Frankie se ne va a Hollywood. Il SECONDO romanzo a puntate (WTF?!?)

Dice: no, cioè, aspetta un attimo, non ho capito bene. Non sei neanche sicuro di portare avanti quell'altro come promesso e ne metti in pista UN SECONDO? Cos'è, uno scherzo? No. No che non lo è. Perché vorresti veder arrivare alla fine anche questa "storia che giace inerme nel braccio della morte di qualche hard disk" qui, e sai che l'unico modo per farcela è costringerti. Metterti sotto pressione. Ché te o ti complichi le cose e porti avanti ventordici progetti tutti assieme o niente, non ci prendi gusto. E se non ci prendi gusto, dato che il pilastro del movimento antristico è che dormi poco e all'alba ti scocci e non sai cosa fare, è finita. È risaputo, avrebbe detto Irri prima di fare quella brutta fine. Il punto è che Frankie se ne va a Hollywood e Badass Bastards: The Lost Platoon 2 sono due storie completamente diverse. Nelle intenzioni iniziali, Frankie se ne va a Hollywood doveva essere un libro per ragazzi. Un libro per ragazzi che poi hai imbottito di citazioni degli anni 80 - a partire dal titolo - montandogli dal meccanico questo secondo livello di lettura per un pubblico più adulto, come dice chi ne sa. Ne sa cosa? Ne sa e basta. Di che parla, questo secondo romanzo? Del mostro di Frankenstein, che domande. Facciamo così: pur sapendo benissimo che te ne pentirai praticamente subito, sposiamo per entrambi una quattordicinalità un minimo elastica. Ossia due capitoli a testa per Frankie e Badass al mese finché a) non si arriva alla fine, b) non crepi prima, c) i due romanzi non si rivelano in realtà un'unica storia (poco probabile, ma hai visto mai), d) Giacobbo. Oh, sempre che a lorsignori debosciati la cosa vada bene, eh. Andiamo? Andiamo [...]

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«Mi dispiace per il gomito, signora. No… cioè, sì, mi rendo conto che le sto dando fastidio, ma non saprei proprio dove metterlo. Sono così dannatamente stretti questi posti che… eh? No… no che non potevo permettermelo il viaggio in Business».

«No, non sono un attore, signora. No, questo non è trucco di scena. Me l’hanno già detto tante volte ma… sì, le cicatrici sono vere».

«Come dice, signora? No, Frankenstein era mio padre. Per così dire».


****
81 anni prima

«E allora si fa che chiudiamo tutto e buona notte».

Siamo qui da meno di un giorno, ma l’umore del signor Kamen è già sprofondato ai minimi storici. Il fatto è che io non ci dovevo venire. Ma lui ha insistito, e quando il signor Kamen insiste non puoi mica dirgli di no.
Ripenso a tutti quelli che mi dicevano Dai, è l'Europa, quando ti ricapita?, e vorrei portarli a vedere questo posto. Questo castello che cade a pezzi a sud di Darmstadt, nella regione più triste di tutta la Germania. Questa cantina in cui l'umidità cola giù dalle pareti di pietra.
Siamo qui in otto, a mangiare ragnatele.
Ma il signor Kamen è contrariato, e perciò nessuno osa aprire bocca. E chi ha l'ingrato compito di riportarlo con i piedi per terra? A chi tocca fargli notare che sta sbagliando? Eccolo!

«Ma gli accordi, signor Kamen…», provo timidamente a ricordargli, fissando le sue scarpe in vitello da 200 dollari, portate con l'eleganza di chi è nato ricco, sotto il gessato grigio Mandriani confezionato su misura e il cappotto con il bavero di pelliccia d'ermellino. Non ho bisogno di sollevare lo sguardo per sapere che in questo preciso istante mi sta osservando con i suoi occhietti verdi, pronto a strangolarmi. Non è che mi diverta contraddirlo, ma questo è il mio lavoro. Come suo assistente personale, è mio preciso compito fargli presente ogni volta che se ne esce con una totale idiozia come questa. C’è scritto sul mio contratto. No, davvero.
E allora, se devo, io glielo…

Lo schiaffone in piena faccia mi fa volare via gli occhiali.

