Da Il Signore degli Anelli a Fuga dal mondo dei sogni, il cinema d'animazione di Ralph Bakshi
Anche se il suo nome, tra chi non è appassionato del genere, non è magari noto come quello di altri registi e animatori, Ralph Bakshi ha scritto un capitolo importante nella storia dell'animazione USA, rivolgendosi con i suoi film a un mercato opposto rispetto a quello a cui puntava Disney: gli adulti. Dalla trasposizione animata de Il Signore degli Anelli a Fuga dal mondo dei sogni (Cool World), passando per titoli come Fire and Ice, ripercorriamo la carriera di un artista fondamentale nell'evoluzione del concetto stesso di animazione [...]
DOES WHATEVER A SPIDER CAN
Nato nel '38 nell'odierna città israeliana di Haifa, ma cresciuto negli USA sin da quando aveva un anno, Ralph Bakshi assorbe da bambino ritmi e personaggi dei quartieri poveri in cui vive (prima a Brooklyn, poi in un quartiere nero di Washington, D.C). Diventeranno un elemento importante di molti suoi film.
La sua carriera nel mondo dell'animazione inizia a 18 anni, nel '56, quando va a lavorare alla Terrytoons. Da semplice ripulitore di cel, grazie alle sue doti artistiche passa in breve tempo a dipingere i suoi rodovetri, e poi a dirigere alcuni lavori e a proporre le sue idee. Una di queste, una parodia dei super-eroi intitolata The Mighty Heroes, finisce sulla CBS, come segmento della serie Mighty Mouse.
Quando nel '68 crea il suo studio, la Bakshi Productions, tra i lavori che gli vengono assegnati c'è anche il primo cartone animato di Spider-Man (quello dei meme, sì). Bakshi, a cui viene chiesto di tirar fuori la seconda e la terza stagione del cartoon con un budget inferiore a quello usato nella prima, mette da parte i supervillain del fumetto e trasforma Spider-Man in una serie piena di mostri e creature magiche, dando vita ad alcuni episodi memorabili come Lo stregone malvagio (The Evil Sorcerer).
Sempre per tagliare i costi, Bakshi ricicla in queste lisergiche avventure di Peter Parker anche del materiale realizzato per una serie precedente, Rocket Robin Hood.
FRITZ THE CAT (1972)
Sempre per tagliare i costi, Bakshi ricicla in queste lisergiche avventure di Peter Parker anche del materiale realizzato per una serie precedente, Rocket Robin Hood.
FRITZ THE CAT (1972)
Il primo lungometraggio di Bakshi, Fritz il gatto (Fritz the Cat), nasce un po' per caso. In un periodo in cui sta lavorando con il suo studio a vari spot televisivi, Bakshi decide di dar vita a qualcosa di personale e inizia a pensare il suo Heavy Traffic (vedi sotto). In una libreria si imbatte però nel fumetto underground Fritz il gatto, di Robert Crumb, e pensa che la satira pungente di Crumb sia molto affine alla sua.
Trovare chi sia disposto a finanziare un film d'animazione per adulti non si rivela semplice. E anche chi accetta, come la Warner, si tira in un secondo momento indietro, perché Bakshi non vuole saperne di smorzare i contenuti sessuali della pellicola. Ma anche diversi animatori, al lavoro sul film, mollano quando si trovano a dover disegnare determinate scene che ritengono eccessive, o alle quali non vogliono venga associato il proprio nome.
Contenuti e scene che portano a una X come rating: Fritz the Cat diventa il primo film d'animazione della storia destinato esclusivamente a un pubblico adulto.
Come ne scrive ai tempi il New York Times, in questa presa per i fondelli della controcultura, della vita nei college, della cultura dell'amore libero, "c'è qualcosa per offendere praticamente chiunque". Accolto nel complesso bene dalla critica, Fritz il gatto incassa 90 milioni di dollari, un record per un film animato indipendente. La campagna promozionale, tutta giocata sul taglio adulto della pellicola ("We're not rated X for nothin', baby", si legge sul poster), funziona.
