Ghost in the Shell, la recensione senza spoiler


Ghost in the Shell recensione poster
Non chiamatela Motoko Kusanagi. Il Maggiore di Ghost in the Shell, il film, si chiama Mira Killian. Ma non fermatevi qui. Mettete via i forconi e le torce comprati per montare la ronda davanti alla sede mondiale del whitewashing di Hollywoo, perché non è un dettaglio importante. Davvero. Giuri. Concentratevi sugli occhi di Scarlett Johansson (gli occhi, hai detto gli occhi) e sulla sua prova onesta nei panni di un personaggio così tormentato. Onesta quanto fondamentalmente inutile, perché il Ghost in the Shell di Rupert Sanders (in curriculum solo Biancaneve e il cacciatore. Per dire) si iscrive praticamente dal minuto uno al nutrito club di adattamenti cinematografici che del senso dell'originale non hanno colto una cibernetica fava. Prendete il film di Mamoru Oshii del '95, prendete quel capolavoro della fantascienza non solo animata, pellicola seminale eccetera eccetera, che ha contribuito a far scoprire perfino agli yankee che diavolo s'erano persi a snobbare gli anime per anni. Prendetelo, clonatene gli spunti visivi più iconici, infiocchettandoli in un futuro esteticamente pure interessante e - addirittura - un minimo originale. E poi buttate via tutto il resto. Risultato: 106 minuti di Shell, di guscio lucidissimo, perché il Ghost è evaporato per strada [...]

A giudicare dai trailer, ti aspettavi la solita metropoli del domani tutta neon e lucine e pioggia e ombrellini di Blade Runner, teatro di sparatorie alla Matrix con capriolette sui muri e altre tamarrate al rallentatore assortite. E invece Ghost in the Shell impatta con sicumera sulle retine dello spettatore, permettendosi virtuosismi colorati come carpe giapponesi, giganteschi ologrammi pubblicitari in stile realtà aumentata, soluzioni visive che in parte aggiornano l'estetica ormai datata del film di Oshii (già oggetto di una rinfrescata anche da parte del suo stesso autore, come sappiamo), in parte rappresentano un riuscito omaggio al cyberpunk e a tutto quel futuro nippocentrico ormai passato da un pezzo. Ha un suo stile, insomma, che gocciola giù fino a quelle auto uscite da un racing game degli anni 90 e che permea le tante, a volte anche troppe citazioni del lungometraggio anime.
Non ci sono solo la Sezione 9, Batou, Aramaki (un Takeshi Kitano diventato incazzosissimo pupazzo Rockfeller) e Togusa, ma c'è il cane di Batou pescato da Innocence, c'è la metropoli che un po' è la Hong Kong dell'anime e un po' conserva l'anima giapponese del manga, tra yakuza e scritte in katakana. C'è quell'aereo che scivola nello spicchio di cielo non intercettato dai palazzoni, c'è il duello in quella pozza d'acqua, c'è tanto altro. Il tutto su un martellante tappeto di note che - again - strizza l'occhio più volte al primo film animato della serie con tale forza da aver bisogno di un impianto oculare come Batou. Compreso, neanche a dirlo, il celebre "coretto nippobulgaro da brividi". Si trattasse insomma di un videoclip da un'ora e quaranta, questo Ghost in the Shell sarebbe una discreta figata. Peccato che da un film ci si attenda anche altro. Tipo, uh, un film.
Il Maggiore Paola Maugeri
Avrete ormai capito come il problema di fondo della pellicola di Sanders sia l'estrema banalizzazione del tutto. Gli snodi principali della storia sono quelli, sia pure diretti verso un finale parzialmente diverso, tipo per dare da lavorare a Michael Pitt, ma il tema portante del manga di Shirow e soprattutto dei film di Oshii, il tema alla Philip K. Dick della perdita dell'identità nel passaggio da organico a macchina, si trasforma in un paio di pistolotti sparati subito dalla protagonista, pronti via, per togliere di mezzo la questione e passare ad altro. Via i pistolotti, sotto con le pistolettate. Tutto il fascino deliziosamente un po' ermetico dei Ghost in the Shell di Oshii, quei dubbi che si portano dietro su cosa sia davvero umano, cosa ci definisca, risolti in un paio di frasette appiccicate ai titoli di testa e a far da tappeto a quelli di coda. E alè, Ghost in the Shell for dummies, o per quello che Hollywoo considera il suo pubblico tradizionale, il che è praticamente la stessa cosa. Più che un tema alla Dick, una traspozione alla dick, e basta.
Sei uscito dal cinema con quel retrogusto amarissimo da limonata col rabarbaro, così tipicamente anni 90 pure quello, che ti assaliva la bocca dopo aver speso dei soldi per la trasposizione videoludica di un anime, solo per scoprire che alla fine, con quel cartone lì, il gioco condivideva poco più del titolo, di qualche sequenza animata e dei soldi in royalty finiti nelle tasche degli aventi diritto. La Johansson, se togli un paio di primi piani in cui sembra abbia perso le lenti a contatto, non è neanche malvagissima, dicevi. Anche perché le viene chiesto di fare il pupazzo inespressivo, e per quello son pure buoni tutti. Le manca però proprio il film attorno, ché se togli tutta quella CGI resta una recita liceale allestita con tantissimi soldi da uno che una volta, ma molti anni prima, ha letto tipo il manga o visto l'anime. Però prima di addormentarsi, così non si ricordava proprio bene-bene. The same old story, ancora e ancora e ancora. 
Si fosse chiamato, boh, Goddess is the Bidell, l'avresti visto come un filmetto fantascienzo senza pretese, visivamente figo, pure pure passabile nonostante un apporto all'evoluzione del genere pari grosso modo a una cippa di Chiba - perdonate la metafora cyberpunk. Ma con quel nome lì non te la cavi mica con una sceneggiatura e dei dialoghi comprati ai saldi dell'Ikea. D'altro canto, se vai a vedere cosa ha scritto in precedenza gente come Ehren Krueger, che diavolo potevi mai aspettarti. Un altro pezzo del tuo immaginario fantascienzo, un'altra colonna del tuo amore per il genere, preso a tonni in faccia. Grazie tante, Hollywoo. Ora a chi tocca? No, aspetta: non vuoi saperlo. 




