Antro Impossible Patrol: Missione 4

No, i problemi con i commenti non li hai risolti: la numerazione dei medesimi non si vede su Firefox, tanto per iniziare. Ma, oh, chissene, ché l'A.I.P. doveva tornare in scena. Dopo il successo delle missioni 1, 2 e 3, una nuova sfida attende alcuni membri della Pattuglia dell'Impossibile. Ma prima, come sempre, il ripassone obbligatorio delle REGOLE. Partecipano alla missione solo i 14 eroi indicati dopo l'incipit. Questi antristi dovranno portare avanti la storia, partendo dalla descrizione del luogo in cui si trovano quando arriva la chiamata dell'AIP, di come vivono la notizia, di come arrivano sul luogo dello scontro. A quel punto dovranno collaborare per a) affrontare la minaccia, b) tirarne fuori una storia bella da leggere. Per chi gioca, lo scopo, ricordiamolo ancora una volta, è rispettare caratteristiche e indole dei propri personaggi e cercare di rendere la trama più convincente possibile: far sembrare la battaglia e quanto viene prima e dopo un vero fumetto Marvel. Tutti i convocati dovranno aprire ogni commento con il tag [NOME EROE - IN MISSIONE]. Dopo ogni commento in missione, aspettate un po' per vedere come e se interagiscono i vostri compagni di squadra. In caso di commenti scritti in contemporanea o quasi che si contraddicano, mettetevi d'accordo per cancellarne uno e ripostarlo modificato. In caso di dubbi, guardate quanto è stato fatto (ottimamente) nelle missioni precedenti. Gli eroi non convocati possono invece, se vogliono, discutere l'evolversi della vicenda, dare dei suggerimenti, fare semplicemente il tifo. Tutti i commenti dei non convocati non devono però avere alcun tag e devono essere incasellati come risposte ai commenti di chi è in missione. Per agevolare la lettura della storia, insomma, chi non è in missione deve usare i commenti nidificati, vale a dire cliccare sul tasto RISPONDI sotto a un commento precedente, anziché creare un commento nuovo. Chi non è in missione, inoltre, scriva commenti BREVI ed eviti precisinate della fungia. Ricordate infine che verranno visualizzati di default sotto al post solo i primi 200 COMMENTI; se si supera quel limite, per vedere i successivi cliccate sulla scritta CARICA ALTRO. La missione avrà termine con un apposito annuncio quando Sole Ardente la riterrà completata, o in ogni caso entro le ore 20 di domani sera (domenica). Letto tutto? ¡Vamos!

MISSIONE 4
«Non farlo ti prego... lasciami andare…».
La voce dell'uomo era strozzata, ma il mutante noto come Sole Ardente non intendeva allentare la stretta attorno al suo collo. Solo che l'uomo, quel sessantenne in un completo Armani orrendo, con una fermacravatta da spia russa e il volto madido di sudore sbiancato dalla paura, non era un uomo qualsiasi.

«Sono tentato di farlo. Ma non credo le converrebbe, signor primo ministro», gli rispose Shiro con un sussurro. Prima di fare un cenno col capo ai trecento metri che li separavano dal suolo. 

L'avevano fatto di nuovo. Più diceva a quei coglioni del governo che la cosa lo mandava in bestia, più quelli usavano la sua immagine per questo o quel messaggio pubblico. Cartelloni, spot tv, sagomati nelle stazioni della metro. Non riuscivano proprio a capire che indossare la bandiera di un paese non vuol dire diventare necessariamente un pupazzo da propaganda. Non con lui. Era giunto così il momento di, ecco, sottolineare un attimo il concetto.
Fluttuò lentamente verso il basso, e solo quando furono nuovamente a pochi metri dal suolo, mollò la presa. Il primo ministro Hidetoshi Kojima, cugino di secondo grado di un noto sviluppatore di videogiochi, si schiantò sul tetto della sua auto, si rimise in piedi in qualche modo aiutato dai suoi gorilla e iniziò a inveire nei confronti dell'eroe. Una delle sue guardie del corpo impugnò la sua Beretta e ne sollevò la canna, puntandola verso Sole Ardente, ma le altre rivolsero un'occhiataccia al giovane boydguard. Qualcuno mugugnò qualcosa, e quello mise via l'arma.

«Mai. Più.», disse Shiro, e si sollevò di nuovo in volo a una velocità folle, lasciando dietro di sé una scia di fiamme. Proprio in quell'istante, il ricevitore portatile ignifugo da polso che si era fatto costruire da quei debosciati della An Toro Digital, iniziò a urlare. Guardò il display: codice melvino, priorità massima. Shiro spinse ancora di più, tagliando il cielo di Tokyo come una meteora, quando qualcosa di altrettanto veloce incrociò la sua traiettoria, costringendolo a fermarsi di colpo.

Il mutante noto come Sole Ardente sentì gli organi rimestarglisi dentro per la frenata. Scese di quota, atterrando sul tetto di uno dei palazzi più alti. Impiegati in maniche di camicia si stavano riversando di corsa su quella terrazza per vedere meglio cosa fosse accaduto. Si sentì un boato: quella cosa aveva appena sfondato una delle due torri del palazzo del Governo Metropolitano di Shinjuku, passandola da parte a parte.

«È... un uccello di fuoco!», disse uno dei salaryman sul tetto.
«È un aereo!», disse un altro impiegato.
«No: è un fottuto mostro alieno», li corresse Sole Ardente. Gli impiegati si girarono a guardare l'eroe giapponese, muti per l'ammirazione. O il timore. O il terrore. Pochi secondi dopo, Shiro era davanti alla User Interface del programma Advanced International Protection. Questa volta non c'era da scherzare e non poteva esser perso neanche un secondo: quel mostro proveniente da un'altra dimensione poteva distruggere la SUA città, e per quanto gli scocciasse ammetterlo, lui aveva bisogno di aiuto. Visualizzò l'ubicazione di tutti gli eroi e lanciò la chiamata per i 14 che si trovavano in quel momento più vicini a Tokyo:

Godzilla - Symo
Combattra/Combattler V degli Shogun Warriors - Giuseppe Lacitignola 
Raydeen/Raideen degli Shogun Warriors - Helldorado
Dangard Ace/Danguard Ace degli Shogun Warriors - Wasp
Il Punitore - marco_zell
Ares - isdc
Winter Soldier/Soldato d'Inverno - il Cavaliere di Berzelius
Forge - Emil Sanders
X-Man/Nate Grey - wargarv
Hulk Rosso - Azel 
Prowler - Lo Zione Lardass
Jack Holyoak - Azzie Threadbare
Deathlok - Paolo Pugliese
Cardiac - The Shocker

Poi volò fuori, pronto a unirsi alla battaglia...

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Commenti

  1. [GODZILLA - IN MISSIONE]

    Un morto può avere pensieri, preoccupazioni, ansie e timori? Forse...dipende dall'importanza del morto. E un mostro morto? No. Il mostro morto no. Un mostro vivo può a malapena avere un identità, una considerazione, una parvenza di rispetto. Me lo ricordo quando è successo, combattevo contro...come si chiamavano? N-Men? No, forse erano gli Z-Man...non lo so, è passato troppo tempo. Fatto sta che un momento prima ci sei, poi qualcosa di distrae...o qualcuno è si dimostra più forte di te, e lentamente, cominci a sparire...tutto scivola via, tutte le ansie, i timori e le preoccupazioni, e poi non c'è nulla. Ma un mostro? Un mostro non si può permettere questo lusso. Un mostro muore e basta, perchè è più incompreso di certi "eroi" incompresi che ho conosciuto; un mostro distrugge le città e quindi è cattivo a prescindere. Nessuno s'è mai fermato a chiedersi: "Perchè?". La risposta potrebbe stupire.

    La gente odia ciò che non capisce, e ora...questa stessa gente, chiede il mio aiuto? Questi sedicenti "eroi" incompresi chiedono il mio aiuto? Vorrei, ma non posso. E anche se volessi, se lo dovranno guadagnare...e poi, sono morto, ne sono fisicamente impossibilitato (di dare una mano, dico). Ma sento un certo calore...il fuoco della mia terra, del Sol Levante...sento un calore famigliare, confortante e rigenerante accompagnato dalla voce di un eroe nazionale di mia conoscenza. Grida qualcosa in merito ad una adunata...potrei...ma non voglio...non posso. Devo aspettare. Sono ancora troppo debole...sono ancora troppo...morto. Ho bisogno di più calore.

    Le persone mi hanno chiamato in molti modi. Gojira, Re dei Mostri, Leviatano. Un pò come i cani, che se cambiano padrone questi li cambiano il nome...ma io non ho padrone e SO qual'è il mio nome. Io sono GODZILLA, il primo della mia specie...e presto tornerò. Ho solo bisogno di più forza, di più energia, di più...vita.

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    1. Le fredde montagne Tibetane fremono silenziose, Attilan è tornata nella sua antica dimora. Freccia Nera galleggia tra le nevose turbolenze fuori dal palazzo, e osserva una scia rossa fendere il cielo in lontananza. Il segnalatore AIP rimane spento. Il Re chiude gli occhi, in attesa.
      Intorno solo il vento.

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  2. [PROWLER - IN MISSIONE]

    Hobie Brown era ad un punto di svolta. Dopo varie vicissitudini era tornato a fare il lavavetri per una nota ditta di (VAI)Brooklyn e quando ormai stava per rassegnarsi a svolgere il lavoro per il quale sembrava tagliato da una vita, ricevette una telefonata da alcuni dei più alti responsabili della Horizon Labs. I pezzi grossi della società erano assai interessati ad un brevetto di sua invenzione, nello specifico ad un apparecchio in grado di creare getti d'aria a diverse atmosfere che potevano essere applicati a macchinari per la sicurezza pubblica (altri non era che il dispositivo che permette a Prowler di sparare le raffiche di aria compressa dai suoi bracciali). Dopo un breve colloquio con la sede centrale della Horizon, la dirigenza dell'azienda decise che lo stesso Hobie avrebbe presentato il progetto alla filiale giapponese e, se le cose sarebbero andate per il verso giusto, avrebbe avuto un contratto a tempo indeterminato e tutti i diritti sul brevetto. Era questa una ghiotta occasione che Hobie non poteva farsi sfuggire, per lui e per la sua ragazza (ex-moglie ritrovata) Mindy. Forse per una volta poteva lasciarsi alle spalle il suo passato da Prowler.

