Francesco Salvi, IL cantautore italiano
Bene. Bravi. Ma bravi tutti. Dalla, De Gregori, De Andrè, Guccini, certo, manca solo Zoff in porta: a sgranare il rosario del cantautorato italiano fin de siècle vengon fuori sempre gli stessi nomi, figurine del gusto popolare dal cui album per il popolino si lascian perennemente fuori proprio quei pochi nomi che davvero contano. Lì, ai margini, al di là della linea di confine di questa Chernobyl culturale, galleggia sospesa nel tempo l'opera dei veri artisti cui la musica di fine Novecento deve più o meno tutto. Artisti completi, d'avanguardia, come Francesco Salvi da Luino. Approfitto perciò dello spazio gentilmente concessomi dal proprietario di questo blog per farmi anch'io lanciclasta, dopo le lance già spezzate - con fiero disprezzo dell'appiattimento culturale imperante - da due miei colleghi a favore di altri grandissimi del nostro patrimonio comune canoro quali Pippo Franco e i Bee-Hive [...]
Che quella del comico TV, del cabarettista, fosse solo una facciata, un'astuta quanto abile opera di depistaggio del Salvi scrittore di testi sofferti e impegnati, non ci voleva molto a capirlo. Cartina di tornasole ne furono già i primissimi successi musicali, adottati e riprodotti dal volgo facendoli girare ai 45 giri della propria ignoranza, quando ben altro era il significato mimetizzato tra ritmi orecchiabili e apparente, e solo tale, divertito nonsense. Megasalvi, l'album d'esordio dell'89, venne rubricato presto, con la faciloneria di chi è giustificabile solo in quanto privo degli strumenti socioculturali per decriptare con ben orientato sforzo ermeneutico il Vero, come disco di musica demenziale. Definizione in confronto alla quale non posso che lasciarmi andare, me lo si consenta, a un bonario AH!, con la voce venata di altezzoso scherno.
Tanto per iniziare, C'è da spostare una macchina anticipa di un quarto di secolo - scusate se è poco - le future manovre del management della fu Fiat, in vista di un'internazionalizzazione del marchio e di una progressiva estirpazione delle radici torinesi dell'azienda, in barba agli aiuti munti dalla vacca grassa chiamata stato italiano per decenni. È Salvi che lo sa in anticipo, grazie a quella spiccata sensibilità che bacia solo gli artisti più grandi, oppure è Marchionne, all'epoca direttore in quel degli USA ma già portatore sano di pulloverini sformati, ad aver tratto spunto dal brano? Poco conta, intanto quella macchina qua l'hanno messa là davvero, e in quel posto al made in Italy di basso livello: sia fatta la luce, direbbe qualcuno, prima di tradurre la frase in olandese.
Ma l'inestimabile valore precognitivo dei brani dell'album non si esaurisce lì. Esatto! non prende solo in giro "la qualità modesta della musica leggera contemporanea", come ha scritto qualcuno sulla pagina Wikipedia del brano, con una visione non del tutto errata ma comunque incompleta del senso del brano. Esatto! è la risposta universale che il Salvi autore preconfeziona per i futuri internauti, nascondendola lì in piena vista, nel BPM furioso di un felice punto d'incontro tra eurodance, synthpop e derive electro funk/jungle da club londinese di tendenza. Alle soglie della rivoluzione digitale, Salvi sa, ancora una volta prima di tutti gli altri, che nella grande tribù dei bit, in un futuro molto prossimo, tutti faranno dei versi, porci e altri animali da cortile scambiati per esseri civilizzati in quanto più o meno (in)capaci di usare una tastiera. E qual è l'unica risposta possibile per pecore, asili e maiali razzolanti nell'Internet? Cosa si può dire a troll e altre persone affette da gravi deficit psico-emotivi, pur di sbrigare rapidamente la pratica, farli infelici e impotenti, e allontanarli il più velocemente possibile dalle proprie gonadi? Esatto: Esatto!
Taxi, fine calembour disco stradale, è il frutto della grande capacità di Salvi di trarre spunto artistico anche là dove sembra addensarsi solo il grigio dell'asfalto metropolitano e crescere la miccia perennemente innescata della conflittualità urbana. Basta il nome di un taxi conteso per richiamare ambientazioni esotiche e visitare con il cuore Coimbra e le suadenti sirene del Beira Litoral, polo non solo del divertimento ma anche e soprattutto - chiaramente non a caso - della cultura lusitana. Paolo Coniglio, sognando la sua Janet Agren, non avrebbe saputo fare di meglio.