«Ripetiamolo assieme un'altra volta, Harrow», mi dice con la sua voce da unghie sulla lavagna, flettendo le dita della mano guantata con cui mi ha colpito. «Quanto vale tutto quello che non è espressamente indicato in un contratto, e può farmi correre per giunta il rischio di perdere un sacco di soldi?»
«Nulla, signore», gli rispondo, cercando a tentoni gli occhiali sul pavimento di pietra lurido, mentre mi vien giù il sangue dal naso, io che c'ho pure i capillari deboli. Quando li trovo, uno dei vetri si è scheggiato in un angolo.
«Non esiste che questa storia possa mettermi i bastoni tra le ruote. Non esiste che i miei piani vadano all’aria e i miei dollari in fumo. Sigillate tutto e andiamocene. Al diavolo, con questa umidità i capelli mi perdono tremendamente di volume, e il primo parrucchiere decente è ad almeno quattromila chilometri da qui».
Inforco lo stesso gli occhiali rotti e vedo la figura multipla di Nicholas Ivor Kamen puntare a passo spedito le scale. Ma proprio quando sto per scoppiare finalmente a piangere si ferma a un passo dal primo gradino e gira la testa.
«E, Harrow? Non si permetta mai più di contraddirmi, anche se la pago per questo», dice, ravviandosi i capelli neri liscissimi.
Mi tampono il naso con la manica della giacca e faccio un cenno con la testa. I ragazzi si mettono mestamente al lavoro con quella benedetta grata.

Mi pagano abbastanza per questo?

Beh, in effetti sì, lo fanno. Ma il freddo mi sta rosicchiando le ossa, la giacca è rovinata e mi servono degli occhiali nuovi. E non mangio da un giorno e mezzo. Ce l’avranno un hamburger e un'aspirina da queste parti?


****
2012. Un volo di linea Lufthansa, da qualche parte sull’Atlantico

«Scusi, lei è il signor Ilmostrodi, giusto?».

Da dietro la vecchina che mi siede affianco, con la quale sto litigando per il bracciolo da quando siamo decollati, una hostess si sporge tutta timorosa verso di me. Indossa un tailleur blu, una camicetta bianca e un fulardino giallo al collo. È una giovane donna minuta.
«Sì, tecnicamente quello sarebbe il mio nome proprio. Ma preferisco Frankie. Mi dica».
«Ecco, signor Ilmostrodi… Frankie. Lei mi sembra una persona molto gentile e a modo, ma, vede…», e nel dirlo si è fatta più piccola di un altro paio di taglie.
«Sì?».
«…gli altri passeggeri sono, come dire, terrorizzati da lei».
«Ah, ecco».
«Ma se vuole seguirmi, abbiamo trovato un’altra sistemazione per lei, peraltro molto più comoda, che…».
Poso sulle ginocchia il numero della rivista che stavo sfogliando e guardo la hostess sinceramente stupito. Non capisco.
«Ma io ho pagato per questo posto. Voglio dire, questo. Quando sono salito a bordo, un’altra signorina mi ha spiegato che dovevo sedermi proprio qui, al 21B, e non, tipo, al 32C, al 41F, al 12D, al…».
Ormai talmente piccola che è sul punto di svanire, ma risoluta nel portare a termine il suo compito, l’hostess mi afferra per una mano e comincia a tirarmi. «Non si preoccupi, signor… Frankie. Ora sistemiamo tutto. Venga. Venga, su: coraggio…».


****
Sono seduto qui a terra a gambe incrociate da venti minuti. La sistemazione molto più comoda è un posticino che mi hanno ricavato in coda, subito dopo i bagni. Mi hanno chiuso dietro una tendina per non turbare ulteriormente il resto dei passeggeri. Quando mi sono alzato per seguire la hostess, la vecchina accanto si è impossessata in un attimo del bracciolo e mi ha detto che tanto non c'era cascata. Che mi aveva riconosciuto. Che lo sapeva bene che ero un attore, con il trucco, le cicatrici finte e tutto il resto, mica storie. Ho provato a spiegarle che le cose non stavano così, sul serio, ma la hostess continuava a strattonarmi. E venga signor Frankie, e da questa parte signor Ilmostrodi. Non c'è stato verso.
Dalla cabina arrivano le note di una strana canzone. Secondo il depliant che illustra i contenuti del servizio d'intrattenimento per i passeggeri, si tratta di un brano della cantante Amy MacDonald: This is the Life. Così va la vita.

Così me ne resto qui, incastrato tra due carrelli pieni di bicchieri sporchi e forchettine di plastica usate. Ogni volta che prendiamo un vuoto d’aria o una turbolenza fa sbattere un po’ la coda dell’aereo, mi cascano addosso lattine di birra ammaccate e confezioni di salsa monodose usate per metà. Se mi piego in avanti, invece, si allarga lo strappo della giacca in mezzo alle spalle. Così va la vita.