Ghost in the Shell
Recensito da: DocManhattan Data: Mar 30 2017
Voto: 2,5
63 

Commenti

  1. Niente di più di quello che mi aspettassi dalla trasposizione, pazienza. Come al solito, sarà per un'altra volta. Restiamo sempre in attesa di un'adattamento hollywoodiano decente di un anime, ma non nutro mai molte speranze. Ciao

    RispondiElimina
  2. Mannaggia. Me lo sentivo che era una roba così!
    Tutti a dirmi: Non c'entra niente col film, non c'entra niente il manga. Però poteva essere una bella cosa. E invece come temevo è stato adattato al pubblico bovaro!
    Redneck Ghost in the shell! Sai che faccio...mi rivedo i film stasera e la finisco lì.

    RispondiElimina
  3. Ma...giusto per curiosità: chi ha commentato ha già visto il film?

    RispondiElimina
  4. Mi sa che ti copio
    O rileggo il fumetto!

    RispondiElimina
  5. 'nosmma il cyberpunk,un genere che già non se la passava benissimo, preso a calci sui denti da ollivud...bene così

    RispondiElimina
  6. Risposte
    1. Renato dovrebbe essere più facile da gestire di GitS. La trama è meno filosofica e forse si presta meglio alla visione yankee-holywoo. Poi la vaccata è sempre dietro l'angolo, quelli ci mettono 5 secondi a farlo diventare una boiata alla Divergent.

      Elimina
    2. Preparatevi a "Renatergent"!!!! :)

      Elimina
  7. Visto ieri. Recensione inappuntabile. Anche se Kitano alla fine è il migliore in campo. Film terribile che tradisce tutto l'immaginario creato da Shirow. Tranquilli Neuromancer per ora si salva in corner.

    RispondiElimina
  8. Ma perchè, qualcuno pensava davvero che potesse andare diversamente? ... Io speravo solo in un onesto filmettino di pseudo-fantascienza... probabilmente mi andrà bene

    Ad ogni modo preparatevi, perchè Akira sarà il prossimo :P

    RispondiElimina
  9. Non sono il tipo che spala merda sui remake a priori, però un'idea me l'ero fatta, e questa recensione la conferma a pieno.
    Gran tripudio dal punto di vista tecnico, totale banalizzazione della storia e delle tematiche.
    E, spero di sbagliarmi ma penso che per AKIRA, se mai uscirà, sarà esattamente la stessa cosa. Ripongo qualche speranza in più per ALITA se non altro perché sono curioso di vedere cosa ne tirerà fuori uno come Rodriguez...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Con "Alita", basta che prendono la storia così com'è fino allo scontro con il "Grande Makaku" + morte di Yugo per far gran bene (in pratica, replicare l'"OAV"...).

      Se mischionano con "Last Order", son calli amari... ;)

      Elimina
    2. Ma che poi anche Last Order c'ha i suoi momenti epici, oltre a molti momementi "mimmi"...

      Elimina
    3. ...E tra i momenti più "mimmi" di "LO", io annovero i vampiri.

      ...Ed a Rodriguez PIACCIONO DURO, i vampiri...

      ...Ed io temo assai la cagatona! ;)

      Elimina
  10. Insomma, me l'aspettavo dai. Andrò comunque a vederlo con la pace nel cuore perché ora ho la conferma che non mi devo fare aspettative, nel momento in cui si spengono le luci in sala.