Ma il Salvi cantante è anche un artista che come pochi altri riesce a sintetizzare in un brano le declinazioni più pratiche e a volte spiacevoli di una relazione amorosa. In Maionese c'è tutta la sofferenza di una coppia al limite delle proprie facoltà economiche, eppure impossibilitata a uscire dal circolo vizioso delle amicizie ingombranti, vittima dell'ostentazione non fine a se stessa, emblema di chissà quale obolo sociale versato per chissà quale scopo. In quegli amici invadenti c'è tutto il peso di una società plutocratica e malata, densa ed oleosa esattamente quanto la maionese del titolo. Questa qua è una canzone allegra, recita il testo, schiaffo a mano aperta in faccia alle ipocrisie di chi si reputa felice versando lo stipendio per intero alla mascotte sorridente di questa o quella finanziaria.
Son contento, un po' la risposta nostrana al pulsante ritmo guineano di Mory Kanté, ci parla invece di un altro tunnel, quello della felicità inseguita da tutti, nel fagocitante, doloroso quotidiano che non pratica sconti e non fa credito a nessuno. Quella carota appesa a un bastone e penzolante davanti a noi, sempre alla stessa distanza, come una commestibile spada di Damocle che ci tiene lontani dal nostro domani. Molti anni dopo, quando Caparezza avrebbe tirato fuori il suo tunnel del divertimento da cui aveva una gran voglia di fuggire, Francesco Salvi da quel tunnel ne era uscito da tempo. Buongiorno, budini molli capelloni, il volgarismo senza limitismo è già stato qui prima di voi.
Lo stesso dicasi per A, singolo dall'anima funk dell'album successivo, Limitiamo i danni (1990) e pezzo che anticipa clamorosamente La Canzone Mononota degli Elio e le Storie Tese. E non lo fa in un luogo qualsiasi, ma sullo stesso palco del festival della canzonetta tricolore: il floreale simbolo del luogo comune musicale, dileggiato e vilipeso, con lo stesso astio iconoclasta dei barattoli di conserva di Warhol, dal Francesco nazionale e dalla sua cover camouflage di Everybody Needs Somebody to Love. Un solo Blues Brother senza occhiali da sole per una nota sola, toh, e fatevela bastare, bastardi.
E B? Vogliamo parlare di B, il geniale B-side di A in salsa techno house/chillout? La critica al mercato discografico contemporaneo si riduce all'essenziale e trova in un incredibile atto di sintesi artistica la propria matrice in una sola lettera, ma pregna di superdenso messaggio d'accusa. Le canzoni sono vuoti ritornelli pieni di parole a caso? A Salvi per comporne una basta solo una lettera. Coraggio, cantautori idolatrati dall'azzerbinata critica musicale di do-re-gime, provate a scendere dal vostro altarino luzzato e fegizio, e a fare di meglio. Coraggio.
Negli anni a seguire, il genio di Luino affila il proprio messaggio di protesta con brani simbolo come Gettiamo le cartacce per terra, pezzo poi parte integrante della colonna sonora de Il Silenzio degli Innocenti di Demme, e Ignorante discomix, entrambi in Se lo sapevo (1991), o come Anche i maiali hanno bisogno d'amor. Potremmo continuare per ore, ma per non abusare oltremodo dell'ospitalità concessami, voglio chiudere questa breve ma doverosa disamina della musica salviana con Statento, brano più significativo dell'album omonimo del '94. Ennesimo sberleffo in eurovisione dall'Ariston all'italico perbenismo da zia sovrappeso, al vuoto, stantio proibizionismo da cartelli appesi nei corridoi di un vecchio ufficio pubblico. "Vietato sputare in terra", leggiamo su uno di quegli immaginari cartelli velati dal catrame combusto delle sigarette d'antan. E Francesco, nel suo brillante estro artistico, esegue compìto, sputando invece dritto nell'occhio della telecamera, e attraverso di esso in quello dell'Italia intera, assisa in eterogenei gruppi d'ascolto davanti alla TV. Se oggi, ventuno anni dopo, scomodiamo pedagoghi e psicologi da record di presenzialismo televisivo quando i nostri figli saltano da un problema all'altro - quando non da un balcone all'altro - è solo perché allora non abbiamo voluto ascoltare chi era già lì a indicarci la strada. Ma tanto era solo musica demenziale, no? Bene. Bravi. Ma bravi tutti.
Che quella del comico TV, del cabarettista, fosse solo una facciata, un'astuta quanto abile opera di depistaggio del Salvi scrittore di testi sofferti e impegnati, non ci voleva molto a capirlo. Cartina di tornasole ne furono già i primissimi successi musicali, adottati e riprodotti dal volgo facendoli girare ai 45 giri della propria ignoranza, quando ben altro era il significato mimetizzato tra ritmi orecchiabili e apparente, e solo tale, divertito nonsense. Megasalvi, l'album d'esordio dell'89, venne rubricato presto, con la faciloneria di chi è giustificabile solo in quanto privo degli strumenti socioculturali per decriptare con ben orientato sforzo ermeneutico il Vero, come disco di musica demenziale. Definizione in confronto alla quale non posso che lasciarmi andare, me lo si consenta, a un bonario AH!, con la voce venata di altezzoso scherno.