    Il comodissimo jet privato della Horizon aveva tutti i comfort, sedili ergonomici, dispositivo stabilizzante, prese per il computer ecc… frutto di ricerche dei tecnici della ditta. Hobie pensò immediatamente al suo amico Peter Parker già da tempo collaboratore dell'azienda, forse era stato lui a mettere una parola buona e se così fosse stato, avrebbe avuto la sua riconoscenza.

    Hobie guardò fuori dal finestrino, Shinjiku era sotto di lui e presto sarebbe atterrato sulla pista privata della Horizon Japan. Era emozionato e aveva portato con se la sua tuta da supereroe per una dimostrazione pratica del congenio quando, come accade spesso negli incubi, tutti i suoi sogni di speranza vennero distrutti da una velocissima scia rosso-blu che come un proiettile attraversava i cieli del Giappone. La "torpedine" sfrecciò di fianco all'aereo di Hobie e l'enorme vuoto d'aria creò una turbolenza che compromise il volo dell'apparecchio facendolo precipitare.

    Mentre il segnalatore dell'A.I.P. suonava dal braccio di Hobie come una sirena segnalando lo stato di emergenza e la chiamata di Sole Ardente che lo convocava, l'eroe noto come Prowler non faceva altro che ripetersi nella testa quanto fosse sfortunato e che se la sua vita continuava così, avrebbe fatto meglio a farsi vedere da uno stregone per rimuovere quella che secondo lui era chiaramente una maledizione...

    … cioè, se fosse sopravvissuto allo schianto!

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  3. Gli Dei della Battaglia vi accompagnino ed assistano o prodi Compagni ! Antristi Uniti !

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  4. ma quindi il mostro alieno sarebbe superman?

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    1. Sì. Come da regolamento, chi non è in missione usi per piacere solo i commenti nidificati (tasto "Rispondi").

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  5. [FORGE - IN MISSIONE]

    Forge si trovava in Vietnam, visitando i luoghi dove in passato aveva combattuto. In realtà questo non era il suo unico motivo. In quel luogo era iniziato tutto. Tutto ciò che lo aveva portato verso la pazzia, ora era stato "riparato", grazie all'aiuto di Cable. Tuttavia Forge non era sicuro dei risultati: un conto è smettere di fumare gettando via i pacchetti, un altro è vedere se si è capaci di evitarlo trovandosi in un gruppo di fumatori. Il test sembrava funzionare, e per l'occasione aveva progettato e realizzato un comodo bracciale per controllare in maniera dinamica il suo stato di salute mentale e fisico. Ma non bastava comunque a togliergli quella sensazione che "non tutto fosse al suo posto" che per chi ha navigato nell'oceano della pazzia è un'isola di sanità. Il bracciale rivelò il suo stato ansiogeno; Forge ne prese atto e giudicò fosse perfettametne normale, e pensò che, per ora, potesse anche tornarsene a casa a rilassarsi in attesa di scegliere ulteriori test.

    All'improvviso una luce lampeggiò sul bracciale. Sebbene il celeste melvino della spia sul suo bracciale non fosse legata al suo stato di salute, Forge capì immediatamente che ci fosse qualche pericolo nei paraggi. Salì sul suo furgone convertibile ad anfibio/jet/carroarmato e si rese conto di cosa stesse accandendo in giappone. L'A.I.P. lo stava reclutando per una missione a Tokio. Convertito il furgone in jet, accese i motori e si diresse verso la patria di Sole Ardente.

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  6. [SOLE ARDENTE - IN MISSIONE]

    Il volo di Shiro fu frenato bruscamente per la seconda volta in pochi minuti. Sentì i polmoni sbattere contro la gabbia toracica e sbuffò fiamme e area ionizzata. Davanti a lui c'erano tre elicotteri della Forza di Autodifesa Giapponese.

    Non dovevano aver preso bene quella storia del primo ministro.

    Tiratori sugli elicotteri, altri sui tetti. Su strada due blindati convergevano verso la loro posizione. Fasci di luce puntati sulla sua faccia da ogni direzione. Shiro scese a terra e provò a spiegare a quegli idioti che una minaccia proveniente da un'altra dimensione minacciava di spazzare via la città e forse l'intero Giappone, ma quegli uomini erano sordi alle sue parole.

    Se a un ufficiale giapponese dicono di fare una cosa, lui la fa.

    Avrebbe potuto incenerirli tutti in un istante, ma no, non era la soluzione giusta. Sai poi i casini con i media. Perciò gli toccava arrendersi e trovare il momento giusto per liberarsi di quei surrogati di soldati. Avvicinò i polsi, tendendoli davanti a sé. Uno della Jieitai provò ad ammanettarli, ma le manette si fusero all'istante. Shiro sorrise.

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  7. [CARDIAC - MISSIONE]

    Un normale viaggio d'affari. Questo era il soggiorno a Tokyo di una settimana per Elias Wirtham. O almeno, così continuava a ripetersi durante il viaggio il buon dottore quando invece nella sua valigia vi erano il suo costume, il suo aliante diviso in più parti da comporre e una versione del suo bastone pieghevole. Elias doveva recarsi a Tokyo per ritrovarsi con alcuni suoi colleghi dell'Università che avevano trovato lavoro a Tokyo alla Med-Advance ed erano disposti a sponsorizzare l'H.E.A.R.T., l'ospedale che aveva aperto tempo fa. I fondi servono sempre e sono bene accetti da una società giapponese che stava diventando sempre più alla avanguardia nel campo delle apparecchiature mediche.
    Wirtham era appena atterrato alle 20, aveva preso il taxi e in poco tempo era arrivato al suo albergo. Il programma era il seguente: cena veloce, doccia e poi a letto presto per prepararsi all'incontro del giorno dopo. Ma il nostro non fece tempo a disfare i suoi bagagli che subito sentì una esplosione provenire da un palazzo poco distante dall'albergo. Elias guardò dalla finestra e subito dopo il segnalatore dell'AIP si accese dando il segnale. Subito indossò il costume, tirò fuori il bastone e rimise al completo il suo aliante per poi prepararsi ad uscire dalla finestra. "Un semplice viaggio d'affari" dissé fra sé e sé il dottore "come no..." e subito dopo si avviò verso il palazzo in fiamme...

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  8. [PROWLER - IN MISSIONE]

    Gli abitanti di Shinjiku scappavano in direzione diametralmente opposta al Palazzo del Governo Metropolitano. Come un enorme tsunami umano, una moltitudine di gente si riversava nelle strade in preda al panico. Ragionieri, studenti, casalinghe, la paura non fa distinzioni di classe o di età, ma da cosa correvano? Perché il Palazzo stava crollando?

    Hobie emerse dal cumulo di ferraglia che era stato l'aereo privato delle Horizon Labs.
    Durante la caduta, l'attrezzatura che avevano portato dagli USA si era dimostrata miracolosa; oltre al suo costume da Prowler (che avrebbe esposto alla dimostrazione all'insaputa di tutti) il Jet era munito di un prototipo da lui inventato che, tramite getti di aria compressa, era in grado si stabilizzare le turbolenze degli aerei permettendo atterraggi morbidi. Mai scelta di dispositivo per dimostrazioni si era rivelata così fortunata: l'aereo non era precipitato in maniera così "morbida" come ci si aspettava, ma l'intero equipaggio dell'apparecchio era salvo! E grazie alla sua invenzione! Se non era una dimostrazione questa…

    Dopo essersi assicurato che ogni membro dello staff Horizon fosse illeso, Hobie si diresse dalla parte opposta da cui proveniva la folla (ignorando le urla di uno dei suoi compagni di viaggio che gli intimava di non andare). Approfittò di un negozio di gadget e pupazzetti abbandonato dal commesso in fuga per un rapido cambio. Non era più Hobie Brown. Ora era IL PROWLER!

    Non potendo passare per le strade a causa della folla, l'eroe risalì il muro del palazzo vicino approfittando degli artigli d'acciaio e degli stivali a ventosa di sua invenzione. Li aveva progettati per il suo lavoro di lavavetri ma ora erano parte integrante dell'equipaggiamento del suo alter ego in mantello.
    Superati tre palazzi, ora Prowler era abbastanza vicino al luogo della distruzione per rendersi conto di ciò che era accaduto: Un essere, molto simile ad un eroe come quelli che popolavano il suo mondo, ma tremendamente più potente, stava prendendo a pugni uno dei palazzi più importanti del giappone, apparentemente senza motivo.

    L'essere era vestito con un costume Rosso e Blu (come la scia che aveva colpito il suo aereo - era lui), un mantello rosso e una grossa "S" rossa su fondo giallo che adornava il petto. Il volto del "super-uomo" era scoperto, la faccia contratta in una smorfia di rabbia e gli occhi, di un rosso rubino iniettato di sangue, erano in grado di scaricare raggi termici ad altissima intensità. La cosa più spaventosa era tuttavia il suo atteggiamento: completamente illogico e furioso, abbatteva a pugni e spallate i palazzi circostanti l'area senza uno scopo preciso, alternando la distruzione a lunghe pause… come se fosse combattuto dentro se stesso… come SE NON FOSSE IL RESPONSABILE DELLE PROPRIE AZIONI!
    Prowler si girò tondo, qualche altro eroe doveva essere accorso nella missione. Ne aveva bisogno perché se i suoi sospetti erano fondati l' "Azzurrone" a qualche miglia da lui, non era la vera minaccia e sicuramente c'era dell'altro quindi bisognava indagare (d'altronde la mente logica di Hobie percepiva perfettamente che non avrebbe potuto fare nulla in uno scontro fisico contro quel Super-coso).

