Sonic Spinball: il flipper con il cibàu nelle orecchie


Con la scusa di provare questa Mega Drive Ultimate Collection per 360 che ti sei deciso finalmente a tirar giù da play.com a fronte di un esorbitante esborso di 12 euro e spicci, sei tornato nella ruota di Sonic Spinball. Che per quanto ne dica in giro gente che non ne capisce un cazzo, è indubbiamente il gioco definitivo del porcospino blu con il pepe al culo...
Cioé, a chi puoi mai sbattere nulla di raccogliere anelli in giro per Green Hill, di contare le code di Tails, di imboccare il solito giro della morte, quando puoi fare un utilizzo sensibilmente più proficuo della spin move di Sonic, in un giga-flipper formato da quattro tavoli interconnessi? Quando, una volta tanto, la pallina sfuggita all'ultimo colpo di paletta puoi controllarla direttamente, smanacciando il pad affinche quel coglione di un porcospino blu si dia una fottuta mossa, e se ne ritorni su. C'è un solo, ma mica poi così piccolo, problema. Rimetter mano a roba su cui hai buttato le ore in passato, significa beccarsi in piena nuca il colpo di frusta dei ricordi musicali collaterali. Matematico. E per quanto sei sicuro di aver ascoltato, in quel 1993 del neozoico tardoliceo, parecchia musica di un certo spessore, se fai mente locale ti viene fuori solo il peggio. Prendi il cibàu. Andava tantissimo, alle tante feste dei diciott'anni cui presenziavi in quel 1993 con le tue giacchette colorate, questa cosa del cibàu. Anni dopo avresti scoperto trattarsi di "Bow chi Bow" dei Vicious Delicious (poi Hocus Pocus), un duo techno olandese, che incredibilmente aveva peraltro nelle proprie corde anche roba elettronica ancora più merdosa. Ma allora era solo il cibàu, che il diggei della serata ti buttava a palla per un paio d'ore in cassa, subito dopo il faundlòòòv-ieeé-eh, così poteva fumarsi in tranquillità una paglia. E se gli diceva bene limonarsi pure qualche cubista disponibile dietro la console.
---
Il testo, ti par di ricordare, faceva più o meno così: cibàu-bàu-cibau-cìbau-cibàu-baù-cibàu-bàu-cigoùnbau-cibàu-cigoùnbau-bàu-bràkko-bràkko-bàu-bàu (x200). Solo che non sei più sicuro che la parte del brakko venisse effettivamente prima del secondo bau: lo sforzo mnemonico ti ha distratto quell'attimo di troppo, e il porcospino ha finito il pepe e se ne è sceso giù nel tubo. A trenta punti dall'ultima, decisiva pallinata in fronte al solito Robotnik, porca di quella trota.

Commenti