Dal punto di vista tecnico, sono da segnalare gli sfondi realizzati partendo da fotografie di scorci di Manhattan, di cui vengono copiati i contorni, poi riempiti ad acquerello. È una misura adottata per tagliare tempi e costi, ma dà al film un taglio realistico, che contrasta in modo efficace con i suoi animali antropomorfi.
Il successo di Fritz the Cat porta il nome di Bakshi sulla bocca di tanti, nell'America di quegli anni. Ma per molti è un animatore che ha avuto successo solo grazie ai contenuti spinti del suo film. La cosa è molto frustrante per Bakshi, che ancora non ha visto un soldo degli incassi di Fritz e inizia a sospettare del suo produttore, Steve Krantz, quando questi gli dice che Fritz non ha incassato niente, ma glielo dice dalla villa a Beverly Hills che ha appena comprato...
Heavy Traffic, dicevamo poco fa, nasce da un progetto nella mente di Bakshi da tempo. La storia di un cartoonist di New York City figlio di una donna ebrea e di un mafioso italoamericano (il protagonista si chiama, non a caso, Michael Corleone), impallinato per il flipper come lo stesso Bakshi. Una vicenda drammatica in cui si mescolano violenza, crimine e romanticismo.
Il progetto successivo di Bakshi è, se vogliamo, ancora più audace. Ha vissuto in prima persona la follia del razzismo e delle leggi razziste quando, durante gli anni a Washington, fu iscritto per praticità alla scuola più vicina, che era frequentata solo da ragazzi neri. Temendo sommosse popolari da parte dei bianchi, il preside dell'istituto chiamò la polizia pur di far andare via Bakshi da lì.
Stanco di esser dipinto come il "Dirty Disney", Ralph Bakshi vuole realizzare a questo punto un film d'animazione per tutti. Sposa il fantasy, che in quegli anni conosce un enorme boom negli USA, e immagina "War Wizards". Siccome il progetto trova casa alla 20th Century Fox, e ha lo stesso produttore di Star Wars, Alan Ladd, Jr., George Lucas chiede a Bakshi di rimuovere quel "War" dal titolo. Per non fare confusione.
Wizards cala in un'ambientazione post-apocalittica, il pianeta Terra dopo una guerra nucleare, mutanti e creature tipiche del genere fantasy. Un mondo pieno di fate, troll e goblin in cui il villain Blackwolf scopre dei vecchi filmati di propaganda della Seconda Guerra Mondiale e decide di sposare per il suo esercito l'immaginario nazista.
Uno dei personaggi, Sean, ha in originale la voce di Mark Hamill. Visto che Wizards arriva nelle sale tre mesi prima di Star Wars, è il debutto cinematografico di Hamill.
Wizards incassa abbastanza da spingere Bakshi ad alzare la posta, con quello che è a oggi uno dei suoi lavori più celebri e ambiziosi. Pur non essendo la prima trasposizione animata delle storie di Tolkien (nel '77 era uscito lo special televisivo The Hobbit, della Rankin/Bass Production), Il Signore degli Anelli (The Lord of the Rings) è però il primo film per il grande schermo tratto da quel mondo.
American Pop racconta la storia della musica statunitense attraverso quattro generazioni di una famiglia di musicisti immigrata dalla Russia. Un altro viaggio in rotoscope che però riprendeva la tecnica mista dei primi lavori di Bakshi, unendo alle animazioni sequenze dal vivo e sfondi acquerellati.
Ambientato nella Brooklyn degli anni 50, tra bande di italoamericani, Hey Good Lookin' viene completato da Bakshi nel 1975. È un film a tecnica mista con solo i protagonisti animati e tutto il resto realizzato con riprese dal vivo, ma viene accantonato, soprattutto perché la Warner Bros. ha paura di distribuirlo, dopo le polemiche per Coonskin.
Sette anni dopo, nell'82, Hey Good Lookin' arriva finalmente nelle sale in una versione molto diversa, in cui buona parte delle sequenze live action sono state sostituite dall'animazione. La Warner si è convinta a dargli una possibilità dopo il successo di Heavy Metal (1981).
Fire and Ice è il frutto della collaborazione tra Ralph Bakshi e il leggendario illustratore fantasy Frank Frazetta. I due si conoscono da tempo e il fantasy in quegli anni va ancora fortissimo, soprattutto nella declinazione sword and sorcery, come dimostrato dal successo di Conan il barbaro.