    Un bambino giapponese in fuga con la madre alzò gli occhi e vide una figura incappucciata con un lungo mantello che come un ombra volteggiava sui tetti delle case, si rivolse verso la madre e disse:
    - Mamma guarda è quel super eroe americano… SPOWN! Ci salverà tutti vero? -
    - Questo è l'ultimo fumetto americano horror che ti compro, hai capito! - disse la mamma che lo trascinava per mano, preoccupata di tutt'altro….

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    1. [PROWLER - IN MISSIONE - OFF]
      Ehm...io la butto li... propongo il Dottor Demonicus come vero avversario della storia...

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    2. siii, l'autore di Spawn...scritto così! :D

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    3. Uh,Super-PDF in modalità Berserk vs eroi Marvel,questa sarà gustosa....
      Do believe the AIP!

      P.S.Godzilla deve volare via!

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  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. [HULK ROSSO - IN MISSIONE]
    Quanto tempo era passato da quando il Giappone era considerato un nemico, e quanto ancora era passato da quando Thaddeus Ross era un vero e proprio generale al servizio dello Zio Sam? Da allora aveva ufficialmente dovuto nascondere la propria identita' in quanto legalmente morto, e continuare ad agire solo come Hulk Rosso. Fortunatamente, dopo essere entrato a far parte dei Vendicatori, avevo ora modo di riparare ai torti commessi, e a servire l'umanita' intera agli ordini dell'eroe che piu' stima: Steve Rogers.
    Oltre a questo, l'appartenenza ai piu' potenti eroi della Terra gli lascia anche occasionali momenti liberi, come questo, in cui, dopo alcuni spiacevoli eventi con gli dei Maya (lunga storia), ha potuto compiere un viaggio in Giappone.
    Proprio mentre, in incognito, stava esaminando un negozio di sake nel centro di Tokyo, e' arrivato l'imprevisto: una squassante esplosione, a seguito della quale uno strano figuro e' apparso in cielo. Mantello, costume variopinto rosso e blu, volto scoperto, "che diamine e', un imitatore di Sentry?", penso' il generale, ricordando l'instabile (ma piu' sobrio) personaggio intervenuto anni fa nella World War Hulk. "E perche' sta attaccando gli edifici della zona? Sara' meglio cercare di vederci chiaro, ma in una forma piu' adatta!". E in una questione di secondi l'anziano soldato si trasforma nel Golia Cremisi...

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    1. Doc, segnalo la mancanza (almeno io non le vedo e non mi funzionano) delle etichette del post Antro Impossible Patrol, DO believe the AIP, Missioni.

      Per il resto, buon lavoro guaglioni, che la kriptonite sia con voi ;)

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    2. Caspita che bella missione! Daje ragazzi!!
      Siete partiti benissimo, bravi!

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  11. [WINTER SOLDIER - IN MISSIONE]
    "Grazie al cielo è finita."
    Questo era il pensiero di Bucky, di ritorno da una pericolosa missione in Russia per conto dello SHIELD che lo ha messo di nuovo contro il suo incubo: il progetto Soldato d'Inverno.
    Forse finalmente l'incubo era finito, forse quella era davvero l'ultima base di quel progetto, forse finalmente avrebbe avuto tempo per riallacciare i suoi rapporti con Natasha le cui strade si erano divise da troppo tempo ormai. Natasha...
    In quel momento il suo orologio si accese: era un segnale che sperava non si fosse mai più attivato da dopo l'invasione Skrull: il segnale di un'invasione aliena. L'AIP aveva bisogno di lui.

    Diede l'ordine al pilota di fare rotta verso Tokio. Stavolta sarà quasi impossibile non riuscire a essere visti, Dio solo sa cosa succederà quando il mondo scoprirà che James Buchanan Barnes non è morto davvero...

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  12. [COMBATTLER V - IN MISSIONE]

    La base, al largo della baia di Tokyo, brulicava di personale, come sempre: il rischio di minacce potenzialmente distruttive, aliene o terrestri che fossero, rendeva indispensabile la presenza di tutti a tutte le ore, dallo staff di scienziati e ingegneri al manutentore degli ascensori.
    Bianco, blu, giallo e rosso i colori dominanti all'interno della struttura: niente sfumature, un aspetto decisamente "flat" e asettico.
    "Non riesco mai a capacitarmi di come questi corridoi siano sempre così puliti", rifletteva la giovane pilota Genji Odashu mentre attraversava con passo deciso uno di essi, "eppure di emergenze che hanno generato un po' di trambusto nella base ne abbiamo affrontate!"
    Proverbiale efficienza giapponese in ogni circostanza, nient'altro.
    Dopo tre ore al simulatore, si dirigeva verso la sala relax dove l'attendevano un lungo massaggio rilassante e una seduta di yoga: sebbene simulate da impulsi neuronali, le violenti accelerazioni e decelerazioni cui i piloti erano sottoposti durante una sessione di addestramento stressavano in ogni caso mente e fisico, tanto che la sala relax diventava una meta quasi obbligata.
    "Non vedo l'or..."
    Genji non aveva ancora ultimato la frase quando la sirena dell'allarme riecheggiò in ogni anfratto della base.
    "Allarme rosso! Allarme rosso! Tokyo è sotto attacco! Origine della minaccia sconosciuta!"
    "Dannazione!"
    Addio relax, addio massaggio: bisognava subito decollare col Combattler V, direzione Shinjuku.
    Affrontando di corsa gli ultimi metri che la separavano dalla porta scorrevole, Genji s’infilò in uno degli ascensori disseminati nella base.
    Gli scanner genetici confermarono la sua identità, lo stato di emergenza fece il resto: la cabina vibrò per un istante mentre si spostava lungo l’asse orizzontale prima di cominciare la sua discesa verso l’hangar V.
    Da una nicchia Genji estrasse il casco che permetteva la connessione neuronale col gigante di metallo mentre l’ascensore fermava la sua corsa proprio all’interno della testa del Combattler.
    Il sedile di pilotaggio, su binario scorrevole, fece il suo ingresso dalla parete posteriore, accolse la giovane pilota su un’imbottitura di plastacciaio mentre avviava la propria corsa verso il cockpit. Dal poggiatesta spuntò un connettore che si collegò la casco di Genji.
    Un baluginare frenetico di luci e spie annunciava la prossima partenza del robot.
    “Combattler V fuori!”
    Genji tirò i comandi a sé e, da un vortice marino, il Combattler si proiettò verso il cielo di Shinjuku.

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  13. [PROWLER - IN MISSIONE]

    Che fare dannazione! Una chiamata nel cuore del Giappone! Era chiaro che non molti colleghi dell’AIP sarebbero stati disponibili per una missione fuori dai confini dell’America. Facendo il punto della situazione, Prowler decise di darsi da fare: aveva bisogno di una squadra logistica in grado di individuare segnali o frequenze insolite, oppure un telepate o un mago che capissero quale fosse il problema (se mai la sua intuizione fosse corretta) del tipo col mantello rosso; una truppa d’assalto che si occupasse di tenere impegnato il soggetto in questione; un gruppo di guastatori in caso fosse necessario un blitz silenzioso a livello “istituzionale”.

    Collegò il ricevitore nascosto in uno dei suoi guantoni Hi-Tech all’antenna satellitare situata nel palazzo che aveva scelto come avamposto, amplificò il segnale e pregò che la frequenza da lui attivata raggiungesse lo studio informatico di un suo vecchio collega dei tempi in cui lavorava alla Roxxon: Francis Bite. Si trattava di un genio dell’informatica che come lui aveva lavorato presso l’abbietta azienda per un periodo e che si intendeva parecchio di frequenze e segnali. Se l’ammasso di muscoli che volava di fronte a lui era sotto una qualche forma di controllo, mr. Bite ne avrebbe sicuramente individuato la fonte e la provenienza.

    Attendendo il segnale, Prowler alzò il capo per controllare il suo avversario. Fortunatamente le sue preghiere erano state ascoltate: Rhulk, l’Hulk Rosso, si dirigeva verso di lui saltellando da un palazzo all’altro mentre alla sua destra un tipo munito di aliante volteggiava nell’aria satura di polvere e calcinacci.
    Dal bracciale della mano non occupata dal segnalatore, Prowler lanciò un razzo di segnalazione sperando di essere notato da uno dei suoi compagni…

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    1. Dunque amici, sono costretto ad assentarmi per un lungo momento perchè devo risolvere un problema di "arredamento". Fino a sta sera Prowler non potrà agire liberamente, proverò dal cellulare che però è un vecchio modello ce non è molto prestante.

      Se qualcuno si interfaccia con il mio personaggio, lui risponderà sempre che secondo lui Superman è controllato da qualcuno e che se così fosse per fermarlo bisogna scoprire chi lo controlla e perchè (come ho detto, mi sembrava carino fosse il Dottor Dmonicus che è giappo, ma è solo un suggerimento).

      A questo punto in bocca al lupo e ci sentiamo sul tardi
      ANTRISTI UNTI!!!!!!!

