Il mondo dei replicanti (2009)

Il mondo dei replicanti surrogates recensione
Sì, il titolo italiano di questo film è un tentativo tristissimo di riagganciarsi in qualche modo a Blade Runner, mentre quello originale spiega molto meglio, in una sola parola, il tema di fondo. Tema che in Surrogates, pellicola del 2009 tratta dalla miniserie a fumetti di Robert Venditti e Brett Weldele non è tanto quello delle copie artificiali che si mescolano agli umani lacrimando infine sotto la pioggia, ma di un mondo popolato da copie, mentre gli originali se ne stanno chiusi in casa fregandosene di pericoli, malattie e pure delle borse sotto gli occhi, dell'acne e delle doppie punte. Un thriller sci-fi che sulla carta presenta diversi spunti interessanti, non fosse che se li gioca praticamente tutti malissimo. Ah, e cosa c'entra con questo Bruce Willis Paolo Villaggio? [...]

Uno spiegone molesto sui titoli di testa, pronti-via, ci dice che nel solito futuro prossimo è tutto cambiato. Il 98% della popolazione mondiale, tipo, resta tappata in casa: per lavorare, fare una passeggiata, rimorchiare e qualsiasi altra attività che comporti uscire dalla propria abitazione (o, peggio, dalla propria camera da letto) si usano i surrogati, copie robotiche giovani e aitanti controllate in remoto dai loro legittimi proprietari. Il tasso di crimini, nonostante più eventi nel film sembrino sostenere il contrario, si è praticamente azzerato negli Stati Uniti.
Però, per una qualche ragione, ci sono ancora un sacco di poliziotti, e a due agenti federali, Tom Greer (Bruce Willis) e Jennifer Peters (la Radha Mitchell di Pitch Black e Man on Fire), tocca risolvere un caso di omicidio da un particolare inquietante: la morte del surrogato ha fritto il cervello del suo operatore. Buttiamoci pure dentro un gombloddo politico, le macchinazioni di una corporation, i militari e pure un'enclave di umani irriducibili no-surrogati guidati da un Ving Rhames con i capelli di Whoopi Goldberg, e c'è materiale a sufficienza per una pellicola quanto meno discreta.
Ché gli anni ruggenti del cyberpunk saranno pure tramontati tra i bagliori nucleari abbronzanti dei fratelli Righeira, ma mai come oggi, quando i social network sono diventati una ubiqua second third life in cui chiunque può fingere di essere qualcun altro, le amicizie sono virtuali e per lavoro o piacere ci si interfaccia ogni giorno con centinaia di sconosciuti dall'altra parte di un monitor o dello schermo di uno smartcoso, il tema dei surrogati può essere una metafora efficacissima di quello che succede là fuori. Il fumetto scritto dal Venditti (non è parente) di X-O Manowar è del 2005, il film è del 2009, e da allora le cose sono andate solo peggiorando in quanto a pervasività della vita altra digitale. E se non ci credete, guardate chi vi circonda in metropolitana o passeggia davanti a voi. Guardate quell'esercito di pollici in marcia, uno swipe dopo l'altro. Miliardi di persone in tutto il pianeta pronte a un colpo di aggiornamento di stato. 
E fin qui, appunto, le chance che Surrogates aveva da giocarsi al tavolo verde gran casinò, pure senza accento, del SuperFantaScienzo. Per quella misera oretta e venti che dura, però, il film di Jonathan Mostow (cineasta con un precedente di peso, nel senso che era un piombo di film, come Terminator 3 - Le macchine ribelli) si impegna con una pervicacia perversa e perseveratissima a farti arrivare a lambire il suolo con i testicoli. La fiera del dialogo pezzente, personaggi scolpiti a colpi di scure da un boscaiolo miope e frettoloso (il Profeta ti ha fatto ridere per cinque minuti buoni), un Willis più scazzato che negli spot vodafone e l'attenzione tutta gettata sulle spalle del grande mistero thrilleroso che si sgama dopo due secondi. 
Non è stato un flop al botteghino, Surrogates, perché ha incassato una volta e mezzo il suo budget, che ammontava pur sempre a 80 testoni, mica pochi in un film di fantascienza in cui in pratica come effetti speciali avranno speso tipo duecento dollari e venti centesimi. Eppure l'hai trovato sciatto come una pellicola di serie F, pochissimo ispirato ovunque gli venisse richiesto di metterci del suo. Come padre della robotica surrogata non sono manco andati a scegliersi un attore adatto, per dire: hanno pescato James Cromwell, che cinque anni prima aveva coperto lo STESSO ruolo in Io, Robot, e bella lì, riempiamo il resto con un po' di pistolettate, party e drink con l'olivetta per tutti. 
Ne salvi solo la particina ritagliata addosso a Rosamund Pike, che si sta ormai creando una carriera attorno al personaggio della moglie triste e leggermente psicotica. Il tema della moglie del detective Greer che si chiude nel suo dolore per un lutto, rifugiandosi nella sua vita da surrogato per far finta che vada tutto bene, è l'unico risvolto umano di tutta la faccenda e, per quanto scontato, un minimo funziona. La fuga nel virtuale è qualcosa che, poco o tanto, si è sperimentato tutti negli ultimi quindici/vent'anni. Ma il resto, compreso il finale da tarallucci e vino nell'osteria Alla Carlona, è talmente indifendibile da non concedere repliche, né replicanti. Ah, è Villaggio?
No, niente. Il surrogato di Bruce Willis con la pelle plasticosa e quel ciuffo ti ricordava troppo questo:

