Gackeen il robot magnetico, episodio 1 (La prima puntata non si scord… eh?!?)

Gackeen riassunto episodio 1
Continua per La prima puntata non si scord... eh?!? la rassegna di cartoni robotici (🤖🤖🤖) partita lo scorso luglio. Questa volta tocca a Gackeen il robot magnetico (マグネロボ ガ・キーン, Magune Robo Ga・Kin, 1976), il robot che ti scassa tutti i giochi su floppy disc e frutto dell'unione praticamente sessuale di due ragazzi. Incoraggiati dal padre di lei. Poi, però, peggiora [...]

È un giorno come tanti su una tranquilla spiaggia giapponese su cui grandinano bocce viola e volteggiano stormi di avvoltoi.
Solitario si aggira per il litorale un ragazzo con i pantaloni col risvolto altissimo fino al ginocchio, che tipo paninari puppate fortissimo, la sacca in spalla
e la maglia a righe orizzontali gialle e rosse che ce l’hanno sul pianeta Terra solo in due, lui e il Mago G. Si tratta di Takeru Hoyo (nel cosentino, durante le liti per il parcheggio, Oicò), giovane schivo
che all’improvviso vede volargli sulla testa uno dei robot più cessi della storia dell’umanità.
Il robot scaldabagno si tuffa tra le onde ed è pilotato da Mai Kazuki,
gioviale fanciulla con il colletto della polo sparato e le ciglia finte che continuano fin sopra il casco.
Mai si mette a trivellare quindi il fondale con una pistola-trapano. Così, per sfogare la frustrazione.
Lì vicino, intanto, si sta tenendo una conferenza stampa. Il cugino biondo di Red Ronnie non crede alle sue parole: oh, davvero-davvero questi Azzariti attaccheranno la Terra?
"Sì", risponde con aria grava il Dottor Kazuki, cosplayer di Berlinguer con una parrucca di Goku di Dragon Ball trapiantata al posto della barba. "Sono qui da 200mila anni, ma si stanno muovendo solo ora perché sono organizzati malissimo con il trasporto pubblico". Nessuno sembra credere alle parole di Kazuki - padre della tipa di prima, Mai - ma il dottore ha una serie di prove inconfutabili a sostegno della sua tesi. I disastri avvenuti negli ultimi giorni, 
come un'eruzione alle Hawaii, l’esplosione di una nave nel Mar del Giappone,
la detonazione dell’arco di Trionfo a Parigi dopo che ne erano impazzite le proporzioni, l’elezione di Razzi. Il dottore viene sommerso di pernacchie e riso sputazzato con la penna bic, così capisce che è venuto il momento di andare a trovare un amico.
Kazuki fa visita a Toho Hoyo, padre di Takeru, campionissimo di arti marziali con il baffo da sceriffo e un passato da ballerino di mambo al seguito dell’orchestra di Tito Puente con il nomignolo di Hoyo Como Va. “Devo poter disporre immediatamente di Takeru”, dice Kazuki all’uomo appena s’incontrano. Quello capisce male e sta per ucciderlo con un colpo mortale alla nuca, 
ma poi Kazuki si spiega: “Il corpo di Takeru è molto resistente all’elettricità, più di quello di qualsiasi altro!”.
Le parole di Kazuki rievocano in Hoyo il felice ricordo di quella volta che sono andati a fare un picnic nella Sila giapponese ed è venuto giù un fulmine che gli ha acciso la moglie. 
Ma chitemmù!, urla Toho, che in un dialetto giapponese del Kanto vuol dire Prego, prenditi pure mio figlio se lo trovi, chi diavolo sa dov’è finito, non ci parliamo, non ha manco voluto aprire la busta a C’è メール per te.
Intanto conosciamo anche Kotoe, sorella di Takeru e povera crista schiavizzata dal padre, quasi sempre vestita con un’abbinata pantofole e vestaglia verde che se tipo la prendevano Enzo Micciu e Carla Gozzi le davano direttamente fuoco. 
È proprio Kotoe a indicare ad Enrico Kazuki l’ubicazione di Takeru: l’ha fermato la polizia per aver difeso una ragazza da cinque teppisti. Il codice penale giapponese è severissimo nei confronti di chi affronta un numero dispari di avversari superiore a 3 e inferiore a 7. Kazuki e Takeru vanno via dalla stazione di polizia in auto, e il dottore chiede al ragazzo se è vera quella storia del duro allenamento che Takeru sta affrontando per poter sfidare un giorno nelle arti marziali suo padre. 