Ma questo He-Man per adulti si concedeva il lusso di personaggi memorabili di un maestro assoluto del fantasy come Frazetta, come Darkwolf e la sensualissima principessa Teegra. Fosse anche solo per lo splendore visivo di alcune scene e perché si fatica a trovare qualcosa del genere in tutta la storia dell'animazione, va visto.
Negli anni che seguono, Bakshi torna a lavorare per la TV, quando gli viene proposto di occuparsi di una sua vecchia conoscenza, Mighty Mouse, con la serie Mighty Mouse: The New Adventures (1987-1988). La serie viene cancellata dopo due stagioni, soprattutto a causa delle polemiche suscitate da un episodio in cui Mighty Mouse sniffa i resti di un fiore, e sembra sniffare cocaina.
Le cose non vanno meglio con Spicy City (1997), una serie animata per adulti che Bakshi crea per la HBO. A metà tra il cyberpunk e l'erotico, è una serie antologica ambientata in una decadente città del futuro. L'accoglienza della stampa per quei primi 6 episodi è pessima, ma gli ascolti non sono male.
Il suo ultimo film, Last Days of Coney Island, è un corto di 22 minuti che è uscito nel 2015 ed è stato realizzato grazie a una campagna su Kickstarter. È ambientato nella Brooklyn degli anni 60 ed è visibile gratuitamente sul canale YouTube di Ralph.
ALTRI POST SULLA STORIA DELL'ANIMAZIONE USA
HEAVY TRAFFIC (1973)
Il successo di Fritz the Cat porta il nome di Bakshi sulla bocca di tanti, nell'America di quegli anni. Ma per molti è un animatore che ha avuto successo solo grazie ai contenuti spinti del suo film. La cosa è molto frustrante per Bakshi, che ancora non ha visto un soldo degli incassi di Fritz e inizia a sospettare del suo produttore, Steve Krantz, quando questi gli dice che Fritz non ha incassato niente, ma glielo dice dalla villa a Beverly Hills che ha appena comprato...
Heavy Traffic, dicevamo poco fa, nasce da un progetto nella mente di Bakshi da tempo. La storia di un cartoonist di New York City figlio di una donna ebrea e di un mafioso italoamericano (il protagonista si chiama, non a caso, Michael Corleone), impallinato per il flipper come lo stesso Bakshi. Una vicenda drammatica in cui si mescolano violenza, crimine e romanticismo.
Un'opera surreale e grottesca in cui vengono usati come sfondi scatti della città, riprese live action, disegni in bianco e nero su cartoncino e perfino il celebre dipinto I nottambuli (Nighthawks) di Edward Hopper.
Trascinato dagli incassi di Fritz the Cat, Heavy Traffic è un altro successo al botteghino, e anche la critica apprezza questo racconto triste e brillante. Più di tutto, quel che viene sottolineato dalle recensioni dell'epoca è proprio la natura stessa della pellicola: piaccia o meno, che risulti offensiva o meno, quella di Bakshi è chiaramente arte.
COONSKIN (1975)
Il progetto successivo di Bakshi è, se vogliamo, ancora più audace. Ha vissuto in prima persona la follia del razzismo e delle leggi razziste quando, durante gli anni a Washington, fu iscritto per praticità alla scuola più vicina, che era frequentata solo da ragazzi neri. Temendo sommosse popolari da parte dei bianchi, il preside dell'istituto chiamò la polizia pur di far andare via Bakshi da lì.
Perciò con "Harlem Nights", che durante la lavorazione cambia titolo in Coonskin (pelle di procione), Bakshi vuole attaccare frontalmente gli stereotipi sui neri del cinema USA. Prende di mira il genere blaxploitation, il blackface e l'oggi famigerato lungometraggio a tecnica mista Disney del '46, I racconti dello zio Tom (Song of the South). Assume animatori afroamericani per realizzare il film, mescolando anche stavolta l'animazione alle sequenze dal vivo, nelle quali appare anche, tra gli altri, Barry White.