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  14. [ARES - IN MISSIONE]
    Intorno buio.
    Il nulla lo attorniava silente.
    Ares conosceva bene quello stato di assenza in cui si trovava.
    Era morto.
    Ancora una volta.
    Ma nel ciclo infinito delle divinità questo passaggio è una pausa naturale come un sonno.
    L'ultimo ricordo ancora danzava di fronte agli occhi chiusi, un mostro dorato dagli occhi neri che lo afferra e il dolore della separazione degli arti dimorava ancora sotto la sua pelle.
    Nel soffermarsi a rammentare il momento esatto della sua dipartita, Ares grugnì e, così facendo, si accorse in quel preciso momento di essere nuovamente tra i Vivi: forse la vivida volontà di lavare l'onta lo aveva svegliato oppure era stato un odore che dalle nari gli pungolava la mente.
    Era il puzzo di battaglia che stava per iniziare.
    Si alzò con rabbia e vide attorno il deserto rosso che era la sua Casa.
    La corazza, l'elmo e l'ascia erano per terra, curati da qualche suo devoto e pronti all'uso.
    Il pazzo dorato che lo aveva ucciso avrebbe atteso la sua vendetta, come la visita che avrebbe voluto recare a suo figlio, ormai assurto a Dio della Paura.
    Bevve una coppa di vino dolce poggiata da chi sa chi per terra e sferrò il calice lontano.
    Vestitosi, si recò verso un portale argenteo che fluttuava alla sua destra e entrò con un balzo.
    Atterrò a Tokio, con dietro alle sue spalle un Tori vermiglio.
    Poco distante, la paura delle persone impregnava l'aria e lì si diresse con veloci passi.
    Urlò con furore e brandendo la sua arma: era tempo di Guerra.

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  15. [NATE GREY - IN MISSIONE]

    Una bella vacanza.
    Ecco cosa ci voleva dopo tutte quelle storiacce con Osborn, il rapimento, l'Omega Machine...la totale perdita di quasi tutto il suo potenziale, di quello che lo rendeva un elletto, un semidio, un mutante di livello omega dal potere praticamente illimitato.
    Finalmente libero dalle grandi responsabilità che da sempre gli erano praticamente piovute addosso, volendolo o meno, per la sola colpa di essere figlio della piu potente psicocineta e ospite di un entita cosmica divina e di un c....iclope (evidentemente aveva preso tutto da mamma, anche il cognome NON A CASO), finalmente poteva godersi dei momenti di sano e puro relax.

    Quale MIGLIORE idea poteva dunque farsi venire se non un bel soggiorno di un mese in Giappone, per cambiare completamente aria, visto che a New York e negli states continuavano a piovere mostri, super criminali e compagnia cantante?
    Un bel tour, con visita a Tokyo, Osaka e Kyoto, templi, cibo locale, locali notturni e perchè no? magari familiarizzare con LE abitanti dle posto...gliene avevano sempre parlato bene e quella gigantografia formato poster di Psylocke nascosto nella ex stanza del padre all'istituto Xavier era MOLTO promettente.

    Ma...emh...
    dicevamo...torniamo a noi:
    grandissima idea farsi un bel giro del Giappone, una breve passeggiata a Nakano nella mattinata, giusto per prendere quel pupazzillo del suo cartone animato preferito (ah almeno per fortuna era piombato qui, che nell'era di Apocalisse non aveva mai avuto la possibilità nemmeno di immaginarsi una roba simile!) e poi di li son 10 minuti e si arriva tranquilli tranquilli a Shinj....BROOOOOOM
    Successe tutto all'improvviso:
    Un tizio con una calzamaglia azzurra e le mutande rosse sopra (ma come si vestono...sempre peggio...) tempesta di pugni volando un palazzo....e quello comincia a cedere proiettando detriti su chi, da sotto, con smartphone alla mano, riprende estasiato la scena nemmeno fosse un promo di una nuova serie TV.
    Nel frattempo il suo cellulare vibra e lampeggia insistentemente...Nate non lo sa e non se ne cura ma il testo della mail in arrivo lo cita come super eroe "vicino a Tokyo" e lo chiama a raccolta proprio per eliminare la minaccia di fronte a lui....
    Proprio una GRANDE idea rilassarsi in Giappone...

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  16. [COMBATTLER V - IN MISSIONE]

    Il Combattler V era ancora a un km e mezzo dai cieli di Shinjuku quando i rilevatori di energia impazzirono: gli olografici tridimensionali mostravano un picco energetico spaventoso concentrato in un volume molto piccolo, paragonabile a quello occupato da un uomo. La scansione ultraradar restituiva a schermo una sagoma effettivamente umanoide, sospesa su Shinjuku e apparentemente priva di apparecchiature tecnologiche che ne consentissero il volo. I densimetri molecolari riportavano un valore di densità complessiva prossima alla tonnellata per metro cubo.
    Gli strumenti rivelarono inoltre un’altra grande fonte di calore: dalle finestre di un grattacielo dense volute di fumo misto a polvere si liberavano nell’aria. Interfacciandosi con le telecamere di videosorveglianza, Genji osservò un intero quartiere in preda al panico: macerie fumanti continuavano a piovere dall’alto schiantandosi sulle auto parcheggiate mentre una moltitudine di abitanti impauriti si riversava disordinatamente in strada alla ricerca di un riparo sicuro.
    Quando fu possibile stabilire un contatto visivo, quello che Genji osservò fu un uomo, dalla struttura muscolare invero massiccia, fasciato in una tuta blu aderente con una grande “S” gialla sul petto, con un mantello rosso che assecondava il volere del vento. Gli occhi ardevano di un penetrante rosso cremisi, la mascella serrata e la bocca accartocciata in una smorfia decisamente poco rassicurante.
    L’uomo stava guardando nella sua direzione (e infatti lei aveva tirato su gli scudi ionici) quando la sua attenzione fu attirata da una minaccia ben più incombente: il pugno di Hulk rosso lanciato a tutta velocità verso il suo zigomo sinistro. Volse lo sguardo verso il golia cremisi ed esplose una vampata di raggi oculari che si abbatterono sul petto di Rhulk, scaraventandolo indietro.
    Mentre osservava il corpo di Hulk rosso che sfondava i muri di un paio di grattacieli prima di arrestare la sua corsa in un ristorante italiano dal nome bizzarro (a detta di quella sua amica italiana), un beep intermittente invase la cabina di pilotaggio prima che un ruggito ancestrale esplodesse tra le vie di Shinjuku: dal mare rigonfio della baia emerse Godzilla, in tutta la sua grandiosa e dirompente immensità.

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  17. [WINTER SOLDIER - IN MISSIONE]
    Il paracadute si aprì e, poco dopo, il Soldato d'Inverno atterrò su uno dei palazzi più alti di Tokio. Il Giappone lo metteva a disagio: l'ultima volta che fu non aveva il controllo delle sue azioni, proprio come quegli agenti che aveva appena affrontato in Russia...
    Era però tempo di concentrarsi sulla missione: l'alieno era là, a poco più di 1km di distanza. Sembrava Sentry, ma non poteva essere lui. Hyperion? Eppure era un membro dei Vendicatori, perché mai avrebbe dovuto attaccare una città così?
    Era ora di avvicinarsi per capire cosa stava succedendo.

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    1. Dai ragazzi,da Asgard si fa il tifo bevendo amarissime aranciabirre!

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  18. [PROWLER - IN MISSIONE]

    Niente da fare, Red Hulk sorpassa con un ciclopico balzo il palazzo su chi Hobie aveva sostato nella disperata attesa che il suo amico rispondesse alla chiamata. Il gigante di rubino punta dritto contro l’avversario in blu tentando di atterrarlo. Non ci riesce. Male.
    Poche erano le occasioni di vedere un Hulk steso e quando questo accadeva erano guai seri, ma la cavalleria stava arrivando: Combattler V, il titanico robot membro degli Shogun Warrior era sul posto e stava perlustrando la zona; da un portale apparso nel nulla un’altra figura in armatura stava caricando il distruttore di palazzi armato di tutto punto, era Ares signore della guerra (ma non era morto?); dal mare inoltre una gigantesca lucertola sorgeva. L’artiglieria pesante era arrivata, mancava il supporto logistico.

    Come un angelo dal cielo, un tizio in paracadute si fece largo tra i fumi della distruzione, era Winter Solider, che stava atterrando esattamente sopra il palazzo che Prowler aveva scelto come campo base. Adesso si ragionava.

    Mentre Hobie osservava il lento scendere del soldato un trillo dal suo segnalatore: - ….ZZZZZ…..ZZZZZ…Hobie cosa è successo? E’ una vita che non usi questa linea, te la passi male? – Francis aveva finalmente risposto alla chiamata, era ora di agire!

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  19. [ARES - IN MISSIONE]
    Ares giunse nella zona disastrata, correndo e sbuffando come un poderoso destriero.
    Alte colonne di fumo si levavano dai palazzi e una pioggia tagliente di vetri infranti lo accolse.
    Il Dio della Guerra notò che i tanti piccoli mortali levavano i loro sguardi verso l'alto e, volti anche lui gli occhi al cielo, sobbalzò nel vedere la figura volante: sembrava proprio il mostro che aveva spezzato il suo corpo (ma non il suo animo di guerriero).
    Per un attimo pensò che il Fato era stato davvero gentile con lui e gli avesse regalato la battaglia che anelava sin dal suo risveglio ma, complice il vociare stridulo degli uomini attorno a lui, si accorse che in un grande schermo si mostrava da vicino il viso del protagonista della distruzione.
    "Peccato" pensò, "Non è il tizio dai capelli dorati. Ma la mia ascia ha sete di sangue e nel mio nome giurò che oggi sarà soddisfatta".
    Così, saltò sulla facciata del palazzo più vicino e, balzando in alto con l'aiuto della sua ascia, si arrampicò veloce in cima per sorprendere l'uomo volante.

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  20. [Nate Gray - IN MISSIONE]

    La situazione continuava a precipitare dal terribile, al paradossale al "meglio che te ne stavi a casa"...
    D'improvviso cominciarono a comparire, oltre allo strambo con le mutande sopra il vestito e mantello, una serie di personaggi quanto meno bizzarri...un nerboruto gigante rosso saltellava tra i palazzi per poi pigliare a pugni un robot gigante, giunto nel frattempo con un assordante rumore di motori, nel mentre dalla baia in lontananza riecheggiava un urlo, da terra nate non poteva capire cosa fosse a provovcare tutti quel rumore ma i salary men, impazziti di gioia coi telefonini sempre in mano, comincirono a darsi di gomito e a urlare "Gojira!" Gojira!!"...magari sarà un super eroe locale chissà mai sentito...
    "CRACK" un serie di detriti si stacca all'improvviso dal palazzo forato dall'uomo in pigiama creativo....c...I CIVILI "TUTTI VIA FORZA LEVATEVI NON E' UN GIOCO": il suo occhio crepitò e si accese di energia di un puro giallo mentre con la forza della mente cercava, per quanto gli era possibile con i suoi poteri residui, di mantenere sospesi in aria quanto riusciva di quella pioggia mortale "VIA VIA ANDATEVENE VIA TUTTI!!!"