Tanto per iniziare, C'è da spostare una macchina anticipa di un quarto di secolo - scusate se è poco - le future manovre del management della fu Fiat, in vista di un'internazionalizzazione del marchio e di una progressiva estirpazione delle radici torinesi dell'azienda, in barba agli aiuti munti dalla vacca grassa chiamata stato italiano per decenni. È Salvi che lo sa in anticipo, grazie a quella spiccata sensibilità che bacia solo gli artisti più grandi, oppure è Marchionne, all'epoca direttore in quel degli USA ma già portatore sano di pulloverini sformati, ad aver tratto spunto dal brano? Poco conta, intanto quella macchina qua l'hanno messa là davvero, e in quel posto al made in Italy di basso livello: sia fatta la luce, direbbe qualcuno, prima di tradurre la frase in olandese.
Ma l'inestimabile valore precognitivo dei brani dell'album non si esaurisce lì. Esatto! non prende solo in giro "la qualità modesta della musica leggera contemporanea", come ha scritto qualcuno sulla pagina Wikipedia del brano, con una visione non del tutto errata ma comunque incompleta del senso del brano. Esatto! è la risposta universale che il Salvi autore preconfeziona per i futuri internauti, nascondendola lì in piena vista, nel BPM furioso di un felice punto d'incontro tra eurodance, synthpop e derive electro funk/jungle da club londinese di tendenza. Alle soglie della rivoluzione digitale, Salvi sa, ancora una volta prima di tutti gli altri, che nella grande tribù dei bit, in un futuro molto prossimo, tutti faranno dei versi, porci e altri animali da cortile scambiati per esseri civilizzati in quanto più o meno (in)capaci di usare una tastiera. E qual è l'unica risposta possibile per pecore, asili e maiali razzolanti nell'Internet? Cosa si può dire a troll e altre persone affette da gravi deficit psico-emotivi, pur di sbrigare rapidamente la pratica, farli infelici e impotenti, e allontanarli il più velocemente possibile dalle proprie gonadi? Esatto: Esatto!
Taxi, fine calembour disco stradale, è il frutto della grande capacità di Salvi di trarre spunto artistico anche là dove sembra addensarsi solo il grigio dell'asfalto metropolitano e crescere la miccia perennemente innescata della conflittualità urbana. Basta il nome di un taxi conteso per richiamare ambientazioni esotiche e visitare con il cuore Coimbra e le suadenti sirene del Beira Litoral, polo non solo del divertimento ma anche e soprattutto - chiaramente non a caso - della cultura lusitana. Paolo Coniglio, sognando la sua Janet Agren, non avrebbe saputo fare di meglio.
Ma il Salvi cantante è anche un artista che come pochi altri riesce a sintetizzare in un brano le declinazioni più pratiche e a volte spiacevoli di una relazione amorosa. In Maionese c'è tutta la sofferenza di una coppia al limite delle proprie facoltà economiche, eppure impossibilitata a uscire dal circolo vizioso delle amicizie ingombranti, vittima dell'ostentazione non fine a se stessa, emblema di chissà quale obolo sociale versato per chissà quale scopo. In quegli amici invadenti c'è tutto il peso di una società plutocratica e malata, densa ed oleosa esattamente quanto la maionese del titolo. Questa qua è una canzone allegra, recita il testo, schiaffo a mano aperta in faccia alle ipocrisie di chi si reputa felice versando lo stipendio per intero alla mascotte sorridente di questa o quella finanziaria.
Son contento, un po' la risposta nostrana al pulsante ritmo guineano di Mory Kanté, ci parla invece di un altro tunnel, quello della felicità inseguita da tutti, nel fagocitante, doloroso quotidiano che non pratica sconti e non fa credito a nessuno. Quella carota appesa a un bastone e penzolante davanti a noi, sempre alla stessa distanza, come una commestibile spada di Damocle che ci tiene lontani dal nostro domani. Molti anni dopo, quando Caparezza avrebbe tirato fuori il suo tunnel del divertimento da cui aveva una gran voglia di fuggire, Francesco Salvi da quel tunnel ne era uscito da tempo. Buongiorno, budini molli capelloni, il volgarismo senza limitismo è già stato qui prima di voi.
Lo stesso dicasi per A, singolo dall'anima funk dell'album successivo, Limitiamo i danni (1990) e pezzo che anticipa clamorosamente La Canzone Mononota degli Elio e le Storie Tese. E non lo fa in un luogo qualsiasi, ma sullo stesso palco del festival della canzonetta tricolore: il floreale simbolo del luogo comune musicale, dileggiato e vilipeso, con lo stesso astio iconoclasta dei barattoli di conserva di Warhol, dal Francesco nazionale e dalla sua cover camouflage di Everybody Needs Somebody to Love. Un solo Blues Brother senza occhiali da sole per una nota sola, toh, e fatevela bastare, bastardi.