    RispondiElimina
  11. Parole sante Doc, sono appena uscito dalla sala e, pur non essendo un ultraortodosso e pur aspettandomi dei cambiamenti anche importanti rispetto alla controparte animata, sono rimasto molto deluso.
    Sembra veramente un copia incolla dei momenti iconici privo di un'anima vera e propria, mi aspettavo qualcosa in più, siamo lontani dalla profondità di pensiero dell'originale, peccato.
    L'unica cosa positiva é che (spero), in seguito al film, si decidano a ristampare il manga che non riesco a trovare da tempo.

    RispondiElimina
  12. Bah, esattamente quello che mi aspettavo dopo aver visto il primo trailer, dunque. Vabbé, andrò a vederlo lo stesso con mia moglie. Lo userò come una sorta di "Bignami" perché, a dispetto di tante altre cose che sono riuscito a propinarle, con Ghost in the Shell non riesco mai a farla andare oltre la lotta nella pozzanghera...

    RispondiElimina
  13. Prima il manga, poi l'anime di Oshii mi misero talmente sotto che dal '00 in poi il mio nick sull'internet è sempre stato ed è tutt'ora "il Maggiore".
    Per dire quanto possa potenzialmente irritarmi un film del genere.

    Detto questo se è visivamente figo una possibilità al cimena gliela voglio dare. Mi metto le pretese di una trama sensata sotto le scarpe prima di entrare e speriamo di non essere colti da Grandissima Vendetta e Furiosissimo Sdegno proprio mentre siamo in sala...

    RispondiElimina
  14. Sono talmente triste per questa cosa che stasera mi rivedo tutti gli originali. Sarebbe bastato copiare pedissequamente - alla Snider - il manga o l'anime per avere un piccolo gioiello con quel cast ma Hollywoodha alre regole, i suppose .

    RispondiElimina
  15. Pensa che io immaginavo molto peggio. Detto questo se togli tutto il discorso sul Ghost a GitS non rimane che l'azione che è solo il contorno. E' come ordinare una fiorentina con i fabioli bianchi di contorno senza fiorentina, una notevole presa in giro.
    La Johansson, diciamo, ti ha alla fine "convinto"? Vedendo il trailer, indipendentemente dal nome, mi sembra sempre che lei c'entri nulla con il contesto; già solo il suo stesso fisico da gnocca formosa ma minuto imho mal si adatta al ruolo anche solo come presenza. Detto questo lei è un'ottima attrice, avercene visto che è bella e brava.

    RispondiElimina
  16. Ancor prima del trailer, ancor prima della scelta della protagonista, era talmente telefonata la vandalizzazione semplicistica dei Ghost in the Shell che non ci ho creduto manco per un secondo.
    Un progetto che, sin dal suo annuncio, mi ha solo fatto alzare sopracciglioni a raffica, non per partito preso, ma per due solide ed incontrovertibili costanti: 1) progetti del genere (vedi Ghostbusters, ma anche Robocop, Atto di Forza e mille altri) sono solo dannosi, sia che si limitino a copiare scena per scena "forti" del brand o che introducano elementi nuovi, ma soprattutto 2) Hollywood ha i soldi, ma non è mai riuscita e mai riuscirà a capirli gli anime e, in generale, il modo di pensare dei giapponesi.
    Le loro opere, i loro film, le loro serie, sono concettualmente a un universo parallelo di distanza, non dico migliore, non dico peggiore, ma proprio non ce la fanno, non è nelle loro corde, con l'aggravante che nell'approcciarvisi si riconfermano sempre fuori tempo massimo, costantemente fuori sincro.
    Cioè, bastrebbe anche solo il Godzilla di Edwards...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo in parte. La visione manichea americana contrasta con la visione giapponese ed asiatica di un mondo ricco di sfumature dove bene e male si intersecano più volte e dove molte cose non sono catalogabili sotto le predette etichette ma sono neutre.
      Detto questo la società americana è così multietnica e multiculturale che mi rifiuto di pensare che siano tutti allineate al succitato pensiero. Per me il problema maggiore è di volontà. Non c'è la volontà di fare le cose in un certo modo per la paura di alienarsi il grande pubblico o fette di pubblico. Il principio di fondo è "facciamo una cosa che capiscono tutti con gli attori famosi così la vendiamo a tutti". Rischiare di fare un prodotto non per tutti o con più piani di lettura, per loro che cercano il profitto assicurato, non è cosa. Tutto è pianificato a tavolino o quasi.
      Dell'anima, o meglio del ghost, non gli fotte sega. Fortunatamente, ogni tanto, c’è qualcuno che ci tiene e lavora molto bene. Per me un esempio è Rogue One, un film quadrato e rispettoso degli originali che si contrappone al Risveglio della Forza in cui, tolto l'effetto nostalgia, per me non rimane nulla se non un mischione senza capo ne coda con tante strizzatine d’occhio.