In situazioni del genere, di solito, i protagonisti dei romanzi si sforzano per ricordare cosa li abbia condotti fin lì, e partono con degli spiegoni terribili sulle loro origini, il loro passato e le proprie motivazioni. Io fortunatamente di sforzarmi non ne ho proprio bisogno: come sia iniziata questa storia me lo ricordo benissimo.

****

Era l'inverno del 1818, quando ero giovane. Si fa per dire. Gli inverni nello stato di Hessen, lì a sud del confine con la Prussia - esisterà ancora la Prussia? No, pare proprio di no - erano brutti. Ma veramente brutti. Tutta quella neve, tutto quel silenzio. Probabilmente anche tutto quel freddo, ma non saprei dire, non sono in grado di percepire la temperatura esterna. Ce ne stavamo per lo più in casa, a quei tempi, io e mio padre Victor. Assieme ovviamente al mio fratellastro, il piccolo Hanz, che per tutti sarebbe stato sempre e comunque Frankenstein Junio...

«No signorina, grazie: i salatini non mi piacciono. No che non la voglio la coperta, grazie».

Mio padre, il professor Frankenstein, era una gran brava persona. Non lo svizzero pazzo che si sarebbe poi creduto in giro, l'uomo folle e ossessionato dai suoi errori dipinto da quel libro. Per niente. Intento com'era a lambiccarsi il cervello per trovare la sua pietra filosofale, per convertire una volta per tutte il piombo in oro e risolvere i suoi problemi finanziari, trovava comunque il tempo per giocare con me e Hanz, e per dare una mano alla gente del villaggio. Avevi una gallina inappetente? Il Dottor Frankenstein ti trovava l'additivo chimico adatto da aggiungere al suo becchime (e, sì, magari poi le uova uscivano viola. E cubiche. Ma non è che si può avere sempre tutto). Ti si era rotto l'aratro? Victor te ne creava uno a vapore che andava avanti da solo per giorni senza il minimo lavoro umano (ok, magari solcando il campo a tal punto da trasformarlo in un'unica buca profondissima, che poi non ci potevi più piantare niente. Ma è il pensiero che conta, no? Le persone, sempre a lamentarsi). Insomma, uno scienziato buono, e per niente pazzo. A coltivarsi una fama di persona... diciamo così estrosa, era stato d'altronde lui stesso.
Di proposito.

«No signorina. Grazie ma questa cola non so mica se la posso bere. Mi porterebbe per piacere sei litri d'acqua. Sì, me ne servirebbero proprio SEI».

Un giorno chiesi a mio padre perché per uscire indossasse sempre quei camicioni da laboratorio bianchi tutti sgualciti. Perché, per scendere in paese a comprare della frutta si togliesse i suoi abiti eleganti, quelle giacche con lo stemma nobiliare della sua famiglia con i due unicorni dorati che si fronteggiavano, e infilasse quei cenci tutti rovinati e sporchi di grasso di macchina. Oppure perché si pettinasse i capelli in quel modo prima di infilare la porta del castello, alzandosi con la cera un gran ciuffo centrale a punta, e spettinandosi selvaggiamente i baffi bianchi, i basettoni, le ciocche candide sulle orecchie. Glielo chiesi e lui, sospirando, mi disse di chinarmi e mi afferrò per le spalle (operazione peraltro piuttosto complessa, che lo costringeva a spalancare le braccia al massimo, ma alla quale non rinunciava mai quando doveva dirmi qualcosa che riteneva particolarmente importante).
«Frankie - mi disse - Frankie. Non l'hai ancora capito? Se alla gente dici che sei semplicemente uno scienziato, non ti prenderanno mai sul serio. Ti crederanno un ciarlatano, nella migliore delle ipotesi uno stregone. Anche se mostri loro tutti i tuoi trionfi, come te, non riusciranno mai a capirne fino in fondo la portata. Per farti rispettare, figlio mio, alla gente devi incutere timore. Ti devono credere uno scienziato, sì, ma uno scienziato pazzo. Fuori controllo. Fuso di testa. Che se gli gira male ti trasforma in un coniglio, che se lo fai arrabbiare ti scatena contro un'invasione di stercorari pronti ad avvolgere la tua casa in una enorme palla di letame. Oddio, come immagine non è bellissima, ma ci siamo capiti».
Poi mi sorrise, con quei suoi occhi grigi perennemente velati dalle lacrime, e mi diede una pacca sulla spalla. Sapeva di non doverlo fare, ché poi finiva per farsi male, ma se ne dimenticava sempre.
«Ahia. Ti ho fatto bello tosto, eh figlio mio? Dicevo: ora per tutta la gente del villaggio non sono semplicemente Victor Frankenstein, il tipo che inventa le cose e ripara gli aratri. Sono il Dottor Frankenstein, e quando pronunciano il mio nome lo fanno con rispetto».
Un modo di affrontare la vita piuttosto bizzarro, siamo d'accordo, ma a suo modo funzionava. Almeno finché non arrivò in città quella donna e mandò tutto a rotoli. No, non Dora. Quell’altra: l’inglese.