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Commenti

  1. Mai visto, non so se voglio rimediare. Però "colpo di aggiornamento di stato" è geniale, anzi sublime. Chapeau.

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  2. Premettendo che non sono su neanche un social,zero totale e ormai per me è un vanto,sta storia che ormai la gente guarda solo il cellulare è una triste realtà. Tante volte in metropolitana mi sento io quello strano che invece di fissare un telefono leggo un libro o guardo in giro.
    Comunque il film non lo conosco ma vale la pena solo per Bruce-Villaggio mi sa

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    1. Comunque parlando di somiglianze,Bruce nella prima foto del post,con le luci rosse è uguale al Capitano Aloisi,cioè Roberto Accornero,della serie il Maresciallo Rocca

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  3. mai coberto.... e nemmeno mi attira tanto! ...andiamo invece a rivedere la sigla di "Grandi Magazzini", fulgido capolavoro dell'altro nuovo (vecchio) cinema guaglione italico, il panettone scaduto ma che, a 12 anni, mandavamo giù senza problemi, in meravigliosi cinema di centro città, al primo spettacolo... massimo al secondo... perchè noi debosciati di quella classe lì, in Palermo tra l'84 e l'87, avevamo pure il compagno di classe il cui padre era direttore di tutti i cinema Gaumont della città!!!! ...e via di biglietti omaggio!!!!

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  4. Bruce Willaggio!! :):)
    Purtroppo un' occasione buttata per fare un film decente!

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  5. Filmetto da 6 meno meno visto un pomeriggio su Sky anni fa. Senza infamia e senza lode, buono per passare un'oretta ma appena fai la doccia ti ricordi solo che:
    1- ci sono gnocche ovunque (anche se in realtà sono ciccioni barbuti del Nebraska murati vivi in cameretta...).
    2- Bruce Willis biondo è osceno (e già ci aveva provato in "The Jackal" con i medesimi risultati).
    3- il villan del film lo si sgama presto e facile se si mastica un po' di cinema.

    Per il resto concordo col Doc anche se la Pike ha un suo perché (in "La Fine del Mondo" mi faceva un sangue...)

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  6. Ok, il film non mi ispira, ma...Doc, il fumetto merita? Perché effettivamente l'idea di base non è male, se non la rovinano...

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  7. Doc, hai citato "Io, Robot"... che dici, finirà anche quello in questa rubrica, forse nella sottocategoria dei film riusciti a metà?

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    1. Per me è un film mediocre con un finale ottimo (e l'unica cosa che ho trovato Asimoviana di tutta la pellicola)

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  8. Riesco solo a pensare "Lasci stare il povero Mazinga".

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  9. Ecco chi mi ricordava Bruce Willis in versione replicante! Comunque film di serie B ma con qualche spunto interessante. L'idea di starsene chiusi in casa e di impersonare qualcuno che sia estremamente diverso da noi è intrigante. Però sviluppata malissimo... Bruce Willis nettamente più "cool" in versione umana. Da appassionato di film di fantascienza, però, non l'ho trovato così malvagio, con tutti i suoi limiti.

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  10. Il film è secondo me abbastanza gradevole. E' proprio Bruce Willis con la sua aria da "non mi rompete le bolas" che non si regge.

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  11. BWAHAHAHAH Non l'avevo mai accostato al Villaggio di Grandi Magazzini,però ci stà tutto,è identico!

    Quanto al finale io stradetesto tutti questi film luddisti che fanno passare l'innovazione tecnologica come disumana e alienante (stesso leitmotiv retrogado di Gattaca).
    Trovo molto più alienante e triste il dover convivere con un corpo che non si sente il proprio (e andiamo dal sovrappeso,al gender che a cui non si sente di appartenere fino agli handicap fisici insuperabili) o il dover sopportare la perdita di una persona cara che sarebbe viva se al suo posto ci fosse stato un surrogato durante l'incidente.

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    1. Ma infatti se ricordi lo scienziato aveva creato i robot proprio a questo scopo in quanto lui stesso paraplegico. Voleva dare la possibilità ai deboli di vivere come gli altri (persino il ciccione con Surrogato biondona piacente è giustificabile in questo senso). Poi chiaramente essendo accessibile a tutti, la gente ha cominciato ad abusarne.

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    2. E dov'è l'abuso nell'usare una tecnologia che ha fini protettivi per il conducente,come quella attuale dei droni e al tempo stesso aiuta a migliorare l'autostima donando il fisico che si sogna di avere ed annullare i limiti fisici ed estetici dell'invecchiamento?

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  12. Credo di ricordare a stento il trailer...e dalla descrizione mi sembra che lo si possa tranquillamente lasciare alle ortiche.