E B? Vogliamo parlare di B, il geniale B-side di A in salsa techno house/chillout? La critica al mercato discografico contemporaneo si riduce all'essenziale e trova in un incredibile atto di sintesi artistica la propria matrice in una sola lettera, ma pregna di superdenso messaggio d'accusa. Le canzoni sono vuoti ritornelli pieni di parole a caso? A Salvi per comporne una basta solo una lettera. Coraggio, cantautori idolatrati dall'azzerbinata critica musicale di do-re-gime, provate a scendere dal vostro altarino luzzato e fegizio, e a fare di meglio. Coraggio.
Negli anni a seguire, il genio di Luino affila il proprio messaggio di protesta con brani simbolo come Gettiamo le cartacce per terra, pezzo poi parte integrante della colonna sonora de Il Silenzio degli Innocenti di Demme, e Ignorante discomix, entrambi in Se lo sapevo (1991), o come Anche i maiali hanno bisogno d'amor. Potremmo continuare per ore, ma per non abusare oltremodo dell'ospitalità concessami, voglio chiudere questa breve ma doverosa disamina della musica salviana con Statento, brano più significativo dell'album omonimo del '94. Ennesimo sberleffo in eurovisione dall'Ariston all'italico perbenismo da zia sovrappeso, al vuoto, stantio proibizionismo da cartelli appesi nei corridoi di un vecchio ufficio pubblico. "Vietato sputare in terra", leggiamo su uno di quegli immaginari cartelli velati dal catrame combusto delle sigarette d'antan. E Francesco, nel suo brillante estro artistico, esegue compìto, sputando invece dritto nell'occhio della telecamera, e attraverso di esso in quello dell'Italia intera, assisa in eterogenei gruppi d'ascolto davanti alla TV. Se oggi, ventuno anni dopo, scomodiamo pedagoghi e psicologi da record di presenzialismo televisivo quando i nostri figli saltano da un problema all'altro - quando non da un balcone all'altro - è solo perché allora non abbiamo voluto ascoltare chi era già lì a indicarci la strada. Ma tanto era solo musica demenziale, no? Bene. Bravi. Ma bravi tutti.
del critico Serse "Pal" Adaronda
Il bello è che mentre leggevo cotanto pregevole esempio di critica/omaggio musicale canticchiavo nella mente tutte le canzoni citate.
RispondiEliminaAggiungendo anche l'indimenticabile raccolta di cover nazionalpopolari In gita col Salvi, che ho ascoltato orgoglioNa per buona parte degli anni che precedono l'adolescenza!
Ce l'avevo, ce l'avevo "In gita con Salvi", mi fu regalata insieme al mio primo stereo da un mio caro zio, non ricordo la ricorrenza. diveva essere tipo il '92? Bhoo, comunque una figata!
EliminaConfermo, era del '92: ho ancora da qualche parte la cassetta originale =)
EliminaEra molto un cantante da gita, evidentemente, il Salvi. Gita di terza media, si dormiva a Gubbio (citata in uno dei brani dell'album, peraltramente), mangianastri del pullman occupato militarmente da Megasalvi...
EliminaMi ricordo, quando che è scopiata la guera, che siam partiti subito io e il Mario Arlati.
EliminaIl Mario Arlati è da sempre uno dei personaggi-chiave che popolano il boschetto della mia fantasia.
Mario Arlati...cosa mi hai fatto ricordare :)
EliminaTra i compiti delle vacanze, alle medie, c'era anche il temino in cui dovevi commentare una canzone, e io avevo scelto quella (chissà come si intitolava? C'entrava "Per Elisa"?)
La mia prof, che era un'insegnante integerrima ma anche una PdF da manuale, rimase piuttosto allibita.
No, era "Vecchio scarpone", classicone da pullman nelle gite in montagna...
EliminaPenso di non avere mai ascoltato le sue canzoni, ma lui mi è sempre stato simpatico
RispondiEliminaNeanch' io! Sta simpatico anche a me comunque. L' ho perso per qualche anno! Quando sbancò come ho visto sorprendentemente dalla classifica di singoli dell' 89 rimanendoci così °_O .
EliminaL' ho scoperto invece leggendo una storia di Topolino in cui era protagonista assieme al mitico topo e Pippo!
Alcuni anni fa la mattina presto Italia 1 ritrasmetteva il "Mega Salvi show"! ^^
Buahahahahahahha! Salvi, grazie per tutto ciò! Ma solo io ci vedo un parallelismo Statento! -> Dannati Forever degli ElST, in particolare la citazione dotta sul pistolino! A quando il post sulle Teste Sciroppate e i loro consigli sull'igiene personale?!
RispondiEliminaA latere, momento PdF^∞: sullo spostamento della sede legale della holding FCA (non delle controllate, non degli stabilimenti di società controllate dalle controllate)... il made in italy anche generalista IMHO ci ha guadagnato, adesso fanno la Jeep Renegade e la 500x a Melfi... stabilimento hanno cessato la cassa integrazione e assumono 1500 persone dopo un investimento >1miliardo di €.... però non voglio che gli si dica grazie XD
Le Teste Sciroppate number one! Ancora mi ricordo quella cosa del mago e la strega....