Ma all'uscita Coonskin viene boicottato paradossalmente proprio da alcune associazioni per i diritti dei neri, che il film non l'hanno visto ma, leggendone la sinossi, ne hanno travisato il senso. Tanto che una di queste associazione impedisce con una protesta la proiezione in programma al MoMA di Manhattan.
Un grande equivoco che taglia le gambe alla pellicola, non aiutata dal fatto che il distributore cerca di venderla invece come un'opera blaxploitation. Per Bakshi, Coonskin rimane il suo miglior film.
WIZARDS (1977)
Stanco di esser dipinto come il "Dirty Disney", Ralph Bakshi vuole realizzare a questo punto un film d'animazione per tutti. Sposa il fantasy, che in quegli anni conosce un enorme boom negli USA, e immagina "War Wizards". Siccome il progetto trova casa alla 20th Century Fox, e ha lo stesso produttore di Star Wars, Alan Ladd, Jr., George Lucas chiede a Bakshi di rimuovere quel "War" dal titolo. Per non fare confusione.
Wizards cala in un'ambientazione post-apocalittica, il pianeta Terra dopo una guerra nucleare, mutanti e creature tipiche del genere fantasy. Un mondo pieno di fate, troll e goblin in cui il villain Blackwolf scopre dei vecchi filmati di propaganda della Seconda Guerra Mondiale e decide di sposare per il suo esercito l'immaginario nazista.
Realizzato con il contributo dell'illustratore fantasy Ian Miller e del disegnatore di fumetti Mike Ploog (Ghost Rider, Werewolf by Night), Wizards è un'allegoria dell'enorme potere della propaganda. Oltre a essere il primo film fantasy di Bakshi, è anche il primo in cui ricorre al rotoscope. Per necessità.
La Fox non intende infatti aumentargli il budget e per completare le scene di battaglie ancora non finite, il regista deve metterci i soldi di tasca propria. La scorciatoria che trova è sfruttare le nuove macchine fotocopiatrici dell'IBM e ricalcare con la tecnica del rotoscopio le scene di battaglia di tutta una serie di vecchi film live action, da El Cid con Charlton Heston e Sophia Loren ad Aleksandr Nevskij di Eisenstein.
La Fox non intende infatti aumentargli il budget e per completare le scene di battaglie ancora non finite, il regista deve metterci i soldi di tasca propria. La scorciatoria che trova è sfruttare le nuove macchine fotocopiatrici dell'IBM e ricalcare con la tecnica del rotoscopio le scene di battaglia di tutta una serie di vecchi film live action, da El Cid con Charlton Heston e Sophia Loren ad Aleksandr Nevskij di Eisenstein.
Uno dei personaggi, Sean, ha in originale la voce di Mark Hamill. Visto che Wizards arriva nelle sale tre mesi prima di Star Wars, è il debutto cinematografico di Hamill.
IL SIGNORE DEGLI ANELLI (1978)
Wizards incassa abbastanza da spingere Bakshi ad alzare la posta, con quello che è a oggi uno dei suoi lavori più celebri e ambiziosi. Pur non essendo la prima trasposizione animata delle storie di Tolkien (nel '77 era uscito lo special televisivo The Hobbit, della Rankin/Bass Production), Il Signore degli Anelli (The Lord of the Rings) è però il primo film per il grande schermo tratto da quel mondo.
Quando viene a sapere che il soggetto per un film unico su Il Signore degli Anelli scritto da John Boorman è stato accantonato dalla United Artists, che ha in mano i diritti dal 1969, Bakshi si fa avanti, con l'idea di trasporre in tre film animati i romanzi delle avventure di Frodo, Gandalf e compagni.
Dopo aver ottenuto pure il beneplacito della figlia di Tolkien, Priscilla, che ascolta le idee del regista e gli mostra la scrivania su cui scriveva suo padre, Bakshi ricorre un'altra volta al rotoscopio per riuscire a portare sullo schermo l'epica saga dell'anello. Gran parte del film viene disegnata in rotoscope basandosi su delle riprese dal vivo. Non tutto fila liscio, per varie ragioni, comprese delle difficili riprese nella Death Valley in cui Bakshi è terrorizzato dai cavalli usati nella scena e la dirige a debita distanza...