      Elimina
    2. È il motivo per cui il 97% dei film dei Marvel Studios sembrano fatti con lo stampino: non interessa l'opera in sè, interessa il pubblico in toto.
      Funziona, ma alla lunga stanca
      Faccio un esempio: ho molta, molta, molta più scimmia per una "cretinata" come il film di Baywatch con The Rock che non per il prossimo Thor.

      Elimina
    3. Il punto sono i Money.
      Più il progetto è costoso, più soldi la produzione investe, e quindi rischia.
      Più ovviamente i produttori a quel punto hanno paura di rischiare, e il primo fattore di rischio sono le trame complicate che spaventano il grande pubblico (se c'è poi del filosofico/esistenzial di mezzo allora anche peggio).
      Metteteci che i produttori sono principalmente dei manager e non degli artisti, fategli leggere delle sceneggiature e al 99% sceglieranno le trame con meccanismi già belli e collaudati, quindi banali.

      Elimina
    4. @Drakkan: condivido sulla questione "produciamo film ad ampio spettro e se li guarderà pure la nonna rincoglionita" ma Rogue One non è un remake, a differenza di quelli da me citati, e da questo GitS.
      Gli americani cacciano fuori remake ad minchiam, ma non sono buoni neanche di realizzare i PROPRI remake, figuriamoci quelli provenienti da un paese così diametralmente lontano (artisticamente/concettualmente parlando)

      @Majinclan: "ho molta, molta, molta più scimmia per una "cretinata" come il film di Baywatch con The Rock che non per il prossimo Thor."
      A chi lo dici! XD

      @Antonio: a volte mi chiedo qual è stato il film o il momento nel quale Hollywood ha calato definitivamente le braghe, smettendo di scommettere e di proporre temi nuovi e idee rischiose, portando a casa il soldo ed entrando nella leggenda quasi in automatico.
      Inizi 2000? o 90?
      Tra i 60 e gli 80 di soldi ne giravano parecchi, di rischi se ne prendevano, ed è di gran lunga il periodo più bello che la cinematografia abbia vissuto.

      Elimina
    5. Il mio punto di vista è sui film americani prodotti dalle Major in generale e non solo sui remake. Detto questo l'Episodio VII è quasi un remake e inoltre portavo ad esempio Rogue One per mostrare come un gruppo di sceneggiatori e un regista possano approcciarsi ad un opera con un background amplissimo rispettandolo e arricchendolo.
      Il film di GitS a sua volta non è un remake propriamente detto ma una trasposizione liva-action.

      Elimina
  17. era un' idea loffia dall' inizio...

    eppure anche ghost in the shell potrebbe trovare nuovi spunti di discussione dagli sviluppi tecnologici di questi anni, uno su tutti i social: è più vera una discussione virtuale, dove si dice quel che si pensa sezna peli sulla lingua , o una reale al bar, dove ci si modera? Non accade che spesso siamo più vicini a persone distanti fisicamente centinaia di chilometri che non al vicino di tavolo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensavo anche che , anche senza impianti cibernetici , siamo tutti già spiantati e sradicati !!!

      Elimina
    2. Riccardo, scusa l'OT, venerdì 7 aprile, al pomeriggio, ci sei al Romics?

      Elimina
  18. Mi trovo d'accordo con il doc, il film è stata una vera opportunità sprecata. Ci sono quasi tutte le scene di del film originale, alcune identiche al fotogramma, ma riarrangiate e messe in un contesto totalmente diverso. Non mi avrebbe dispiaciuto se il risultato fosse stato migliore dell'originale ma, esattamente per i motivi espressi dal doc, non lo è.

    (piccolo) Spoiler alert

    Nelloriginale quando vediamo in azione motoko per la prima volta è per evitare che un programmatore a conoscenza di segreti governativi chiedesse asilo politico agli stati uniti... Quanto sarebbe stato figo avere la stessa scena Ora che abbiamo avuto casi come Snowden o assange? E ancora nella famosa scazzottata con il netturbino quanto sarebbe stato badass vedergli fare capriole e acrobazie ninja con un braccio e una gamba rotta come Nell'originale?


    RispondiElimina
  19. i diritti di Akira che studio se li è presi?

    RispondiElimina
  20. Dai, su. È ora di tritare finemente anche "Alita", visto l'andazzo... ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per Alita come ho scritto sopra io ho qualche speranza in più, se non altro per Cameron come produttore e Rodriguez alla regia. Io mi preoccuperei di più per AKIRA...

      Elimina
  21. Sarà che mi accontento, sarà che le pippe mentali nel lungometraggio di oshii siano sempre le stesse in tutti i suoi film (beautiful dreamer e parlabor, anyone?) che con GITS c'entravano fino ad un certo punto, ma a me questo film è piaciuto un sacco. Guardatevi la serie di stand alone complex.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "che con GITS c'entravano fino ad un certo punto".
      Spunto interessante. Ma nel '95 Oshii non s'è inventato nulla. Il tema del passaggio dall'umano alla macchina, con tutto quello che si tira dietro, c'erano già nel manga di Shirow. Il film è meno sbarazzino (e zozzolesbo) nei toni, più drammatico e filosofico, ma aggiunge e non toglie al manga. E quei temi lì, poi sarebbero tornati in tutte le altre incarnazioni di GitS, oltre ad essere il motivo per cui, insieme ad Akira e pochi altri, GitS è uno dei pochi film anime di quella generazione conosciuti in tutto il mondo. Meglio, dei pochi e basta.