EliminaQuel Sanremo degli EELST era ovviamente tutto improntato all'omaggio di Salvi. È fuor di dubbio...
EliminaSalvi è la ciliegina sulla torta di questa fantastica rubrica, Doc, fai le mie più sincere congratulazioni al mitico Serse "Pal" Adaronda quando lo vedi, digli che è il mio critico musicale preferito, adesso attendo la recensione di Mitola o della carriera a cartoni animati del N. Fidenco... nell'attesa, canterò a squarciagola "HelaHelaHela è la suuuuuupergirl...." ;)
RispondiEliminaok Pippo Franco, ma Salvi noooooo.....
RispondiEliminaSei un fottuto genio del male..ora me lo rileggo tutto ascoltando anche i pezzi..Salvi idolo a prescindere comunque.
RispondiEliminaGrazie Doc. ;)
ah, l'anni 80....mariomerolo
RispondiEliminaTaxiiiii, Taxiiiiiii
https://www.youtube.com/watch?v=FEdiOBz4zeM
ascoltar il Salvi mi ha riportato alla mente una sua ispirazione...
Elimina....i D-Mob....di cui al link qui sopra
ricordo benissimo canzone e video!!!!
EliminaD-MOb!! It's time to get funky!L'acid house per le masse.Bei tempi.
EliminaIo festeggerei questo post bevendo tutti insieme un amaro Qualunque...
Eliminal'amaro per l'uomo inutile!
EliminaSono totalmente d'accordo con Serse. Ma seriamente eh, non ci metto nessuna ironia. :) All'epoca Salvi era uno dei miei idoli, perché io ho un animo demenziale (vedasi nickname) e surrealista e illo (cit.) rientrava pienamente nelle categorie. Mi rammarico solo che Serse non abbia analizzato anche brani meno noti come Il Lupo, Le solite promesse (capolavoro!), Per Elisa, Colpa mia (ulisse cha cha cha)... poi, come spesso capita ai grandi artisti ci si siede sugli allori e gli ultimi album perdono la verve... Conservo con cura ed affetto le musicassette (sic!) originali, riposte fra i cimeli di quel grande tempo che fu
RispondiEliminaAaaah i 45 giri di C' è da spostare una macchina e Esatto...
RispondiEliminaInfanzia traumaticamente bella ^^
Dischi ancora oggi accostati, dai piu' attenti ascoltatori all'album Capolavoro " STARLESS & BIBLE BLACK " dei mai troppo osannati King Crimson.
RispondiElimina"Esatto" che, se qualcuno non l'ha già ricordato, figura come intro di "Bomber Bob", il simpatico sparattutto della Idea su Amiga (e quando dico come intro intendo proprio che i pazzi si erano campionati tutto il refrain..)
RispondiEliminaAspettiamo Konty! https://www.youtube.com/watch?v=Xm52UV18HxI
RispondiEliminacome non decantare l'omerica avventura di Ulisse sunta magistralmente in "è colpa mia", di cui ricordiamo i versi:
RispondiEliminaSulla spiaggia aspetterò U-Ulisse | la mia tela scioglierò U-Ulisse | lui mi ha detto "tornerò" U-Mentisse.
AH poesia pura.
ricordo una settimana bianca delle medie con tanto di discoteca in cui si ascoltava "esatto".. e si facevano gli animali.... e il pesce?!?! ARTE pura.
RispondiEliminawaiting for mitola....
Volevo segnalare con malcelata e puntigliosa pignoleria che "Esatto" c'entri poco e nulla con la Jungle,tratasi di un mix di Acid House e Italo House (o Spaghetti House) con il tipico riff di piano del Korg M1.
RispondiEliminaLa prima volta faceva ridere, la seconda meno..la terza è un mattone illeggibile...
RispondiEliminaNon mi risulta qualcuno ti abbia costretto a farlo.
EliminaInternet è piena di robe comprensibili anche per te, muovi i rametti e vatti a divertire.
Un buffone di cui la televisione italiana poteva benissimo fare a meno.
RispondiEliminaNon dico cosa altro penso di lui sennò il messaggio lo cancellate...
Non c'è bisogno di darmi del voi.
EliminaNo, è giusto, ha ragione lui, è plurale perchè siete in due; tu Doc offri lo spazio del blog, mentre il Dott. Adaronda ha scritto il pezzo.. :D
EliminaNon sapevo curassi il blog tutto da solo, Doc!
EliminaCiao! Faccio parte di un gruppo rock molto volgare, facciamo solo rock duro, duro, duro ci chiamiamo...
RispondiElimina...i Budini Molli...