[CONTINUA tra due settimane]



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Commenti

  1. Non é che adesso ne esce un terzo romanzo a tradimento? Non che la cosa mi dispiacerebbe ma poi dovresti cambiare il nome del blog ne L'Antro Atomico di Stephen King

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  2. Bastano (e avanzano) questi due. Fufufu, non partiamo con le precisinate apocalittica, che stiamo parlando di 4 post al mese in tutto, su.

    #sevabene

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  3. °_°
    Il sorpresismo di Tonino Mutandari! Leggo subito :)

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  4. Farei dei complimenti sul modo in chi scrivi eccetera, ma alla notizia di avere due capitoli di tuoi romanzi al mese sul blog so rispondere solo "me felice".

    :-D

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  5. Letto! Molto, ma molto carino: non vedo l'ora di leggere la seconda parte (ho idea di aver capito chi sia l'inglese :D). Il signor Kamen è quel bonazzo di Loving You, vero? XD

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  6. "Se alla gente dici che sei semplicemente uno scienziato, non ti prenderanno mai sul serio. Ti devono credere uno scienziato, sì, ma uno scienziato pazzo. "

    questa frase è favolosa, dà un'ottima idea dello stile del romanzo!
    Mi è molto piaciuto il passaggio da uno spezzone di scena all'altro, soprattutto lui sull'aereo, povero!

    TGrande Doc :D

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  7. ANtro Atomico: da oggi con il 100% di Doc in piu' al mese!
    Non commentero' piu' nulla,sui tuoi scritti : i cavalli si vedono all'arrivo!

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  8. Quoto Elisabetta, concetto complicato spiegato in maniera papele-papele!
    Per ora, Bastards 1 - Frankie 0, sempre che possano essere messi a confronto, vedremo tra due settimane!

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  9. Mio dio Doc, che figata... Anche meglio dell'altro! :D

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  10. Adesso debbo lavorare ma parola di lupetto dopo leggo tutto. Confesso però che sono già in fibrillazione per l'altro romanzo e non è che mi riempi ancora di più di aspettative e curiosità.

    @TUTTI
    antristi programmatori c'è qualcuno capace di realizzare un software che mi serve per il mio studio (dietro compenso adeguato), PLEASE! Non ho idea a chi chiedere.

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  11. E in questo caso la "riesumazione" del romanzo è quanto mai in tema :D :D
    Speriamo sia qualcosa che ti appassioni, già c'ho quel panzone malefico di Martin, seguito a ruota da Scott Lynch di Locke Lamora (consiglio....NON iniziarlo MAI, tutto pianificato, storia decisa, sinossi di tutti i libri della serie pubblicata....l'autore ha scritto due libri, di cui il secondo very very MEH, e sono n anni che sta in analisi...) non reggerò al trauma di un romanzo lasciato a metà....figuriamoci due :D!

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  12. @Doc
    dimenticavo, guarda che se non finisci i romanzi viene fuori qualche antrista tipo "Miseri non deve morire", sono anche peggio dei vendicativi fan di Spartacus.
    Io ti ho avvisato.

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  13. L'importante è che le scadenze dei tuoi due romanzi non siano le stesse date a G.R.R. per ultimare il suo libro, sennò stiamo freschi. ;)

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  14. ma si legge frankenstEIn o frankenstIn?

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  15. Per ora andiamo avanti tranquilli, ché i capitoli precotti ci basteranno per un po' di mesi. Il difficile viene dopo.
    Ma qui siamo mica donnette del paese della sterlina.