      Qui c'è il processo inverso. I temi interessanti sbrigati in due secondi, il tutto sminchiettizzato alla svelta e buona notte al secchio. Poi esteticamente è valido e tutto il resto, ma per me (IMO, para mi) si è mancato completamente il bersaglio, accantonando l'unica cosa che non andava accantonata.

      Per me, IMO, para mi etc. :)

      Elimina
  22. Visto iersera, perlopiù non sono d'accordo col tuo giudizio. A me sembra una riconversione cinematografica in poco meno di due orette terribilmente rispettosa dell'originale, fermo restando le dovute variazioni sulla storia (un po' pappappero il finale, ma tant'è) ed il fatto che la fruizione di un film vuole che le tematiche siano chiarite palesemente nel copione facendole spiattellare a viva voce dai protagonisti, e non lasciarle evincere dal contorno; come anche, manca la forza ponderale del corpo di titanio del Maggiore, qui descritta più con una leggiadria da Sarutobi-Maugeri (sto parallelismo con la Maugeri mi sta facendo ridere parecchio stamane!).
    Il tema check, i chara check, il tema check, gli attori fotonici check (chi interpreta mamma Kusanagi? ammazza, ma mòve le mani e il corpo come a teatro, bravona!), la sporcoscienza sociale check, scene topiche paroparo SUPERCHECK, cenni a cose zozze del fumetto check (hai notato the netricchiòns enjoying altogether nel faidaté degliupgrade?). Oltre a ciò, ci sono le scene remix: non c'è la scena nel museo, ma (no spoiler!) "c'è la scena nel museo" con tanto di albero in penombra; c'è la quest dei netturbini pa in forma condensata.
    Insomma via, a me è parso un tributo di vero ammmòre a GITS come lo conosciamo, col bonus di una storia rinnovata (non migliore, ma "altra"). Per me: 4/5.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quindi, rispettoso del tuo giudizio, chiedo: "far spiattellare" ai protagonisti le tematiche, in dieci secondi, è la stessa cosa? Vale uguale? Hai un'ora e quaranta di film e te la cavi in dieci secondi, se no il pubblico non capisce?

      La fruizione di un film non vuole necessariamente la pappina pronta. La vuole se ti rivolgi a un pubblico di americani presupponendo che siano tutti cretini, come ha fatto questa gente. È pieno così di film di fantascienza che non ti spiegano neanche il minimo, figurati se affidiamo il senso di un'opera a un pistolotto sbrigativo.

      Ma rispetto il tuo parere, eh, ripeto. È solo che questo film è quanto di più lontano possa esistere, nei miei metri di giudizio, dal concetto di tributo di vero amore. Se è vero, avrei preferito di gran lunga che se ne sbattessero del materiale di partenza :D

      Elimina
    2. Beh, che un film debba per forza di cose avere degli spiegoni senza lasciare nulla in sospeso è un'opinione molto...opinabile.
      2001 Odissea nello spazio non spiega praticamente niente, ma sfido chiunque a sostenere che non sembri un trattato di filosofia tanta è la roba che c'è dentro.

      Elimina
    3. Denis, a Firenze in questi casi usa dire: ci sta come il culo e le quarant'ore :) Più urbanamente: forse è un confronto fuori luogo, che perde un po' di vista il soggetto discusso per esprimere un (oh, sacrosanto eh!) parere appena iperuranico.

      Elimina
    4. Beh, se a te ha fatto storcere il naso il paragone (che, a scanso di equivoci, non voleva essere tale quanto piuttosto un esempio), a me lo ha fatto storcere la frase secondo la quale le tematiche andrebbero chiarite nel copione.
      Liberissimo di pensarlo, ci mancherebbe altro, ma dal mio punto vista nascono riflessioni molto più interessanti quando la trama non rivela anche il più piccolo dettaglio, lasciando lo spettatore la libertà di trarre le proprie conclusioni, giuste o sbagliate che siano.

      Elimina
  23. Ma credevi veramente potesse andare diversamente? Cioè Inception ha uno spiegone ogni 5 minuti e il pubblico non capisce il finale della trottola, come puoi pretendere della filosofia sul concetto di vita organica e IA?

    RispondiElimina
  24. Beh alla fine quella che era una sensazione si rivela la realtà, in questi casi il nerd che è in me mi sussurra all'orecchio "Dai magari ne fanno un bel film" ma poi finisce sempre cosi e buonanotte al secchio. Drakkan a questo punto non so se vale la pena andarlo a vedere e al massimo lo si vede quando esce in raggioblu.