L' ho consumato quell' LP! Mi inchino al cospetto del Grande Salvi.
francesco salvi è stata la versione beta degli elio e le storie tese. avanti veramente 30 anni, questo ancora oggi ragazzetti alla fedez e compagnia se li mangerebbe. grandissima discografia la sua. il paradosso è che per quanto lui facesse ridere a ripensare ai suoi dischi scende veramente una collezione di bruschette mica da ridere. ero bambino e l'uscita dei suoi dischi rappresentava uno dei momenti di maggior gioia all'epoca. non ricordo il titolo ma nel cuore porto la cqanzone del venditore di aspirapolvere. se qualcuno vagamente ricorda sia gentile ad indicarmi il titolo. grazie.
RispondiEliminaLe solite promesse ;)
EliminaGrande doc, grazie!
Eliminavisto? non c'e' piu' lo zerbino!
EliminaConsiderando che mi chiamo Francesco Salvi... potete immaginare i miei primi anni novanta alle medie... Però era anche ganzo... mi sembrava di essere un po' speciale. Comunque grandi canzoni!!
RispondiEliminaUh!! Cosa torna alla mente!!
RispondiEliminaDopo aver visto A a quel Sanremo, mi ero talmente intrippato che ho stressato i miei fin quando non mi hanno regalato il 45 giri di "Limitiamo i danni"!!
E ricordo distintamente di aver chiesto a mio padre cosa volesse dire con quel "è 40 anni che c è sempre la stessa musica e non lamenta mai nessuno!!"
Il mio primo vero incontro con la critica politica!! Mitico!!
Quand'ero piccolo guardavo Sanremo solo per aspettare la canzone di Salvi!
RispondiEliminaQuando poi crescendo ho scoperto che Salvi non era una presenza obbligatoria del Festival e non ci sono più state le sue canzoni ci sono rimasto malissimo (cit.) e ho smesso di guardarlo. Ho ricominciato solo quando ci sono stati gli Elii e i Quintorigo.
Mitiche le avventure di Perry Naso e Superillo (sono io che ricordo male o erano trasmesse durante il Dopofestival?)
...su, su fino alle propaggini di Bergamo.
RispondiEliminaNon nego di essere stato grande fan di Salvi da piccolo. La demenzialità pura! Da morirsi dal ridere. Poi uno cresce e si accorge....si accorge che non è cambiato niente! Quel Salvi lì (quello del Drive in, dei film di Fracchia, del suo telegiornale su mediaset) mi fa ancora morir dal ridere.
RispondiEliminaPoi come sempre accade l'attore cresce e addio alle risate sceme.
Noi siamo un gruppo rock molto volgaaaaare. Ci chiamiamo "I budini molli"! Chi ha fatto appelloso? Ieppè ieppè! Ci chiu ci chiu. Ma che ne so!
Salvi ha segnato la mia infanzia. Ricordo benissimo, ed ho ancora una c60 con l'audio registrato, rigorosamente in mono, ottenuto avvicinando il registratore alla cassa della tv, la sua rubrica alla fine del programma Studio 5, dove annunciava i programmi della serata e faceva battute nonsense che nonostante la mia giovane età, mi facevano impazzire. Comprai Categorico, il pupazzino a molla che faceva le capriole, e ovviamente la cassetta, che accompagnò il viaggio della mia gita di prima superiore a Milano.
RispondiElimina"Ah, il lupo.... Una volta il lupo andava via come il pane, adesso il lupo el và no".
... anche nella versione auto-citazionista con "il gallo" di "In gita col Salvi"...
EliminaSpero che un giorno questa rubrica si occuperà anche di Gianni Drudi, il più grande paroliere italiano di sempre.
RispondiElimina"Quella carota appesa a un bastone e penzolante davanti a noi, sempre alla stessa distanza, come una commestibile spada di Damocle che ci tiene lontani dal nostro domani."
RispondiEliminaVittoria Epica
A "lanciclasta" avevi già vinto tutto. Il resto è stato solo infierire :)
RispondiElimina"Esatto." è il commento più banale ma più esaustivo.
RispondiEliminaIl suo impegno sociale, così come il suo essere a metà tra realtà e fantasia, era ben evidenziato nelle storie su Topolino in cui faceva coppia con Pippo.
*brivido e sospirone*
Il Francesco Salvi cantautore lo conosco poco, ricordo solo la hit "C'è da spostare una macchina". Speriamo che TV Sorrisi e Cazzotti un giorno alleghi una compilation con le sue canzoni migliori.
RispondiEliminaEssendo di Luino, mi fa piacere vedere tutto questo affetto - segnalerò la pagina a Francesco :)
RispondiEliminaSalutamelo! Facezie della rubrica di fintocritica a parte, il suo umorismo mi piaceva un casino.
