il sospetto, a questo punto, che i testi di queste pubblicità fossero tutti redatti da un branco di gibboni addestrati da Jimmy il Fenomeno
Occhio alla perla: "Big Jim dispone di una tenuta adatta per ogni occasione: sub, pilota, karaté (con l'accento), safari o western". Western. E quando ti serve una tenuta western? Quando sbagli strada e ti ritrovi per caso nel 1800?
E chiudiamo con questa perla deliziosa in quarta di copertina: il pianoforte di Barbie che suona davvero. Perché dentro c'è una di quelle pianoline a 22 tasti che ti regalavano con le merendine del Mulino Bianco. Solo che questa di pianolina, a qualche povero cristo di padre cui la figlia ha fracassato a sufficienza gli zebedei, costava almeno una bella cinquantamilalire. Giusto perché sulla scatola c'era la foto di quella battona bionda
Da parte hai un'altra trentina di numeri, quindi potenzialmente potrebbe esserci anche una seconda parte e pure una terza e forsanche una quarta, ma facciamo che poi vediamo. Non mettiamo come al solito il carro davanti ai buoi, ché quelli poi non si sa mai. Magari ruggiscono.
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Commenti

  1. Ah ah!! Sì, vai con la seconda parte, ti prego!
    Comunque hai risvegliato un mio grande sogno: Dia-Gats figata pazzesca!!!! A parte il nome.

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  2. Su Crystal passo perché non ne so nulla.

    "Marco era in realtà Donato Bilancia": qui mi sono ribaltata sulla sedia :))

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  3. Come sempre: grande Doc!

    Dopodiché, vogliamo parlare della UHU? "L'unica colla che non fa fili e non sporca"? Ecco, in realtà prima della cazzo di UHU NESSUNA colla faceva fili e sporcava! Tsé, un esempio di pubblicità ingannevole che mi è rimasto impresso a fuoco nella memoria.

    Fantastica l'invettiva contro i figli di papà che c'avevano le moto elettriche Giordani, autentica lotta di classe. :)

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  4. Sul numero 1402 di Topolino non c'era neanche una pubblicità de "Lo Sparacaramelle Pez"!? Non ci credo... ;)

    Ma poi mi domando... Quanti saranno morti soffocati per essersi sparati "per traverso" una caramella, con quell'affare li? :P

    Ma soprattutto: dov'è Paola Pitagora a "pigrecomezzi" sulla pista "Policar"!? :D

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  5. No, su quel numero non c'erano, ma di piste Polistil e Pez torneremo a parlare presto. Non è una promessa: è una minaccia.
    Ah, "Pez" stava per pezzenti, chiaramente

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    1. Le caramelle Pez e il loro sparacaramelle erano prodotti in Jugoslavia, posso dire "il che è tutto dire?" Effettivamente comunque il nome Pez un suono un po' balcanico ce l'ha.

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  6. Non per fare l'infantile ma... ehm... com'era DiaGats? Dalle foto che ho trovato in rete sembra una gallata di prim'ordine

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  7. Da piccolo AMAVO la serie di Diaclone.
    Da grande, mi sono spostato verso la fi@#.
    Ma, alla fine, rimane sempre una delle serie di giocattoli robottonzi più fighi di sempre.

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  8. Io avevo il moncicci sfigato! Quello col pelo bianco!:O
    Scusate..vogliemo parlare di quell'altro "gioco gommoso" la cui musichetta mi ronza per la testa come un'inquetante colonna sonora di un film dell'horrore :

    Con Crystal Ball ci puoi giocare (crystal ball)
    e tante cose puoi inventare (Crystal Ball)
    non ci vuol niente per soffiare (Crystal Ball)
    su gioca un po' con Crystal Ball
    Poi Crystal Ball se vuoi si attacca
    non rompe niente e poi non macchia
    ci puoi far cose divertenti
    mille colori differenti
    gioca un po' con Crystal Ball !
    Con cristal ball ci puoi giocare...cristal ball...e tante cose da inventare..

    Mamma mia!!!

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  9. Comunque mi è venuta voglia di girella...