In una veloce carrellata di immagini vediamo quindi Takeru stendere un lottatore turco, un pugile americano, un toro spagnolo, un guerriero cinese e addirittura un pericolosissimo parcheggiatore abusivo calabrese, di quelli che i vigili fanno finta di non vederli.
Takeru non risponde, ma viene incuriosito da quello che Kazuki gli dice dopo: “Che ne diresti di dividere con me il FRUTTO di tutto questo tuo addestramento?”. Takeru ancora non lo sa, ma il professorone gli sta offrendo un lavoro, con sua figlia Mai come benefit aziendale.
I due raggiungono la base del cartone, una nave chiamata con umilté Superfortezza Volante Divina Libertà in omaggio a un palazzinaro che a quei tempi sta costruendo una seconda Milano a Segrate. 
Kazuki fa lo sborone e snocciola tutti i dati: la Divina Libertà pesa 62mila tonnellate, custodisce strumenti per la difesa aerea, terrestre e marittima e ha una sala ricreazione con un tavolo da ping-pong della madonna. 
Ah, sì, e c’è pure quella storia del combattere per la difesa del pianeta. “Tu diventerai l’uomo magnete”, dice Kazuki a Takeru, 
“e acquisterai così la potenza dello spirito dell’angelo di fuoco!”. Minchia sono finito in una setta!, pensa Takeru, ma poi gli fanno vedere il robot che piloterà,
 un altro cesso a pedali tutto squadrato,
gemellodiverso di quello di prima. I due robot si chiamano Plyzer e Mighty, come delle pile dei cinesi, e non hanno una testa perché i soldi se ne sono andati tutti nella vernice arancione e rosa di Mighty. 
Segue spiegone sugli Azzariti, popolo dello spazio proveniente dal pianeta del doppio hula hoop, arrivati sulla Terra 200mila anni fa per fare i ganassa, solo che poi l’atmosfera non era adatta, parappapà parappapà figurimmè, e allora si sono nascosti in fondo agli oceani fino a mo’.
Pare sia da attribuire proprio agli Azzariti, antenati della celebre conduttrice di Rai 1 Livia, il proliferare di mostri purpo giganteschi strabici.   
Ma ecco gli altri membri della "squadra di combattimento": la figlia del professore, Mai Il benefit (perdona la poca minna, precisa il dottore, buttandosi sul tecnico), 
 il cicciobombo morto di sonno Futoshi,
 l’inutile minchietta saccente Tensai
e un bassista carismatico comprato al discount, Hitoshi Komatsu, fratocugino nipponico di Valerio Mastandrea. 
“Unisciti a noi, Takeru, combatteremo per una grande causa!”.
Ma vafammocc, risponde Takeru, ché lui deve sconfiggere il padre, c’ha altro a cui pensare. E allora, non essendoci riusciti con le parole, quelli passano ad altre argomentazioni
tipo un cazzotto in bocca di Hitoshi che gli fa sputare mezzo litro di sangue. 
Oh, ma sai che mi avete proprio convinto? Sono ONORATONE di entrare nella squadra!
Scatta l’allarme e un tecnico molto miope e privo degli incisivi spiega al dottore che un “mostro di origine sconosciuta” (vabbè) è stato avvistato nei pressi di una grande raffineria. 
La devastazione portata dal mostro sputafuoco e cantastorie Bardos viene seguita in diretta TV dagli Azzariti, 
 scioè dal comandante Brain e dai suoi sgherri. Brain è un tizio con un cervello verde gigante a forma di cavolfiore e la faccia che sembra un incrocio tra Re Vega di Goldrake, l’iconografia dei Kiss e Barbie Rockstar.
I sottoposti sono invece Staffy la stella marina, amica del cuore di Stellina degli Snorky,
il biondo di Luzzi chiamato Kokrow
 e l’elefantino tenerone amico dei bambini, Ministro Radar Robot. 
A bordo della Divina Libertà si prepara intanto il contrattacco. Dice: mandano fuori i robot? No, c’è un protocollo da rispettare, 
prima i tre tizi secondari devono rischiare la vita a bordo di inutili elicotteri di cartapesta. 
E infatti, indispettito per lo sgarbo,
il mostro Bardos impiega addirittura QUATTRO SECONDI per distruggerli tutti e tre.
Scummato di sangue, Hitoshi rivolge un affettuoso ringraziamento all’acume tattico del Dottor Kazuki chiamando in causa i suoi avi per sette generazioni con frasi che coinvolgono la penetrazione rettale. Takeru vuole combattere e il Dottor Kazuki ne è felicissimo. 