EliminaProvvederò, per intanto gli ho segnalato la pagina, mi scriveva da non so dove, ha detto che leggerà volentieri articolo e commenti :)
EliminaSalvi è un genio da sempre e questo video ne è la prova:
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=mojQHVG9fs8
Sembra una sciocchezza perchè fa ridere ma ascoltatelo bene e poi riflettete 5 minuti.....
e niente, sara' la giornata particolarmente faticosa, al termine o quasi di un paio di settimane particolarmnete faticose, ma l'unica cosa su cui ho riflettuto e' che maccio capatonda non e' stato il primo a fare ste cose :D
EliminaHo rivisto Salvi ad una puntata de "Grazie al cielo sei qui", spettacolo di improvvisazione di gente della tv, e... era fantastico vedere come dopo 30 anni NON fosse cambiato di una virgola. Stessa energia, stesso modo di fare... quando ha terminato il suo pezzo con "Lo Zio Pino" volevo far scoppiare un tripudio di mini ciccioli.
RispondiEliminagrande salvi, poi d'un garbo! Cristina D'Avena lo AC solamente, perche' chiappa e' troppo volgare! mi disse mio frate di averlo visto una volta a fare un intervento non ricordo dove vestito con una giacca color cielo, con tanto di nuvole sopra, quindi dev'essere proprio cosi' lui :)
RispondiEliminaComico, cantante, attore, regista, scrittore: in sintesi un artista COMPLETO
RispondiEliminaSeguo Francesco Salvi dai tempi di "C'è da spostare una macchina". Se non erro è stato anche un ottimo Lupo Alberto
RispondiEliminaEsatto (cit.)! Ricordo che quando vidi il cartone di Lupo Alberto trovai la sua voce azzeccatissima con il personaggio, molto simile a come la immaginavo leggendo le tavole del fumetto (forse anche per associazione di idee, dato che molte copertine dei suoi dischi erano disegnate da Silver), mentre Lella Costa nella parte di Marta all'inizio mi aveva spiazzato, perchè pur essendo bravissima aveva un timbro più basso di quello che mi sarei aspettato...
EliminaCaspita! Non me n' ero mai accorto! °_O Bravissimo comunque li in effetti!
EliminaIl primo vinile che mi fece regalare da piccino :)
RispondiEliminaAll'inizio degli anni 90 Francesco teneva anche una rubrica su Topolino: "Le indagini del detective Perry Naso", raccontini gialli demenziali. Ne ricordo uno in cui Salvi-Perry indagava in una biblioteca dove qualcuno aveva sostituito gli evidenziatori con pennarelli neri e così i libri rimanevano pasticciati; due personaggi del racconto erano Ganimede Propriolui, bibliotecario, e Guendalina Papparacchio, graziosa utente della biblioteca. Ricordo poi anche i suoi numeri nello show preserale di C5 "Studio 5" accompagnato da una serie di pupazzetti: il picchio Freddy, l'occhio Categorico (che ha un punto di vista solo), la macchina fotografica Ciascheduno (un tipo obiettivo) e il pomodoro Leccornia. Poi ovviamente le scenette del camionista a "Drive in". Ho letto e conservo tuttora anche i suoi libri "Ho i capelli che mi vanno stretti" e "101 buddhanate zen". Veramente cult anche i suoi indovinelli in cui aveva alcuni vip che prendeva di mira: "Che differenza c'è fra Torino, Firenze e Magalli? Che Torino sta sul Po, Firenze sta sull'Arno e Magalli sta sulle .....". "Che differenza c'è fra Anna Oxa e Francesca Dellera? Che Anna Oxa è tinta e Francesca Dellera è tanta!"
RispondiEliminatra i pupazzetti hai dimenticato Matteo! (Bravo Matteo, fai il saltino!)
Elimina:lol: Ora ce l' hanno tutti, chissà perché, con Magalli quasi come ce l' avessero qualche anno fa con Chuck Norris. Quindi Salvi ci stava sul buon Giancarlo mooolto prima! XD
EliminaChe ricordi con Francesco Salvi!
RispondiEliminaciao Doc! lanciclasta è una parola bellissima domani la imparo ai miei studenti. ehm...solo io non ho capito la traduzione olandese di sia fatta la luce?
RispondiEliminaCredo che il "sia fatta la luce" = FIAT lux e l'Olanda per il traferimento ad Amsterdam della sede legale...
Eliminaurca! avevo già attivato google translator senza cavarne un peterparker dal buco! grazie!
Eliminaera uno dei pochi che apprezzassi di Drive in, insieme al primo Faletti (testimone di Bagnacavallo), Beruschi (non che mi facesse ridere, ma almeno era simpatico) e forse il Trio Reno.
RispondiEliminaLa sua carriera di cantante invece non l'ho mai seguita, l'unico pezzo che ho sentito credo sia stato 'C'è da spostare una macchina'
Genio.
RispondiEliminaFra l'altro proprio ultimamente sto diffondendo il verbo del "megasalvishow" ai giovini ignari di cotanta beltà.
E rimangono tutti piacevolmente colpiti.
Genio.
"vostro altarino luzzato e fegizio". XD
RispondiEliminaNon ero di quel periodo là, del Salvi a Sanremo, ma da piccolino mi alzavo costantemente alle 6 e un quarto, e a quell'ora su Italia 1 davano le repliche del programma di Salvi la cui sigla era "C'è da spostare la macchina".