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    1. l'andare via tutti non doveva essere presa alla lettera come cosa :D

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  21. [WINTER SOLDIER - IN MISSIONE]
    La discussione con Prowler lo aveva turbato. Possibile che fosse davvero sotto l'influenza di qualcuno? Osservando il combattimento tra l'alieno e Hulk capì che non aveva alcuna speranza di sconfiggerlo, nè a corpo a corpo, nè con armi convenzionali, se solo si fosse portato dietro il proiettile al carbonadio...

    L'idea di Prowler, per quanto disperata, potrebbe essere la loro unica speranza.

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  22. [Jack Holyoak - in missione]
    BIP... 999.997
    BIP...999.998
    ci sono quasi...
    BIP...999.999
    I BIP stavano per raggiungere un importante traguardo, ma contemporaneamente molte altre cose succedevano nella caverna.
    In certi momenti, il tempo sembra fermarsi, e la mente vaga libera alla velocità della luce, rimettendo insieme tutti i tasselli in pochi microsecondi...
    La caverna, costa ovest del Giappone, mandato li da una dannatissima visione di Agatha Harkness: "Giovani fanciulle soffrono e muoiono di fame in un antro nella terra del sol levante"; stupida, stupida vecchia.
    Puoi essere magica e venerabile quanto vuoi, ma nessuna magia può rimediare al fatto di avere 10000 anni o giù di lì. Come spiegare sennò il fatto che quelle gentili aure sofferenti, appartenessero i realtà ad una MALEDETTA PROGENIE INFERNALE sigillata in quel buco qualche decina di anni prima? Se una maga di quella fama può sbagliare, allora come biasimare un povero apprendista che, nel tentare una semplice ma insidiosa separazione corpo\anima per fini esplorativi, si trovi invece fiondato in quell'inferno urlando come un gatto legato ad un missile terra-aria? No, ditemelo! Non è una domanda retorica!
    E mentre uno dei più grandi di quegli orrori di cui sospetto solamente le forme, data la scarsa illuminazione e un campo di oscurità magica (che è stato sicuramente lanciato da Dormammu pochi minuti prima di essere messo in fuga dal mio arrivo), guardo il mio grimorio, illuminato solo da un tenue raggio di luce che filtra dal soffitto. Con la forza di volontà da 2 giorni, stavo facendo enormi progressi nel disintegrare la melma che imbrigliava il tomo pochi centimetri sopra la mia mano sinistra.
    Poi il primo BIP. Seguito dal secondo BIP. E li erano cominciati i problemi seri. Il metabolismo di quelle bestie sembrava essersi rimesso in moto a regime a quel suono infernale, ed allo scoccare del 902.934 esimo BIP il grosso cinghiale che era stato fiondato dentro insieme a me era stato completamente divorato, ossa comprese, e le bestie, lentamente, si stavano avvicinando a me. E quando degli esseri che sembrano usciti da un giornaletto hentai ti si avvicinano per digerirti da vivo come il mostro di Sarlacc, mentre cerchi di recuperare il libro che può salvarti la vita, l'ultima cosa che vuoi sentire sono quasi un milione di BIP.
    I pensieri tornano al presente, il 999.999esimo BIP smette di echeggiare nella caverna. I mostri a 20 centimetri. Il grimorio finalmente cade. Dita agili lo aprono. raggio di luce su un unica riga. Labbra secche pronunciano delle arcane sillabe.
    E per attimo, mentre tutto esplode in una nuvola luminosa verde e, illeso vengo catapultato in aria, penso di essere stato per una volta davvero fortunato.
    Poi la mia faccia colpisce il retro di un paio di mutande rosse, e mentre ripiombo al suolo, il comunicatore probabilmente emette il BIP numero un milione. Ma per fortuna non lo sento.

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  23. [Jack Holyoak - In missione]
    Qual'è il mio problema?
    Ne ho diversi, l'ultimo in ordine cronologico è il fatto che ho trasformato un colpo di fortuna in una botta di culo; letteralmente.
    Un altro dei miei problemi è che non mangio, ne bevo da un paio di giorni; qualcuno potrebbe insinuare che il mio problema principale è il fatto che, degli incantesimi che provo a lanciare, meno di un terzo riescono bene.
    Bene, secondo me, il mio problema è che non ho un sarto.
    Altrimenti quei due tizi, quelli che senz'altro erano dei supereroi, non mi avrebbero così clamorosamente ignorato, scambiandomi per una normale persona ferita, mentre lentamente, strisciavo verso di loro con il collo mezzo distrutto.
    Beh, come al solito ero costretto a distillare le mie sfortunate esperienze, fino a ricavarne il dolce nettare dell'apprendimento. Da quello che aveva origliato, il proprietario delle mutande contro cui aveva sbattuto, stava distruggendo ogni cosa a portata di mano, e secondo il tipo con il mantello e la tuta strana (che si distingue dall'altro, che ha una tuta strana ma NON il mantello), mister coolo d'acciaio è troppo furioso per essere un essere senziente, quindi doveva essere sotto il controllo di qualcuno. E sarei anche d'accordo, doveva essere stati posseduto mentre indossava quella ridicola calzamaglia, altrimenti come si spiegherebbero le mutande indossate sopra il resto dei vestiti?
    (BASTA PENSARE ALLE MUTANDE! CONCENTRATI SUL PROBLEMA!)
    Un rivoletto di bava mi cola sull,asfalto mentre ad un'assurda velocità le due strane figure si allontanano, il mio braccio sinistro libera il grimorio che miracolosamente sono riuscito a tenere al mio fianco. Un complicatissimo incantesimo di guarigione, poco dopo mi guarisce perfettamente, a parte un po' di torcicollo, mi alzo in piedi (i miei piedi hanno sempre avuto quella forma?), a valuto le possibilità.
    Affrontare quel coso direttamente è un suicidio, andarsene nel posto più lontano del mondo a prendere un po' di sole e sperando che qualcuno abbia l'idea geniale è da vigliacchi; forse, se si potesse ragionare con l'invasore...no, se è controllato come sostiene il mio "collega" è un doppio suicidio, se invece magari si potesse scoprire CHI controlla il nostro amico, ma esisteva un incantesimo od un artefatto in grado di ricavare una simile informazione? Schiocco le dita! L'Occhio di Agamotto!
    Come sempre, quando lancio un incantesimo senza pensarci troppo su, riesco al primo colpo, e compaio alle porte del rifugio del buon Dr Strange.

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    1. Rgazzi, salve a tutti, scusate per il ritardo e per il doppio commento. Non so fino a che punto potrò partecipare, perchè questo weekend ho un lavoro in corso, se possibile proverò a commentare da cellulare.
      Il buon Jack comunque, sta trattando con il dr. Strange per convincerlo a prestargli l'occhio di Agamotto, e scoprire chi controlla Superman, appena scoperta questa preziosa informazione, contatterò telepaticamente uno di voi e gli comunicherò la cosa, per poi entrare, se possibile, in missione sul campo, o se preferite, rimanere a fare da supporto e coordinare l'attacco a distanza, fate voi.
      La mia proposta comunque, è che in realtà quello non sia il vero Superman, ma l'ego del nostro boss Sole Ardente, che per qualche motivo si è personificato, con una forza proporzionale alla sua autostima, quindi, in pratica, per indebolire Superman dovremmo attentare all'ego del mutante infuocato (che al momento credo sia in carcere) prendendolo a calci i coolo. Se vi piace l'idea, usatela!
      Buona fortuna a tutti! Ci rileggiamo al più presto.

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    2. Forza ragazzi: un po' lenta a carburare, ma ora la storia sta prendendo forma. Avete tempo fino alle 20 di oggi.

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  24. [PROWLER - IN MISSIONE]

    - Ok Hobie…ehm…Prowler, ci sono. Ci ho messo un po di tempo ad individuare il segnale perché gli Yo-Yo elettromagnetici del Combattler danneggiano le frequenze, comunque… c’è uno strano segnale di origine “frequenza mentale” che proviene da un’isola del pacifico, è mischiato ad una strana sostanza, non capisco cosa sia… percepisco solo un colore… rosso. Adesso ti passo le coordinate… - Farfugliava Francis Bite tra uno ZZZ e l’altro. Ormai erano tutti a conoscenza del fatto che fosse stato infettato da un virus bio-elettrico che lo aveva reso Videoman, il videogioco umano. Nella sua forma “video” oltre ad una serie di poteri, poteva percepire diverse onde di frequenza, se emesse da un dispositivo elettronico.

    Mentre Cardiac e il nuovo venuto, Forge, scendevano sul tetto dell’edificio unendosi a Prowler e “Bucky”, sul segnalatore di Hobie comparivano una serie di coordinate. Dopo un breve consulto Winter Solider risolse che la frequenza “ipnotica” proveniva da un’isola a largo del pacifico, un posto chiamato Demonica, un tempo nazione governata da un tale Dottor Demonicus (tanto l’ho fatto, non potevo stare – nota di Lardass), un tizio che in passato aveva dato del filo da torcere sia ai Vendicatori che agli Shogun Warrior. I sospetti di Prawler erano fondati, il tipo dalle strane mutande era controllato a distanza e sarebbe stato più facile eliminare la fonte dei guai piuttosto che affrontare un tipo così potente, tra l’altro contro la sua volontà. L’eroe accese il trasmettitore dell’AIP.