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  10. Io dia gaz lo avevo ma versione "tarocca" perfettamente identico ma al posto del rosso aveva il verde "devastator" e i pugni erano viola (sempre come davstator).

    Confermo che, per l'epoca, era una grandissima figata che tutti quegli aeroplanini diventassero un robottone che muoveva pure le braccia

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  11. Dia Gats era quello fuffo con i missili appuntiti sostituiti da quegli orrendi proiettili gommosi. Che poi se uno voleva ingoiarsi i microscopici pilotini poteva ancora farlo benissimo.

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  12. uh uh
    http://www.collectiondx.com/review/robot_toy/multi_force_14_robot

    c'è pure il mio qui quello coi colori di devastator!!!!
    nostalgia canaglia!

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  13. mitch: non me lo ricordo mica più, troppi anni. però se ce lo avessi ancora ci giocherei. ne avevo anche qualcun altro credo, ma ormai la memoria è andata

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  14. ...era diatron!

    http://digilander.libero.it/tfitalia/toys/diaclone/vari004.jpg

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  15. Ok, è ufficiale, mi state facendo andare il cervello assieme e tutta la mia infanzia mi si rinfaccia gorgogliante e bavosa come solo un neonato sa essere... :D

    Adesso m'è rivenuta pure in mente la pubblicità del "Big Babol" con Daniela Goggi!

    Pure lo slogan, mi ricordo:

    "E' più grande il suo pallone... E fra i denti un morbidone"

    http://files.splinder.com/c97e0e80e326fca8f3eaa629a837a7f5_medium.jpg

    Eravamo bambini smaliziati, è vero, ma questo slogan riletto al giorno d'oggi è pura pornografia! ;) :P

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  16. grazie per il pensiero, ordog! :)

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  17. Cranberry: il Crystal Ball era in grado comunque di produrre i suoi bei danni. Altro che storie.

    Pettanick: la morale è sempre quella.

    Marte e gli altri: calmi, giovani, ché le pubblicità degli altri numeri sono MOLTO peggio. Un tripudio di miccette, doppi sensi, non-sense puro. Ne riparliamo settimana prossima

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  18. Il verbo "scancellare" sia aggiunto al vocabolario, ora. Un pilastro della nostra infanzia, non capisco perché abbia smesso di usarlo.

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  19. E' stato ingiustamente scancellato dal nostro lessico

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  20. vogliamo parlare di cose tristi? all'asilo, io mi sono portato dietro la pubblicità di un transformer per settimane, finchè un altro bambino non si è portato dietro il transformer vero. e mi ha strappato la pubblicità. maledetto topolino.

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  21. È una serie meravigliosa. Raramente mi sono divertito così su un blog :D

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  22. il figlio illegittimo di una notte di sesso bollente tra Voltron e i Transformers.

    In realtà sarebbe il contrario: sono i Transformers i figli ufficiali di Diaclone, difatti i primi Transformers sono usciti sotto il marchio Diaclone con tanto di omini magnetici (es. il primo Autorobot ufficiale Jazz (Tigre) e il maestoso T-Rex Grimlock (Tiran).

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  23. Per quanto concerne l'attaccatutto UHU, su youtube si dovrebbe trovare uno spot tv (trasmesso su Canale 5) ancor più fastidioso della pubblicità cartacea, con voce bianca fuori campo.

    "Crystal" doveva essere la linea "jet-set" di Barbie: le bamboline non erano male, secondo me; erano anche più intriganti delle Barbie. Però "confondevano le idee" alle giovanissime utenti, che preferirono restare sulla creazione di Ruth Handler. Il brutto logo contribuì a fare il resto.

    Per quanto riguarda Candy Candy, i prodotti che proponeva la Polistil (a quanto pare produttrice esclusiva in Italia della bambolina e dei suoi complementi) erano lontani dal suo personaggio.
    C'era un problema "semantico": un'infermiera come Candy Candy era proprio acqua e sapone. Ma vi dirò di più: la Polistil rilasciò persino la Pasticceria e il Ristorante, con apparati funzionanti a pile.