    RispondiElimina
  25. Un film con 110 M$ di budget non può permettersi di osare con tematiche spigolose, oggidì (o almeno fintato che il pubblico non dimostra consistentemente che preferisce i film con una visone ai film preconfezionati per piacere a tutti). Mi chiedo chi abbia pensato che fosse una buona idea rischiare tanto per accaparrarsi un brand riconoscibile, per poi privarlo della sua stessa essenza.

    RispondiElimina
  26. Quello strano misto tra alte aspettative disilluse e basse aspettative confermate.
    Di quando speri ma anche no.
    Il brutto è che, comunque, perdi.

    RispondiElimina
  27. Concordo con l'analisi del Doc (e come non potrei?), e aggiungo che alcuni piccoli cambiamenti proprio non li ho capiti: il progetto 2501 che diventa 2571 (c'avevano problemi di copyright?), Aramaki con la colt da Tex Willer, il Maggiore che era hacker di 9 livello (o quello che era) che fa una sola immersione nel ghost e non le va proprio bene, la scena d'ammmore che sennò non è un film per il pubblico che vuole la relazione sentimentale...
    Anche per me una delusione, ma anche io non mi aspettavo nulla di diverso da quello che ho visto.

    Mi ha preoccupato a livello emotivo l'immaginario scenografico/pubblicitario della città, perché c'è il rischio che riesca a vederlo prima della mia completa dipartita. E non credo che lo guarderei con gli occhi di un Marty McFly sulla piazza di Hill's Valley nel 2015.
    Ci sono tutti i riferimenti che vuoi all'anime, più che al manga (che resta sempre insuperabile, IMHO), anche ad un paio di scene di SAC, se ben ricordo, ma credo siamo tutti d'accordo che non basta questo fan service a farne un buon film.
    E, credo per la prima volta in vita mia, ho anticipato il finale alla vista della madre, che di solito non ci azzecco mai! :)

    Però mi sono chiesto: quando è uscito l'anime non l'ho presa molto bene perché Motoko era disegnata ben diversa dalla Motoko del manga, e nell'anime proprio non mi piace, tutta una serie di sotto trame del manga non c'erano e ci ha infilato in sostituzione tutta una serie di ragionamenti esistenzial/filosofici... eppure alla fine m'è piaciuto eccome, il lavoro di Oshii.
    Sta a vedere che fra qualche anno mi piacerà anche questa versione dal vivo?
    Spoiler: no, perché non mi prenderò il dvd per rivederlo! :)

    Ovviamente tornato a casa mi sono rivisto l'anime nella versione De Luxe. :)

    RispondiElimina
  28. Eppure, sarebbe bastato così poco:
    Vuoi fare un film su Ghost In The Shell ma non vuoi rendere la trama troppo complessa e hai bisogno di una Scarlett Johansson che ti renda il prodotto commercialmente vendibile?
    ALLORA, RACCONTA DI UN'ALTRA SQUADRA CHE AGISCE NELLO STESSO UNIVERSO NARRATIVO!
    -Ambientalo a Los Angeles, o a New York, invece che a Newport City;
    -Rendi protagonista un'altra cyberpoliziotta gnocca, magari con la "Sindrome Amnesica di Alex Murphy", come nel film effettivamente realizzato;
    -Inserisci come comprimari uno-due personaggi della Sezione 9 dell'anime (Batou e Togusa?), in trasferta da Newport City per collaborare con la cybercopgnocca di cui sopra;
    -Aggiungi qualche cameo o perfino qualche scena chiave che veda la presenza di Motoko Kusanagi (magari interpretata da Rinko Kikuchi) senza metterla troppo in competizione con la protagonista.

    Avresti potuto ancora intitolarlo "Ghost InThe Shell"? Certo, fa parte dello stesso universo narrativo!

    Avresti potuto presentare una trama più semplice senza per questo ridimensionare i temi fondanti dell'originale? Certamente, alla fine é un poliziesco, non tutti i casi sono ugualmente complessi!

    Avresti potuto avere una protagonista diversa, ma VERAMENTE DIVERSA, da Motoko? Certo, anzi: cambiando protagonista e vie da narrata ma tenendo saldi i legami con l'universo narrativo originale, si sarebbe evitato d'esporsi a scomodi confronti su contenuti che Hollywood non può inserire in un film che deve incassare almeno 400 milioni per andare in pari.