    - A tutti gli eroi in ascolto, sembra che ci sia un problema –
    - Si, uno vestito di blu – rispose con sarcasmo il pilota del robot gigante.
    - No, capitemi, il tipo contro cui stiamo combattendo non è il nostro vero nemico, qualcuno lo a condotto qui e lo ha controllato come un burattino. Propongo il seguente piano: Red Hulk, Combattler, Ares e quel gigantesco drago (se è dei nostri), cercate di trattenere il GRANDE S il più possibile, non fategli troppo male, è probabile che normalmente non sia ostile. Nel frattempo una squadra formata da me, Soldato d’inverno, Cardiac e Forge si dirigerà nel luogo da cui proviene il segnale ipnotico che controlla quel tizio. Se tutto va come speriamo, dovremmo riuscire a risolvere tutto senza farci troppo male.

    Forge con i suoi poteri trasformò il suo mono-veicolo in un aereo per quattro persone, la compagnia saliva a bordo facendo rotta verso il pacifico nel posto noto un tempo come L’ISOLA DEMONICA!

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  25. [RAYDEEN-IN MISSIONE] Il segnalatore suonava da tempo, ma Richard non lo stava ascoltando. Lo vedeva lampeggiare stolido, sempre uguale...che ne poteva sapere quel coso? Non aveva dato segni di vita fino a quel momento, proprio ora che quella maledetta febbre lo stava tormentando quello si mette a lampeggiare. L'occasione per il grande stunt-man e pilota di Raydeen sfumava perchè non poteva alzarsi in piedi. La testa gli doleva fortissimo, i polmoni sembravano bruciargli e si sentiva debole come non lo era mai stato. Che beffa, che sensazione atroce di impotenza lo coglieva mentre in televisione davano l'ennesima replica di Hazzard. La cosa lo riportava a quando era bambino e saltava la scuola grazie all'influenza. Allora esultava quando gli capitava di ammalarsi. Oggi la cosa lo fa sentire più sfigato di Paperino. Dovrebbe stringere i denti mettere la tuta e rispondere al segnale. Quando ci aveva provato era riuscito a malapena ad arrivare al bagno prima di lanciare una scarica di starnuti e cadere per il mal di testa. Sapeva che i suoi compagni avrebbero dato la vita e difeso chi era in pericolo, e pensò che non avrebbe potuto far molto in quelle condizioni.
    Dedicò un altro po' di tempo all'autocommiserazione poi cercò di trovare sollievo nell'Arte del TAI-CHI pirina.

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  26. [WINTER SOLDIER - IN MISSIONE]
    Le cose si stavano facendo più chiare: qualunque cosa stesse succedendo doveva avere a che fare con la base AIM che la squadra poteva scorgere in lontananza dalla cima del colle su cui si trovava.
    Col binocolo Bucky poteva scorgere le guardie di pattuglia all'esterno della base: non sembravano allertate, quindi il dispositivo stealth dell'aereo doveva aver funzionato.
    Sarebbe stato fondamentale agire rapidamente e senza farsi scoprire, perché il rischio che in caso contrario richiamassero il grande S alla base era troppo grande...

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  27. [PROWLER - IN MISSIONE]

    Le rovine dell’isola Demonica si ergevano dall’atollo artificiale creato da Demonicus come suo regno. Basi, aeroporti, veicoli, tutto distrutto e trasandato, lasciato in disuso dopo la caduta del piccolo regno che un tempo si ergeva nel pacifico a ridosso del Giappone. L’aereo costruito dal membro di X-Force, Forge, atterrava su una distesa arborea molto simile a quelle della flora Hawaiana. Secondo i calcoli del Soldato d’Inverno quello era il punto nascosto più vicino all’origine del segnale individuato dall’amico di Prowler.

    L’aereo atterrò silenziosamente e invisibile, grazie ad un meccanismo “stealth” accuratamente inserito da Forge al momento della creazione. In quel momento Hobie pensò quanto fosse stato in gamba il suo collega ad inventare uno strumento così perfetto nel mezzo di una battaglia, ma il suo ragionamento fu interrotto ancora una volta da Barnes, il quale stava mettendo appunto un’azione di sabotaggio atta ad infiltrarsi nel covo nemico.

    Secondo il radar del veicolo infatti, sembrava che al terminare del bosco si ergesse un’imponente struttura ricavata all’interno di una parete di roccia che un tempo fungeva da centro di comando delle operazioni logistiche del Dottor Demonicus. Il Soldato d’inverno e Prowler andarono in avanscoperta. Quando tornarono descrissero ai loro compagni la situazione.

    - Dunque – iniziò Prowler – al termine di questa foresta, sotto la collina, c’è una parete rocciosa immensa all’interno della quale è stata costruita una base. Il portone d’acciaio temperato ha diversi sistemi d’allarme che possono facilmente essere messi in corto da Cardiac, ma l’entrata è protetta da alcuni agenti AIM (circa tre) nell’inconfondibile divisa gialla al comando dei quali ci sono due energumeni: un gigante di 3 metri circa con la pelle corrazzata e un tipo vietnamita vestito da duro.

    Consultando gli archivi SHELD, Winter Solider identificò gli avversari, si trattava di Cybertooth e Rompiossa, due storici scagnozzi di Demonicus.

    http://static.comicvine.com/uploads/scale_medium/0/5586/838234-c1.jpg

    Non restava che buttare giù un piano di assalto alla fortezza…

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    1. Perfetto Berzelius, ho inserito gli elementi AIM nella storia come giustamente mi suggerivi, anche perchè se arriviamo alla fine ho un'idea su come chiudere la storia, FORZA GENTE è ora di prendere a calci anche quel PDF fi Supercoso!!!

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    1. "RAAAAAARGH" Con uno sforzo Nate lanciò lontano i calcinacci, vetri e pezzi di ferro che aveva tenuto sospesi sopra le teste dei passanti, ancora li nonostante tutto.
      Con un impeto di rabbia, mentre nella sua tasca il maledetto telefono vibrava e si agitava, mando un' immagine mentale, una blanda suggestione, ai maledetti curiosi ancora sul posto a filmare coi loro fottutissimi cellulari: ogni persona semplice sul posto vide un mostro tentacolato apparso dal nulla attaccarlo.
      Con sgomento di Nate mentre gli uomini cominciarono una repentina fuga per mettere quanti più kilometri possibile tra loro e la bestia, molte delle donne sembravano esitanti, quando non ferme in attesa, con una strana espressione sul volto...alcune esclamavano "sugoi..."
      Nate, quasi perdendo le speranze di salvare quei poveri imbecilli, incanalò il poco potere rimastogli, l'occhio sinistro ardente di pura energia, per suddividere le visioni tra uomini e donne: mostro tentacolato e otaku sudato.
      Il vuoto si creò all'istante.

      "BENE....finalmente" pensò il ragazzo pulendosi con la manica il sangue, che cominciava ad uscirgli in un sottile rivolo dal naso, ora vediamo cosa DIAMINE vuole quest'affare: mentre cercava un riparo dalla battaglia tra mostri, robot,tizi in pigiama e hulk daltonici estrasse col pensiero il cellulare dalla tasca e lo fece fluttuare davanti al volto "-VUOI INSTALLARE l'APPLICAZIONE AIP?" chiedeva lo schermo a colori....
      "CAZZO NO MA CHI SE NE FREGA!!!!"
      "-VEDI AD ESSERE GENTILI...L'APPLICAZIONE AIP SI INSTALLERA' LO STESSO E IN PIU TI SARANNO CANCELLATI TUTTI I SITI PREFERITI, I CONTATTI E LE IMPOSTAZIONI MAIL, ALMENO LA PROSSIMA VOLTA CI PENSI BENE PRIMA DI RISPONDERE"
      lo schermo lampeggiava furiosamente, in una giornata di schifo come quella Nate non si curava certo di un virus idiota per cellulari, mentre trovava un riparo e stava per lanciare l'inutile arnese con la forza della mente la schermata principale cambiò
      -AIP
      MISSIONE ALIENO IMPAZZITO A TOKYO
      segni particolari:la mattina appena alzato si veste al contrario, deve essersi appena alzato e anche abbastanza alterato, superforza fuori scala, vola, ciuffetto precisino della fungia,invulnerabile, spara raggi dagli occhi, scalcia cooli e tira giu nomi
      punti deboli: nessuno conosciuto, fonti senza conferme parlano di antifurti per motorini ma si sono dimostrati inefficaci

      eroi chiamati a raccolta giusto che erano i più vicini:
      Godzilla
      Combattra/Combattler V
      Raydeen/Raideen
      Dangard Ace/Danguard Ace
      Il Punitore
      Ares
      Winter Soldier/Soldato d'Inverno
      Forge
      X-Man/Nate Grey
      Hulk Rosso
      Prowler
      Jack Holyoak
      Deathlok
      Cardiac-

      "Ma che caz...." Nate lesse i nomi con un groppo in gola ma la schermata proseguiva: c'erano svariati messaggi tra i vari componenti di quella missione, o almeno tra quelli dotati di intelletto e mezzi per inviarli...ma tra tutti c'era Forge, certo la versione di quel mondo del suo genitore adottivo, certo non quello morto per salvarlo in un altro mondo, in un altra era...ma il dolore...

      -Controllo mentale- pensò Nate continuando a leggere i vari resoconti e reprimendo una lacrima -molto bene...almeno spero...- se c'era qualcuno che poteva aiutarlo quello era solo uno:
      Grazie alla nuova applicazione inviò immediatamente a Forge un messaggio "Sono Nate, sono vicino alla lotta, posso provare a entrare nella mente dell'alieno ma poteri ridotti, necessito di un aiuto per incrementare quel che rimane, al più presto, anche subito"

      I rumori della battaglia si avvicinavano e dubitava che allo stato attuale il vicolo in cui si era rintanato fosse sufficiente a mantenerlo integro mentre quella banda di pazzi si massacrava...