Ancor prima che Il Signore degli Anelli arrivi nelle sale, la United Artists ha già deciso però che i film saranno in tutto due e non tre, per motivi di budget, e che comunque questa prima pellicola non verrà pubblicizzata come la prima parte di una storia più ampia, perché il pubblico l'avrebbe percepito come "un mezzo film".
Anche se gli incassi sono buoni, di gran lunga superiori alla cifra stanziata per girare il film, il secondo capitolo di questo Il Signore degli Anelli animato - che avrebbe ripreso da dove la storia del primo si interrompeva, dopo la battaglia del Fosso di Helm, adattando il resto de Le due torri e Il ritorno del re - viene accantonato per varie ragioni. Tra cui il fatto che Bakshi, dopo i tanti problemi legati a questa produzione in due anni di lavoro e la reazione non esattamente idilliaca di molti fan dei romanzi, decide di tornare a dei progetti più personali.
AMERICAN POP (1981)
American Pop racconta la storia della musica statunitense attraverso quattro generazioni di una famiglia di musicisti immigrata dalla Russia. Un altro viaggio in rotoscope che però riprendeva la tecnica mista dei primi lavori di Bakshi, unendo alle animazioni sequenze dal vivo e sfondi acquerellati.
Un film sulla musica, appropriatamente con una colonna sonora pazzesca, che andava da Bob Dylan ai Doors, da Janis Joplin a Lou Reed. Proprio i diritti della colonna sonora impediranno peraltro ad American Pop di uscire nel circuito home video fino a quasi vent'anni dopo, nel 1998.
HEY GOOD LOOKIN' (1982)
Ambientato nella Brooklyn degli anni 50, tra bande di italoamericani, Hey Good Lookin' viene completato da Bakshi nel 1975. È un film a tecnica mista con solo i protagonisti animati e tutto il resto realizzato con riprese dal vivo, ma viene accantonato, soprattutto perché la Warner Bros. ha paura di distribuirlo, dopo le polemiche per Coonskin.
Sette anni dopo, nell'82, Hey Good Lookin' arriva finalmente nelle sale in una versione molto diversa, in cui buona parte delle sequenze live action sono state sostituite dall'animazione. La Warner si è convinta a dargli una possibilità dopo il successo di Heavy Metal (1981).
Rivalutato, come altre pellicole di Bakshi, grazie alla popolarità acquisita dal regista negli anni di Internet, Hey Good Lookin' non è uno dei suoi lavori migliori. Ma non ditelo a Quentin Tarantino, che lo ha definito - in un'introduzione scritta per un libro sulla carriera di Bakshi - migliore del Mean Streets di Martin Scorsese.
FIRE AND ICE - FUOCO E GHIACCIO (1983)
Fire and Ice è il frutto della collaborazione tra Ralph Bakshi e il leggendario illustratore fantasy Frank Frazetta. I due si conoscono da tempo e il fantasy in quegli anni va ancora fortissimo, soprattutto nella declinazione sword and sorcery, come dimostrato dal successo di Conan il barbaro.
La storia, pur scritta da sceneggiatori di fumetti esperti come Roy Thomas (tra i principali artefici del popolarissimo Conan il Barbaro Marvel) e Gerry Conway, è fiacchina, e il rotoscope - a cui Bakshi ricorre ancora una volta come fa in tutte le sue opere dall'animo action - fin troppo esuberante.
Ma questo He-Man per adulti si concedeva il lusso di personaggi memorabili di un maestro assoluto del fantasy come Frazetta, come Darkwolf e la sensualissima principessa Teegra. Fosse anche solo per lo splendore visivo di alcune scene e perché si fatica a trovare qualcosa del genere in tutta la storia dell'animazione, va visto.
FUGA DAL MONDO DEI SOGNI (1992)
Negli anni che seguono, Bakshi torna a lavorare per la TV, quando gli viene proposto di occuparsi di una sua vecchia conoscenza, Mighty Mouse, con la serie Mighty Mouse: The New Adventures (1987-1988). La serie viene cancellata dopo due stagioni, soprattutto a causa delle polemiche suscitate da un episodio in cui Mighty Mouse sniffa i resti di un fiore, e sembra sniffare cocaina.