“Io e l’intera umanità abbiamo bisogno adesso del tuo senso della giustizia, della tua potenza e della tua abilità”, gli dice il dottore.
Ma santoddio non del tuo senso estetico, togliti quella roba ridicola e mettiti questi, grazie. Teh”.
Indossato il suo completino celeste melvino dell’Uomo Magnete Plus, Takeru può quindi eseguire il gesto dell’ombrello rituale, il segno più con le braccia, e partire.
"Papà, ma perché io devo essere la Donna Magnete MINUS?, aveva chiesto giustamente una volta al padre la dolce Mai. “Muta. E quando finisci stirami le camicie”, le aveva risposto il padre. 
Grazie a una potente carica magnetica che impedirà loro a vita di ascoltare le cassettine di Vasco Rossi, i due ragazzi acquisiscono al volo casco, collettoni da sessantenne benestante in vacanza a Rimini e una tuta diversa da quella di prima.
Poi dopo una piroetta a mezz’aria finiscono entrambi in un velivolo giallorosso, lo Spirito Angelico.
Il Plyzer e il Mighty vengono intanto sparati dai cannoni giganti della Divina Libertà. Mai e Takeru decollano con lo Spirito Angelico da tutt’altra parte e a mezz’aria quest’ultimo si separa in due moduli che si agganciano nel petto del Plyzer e del Mighty,
dove ruotano fino a formare le rispettive cabine di pilotaggio. Una procedura così astrusa e complicata che sembra ideata da chi ha creato il sito web dell’INPS. 
Tre secondi dopo l’agganciamento, il Mighty di Mai viene catturato da un altro mostro, il purpo Octos. L’efficacia in combattimento della squadra di Kazuki, al momento, è misurabile solo su una scala che va da zero a Inter di Gasperini. 
Takeru prova con i pugni a razzo, che qui sono dei Pugni Bolas, con le catene per non perderli, ché Kazuki è un braccino clamoroso. 
Lo scaldabagno Plyzer è anche dotato di raggio calorifero e delle “Stelle invincibili”. Ma sono patatine che sanno di stantio consumate al bancone del bar in attesa che si liberi un tavolo. È il momento, insomma, di tirar fuori il vero robottone.
Perciò Kazuki invita i due ragazzi a procedere senza indugi all’accoppiamento rituale per formare il Gèikin. Mentre dalla nave partono i componenti, Takeru e Mai la smettono di bisticciare per lanciarsi fuori dai loro robot, 
e unirsi a mezz’aria in nome del magnetismo, dell’amore
e soprattutto del Kamasutra. 
Roteando roteando, i due diventano in qualche modo una mascherina della banda bassotti gigante, che va a incastonarsi in quel termosifone giallo,
 in pratica lo sterno del robot Gackeen.
“Peste e diluvio” (sic), dice Brain, che in gioventù ha letto troppi numeri di Tex e che non si aspettava questa mossa. 
Il Gackeen, robot caratterizzato da quelle inquietanti gambe a mazzarella e dagli scaldamuscoli sulle cosce, si spara la sua prima, possente posa da robot guerriero…
...due secondi prima di esser capottato da uno scazzatissimo Bardos, che si è già rotto tre quarti di cippa di stare lì ad aspettare i porci (s)comodi loro
e vuole la sua morte subitanea e dignitosa come ogni scarrafone mostruoso bipede che si rispetti.
Perciò Gackeen estrae gli “artigli di acciaio” e, come un vandalo qualsiasi che ti riga la macchina con le chiavi, ci fa lo sbrego grave.
poi lo ferisce con il “piede tagliente” e lo cappotta con un superplex da Uomo Tigre.
Avendo solo due zampe, il mostro è fottuto ed esplode dalla vergogna.
Ci sarebbe però il problemino dell’altro mostro, che sta facendo a pezzi la Divina Tamarrata,  
perciò Mai e Takeru richiamano il Plyzer e il Mighty, che perdono le gambe 
e diventano due tirapugni giganti, in pratica, con i quali Gackeen sfonda il purpo meccanico. Insomma, tutto è ben quel che finisce bene,
tranne che Takeru s'è già rotto il pazzo e si è incamminato solitario verso il tramonto. Più avanti incontra David Bruce Banner e se la fanno a passaggi, con una musica triste al pianoforte in sottofondo. Sigla! 