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  13. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  14. Io lo volevo vedere tantissimo: tema cyber con potenzialità enormi, effetti speciali tenuti al guinzaglio, lo Zio Bruce...
    ...
    ...
    poi chiesi ad un mio amico andato al cinema prima di me cosa ne pensava.

    Bastò la faccia, neanche ci parlammo.

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  15. Non mi è mai sembrato un filmone, però devo dire che non mi è mai dispiaciuto eccessivamente, anche perché concordo almeno in parte con il messaggio del film (non con il fatto che come in Fuga da Los Angeles il protagonista decida di spegnere tutto, non è questa la soluzione, così come nel film di Carpenter Pleskeen decide di condannare a morte due terzi del mondo, non hai spento solo gli armamenti, hai spento anche ospedali, città intere... non è come in Fuga da New York dove lui distrugge semplicemente un'arma di di distruzione).

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  16. La recensione è spietata! E' un film carino, con spunti interessanti, scene e trama che ti ricordi.
    Per niente banale. Me lo rivedo volentieri ogni volta che passa in tv.
    Merita ogni dollaro guadagnato.

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  17. Io poi sono uno che si immedesima un sacco nella realtà di questi film e si fa un sacco di seg...pensieri sui risvolti sociologici di questa tecnologia.
    Ad esempio immagino un ribaltamento completamente opposto della cultura del pasto,non più momento conviviale ma mera necessità quasi vergognosa da vivere strettamente in privato per non far vedere il vero se.
    Penso che i ristoranti si possano essere attrezzati con salette ultra private e consegne a domicilio anche per piatti da ristorante stellato,mentre tutti gli esercizi di streed food fissi e mobili siano miseramente falliti.

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  18. "DITO NO"

    Oddio Bruce Willis vestito come Paolo Villaggio in Grandi Magazzini NO.

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  19. Ricordo ancora la feroce delusione provata al cinema davanti a questo...questo coso.
    Spunti interessanti buttati ai maiali con convinzione.
    La delusione era dovuta al fatto che al tempo Bruce fosse ancora il mio grande idolo indiscusso, e questa era una delle prime GROSSE cadute che da lì in poi avrebbe distrutto il mito.
    Si lo so, sono problemi personali gravi.

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  20. Visto su Sky hai tempi in cui avevo Sky. E niente, lì per lì non mi sembrava il film più brutto del mondo, ma non l'ho sicuramente messo tra le migliori visionidella mia vita. Una di quelle cose che se hai tipo 5 minuti una sera e proprio non ti va altro (e magari ti accontenti anche di vedere, che so, "Indipendence day") allora magari senza troppo interesse te lo guardi

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  21. Vidi questo film al cinema a Los Angeles, durante un paio di settimane passate laggiù proprio a fine 2009... Scelto totalmente a caso all'epoca, col sempreverde criterio del “volto noto sulla locandina”, lo trovai inutilissimo nonostante il fascino della combo lingua originale + grande schermo, e non l'ho mai voluto recuperare.
    Mi unisco ai complimenti per la frase "Miliardi di persone in tutto il pianeta pronte a un colpo di aggiornamento di stato". Genio puro.

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  22. "Miliardi di persone in tutto il pianeta pronte a un colpo di aggiornamento di stato" e abbiamo la frase da usare come prossimo stato di facebook :P no, sul serio Doc: sempre bei pensieri

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  23. Non credo di averlo mai visto... provo a dargli una chance, se non altro per Willis (che per me rimarrà sempre Korben Dallas!). Comunque a tema di "gente chiusa in casa che vive la vita virtuale" imho il migliore e più geniale rimane Avalon, anche perché non ti da mai risposte concrete, nemmeno nel finale e ti lascia sempre il dubbio di cosa sia reale di quanto visto.

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  24. Anche Bruce Willis compra ai Grandi Magazzini

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  25. Un altro collegamento (tenuissimo) precedente Villaggio-Willis è che furono usati come voce del bebé in "Senti chi parla".

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  26. "colpo di aggiornamento di stato" è meravigliosa e a me il legame tra Bruce Willis e Paolo Villaggio viene automatico da quando ho saputo che la voce del bimbo in "senti chi parla" (quanto tempo fa? trent'anni o esagero?) in Italia era di Paolo Villaggio ma in lingua originale era di Bruce Willis - in effetti non si era mai capito perché avessero scelto Paolo Villaggio, visto che il bimbo è l'unico badass del film.

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  27. perbacco, Rado il figo, avevo letto tutti i commenti ma non il tuo, mi hai anticipato. :)

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    1. in effetti non si era mai capito perché avessero scelto Paolo Villaggio, visto che il bimbo è l'unico badass del film

      Pensa che io mi ero posto sempre la domanda contraria (cioè perché Willis fosse il doppiatore originale).
      Probabilmente è un fatto di "cultura", lo stesso per il quale il diavolo buono in Giappone è Devilman, e in Italia è invece Geppo.

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  28. Secondo me non era poi tanto terribile, ho visto di peggio insomma.
    In ogni caso effettivamente Villaggio nel film è il migliore: "Dito nooooo!"

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  29. Altro film visto e felicemente dimenticato...

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