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  29. [COMBATTLER V - IN MISSIONE]

    Dopo il caos iniziale, grazie all’intervento delle forze di polizia, la gente che si era riversata disordinatamente in strada era confluita verso gli ingressi dei rifugi sotterranei: il Combattler poteva finalmente atterrare.
    Nonostante fosse ormai una veterana, Genji sentiva sempre un lieve brivido alla base della schiena quando avanzava con il Combattler tra i grattacieli di Tokyo, accarezzandone la sommità con lo sguardo.
    In collegamento radio Prowler informava gli eroi di quella strana frequenza ipnotica che aveva captato, la cui sorgente era situata al largo, sull’isola Demonica, e che, con ogni probabilità, condizionava le azioni “dell’azzurrone” che stava devastando la città.
    “Non fategli troppo male”, ululava Prowler, “Contenetelo mentre io, Soldato d’Inverno, Cardiac e Forge andiamo a dare un’occhiata su Demonica”
    “Roger” rispose Genji e puntò la falcata del Combattler verso lo sconosciuto mantelluto.
    Stringendo con vigore i comandi, la pilota del colosso di metallo rifletteva sulla strategia migliore.
    “E’ un bersaglio piccolo, il corpo a corpo non è un’opzione percorribile. Dobbiamo contenerlo, non abbatterlo, cerchiamo di capire cos’altro è in grado di fare questo tizio…”
    Nel frattempo Rhulk si era ripreso dopo il rovinoso schianto. Si stava ancora scrollando di dosso i calcinacci del ristorante che aveva devastato quando arrivò la comunicazione di Genji:
    “Ehi, rosso, sto per investire l’azzurrone con un treno di particelle a larga diffusione, non so per quanto lo debiliteranno, voi state pronti a coglierlo di sorpresa!”
    Così disse prima di concentrarsi sull’arma che avrebbe usato: il raggio fotonico.
    Il casco registrò l’impulso cerebrale di Genji, lo tradusse in complesso linguaggio macchina e lo inviò ai centri di ricezione nervoelettrici diffusi nel corpo del robot: il Combattler tirò indietro le braccia piegate ad angolo retto mentre un reticolo di energia cominciava a sfrigolare sulla superficie della “V” sul suo petto.
    Con un’esplosione di luce scarlatta, un possente fascio di energia si liberò dal petto del Combattler e investì il “tizio S”.
    “Hulk, Ares, ORA!”

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  30. [Jack Holyoak - IN MISSIONE]
    Peggio che andar di notte.
    Come immaginabile il Sancta Santorum di Strange era più chiuso della corazza di Destino. Contatti telepatici, segnali nel cielo, e l'evocazione di una bizzarra creatura metà pinguino e metà citofono avevano fallito nell'attirare l'attenzione del suo vecchio maestro, o del suo diletto, Wong. O forse avevano sentito entrambi benissimo, ma evitavano di palesarsi a causa di quel piccolo incidente della rana; questi maghi supremi sono molto permalosi, a volte.
    Un cinguettio di uccelli risuonò nell'aria. Ancora ed ancora. Controllai il segnalatore dell'AIP (avevo magicamente modificato la suoneria, ne avevo abbastanza di quei BIP) e comparve un messaggio:
    "Sono Nate, sono vicino alla lotta, posso provare a entrare nella mente dell'alieno ma poteri ridotti, necessito di un aiuto per incrementare quel che rimane, al più presto, anche subito".
    Forse potevo aiutare almeno in quello, feci un respiro e mi ri-teletrasportai nella città attaccata.

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  31. [WINTER SOLDIER - IN MISSIONE]
    "Dobbiamo innanzitutto occuparci delle telecamere: ce ne sono almeno due puntate sull'ingresso da neutralizzare. Io ho un giocattolino dello SHIELD che permette di creare interferenze sul video, ma magari Forge è in grado di fare di meglio. Le tre guardie posso stenderle facilmente con i proiettili tranquillanti del mio fucile di precisione, ma non posso garantire per il loro effetto sui superumani. In quel caso temo che ci toccherà passare alla vecchia scuola, a meno che non abbiate altre idee."

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    1. Mi dovrò assentare per qualche ora, se usate il mio personaggio ricordate che è uno stratega e che sarà parecchio arrabbiato con il Dottor Demonicus e l'AIM perché anche lui era stato sottoposto a controllo mentale.

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  32. [PROWLER - IN MISSIONE]

    Ancora un minuto per una comunicazione di Forge, che dava l’ok a Nate Gray (intervenuto nella lotta) a procedere con i suoi poteri metali e la “Squadra 2” si preparò all’intervento, il piano di Bucky era semplice e diretto e venne eseguito alla lettera.

    Davanti all’enorme portone blindato tre soldati dell’AIM nella classica tenuta da “apicoltore” chiacchieravano a proposito di bizzarre teorie sulle realtà parallele e sul gatto di Schroedinger quando una coltre di nebbia artificiale li avvolse. Rompiossa e Cybertooth non ebbero nemmeno il tempo di capire l’accaduto quando Bucky e Forge, usciti dai fumi artificiali creati dai bracciali di Prowler, li ingaggiarono in una lotta. Stendere i nerd dell’AIM, col favore dell’espediente fumoso non era così difficile, in fondo si trattava di tre sapientoni armati di fucili e non di lottatori esperti, tre colpi stordenti dei proiettili del Soldato li avrebbero sistemati, ma gli scagnozzi di Demonicus erano un’altra cosa.

    Invisibile agli altri intanto Cardiac, puntando il suo bastone elettrico, aveva in qualche modo cortocircuitato l’impenetrabile portone d’acciaio, permettendo così a Prowler di entrare furtivo.

    Liberatosi del mantello che ne ostacolava i movimenti, Prowler attraversò il lungo corridoio attaccato al soffitto grazie alla sua attrezzatura tipica: i guanti d’acciaio muniti di artigli e le potenti ventose degli stivali lo aggrappavano stabilmente alle pareti della struttura, garantendogli un movimento “tridimensionale” incredibile. Seguendo il segnale che gli indicava Francis Bite dal segnalatore posto sul suo guantone, attraversò la base passando per il condotto dell’aria e una volta trovatosi nel punto indicato come quello di provenienza dell’onda mentale, scardinò con un calcio la grata entrando all’interno della stanza.

    L’abitacolo in questione era una specie di grande laboratorio abbandonato. Al suo interno una macchina simile a quella che i Fantastici 4 usano per andare nella Zona Negativa, come una specie di portale ipertecnologico. Controllando il display, Hobie lesse la scritta “DC1939”, che erano probabilmente le coordinate della dimensione da cui proveniva la “Grande S”. Vicino il marchingegno un’altra macchina convogliava l’energia da una strana pietra rossa e la convertiva in onde mentali tramite un’antenna collegata alla struttura. Sul tavolo un’altra pietra simile a quella collegata ma di colore verde risplendeva nella stanza. Controllando i dati scritti su di un foglio, Prowler scoprì che quelle due pietre si chiamavano Kriptonite…

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  33. [PROWLER - IN MISSIONE]

    A questo punto era tutto chiaro, Demonicus e l’AIM avevano teletrasportato un potentissimo essere da un’altra dimensione con lo scopo di usarlo come arma per un attacco terroristico al cuore del Giappone. D’altronde il controllo completo della zona del Pacifico era da sempre nei piani malati del mostruoso dottore. Ora restava soltanto una cosa da fare.

    Distruggere e ridurre in frammenti le due pietre colorate era uno scherzo per i guanti idraulici artigliati di Prowler, una forte stretta e della “Kriptonite non ne sarebbe rimasta che una polverina. Poi con un rapido gesto, l’eroe incappucciato rivolse i suoi potenti bracciali verso il dispositivo di controllo mentale. Potenti proiettili di aria compressa partirono dalle cavità dei bracciali mandando in mille pezzi il congegno utilizzato per sottomettere l’alieno. In pochi istanti un cortocircuito fece divampare un incendio. Esplosioni e lingue di fuoco divamparono per tutta la stanza. Prowler decise di utilizzare lo stesso percorso dell’entrata. Mentre percorreva il labirinto del condotto d’aria, udiva i passi veloci degli occupanti della base che allarmati tentavano di comprendere cosa era accaduto. Altri rombi di tuono, altre esplosioni. L’intera base segreta dell’isola Demonica era compromessa e con essa il piano di Demonicus.

    Uscito dalla fortezza appena in tempo per non rimanere coinvolto nelle varie esplosioni interne, Prowler vide che i suoi compagni avevano ormai sottomesso gli avversari: Forge aveva creato un’immensa armatura da battaglia, Cardiac aveva respinto gli agenti AIM in fuga, Winter Solider si era accanito sul Dottor Demonicus che cercava anche esso di fuggire. La rabbia di Bucky era anche fuori del normale e colpiva lo scienziato con tutta la sua forza costringendo i suoi compagni a fermare il suo impeto di furia cieca.

    La situazione era comunque risolta. Ancora il Soldato chiamò gli agenti SHELD per sistemare le cose e mettere in quarantena la base.
    Prowler si chiese se le cose in Giappone si fossero sistemate, ora che quel tipo in Blu non era più sotto controllo mentale probabilmente si sarebbe calmato. Almeno questo si sperava.

    Saliti sull’eliveivolo SHELD Winter Solider, Cardiac, Forge e Prowler si tornaroni in Giappone sperando che tutto fosse sistemato.

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    1. Ok ragazzi mi tocca andare, spero di aver risolto qualcosa ;) ho lasciato la situazione aperta a livello di battaglie così potete sbizzarrirvi sia con Superman sia con la Fuga di Demonicus e L'AIM. Speriamo di completare la missione. Mettetecela tutta AIP UNITI!