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Commenti

  1. Se ricordo ancora un po' il katakana la base si chiama "God Freedom"! Ammazza! Suona megalomane in ogni lingua.

    Sarebbe bello un post che indaga sui nomi originali di cose e persone dei cartoni animati.
    Il Doc saprebbe farci ridere anche su questo.

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  2. Quanto ho amato questa serie, in realtà senza un particolare motivo logico. I robot base erano razionalizzati al massimo (anche se non so se la forma troncopiramidale a gianduiotto fosse il massimo dell'aerodinamicità), la fusione era assurda come tutto il resto ma infondo l'insieme mi stava simpatico. E poi LA sigla ! Grazie per questo bel ricordo

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  3. Mi fai desiderare di conoscere una qualsiasi tua sùrella/soracucina solo per potermi accasare in famiglia Manhattan!

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  4. Madonna.... questa roba è abominevole! :D XD

    Doc, ti devono fare una statua equestre solo per soribirti 30 anni dopo queste pooooottanate immonde!

    Ma l'autore che scriveva questa roba chi era? Frengo Estop sotto acidi?

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    1. Non vorrei dire na cavolata, anche se non riconosciuta ci dovrebbe essere la mano di Nagai

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  5. vergogna infinita ad ogni trasformazione... ma solo la siglia valeva x tutto il resto!

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  6. Lo ricordo bene il robot che quando gli si surriscaldavano le gambe si doveva fermare. Certo che, oltre che il cambio di divisa, durante la vestizione dei due protagonisti passava anche il "visagista delle dive": Mai passa da ragazzina del liceo a tigre del ribaltabile con 3kg di rossetto.

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    1. Eh mai capita questa cosa! Tra l'altro era molto più bella in versione normale il trucco la incozziva di brutto!

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    2. Il problema delle caviglie come lo risolsero in seguito con delle comode rotelle che uscivano dalle ginocchia😂😂😂😂.
      Più avanti anche con una specie di carruzzella napuletane

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    3. Mi sa che è voluta la cosa, se guardate bene, anche Takeru cambia fisionomia (forse per il fatto che era un pò disdicevole il fatto che Gakeen fosse "il frutto dell'amore" di 2 ragazzini- è una cosa simile a Hiroshi Cyborg 1&2 prima di diventare la testa di Jeeg).

      Bellissima la frase prima di trasformarsi "croce d'incanto! Uomo magnete in un solo essere!" Che non è Gakeen secondo me, ma il doppio esagono al quale tutto si aggancia)

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  7. Non ricordavo nulla, solo che esistesse.

    Mò ho capito perché e spero di tornare a non ricordare nulla!

    I cattivi però sembrano appetitosi, li vedrei in una bella frittura globale mista.

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  8. Grande Doc!!
    Una delle mie serie non-nagaiane preferite in assoluto!!
    Bellissimo il robot, la trasformazione (anche se un po' equivoca), tutto quanto, insomma!!
    Anche se non ho mai capito perche' Mai cambiava volto, quando si trasformava...
    Ah, dimenticavo...la sigla era semplicemente MERAVIGLIOSA.
    A proposito: sbaglio, o in alcune puntate il sottofondo musicale era molto simile a quello de IL GRANDE MAZINGA?
    Alla prossima e auguri!!