    RispondiElimina
  29. Limonata col rabarbaro?... Ma che roba ti bevevi negli anni 90 Doc? :D

    2,5 Presidentesse su 5. Se la vediamo senza gli occhiali polarizzanti delle scimmie terminatrici (= se la vediamo da persone intelligenti) direi che siamo circa vicini a una sufficienza con calcio nel deretano accademico. Mi basta.
    Lo vedrò la prossima volta che vado a pesca di salmoni. Poco ghost e tanto shell dunque? Mi godrò un bel circo di effetti specialoni (e poi mi riguarderò l'originale, che come già scrissi, non scappa mica)

    RispondiElimina
  30. Visto ieri, per me non è da buttare anxhe se molto lento.
    Posto che, ragionevolmente, non mi aspettavo in un film di questo budget una trama criptica e non spiegonata, e tenendo conto delle semplificazioni e distorsioni del messaggio originale dell'opera, ci sono tante cose che non butto via.

    Primo la messa in scena: la CG c'è ma davvero non invasiva e fatta benissimo, ma forse non si è notato che gran parte del set e degli effetti sono COSTRUITI fisicamente col trucco, le scenografie etc, manichini e il risultato si vede e, per me, è stato davvero molto molto soddisfacente.

    L'azione anche qui è un controrno agli eventi del film (già detto che sono semplificati) quindi non è corretto aspettarsi un baraccone spara spara ma anzi il film procede con la sua versione for dummy della scoperta della trama e dell'identità della maggiorat....emh della maggiora Kusanagi

    Le citazioni, tantissime, dei lavori di Oshii, che da sempre seguo come regista (di cinema live e non solo di anime...) non limitandosi al classico cane che ficca ovunque ma, ad esempio, al complesso di appartamenti "Avalon" che chi conosce sa ;)

    In sostanza so che al Doc gli sono andati a toccare un mostro sacro, e credo sia ovvio che si abbiano capolavori "personali" su cui si sia più critici....intendiamoci è come It per me dove il film lo ho sempre visto come una ipercagata (e tremo gia nel midollo per il nuovo...non per la paura di Pennywise ma per quello che ne possono tirare fuori....MAI visto un film soddisfacente da un opera di King...)....che dicevo????
    Ah si eccoci qui blabla bla so che blabla, ma mi sento di dargli 3 pallette e mezzo perchè alla fine è un buon prodotto che fa il suo lavoro, ha molti spunti interessanti sul piano estetico, fa vedere una sorta di vorrei ma non posso/voglio in un citazionismo di scene e lavori di Oshii, banalizza ma almeno non stupra l'opera di partenza...il che è grossomodo più di quello che mi aspettassi :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il cane dovrebbe essere in ogni produzione proprio il "cameo" o "caneo" del cane di Mamoru Oshii. Da qualche parte su Internet ci dovrebbe essere la storia dettagliata

      Elimina
  31. Immaginavo già come potesse essere la recensione e quali fossero i commenti a questo film.
    Io non ho mai visto l'originale e lo vedrò il giorno prima di vedere questo su Skygo per fare così un paragone a mente fresca.
    Questo film l'ho inserito nei film da vedere il giorno del cinema a 2 € così se non mi piacerà almeno ho speso giusto una sola moneta.

    RispondiElimina
  32. Visto e approvato.
    Piaciuto molto, davvero!
    Assolutamente non sono d'accordo sul fatto che i temi vengano spiattellati è un confronto diretto col film del '95 ha per me valore quasi nullo.
    Il film del '95, se proprio vogliamo dirla tutta, gioca sunun versante completamente opposto, lasciando tutto o quasi alle immagini ma oh...non è che li a parole poi non venga spiegato il succo della faccenda.
    Certo che avvicinarsi ad una produzione e americana e aspettarsi qualcosa di vicino ad un a produzione giappo, per pubblico giappo, è un po' da ingenui.
    La filmografia di Nolan è veramente infarcita di spiegoni, come molta della sci-fi americana.
    Qui il livello è diverso e per me quel poco di un po' troppo esplicitato non da per nulla fastidio.
    Non penso che si possa considerare solo guscio un film che per tutta la durata ha al centro il tema dell'anima e la sua contrapposizione col corpo sintetico...non c'è e non si sente discontinuità.
    L'unica cosa che mi ha dato fastidio è stato il continuo uso dei termini ghost e shell, invece che anima e corpo...In un doppiaggio italiano stona un po', quando reiterato.
    Ultime due cose: 1)Scarlett interprete perfetta, con la sua un'espressività e andatura goffa e pesante/meccanica.
    2) (Spoiler) Ho apprezzato moltissimo il fatto che in questo film si sia buttato dentro tanto del film del '95 ma andando a creare una sorta di prequel dello stesso, dove il maggiore diventa Motoko Kusanagi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non credo si possa parlare di prequel, anche se il fatto che all'inizio Batou avesse gli occhi normali poteva farlo pensare, perché sia nel manga che nell'anime si dice chiaramente che Togusa è nella Sezione 9 per volere del maggiore Kusanagi. Se si volesse rispettare un po' di continuity... :))

      Elimina
    2. Non avrei saputo dirlo meglio, concordo appieno. E lo dice uno che ha amato e ama manga e lungometraggio dai lontani anni '90.