Nel 1990, Bakshi propone alla Paramount un film horror a tecnica mista in cui il killer psicopatico è il figlio di un essere umano e di una donna cartoon, messosi sulle tracce del padre per ucciderlo. Una volta iniziati i lavori di Fuga dal mondo dei sogni (Cool World), il produttore Frank Mancuso Jr., figlio del presidente della Paramount, decide però di cambiare il tono del film, facendolo riscrivere. Bakshi si sente pugnalato alle spalle dalla produzione, e da lì in poi le cose continuano a peggiorare.
Uscito nelle sale nel 1992, Fuga dal mondo dei sogni prova a sfruttare la scia lunga di Chi ha incastrato Roger Rabbit con una sua femme fatale (la Holli Would di Kim Basinger), ma si rivela un bagno di sangue al botteghino.
Il film, che ha anche un giovane Brad Pitt e Gabriel Byrne nel cast, incassa metà del suo budget e viene fatto a pezzi dalla critica. La povera Kim Basinger si becca pure una nomination ai Razzie per la sua interpretazione.
IL DOPO COOL WORLD
Le cose non vanno meglio con Spicy City (1997), una serie animata per adulti che Bakshi crea per la HBO. A metà tra il cyberpunk e l'erotico, è una serie antologica ambientata in una decadente città del futuro. L'accoglienza della stampa per quei primi 6 episodi è pessima, ma gli ascolti non sono male.
La HBO vorrebbe pertanto andare avanti con una seconda stagione, ma chiede a Bakshi di licenziare i suoi sceneggiatori (un team di persone provenienti da varie minoranze, assemblato dal regista) e affidare i testi a degli sceneggiatori professionisti di Hollywood. Bakshi rifiuta.
Amareggiato, il regista torna alla pittura e inizia anche a insegnare animazione, prima alla School of Visual Arts di New York e poi in New Mexico.
Amareggiato, il regista torna alla pittura e inizia anche a insegnare animazione, prima alla School of Visual Arts di New York e poi in New Mexico.
Il suo ultimo film, Last Days of Coney Island, è un corto di 22 minuti che è uscito nel 2015 ed è stato realizzato grazie a una campagna su Kickstarter. È ambientato nella Brooklyn degli anni 60 ed è visibile gratuitamente sul canale YouTube di Ralph.
Oggi Bakshi ha 85 anni, continua a dipingere e a ricevere premi per l'enorme contributo dato al mondo dell'animazione. Nel 2011, in una tavola rotonda sull'animazione USA organizzata da The Hollywood Reporter, il regista di Rango (Oscar per il miglior film animato nel 2012), Gore Verbinsky, ha chiesto a se stesso e agli altri:
"Che fine hanno fatto i Ralph Bakshi del mondo? Siamo qui seduti a parlare di divertimento per famiglie, ma l'animazione dev'essere solo questo, divertimento per famiglie?"
ALTRI POST SULLA STORIA DELL'ANIMAZIONE USA
Mii, Doc, guarda che ci stai abituando troppo bene, io te lo dico.
RispondiEliminaUno meglio dell'altro.
Oh, continua cosi'. Come ti ho gia' detto, a me va benone.
Post molto interessante, anche perche' di Bakshi conoscevo giusto Il Signore degli Anelli, Fritz il Gatto (che ricordo per il doppiaggio nostrano esilarante ma che, con tutto il rispetto, non c'entrava una beneamata), Fire and Ice (capolavoro, Dark wolf bassista carismatico ante-litteram) e Cool World.
Coonskin l'ho recuperato tempo dopo, cosi' come ho scoperto che si e' occupato anche del nostro buon vecchio Spidey.
Ma ammetto che piu' della meta' dei film trattati nel post non li conoscevo neppure.
Vale un po' lo stesso discorso di Don Bluth.
Ai tempi, parlando di animazione, se provavi a giocare in un campo che non fosse quello della Disney eri un pazzo.
E Bakshi in un certo senso lo era.
Ha sempre fatto come voleva e quel che gli piaceva fare fregandosene di spese e incassi (tipo il rotoscope, che era costosissimo, almeno per l'epoca).