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    1. Non nagaiane? Buauauaua leggi e piangi mortale 😀😀😀

      Nel 1976 Nagai collabora a due serie forse meno originali, ma che pure sono state trasmesse in Italia con un buon successo: Gackeen, il robot magnetico (Magne Robot Ga-Kin) e Gaiking (Daiku Maryu Gaiking). Proprio per una disputa sui diritti di Gaiking si deve una violenta lite di Nagai con la Toei Animation, che fino a quel momento aveva prodotto tutte le sue serie, e la conseguente separazione.


      Anche qui ci mise le mani come consulente ;)

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  9. del cartone non mi ricordo granché, ma cacchio la sigla: "la donna e' piu' dolce ma sa anche punire
    e l'uomo piu' forte puo' pure soffrire". Poi se uno a quarant'anni sta così c'è pure un motivo.

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  10. E la sigla?? :D Il testo fa ridere ma come fanno notare qua sopra, la musica è SPETTACOLARE.

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  11. Questo proprio non lo ricordo,comunque è veramente alquanto delirante

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  12. Più che Mastrandrea il bassista sembra il cugino senza-Pellegrini di Magnini

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  13. Questo me lo ricordo bene, soprattutto per la sigla "ispirante" e per la questione del robot che si componeva "romanticamente" XD
    La prima puntata però non l'avevo mai vista, grazie del sunto, Doc!

    A me 'sta serie mica dispiaceva, peraltro. Certo però che un po' di fantasia nei nomi ce la potevano pure mettere, eh! Gakeen che in italiano diventa Jeykeen, e che tanto tanto si confonde con Gaiking... Mah! :P

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  14. Gakeen, il Robo-barattolo tanto equivoco quanto privo di punto vita! Che dire? Al tempo mi piaceva pure, ennesima prova che da bambini ci si fa andar bene davvero di tutto!
    Testo risibile a parte, la sigla é davvero formidabile: arrangiamenti degni della scuola rock-progressive italiana che fino a qualche anno prima aveva dettato legge assieme a quella inglese! Si é già scritto del basso... ma le due chitarre (una con panning centrale, l'altra spostata sul canale destro), vogliamo dimenticarle? Non si fermano mai, non si ripetono quasi mai, e c'é un riff AOR/funky da paura...

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  15. AHAHAH epica! Sei in formissima, mi hai fatto sbellicare :D Buone feste calabbrisi!

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  16. Concordo, questo post é degno del Doc! Continua così!

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  17. che ricordi! a Palermo lo davano in tardo, tardissimo pomeriggio... pre-sera, pre Almanacco del Giorno dopo... su una delle consuete TV superprivate... la sigla mi sembrava eccezionale, anche perchè aveva un assolo di tastiere che ai tempi mi sembrava divino (come il bridge di chitarra in "Capitan Futuro") ...il robot però già a quei tempi mi convinceva poco... però lo ricordo come abbastanza facile da disegnare, per via delle cosce a salamone..

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  18. X Wargarv:
    Si, in effetti di Gaiking lo sapevo (tant'e' vero che molti lo considerano un robot nagaiano), ma ti diro' che anche su questo mi era venuto qualche sospetto...
    Lo si intuisce sentendo il sottofondo musicale in certe puntate, che sembra identico a quello de Il Grande Mazinga e Jeeg...e anche il character design li ricorda parecchio.
    Thank you per la delucidazione, comunque. Si scopre sempre qualcosa di nuovo!!

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  19. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  20. Comunque la strofa della Sigla va detto che scalcia i culi. Peccato il ritornello.

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  21. Me lo ricordo, ma siccome non mi garbava l'estetica del robot, appena lo passavano cambiavo canale ^^'
    Però c'è anche un'aaltra persona che indossa la maglia a righe gialla e rossa: il fratello maggiore di Coccinella, quella bambina coi sei fratelli orfani (allegria portami via)! XD

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  22. Me lo ricordo a malapena.
    Però ho un po' la nostalgia dei superrobot di un tmpo, così colorati e dalle forme più disparate.

    La sigla non la ricordavo, ma forse adesso so perché sono solo e depresso.