    Per il buonissimo cioccolato Côte d'Or, probabilmente neppure loro sapevano cosa regalare e così si trincerarono nella generalizzazione.

    La pubblicità di Rosebonbon, con quel logo TV ormai puteolento e ammuffito (oh...erano gli anni '80) faceva schifo sia in versione cartacea che in versione...televisiva. Avevo modo di vederla in continuazione (con martellamento pre-natalizio crescente) durante Topolino Show e "Flo la piccola Robinson": era un'impostazione forse degna del peggiore carosello o altre pubblicità Rai degli anni '60-primi '70. Mancava solo il bianco e nero!

    Per il Color Glass: noooo! Non c'era vetro, tranquilli. Erano granuli di plastica che andavano inseriti nell'apposita sagoma: provai quello omaggiato con un Paperino & C e il risultato fu pessimo. Poi mio padre disse molto assertivamente che quella non era roba per maschietti; io infatti ero tagliato per ben altre cose, non per questi lavoretti...bleah.
    Dimenticavo: 'sta roba andava messa nel forno dove si faceva pasta al forno, lasagne, cannelloni, parmigiane, arrosti e torte!!! Non si pensava che la plastica libera diossina, quando brucia?

    I Diaclone dovevano essere fantastici: oggi costano parecchio, su eBay.

    Biancorì se la tira da morire, invece, ma al tempo stesso se la fa con tutti!!!

    La pubblciità della Scotch Pen è di un'ingenuità atroce: così sono le lettere anonime, ma era così anche la grafica della sigla di "Non necessariamente...", un bellissimo varietà di Carlo Massarini, in onda nell'86-'87 su Raiuno.

    L'ufficio postale di Legoland esisterà sempre lì...ma forse anche Legoland versa in un degrado senza precedenti. Gli uffici postali odierni, in Italia, hanno fatto passi in avanti, tranne quello che sta sotto casa
    mia.

    Waterman: ma che siamo, negli anni '60? Chi regalava più penne ai ragazzini? Gliele avrebbero sbattute in faccia!

    Il pianofortino di Barbie (non è una PIANOLA) me lo ricordo: fu uno dei primi strumenti elettronici miniaturizzati e "cheesy" (dozzinali) come direbbero gli angloamericani. Nella pubblicità si vedeva una bambina che eseguiva l'ormai sorpassato jingle "Giochi vivi giochi Mattel" (notare che era più lento per le pubblicità Barbie e più accelerato per quelle di
    Big Jim).

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  24. Stupendo! La scheggia che da una remota estremità cammina (sic) fino al cuore non avrei mai creduto di risentirla...che si erano messe d'accordo le mamme degli anni ottanta?!

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  25. Scrivi del numero 1879 del 1991 c'e scritto " 276 pagine " più pubblicità che fumetti !

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  26. E' che in ogni caso l'evento più importante dell'82 (11 luglio cosa?), tradotto in la più grande topa della storia del multiverso biologico ad ogni livello, di qualsiasi genere era questo: http://www.youtube.com/watch?v=eYcBwrzNhB8&feature=related
    Non si ammettono paragoni, un pò come per Maradona.
    Io sto ancora male per lei a vederla farsi toccare da ralphsupermaxieroe sulla spiaggia deserta.

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  27. Da notare che le amiche di Crystal si chiamano rispettivamente "Ruby" e "TOPAz".... xD

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    1. Io non penso che esistano nomi da donnina di piacere, non è il nome che fa la persona: una ragazza può chiamarsi Maria ed essere libera e disinibita, come può chiamarsi Jessica ed essere dolce, pia e pudica. Ma adesso col senno di poi possiamo dire che quella Ruby era una premonizione.

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  28. Lo slogan del Playmobil "per giocare mille vite insieme" avrà ispirato a Maurizio Nichetti il film "Stefano quantestorie"? (andate a ripescarvelo, era una specie di "Sliding doors" ante litteram)

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  29. Forse perché non dovevi mettere monetine, ma, come è scritto nella pubblicità, un francobollo da 200 lire per ricevere il catalogo BBurago!

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