    Andrea87:
    Più avanti c'è un dialogo interamente incentrato su quello. Ovviamente :)

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  16. salve a tutti sono un nuovo arrivo della collezione autunno-inverno dell'antro. Con grande fantasia mi sono ribattezzato godjester, che è come il godsigma ma più simpatico, ed avrei subito una domanda. Ci sarà anche Igor /Aigor? E magari i cavalli che nitriscono a comando? E qual'è la risposta al perchè sulla vita l'universo e tutto quanto ?

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  17. "Almeno finché non arrivo in città quella donna e mandò tutto a rotoli."
    is it me o manca un accento su quell'arrivo?

    Comunque sono molto curioso di vedere l'evoluzione.
    E non fare il G.R.R. che qui c'è gente che crede in te!

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  18. forse adesso oltre il nome ci sarà anche il nickname giusto

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  19. Divertentemente malinconico, malinconicamente divertente :)

    E ora posto qui il commento che vigliaccamente facebook mi impedisce di mettere sul link a questo post:

    Quanto tempo passerà fino all'esaurirsi dei capitoli "che giacciono inermi nel braccio della morte di qualche hard disk" dei due romanzi e dovrai iniziare a produrre da zero i seguiti? È li che getterai la spu... che noi antristi avremo l'onere e l'onore di iniziare a spronarti et incoraggiarti a produrre nuovo materiale? :P

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  20. Ok, per la prima parte della domanda, ho letto solo ora la risposta data prima, che non ho aggiornato prima di postare :P

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  21. Questo ancora non l'ho letto. Ho letto l'altro, e penso che scrivi molto bene anche se preferisco lo stile più "sconquassato" che hai sul blog. Forse però sono cose scritte prima, se non ho capito male.

    Quello che volevo dirti è che il tuo blog va alla grande (credo) anche perché è molto specifico su determinati argomenti. Con i romanzi a puntate magari si mescolano 2 tipi di lettori e forse potresti linkare tutto su un blog a parte dove mettere solo la narrativa.

    Cioè il giorno che arrivano gli altri "scrittori" e si mettono a dirti come devi mettere le virgole o a contarti gli aggettivi o a rompere perché il punto di vista del protagonista non è perfettamente rispettato al 99% rischi che statta il rissone :)

    Complimenti, ciao, in bocca al lupo!

    Simone

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  22. Tranquilli, tranquilli: una volta partiti non vi si molla mica a metà. Finiti i capitoli in cascina si va avanti. L'idea è proprio quella di costringermi a metterci mano.

    #spero #almassimoc'èlafuga

    Simone:
    Tu non hai idea delle mail e dei messaggi su FB che mi arrivano di solito. Gente che pretende. Che fa le pulci. Che riprende.

    E' il magico mondo dell'internetto. Fa parte del divertimento :)

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  23. Yea, evviva la bisettimanalità! Per me (che mi scarico le serie quando sono finite in modo da vederle tutte insieme) aspettare "la prossima puntata" è un dramma (dramma del cavolo ma pur sempre dramma) ^^

    Mi piace questa rivisitazione del Dottor Frankenstein ^^

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  24. Il discorso dello scienziato pazzo è molto Pratchettiano. E per me è una lode eccelsa. Ho alcuni dubbi sul linguaggio usato dal professore, considerando che è nel 1818 ed il modo di esprimersi si è evoluto dall'epoca.

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  25. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  26. @Doc: ma le "migliori" mail/invettive/lettere minatorie dei fan esagitati non meriterebbero dei post, o almeno la condivisione con gli antristi? :-)

    @Simone: c'è una certa "specificità di fondo", più che altro stilistica (parlo come uno che ne sa?), ma gli argomenti "commentati" sono piuttosto eterogenei: fumetti odierni, fumetti Marvel e DC "di una volta"/il peggio di, videogiochi, serie tv, Inter, film, pubblicità di Topolino e storie di Barbie "di una volta", il Twisted Theatre, wrestling


    @ Tolman: IMHO bisogna evitare gli anacronismi (ad es. se il professore nel 1818 parlasse di Clinton o del lettore DVD), ma il linguaggio non dev'essere necessariamente quello dell'epoca (altrimenti non dovrebbe nemmeno essere l'italiano); una di quelle "convenzioni" di cui si è discusso su qs blog, in merito alla credibilità di "The Amazing Spiderman", e su cui (spammo) mi ero dilungato qui http://massimosola.blogspot.it/2012/07/amazing-spider-man-si-puo-vedere.html

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  27. Massimo Sola:
    Seee, ci manca solo che diamo loro una vetrina. :D

    tolman cotton:
    Non mi preoccuperei troppo di QUESTI anacronismi. Aspetta di vedere cosa viene dopo... ;)

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  28. doc vado ot per segnalarti questo (super spoiler per chi segue l'attuale gestione della case delle idee morte)
    :
    http://static.blogo.it/comicsblog/d/d0d/xmen12f-2-web.jpg

    Credo sia la doppia conclusione dei topic dedicata a due personaggi molto amati da queste parti...