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  34. [Nate Grey - IN MISSIONE]
    Nate era rintanato nell'androne di un palazzo poco distante dall'azione appena sotto una finestra.
    Rumori di grandissimi impatti esplosioni e su tutto una serie di ruggiti animaleschi

    http://soundjax.com/godzilla-1.html

    L'aria crepitava la finestra sopra di Nate esplose in un nugolo di scheggie e solo grazie a un debole scudo psicocinetico che il ragazzo aveva attivato non venne ferito dalle scheggie di lamiera e vetro.
    Fissava come un pazo lo schermo del telefono...o meglio di quello che ne rimaneva, i suoi poteri residui non gli permettevano di salvare granche dalle onde d'urto, di calore ed elettromagnetiche che venivano generate dalla battaglia, lo schermo crepato lampeggiava la cronica macanza di segnale (beh in vacanza mica ci si poteva portare i comunicatori fantascienzi schermati!), una tacca, zero tacche, una tacca, nessun segnale....non riusciva a ricevere una comunicazione di ritorno da forge o da chiccesia. nulla.
    E intanto un scaglia verde compariva ad oscurare tutta la visuale della finestra sotto cui era ancora rannicchiato...una tacca bip bip...un messaggio...BLUP schermo nero....OH CAZZ

    Dal nulla di fronte a lui in una nuvola di fumo si materializzò, sdraiato faccia a terra con un libro accanto un ragazzo emaciato e decisamente mal ridotto
    "Ho letto il tuo messaggio, serve una mano credo no?"

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    1. non sto prendendo in mano i personaggi altrui per farvi descrivere, almeno a chi c'era (ares combattler hulk) la lotta con superuomo,
      Anche l'assenza di Forge che può essere il mio deus ex machina per ora l'ho gestita così cercando di coinvolgere invece il presente Jack Holyoak...FORZA SU ;)

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    2. A questo punto direi che tocca a quel gruppo descrivere la battaglia con Superman e cosa è successo dopo la distruzione del dispositivo, noi arriveremo dopo con l'elivelivolo.

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    3. altrimenti risolvo e la battaglia se vogliono la fanno in flashback ;)

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  35. [Nate Grey - IN MISSIONE]
    Nate non sapve come giudicare quel ragazzo appena comparsogli davanti e che non aveva mai visto, ma ne il rumore ne il calore smebravano scalfirlo o disturbarlo "Beh certo che aspetti forza! Non vedi che qui stanno spaccando tutto??"

    Il secondo giovan senza nemmeno presentarsi o raddrizzarsi si mis il libro sotto al naso "restituire potere, amplificare potere, potere, umh...ECCO"
    e cominciò a intonare una litania.

    Nate cominciò a fluttuare nonostante il proprio debole scudo psicocinetico, la vista gli si offuscava e sentiva uno strano potere, completamente diverso dal proprio, invaderlo in ogni sua fibra.
    In una sfera di luce viola Nate venne catapultato semincosciente verso l'alto, verso la battaglia, il suo sguardo colse solo qualche sprazzo di quanto succedeva: l'alieno fluttuando sopra delle macerie ancora fumanti teneva in mano per la coda di un enorme drago verde, cinque strani veicoli separati erano sparsi per lo più in rottami a terra, il dio della guerra e hulk rosso erano ancora in piedi ma seriamente debilitati...per quanto hulk possa essere debilitato...nate avvolto nell'alone di energia viola si dirigeva a velocità sempre crescente verso l'alieno...una delle sue mani fini nel suo campo visivo...PELLICCIA BLU?
    Un attimo di stupore, mosse le dita ma...erano le sue...era davvero ricoperto di pelliccia? e quelle strane sensazioni...come se avesse nuove appendici...una coda? orecchie? OSSIGNORE ma quel tizio COSA DIAVOLO HA FATTO???
    Non c'era tempo per farsi troppe domande, il mutante aveva attirato l'attenzione dell'alieno che, lasciato cadere con un assordante tonfo il lucertolone verde si stava dirigendo verso di lui...pensa Nate, concentrati usa il potere...magari quell'incapace con il libro qualcosa è riuscito a fare..presto..presto...presto....prest
    A velocità Supersonica l'alieno con la S sul petto gli si era diretto contro col pugno spiegato e nonostante Nate non fosse riuscito in alcun modo ad attivare alcun potere psichico....lo attraversò....
    INTANGIBILE...sono....INTANGIBILE omioddio graz...ma cosa!?!?
    Neanche il tempo di riflettere e di capire se avesse acquisito poteri del tutto nuovi e completamente differenti che l'energia viola che lo aveva ricoperto era completamente scomparsa...per ricoprire completamente nemico!
    Aveva agito come una specie di lama psionica umana attraversando il super alieno, che ora si teneva urlando le tempie come se stesse affrontando una battaglia interiore...o come se gli stesse facendo un male cane la testa vai a sapere...tanto Nate ora aveva giusto un altro piccolo problema....era un bel po che la terra si avvicinava minacciosa...STAVA PRECIPITANDO ed era troppo esausto anche solo per provare a levitare col potere rimastoglie...SE c'era del potere rimastogli...l'occhio sinistro non crepitava più...lo chiuse...non vide...più...nulla

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    1. l'incantesimo di Jack Holyoak ovviamente ha un effetto inaspettato: trasforma nate in una specie di incrocio tra bestia e kitty pride e psylocke.
      involontariamente Nate usa la lama psionica e l'intangibilità assieme, provocando una temporanea "paralisi" di superman che nel mentre o viene liberato dal controllo menale o placcato da chi è rimasto, a scelta...spero qualcuno si degni di raccogliermi prima che mi schianti al suolo inoltre :D

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    2. Tecnicamente la missione doveva terminare alle 20, ma ce l'avete quasi fatta dai: vi lascio finire.

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    3. Un Sole Ardente Magnanimo come non mai

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    4. e' che sto provando a far giocare anche gli altri ma mi pare che non è che siano troppo d'accordo :D :D

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    5. Paolo Pugliese [DEATHLOK - OFFLINE]6 ottobre 2013 alle ore 23:52

      Mancavo da un po' di giorni su questo blog e leggo solo ora il post della missione AIP (e per una volta che rientravo anch'io con il mio avatar di Deathlok!!!). Peccato, spero di partecipare la prossima volta in maniera più puntuale.

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  36. [Nate Grey - IN MISSIONE]

    Mentre piombava verso una morte certa, accelerando a 9,81 m/s^2 incosciente verso il suolo, non potè vedere l'alieno contorcersi dal dolore ed essere afferrato dal cugino rosso di hulk e la divinità greca, che cercavano di trattenerlo dal dimenarsi e infliggere ulteriori danni al già maroriato nucleo cittadino....in realtà non potè vedere proprio nulla anzi mentre questo avveniva era già a pochi cm dal suolo...che si tramutò in una gelatina viscosa per circa 5 metri di profondità immediatamente sotto al suo corpo, attutendone così la caduta, ma senza provocargli danni permanenti come avrebbe fatto un liquido meno viscoso.
    "FIUUUU" borbottò Jack asciugandosi la fronte da sudore, l'indice puntato sulla fine dell'incantesimo "caduta morbida di Elah"

    Nel frattempo il supeuomo gridando e dimenandosi si era liberato dei suoi ultimi due aggressori, ancora avvolto dalla crepitante onda energetica viola attorno al suo corpo, in lampo di luce che rapidamente si ritrasse a un puntino, semplicemente sparì nel nulla, lasciando dietro di se una scia di distruzione paragonabile solo a quella del risveglio di un kaiju.
    Storcendo un sopracciglio e con aria abbastanza scocciata nel sentire questo paragone, Godzilla si alzò, ruggì e si diresse verso la baia di Tokyo, come a dire che oh lui c'aveva di meglio da fare.

    Dalla pozza di viscoso dolce liquido una mano impellicciata e imbrattata faticosamente afferrò il solido asfalto circostante, Nate tirò fuori il muso e respirò affannosamente...
    "Ehi pare che gli altri abbiano distrutto il ponte che permetteva la permanenza in questo universo di quell'essere" disse Jack avvicinandosi e tendendogli la mano, per poi ritirarla schifato pulendosela sui pantaloni "o almeno cosi dicono, chiedono se qui è tutto a posto"
    "TUTTO A POSTO?" sbottò Nate "SONO RICOPERTO DI PELLICCIA E MELMA, UN QUARTIERE DI TOKYO E' DISTRUTTO E TU MI CHIEDI SE TUTTO E' A POSTO??"

    "Beh se strilli tanto vuol dire che stai bene, dai su guarda qui" disse jake tendendogli una busta "tra le varie cose che ho tentato di fare mentre precipitavi con una mi è arrivato in mano questo pupazzetto, penso sia tuo no? Lo vedi che non è proprio tutto da buttare?"
    "...NON...FARMI...PARLARE..." disse Nate afferrando in malomodo la busta e riflettendo a fondo sul suo modo di pianificare le vacanze
    -MAI fare qualcosa ispirato da quel c....iclope di mio padre- pensò il ragazzo -. anche se di mezzo c'è una bella figliola-
    "Bene Harry Potter, ora su quel grimorio è meglio che trovi subito una soluzione anche per questa pelliccia e non so che altro tu possa avermi fatto"

    "Beh....emh" una goccia di sudore solcò la fronte di Jack "penso che per me e te sarà ancora una luuuuuunga giornata allora!"

    -Ma chi me l'ha fatto fare.....-

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    1. scusate ma a muovere tutti da solo e col tempo limitato non mi è venuto in mente molto altro liberi di aggiungere e modificare a piacimento...

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  37. Mi scuso ma la domenica ero con i figli in montagna e con l'iPhone, QUANDO avevo campo, non riuscivo a postare.
    ME sad.

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  38. Applausi per la conclusione di wargarv. Nonostante le defezioni, ce l'avete fatta comunque, dai. Appena ho un attimo, più tardi, posto la chiosa di Sole Ardente (mica lo vogliamo lasciare nelle mani del fintoesercito giapponese, no?).

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