Un grande.
Gran post, Doc.
Fire and Ice mi lasciò stupefatto all'epoca... Grazie per questo interessantissimo post su un artista sottovalutato e misconosciuto.
RispondiEliminaGrazie a voi, ragazzi. Felice che questa nuova serie di post vi stia piacendo.
RispondiEliminaPiuttosto grazie a te, Doc.
RispondiEliminaMa ripeto: ci stai viziando.
Ma anche se fosse...continua cosi'.
Nei limiti del possibile, tra impegni e smazzo vari.
Leggendo le parole di Verbinski mi vengono in mente quelle di altri due che di recente hanno provato a fare qualcosa di diverso, ovvero il duo Lord e Miller, che hanno detto qualcosa del tipo che con l'animazione sono ancora fermi alla roba per bambini che guardano con i genitori a fianco che sbadigliando.
Comunque, a ripensarci, certe scelte di Bakshi sono insolite quanto audaci.
Leggendo il tuo post se ne intuisce perfettamente la ragione: avendo trascorso molti anni in quartieri che erano veri e propri meltin' pot, crogiuoli di razze (ok, non mi piace usare il termine, ma e' per rendere l'idea), ha riportato il proprio vissuto nelle sue opere.
Sono film multi-etnici, in tal senso. Con un occhio attento e rispettoso per quelle che erano considerate minoranze (mica tanto, considerando quanta gente ci abitava).
Il primo forse a far capire che il protagonista, o almeno i personaggi principali non devono essere bianchi per forza.
Rivoluzionario, per certi versi.
Beh, e' lo stesso che ha fatto Crumb con Fritz e molti altri suoi fumetti, quindi capisco perche' con quel personaggio Bakshi si sia trovato a meraviglia.
Guardiamo Dark Wolf, ad esempio. O il suo Aragorn che di fatto, per aspetto, e' chiaramente un nativo americano.
Avevo la vhs del Signore Degli Anelli, ricevuta non so come, e per quanto fosse "monco" la realizzazione tecnica mi aveva colpito molto.
RispondiEliminaLo stesso Jackson, se non ricordo male, dichiarò che per alcune scelte si era ispirato all'opera di Bakshi; mi pare per i Nazgul.
Molto interessante! I film di Bakshi non li conoscevo granché: ho visto da piccolo molto di striscio il Signore degli Anelli, avevo faticato a seguire la storia (ma va detto che per un bambino è piuttosto articolata...) e ho visto una volta Fuga dal mondo dei sogni, che a dire il vero non mi aveva entusiasmato (ho preferito Roger Rabbit). Fire and ice ce l'ho ma ancora non l'ho visto: dopo quest'analisi recupererò questi film con più attenzione. Grazie!
RispondiEliminaGrazie mille Doc, Fire and Ice è stato il mio primo incontro con il genere fantasy insieme a Willow, in anni dove non è che ti piovesse addosso in tutte le salse.
RispondiEliminaTi segnalo che uno degli illustratori dei fondali di Fire and Ice era James Gurney, divenuto in seguito noto come illustratore e autore della pazzesca saga "Dinotopia", che non ricordo se hai mai toccato nell'Antro, ma in tal caso merita, sia come testi che come disegni. Saprai sicuramente che da Dinotopia si trassero alcune parti (stravolgendone altre) del soggetto e dell'ambientazione de "I segreti dell'isola misteriosa". Un caro saluto e grazie.
vidi qualche anno fa delle sequenze di Cookskin, e mi piacque molto. Non disponendo di sottotitoli e percependo, diciamo, uno slang americano in molti tratti per me astruso, credo comunque di aver colto la vena ironica che l'autore voleva dare al tutto, nella chiave da te ben spiegata, doc, e soprattutto un lato autoironico in Barry White, che nella sua 'trasfigurazione' cartonesca diventa una sorta di enorme orso, se ben ricordo. Mi pare di ricordare anche la presenza di Philip Michael Thomas, quello di Miami vice.
RispondiEliminaIl terzo della truppa era Scatman Crothers che noi ce lo ricordiamo come il cuoco di Shining ma in America era bluesman ed il doppiatore di Jazz nei Transformers
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