RispondiEliminaTutt'ora, quando parcheggiio davanti ad un passo carrabile o ad un divieto di sosta, appena me n'è accorgo, parte il coro monovoce "La macchina qua la devi mettere làààà".
E bruschette a non finire.
Salvi mi piaceva tanto a fine anni '80... Avevo le cassette (originali), avevo anche uno di quei giochini con la carica a molla cui lui diceva "dai Matteo, fai il saltino".
RispondiEliminaQueste scorribande nell'"iper"critica musicale fanno ridere assai, complimenti a Serse :-)
Da piccolo ero assolutamente pazzo per le sue canzoni. Ricordo che i miei genitori mi hanno portato a sentirlo dal vivo. Su una canzone s'era presentato vestendo un sacco di magliette una sopra l'altra e aveva iniziato a lanciarle al pubblico. Sull'ultima i miei mi hanno portato sotto il palco e io mi sbracciavo per averla, lui mi ha dato la maglia (quella di Esatto!) chiedendomi in cambio un bacio sulla guancia e commentando poi "venduto per una maglietta"
RispondiEliminaBravi tutti.
RispondiEliminaIl prossimo giro ricordarsi di Charlie e la sua "faccia da pirla", antesignano di ...etc...etc....
Sono sempre quello di Luino del post più sopra, mi è arrivato un saluto dal Salvi per Antro ed antristi: "Grazie, salutali di rimando. Mi ha fatto piacerismo!"
RispondiEliminaEvvai! Grazie mille :)
EliminaPiacere mio :)
EliminaVi ricordate la parola d'ordine del camionista per chiamare i colleghi via radio? "Totano 1 a totano 2!" nello stesso periodo del "Volante 1 a volante 2" di Nino Frassica a "Indietro tutta". Le magliette sono diventate un classico, ne vedo ancora di molto simili quando vado al mare in svariati negozi di souvenir. La mia preferita era "Tenete l'Italia pulita... gettate i rifiuti in Svizzera!" Quanto al Totano, era uno dei tormentoni televisivi che erano diventati anche tormentoni di casa mia, mio papà lo ripeteva spesso.
RispondiEliminaGrazie Doc !
RispondiEliminaE come direbbe il buon Francesco " è vero... ciò è più psicoveritabile... cioè più intimo al mio consono essere interiormente segreto."
Esatto !
https://www.youtube.com/watch?v=c9QUwCVqZyY
RispondiEliminaDoc, te lo ricordi "Bomber Bob", su "Amiga"?! ;) L'intro era tipo la parte più bella del gioco... :P
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=FADKUiJ5q1E
Conservo gelosamente tutti i cd di Enzo Salvi. Citerei anche il mai pubblicato in digitale OH Signorina, sigla di un programma Fininvest condotto da Marco Columbro, e il suo primo brano in assoluto (Rock con i budini molli), contenuta in un cd oggi abbastanza difficile da reperire.
RispondiEliminaNon nascondo che sbavo all'idea di poter ascoltare, un giorno, le basi musicali di tutti questi capolavori, per poterci cantare sopra "a modo mio" e sentirmi anch'io, per un po', Enzo Salvi.
Sei il Tyuan che conosco io? A parte che è Francesco e non Enzo (ma va bene un pò di surreale in questo caso non stona ;-) in effetti chissà se le basi sono ancora disponibili in qualche magazzino?
EliminaNon è che Enzo ne sia un parente? In fondo, una certa somiglianza (specie nelle espressioni) c'è....
RispondiEliminaMitico Francesco Salvi!
RispondiEliminaIl suo personaggio mi piaceva da matti nonostante all'epoca (1989) avessi solo 4 anni.
"Esatto" era la mia preferita, un mio zio me la registrò apposta dalla radio perchè gli rompevo sempre le balle con questa canzone XD
"Oh signorina" era la sigla di "Bellezze sulla neve", versione invernale del più famoso "Bellezze al bagno", su iutubbe si trovava fino a qualche tempo fa, ricordo Salvi con la barba sulla copertina del disco.
Ho anche visto il suo film in onore dei vecchi tempi, oltre a Enzo Braschi figurava Marco Predolin (!!!) e una bionda americana mai più vista da nessuna parte. Recuperatelo perchè almeno una volta nella vita va visto :D
Bruschette per Megasalvishow e Perry Naso.
Scusate io mi ricordo una canzone di Salvi che faceva "ciao faccio parte di un gruppo rock molto volgare! Volgarismo senza limitismo esagerare!" Ma non trovo che canzone sia! Mi potete aiutare? Grazie
RispondiEliminaSo che è tardi per rispondere, ma la canzone è: "Son contento". ;)
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=ZNppSQQ3S7k
Vi ricordate come si chiamava il pupazzetto a forma di dentiera ?
RispondiEliminacategorico ?
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