      Elimina
    3. Visto ieri sera in extremis e devo dire che, dopo la recensione del Doc, mi aspettavo un pessimo film. Invece non l'ho trovato affatto male, anzi. Visivamente molto bello (e lo si sapeva), ma anche il messaggio è passato secondo me, non c'erano solo 'una manciata di battute buttate li' sul discorso ghost/shell, anzi, c'erano più dialoghi sul tema in questo film che nell'originale del 85 (che ho rivisto la settimana scorsa come ripasso). Devo dire che sono uscito soddisfatto dal cinema e sono pure un fan della serie.

      Elimina
  33. Premetto che il film non l'ho visto e non lo vedrò, a meno che non lo passino in tele e casualmente lo becco. Faccio tanti complimenti per questa recensione scritta benissimo e dal gusto bittersweet che non guasta mai. Mi permetto di parlare solo perché posseggo ancora la videocassetta del film del '95 ed è da allora che volevo dire questa cosa: ma la parte divertente del manga dove c***o è finita?? Leggevo su Kappa magazine Ghost in the Shell e mi sbudellavo di risate, le faccine ironiche dei personaggi erano qualcosa di fantastico, ed erano ancora più belle perché, quando ritornavano serie e si passava all'azione, sembrava di viverle veramente quelle avventure di carta. Poi qualcuno depresso ha deciso che di tutta quella storia meritasse di arrivare all'anime solo la parte depressoide, quella delle mega pippe mentali sui ghost e sugli shell...ma perché??? Il Maggiore del fumetto è un tripudio di vitalità ed espressività. Detto questo, torno nel mio limbo a ricordare come erano belli i tempi in cui leggevo quei fumetti là. ^____^

    RispondiElimina
  34. Scena iniziale che riprende pari pari quella del film del '95 e non c'è sotto il tema originale che rendeva tutto incredibilmente evocativo. Volevo uscire dal cinema, per me il film era crollato li.
    Poi oh, a spregio me la metti alla fine nei titoli di coda come a dire "oh ragazzi me la ricordo questa canzonetta che c'era nel vecchio film" ma a sti punti mettici quel minchia di pezzo dei depece mode che c'era nel trailer e morta li.

    RispondiElimina
  35. Concordo con le due presidentesse e mezzo, ma per motivi diversi.
    Il mio film preferito in assoluto è Ghost in the Shell. Il manga mi manca tutt'ora. Ho avuto la fortuna di vedere Innocence al cinema. Ho apprezzato una stagione e mezza di GITS StandAlone Complex.

    È diverso. Concordo anche in un certo qual modo con la "piattizzazione" del messaggio originale. Ma non sono uscito deluso. Francamente mi è piaciuto e lo rivedrei anche subito di nuovo. La sufficienza la ottiene grazie all'effetto "minestrone".

    In un minestrone, capita che possa esserci qualche cosa che non ti piaccia, è normale. Ma può comunque essere un buon minestrone.
    In questo caso tra gli ingredienti c'erano pezzettoni del film originale, scampoli di Innocence, ed una storia American-Friendly. Alcune trovate sono state buone, altre un po' meh, ma nel complesso è un buon minestrone.

    Scarlettona nostra tenta perfino di non sbattere le palpebre come Motoko nel film originale.

    A chi ha detto di no dopo la recensione del Doc, consiglio di dare un'occhiata lo stesso. Magari mi sbaglio io ed è effettivamente una perdita di tempo. Ma non ci metterei la mano sul fuoco.

    RispondiElimina
  36. Mi trovo d'accordo.. Bello, ma gli manca quel qualcosa.
    Poteva andare peggio.

    RispondiElimina
  37. Doc, è d'accordo con te pure Kojima:
    http://www.glixel.com/news/hideo-kojima-on-the-philosophy-behind-ghost-in-the-shell-w475805

    RispondiElimina
  38. Un film ne carne e ne pesce, anzi è solo fantascienza stagionata in stile americano. Hanno preso pezzi da Oshii e dalla Stand Alone Complex, senza scordarsi del action style della serie Arise. Il risultanto è sufficiente ma non dice nulla e si sedimenta su temi triti e ritriti. Gli è andata bene ai produttori che Sanders era un fan del film di Oshii e da mestierante è riuscito a proporre le scene famosissime in live-action. Ma dei temi di Oshii, Kamiyama e Shirow vi è ben poco. Al massimo come trama può far il filo alla serie Arise ma nulla di più. Ma che vi aspettavate da una produzione Spielberg e dallo sceneggiatore di Transformers?? Nulla in più che un prodotto dozzinale, magari ben elaborato sugli effetti speciali ma pur sempre dozzinale.

    Cmq in tutta questa banalità è uscito qualcosa di nuovo, Production I.G. ha dato il via ad una nuova produzione di GitS con lo stesso regista della serie Stand Alone Complex.

    RispondiElimina

Posta un commento

Metti la spunta a "Inviami notifiche"per essere avvertito via email di nuovi commenti. Info sulla Privacy