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  23. Appena uscirono le vhs le comprai.dalla yamato. Ho detto tutto.
    Lo adorai e mi piace ancora (l'ho rivisto volentieri secoli dopo) e vorrei sottolineare che Takeru è doppiato da Romano Malaspina lo stesso di Actarus e Ryo Nagare mica pizza e fichi U_u

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    1. Malaspina é anche il doppiatore di Hiroshi Shina di Jeeg, se é per questo, una vera voce storica ed un signor doppiatore, nella maggior parte dei suoi lavori, molto serio ed impegnato. Forse ai tempi si esagerò un po' nell'utilizzarlo negli anime di robot, facendoglieli venire a noia. Convincerlo a tornare a doppiare Goldrake nel 2007 fu un'impresa.

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  24. Peste e diluvio! (cit.) È ora di togliere il cellofan al cofanetto DVD che giace da anni sullo scaffale e dedicarsi a una full-immersion! :-)

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  25. "così astrusa e complicata che sembra ideata da chi ha creato il sito web dell’INPS."
    Verissimo Doc, verissimo!

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  26. La sigla italiana aveva un testo a tratti inquietante "l'uomo è più forte,può anche morire" ma ai tempi quando mi sciroppavo qualunque robot passasse sui teleschermi vidi pure questo...
    E grasse risate su questo post!

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  27. Serie molto bella e su cui qualche fonte critica esiste fin dagli anni Novanta, su carta prima ancora che su internet... fanzine e libri ne parlavano già con una certa dovizia. E qualcuno riprenderà a parlarne presto eheheheeh --- aggiungo solo una cosa che ricorre di frequente ed è una mistificazione. Quando dite "la serie di Nagai" ecc. (Riferendovi ai vari Goldrake ecc.) In realtà Nagai non fece mai quasi nulla se non ideare canovacci rudimentali e design medikcri. Se amiamo i robottoni dobbiamo ringraziare al 95% gli scrittori e animatori Toei. E al 5% Nagai

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  28. Ho notato che quando la tizia si mette l' uniforme d'ordinanza le si incrementa la taglia delle minne di almeno un paio di parsec. Inoltre pure il tostapane antropomorfo femminile ha due specie di zinne che sembrano tombini o graticole del grill ma sempre zinne sono.
    Inoltremente leggendo il libro la guida dei super robot, emerge chiaramente come ella sia stata trattata come una specie di elettrodomestico. Normalmente è sempre il protagonista torturato che diventa figo, qui non deve fare una fava e sgobbba tutto la donna. Mentre il protagonista ha il superpotere dell' ometto dell' ENEL grazie ad una naturale disgrazia di gioventù , la donzella è stata sottoposta ad orrendi esperimenti per acquisire il potere ellettromagnetico. Verso fine serie ella desidera un robot più potente perchè fa ca*are ed il padre le risponde: tu stattene al tuo posto che donnna sei .
    Insomma tipica parità dei sessi giapponesi.

    Il robot magnetico fa veramente schifo.

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  29. Nota mentale: non bere the/caffè/altro leggendo i tuoi articoli, ho annegato la tastiera :D

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    1. Stavo per scrivere la stessa cosa! Io a "mascherina della banda bassotti gigante", tu?

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    2. Ah più di una volta, la prima con il "parcheggiatore abusivo", poi il termosifone, la descrizione di Brain, il kamasutra magnetico... :D
      Il Doc era in forma quando l'ha scritto :D

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  30. Quanti ricordi, con la sigla che solo crescendo capii si riferiva ad una mistress e al suo schiavetto (probabilmente il solito 50enne frustrato).

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  31. Ciao Doc,
    oggi sono stata a lezione di yoga: a un certo la maestra ci ha chiesto di visualizzare sfere verdi e poi viola. E io ho visualizzato la testa cavolofiore e la villanzona supertellina. Stavo per scoppiare a ridere in mezzo alla sala.
    Viva il robot scaldabagno!

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  32. Più che lo sterno a me sembra che lo scaldabagno vada a formare un pacco con un'erezione prepotente. 😂
    Comunque è da sottolineare l'inutilità dei due Mighty. Nelle altre serie li avrebbero almeno usati come componenti del robot principale, non come qui che diventano praticamente delle tavolette da piscina con i razzi. 😂

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  33. L'antesignano di Aquarion, almeno per quanto riguarda quella roba delle interazioni equivoche tra piloti :-)

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  34. ... Quando lei si trasforma magicamente le spunta il rossetto e le si allungano le ciglia?!?

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