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  29. @Doc
    Spero di non essere tra i molestatori.

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  30. Drakkan:
    Scherzi? La mail di un molestatore si apre in genere con la frase standard: NONHAICAPITOUNRAZZOILTUOBLOGFASCHIFOCHIMANZOTICREDIDIESSEREPERO'SEMILINKITISPIEGOCOMEMIGLIORARE

    oppure

    TISEGUODACINQUEGIORNIPERO'PRIMAERIMEGLIOORASEITROPPOMAINSTREAMFAISCHIFOTIODIO

    Poi ci sono anche quelli maleducati :D

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  31. Applausi!!! E non ti far problemi...più roba c'è e meglio è! :D

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  32. Cioè, te ci posti due racconti a gratis e ci domandi pure se a noi va bene? Doc, te sei troppo buono. Io fossi in te pubblicherei i finali dei due racconti a parte e a pagamento, stile dlc! :D

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  33. Mi piace l'idea della colonna sonora in ipertesto. Non so se è una novità visto che bastards e frankie sono i primi libri non cartacei che leggo, ma in ogni caso é una bella cosa

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  34. @AzzieThreadbare
    Ho apprezzato il link allo stesso modo.
    Viva l'hype(rtext) :)

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  35. A me piace molto il fatto che queste storie siano interattive, ho letto il resto del capitolo con la Mac Donald che cantava di sottofondo.
    Vedo però che hai abbandonato la 2^ persona per narrare in 1^, posso chidere come mai questa scelta?

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  36. Scusi dott. Osterman se penso male, ma non è che poi ricapita che l'ultimo capitolo esce solo nell'ebook a pagamento?
    Preciso che il secondo libro l'ho comprato (per inciso mi era piaciuto un po' di più il primo) e certo "offerta libera" non era molto alto come prezzo, specialmente considerando il tempo che lei ci ha perso, per non parlare delle ore di intrattenimento gratuito coi post e tutto (se quantifichiamo quelle, altro che qualche euro).
    Quindi non sono qui a fare quello che finché è tutto gratis “ti adoro”, se mi chiede 2 euro “si è venduto”. Ma se uno lo sa prima magari si regola e si evitano malintesi.
    Ma forse i tempi sono prematuri e sto chiedendo una cosa a cui non aveva ancora minimamente voglia di pensare…

    Precisinata bonus: si parlava di ampi riferimenti agli '80, ma Young Frankenstein come tutti sanno è del '74... no non disturbatevi, mi ci mando da me.

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  37. Lo Zione Lardass:
    In "E' che poi" ci sono racconti in prima persona e altri in terza. Badass è scritto in seconda. Dipende un po' dal tema. Qui era importante una visione del mondo attraverso gli occhi di Frankie, quindi prima.

    Gigos
    Hai indovinato, Gigos. Il mio obiettivo segreto è arricchirmi con le donazioni da un euro di chi vorrà leggere i due finali. :D
    Il perché E' che poi seguisse la formula dell'ebook a offerta libera e non fosse invece gratuito
    l'ho spiegato varie volte, e c'è scritto anche nelle faqs. Il concetto, in estrema sintesi, non era chiaramente farci su dei soldi.

    Non è del resto un caso se in questo blog non vedi pubblicità, adsense, bannerini di amazon o pulsanti per le donazioni.

    Quanto a Inseguendo un Super Santos, era stampato IN PERDITA. E l'ebook è stato sin sa subito gratuito.

    Questi due romanzi proseguiranno in ogni caso tutti qui: se è questo che ti preoccupava, puoi stare tranquillo.

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  38. @matteo marin:42, che domande!
    @Doc:non è che stavolta hai fatti il passo più lungo della gamba? possibilità che ti venga rivolta la frase "bienvenido a Puerto rico, senor Manhattan"?

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  39. Pace, pace.
    Lo ripeto: il servizio che il blog offre giornalmente è meravigliosamente meraviglioso e il fatto che sia ostinatamente gratuito e soprattutto spam free è ben più che lodevole.
    Poi sì, immagino che dopo aver investito alle Kaiman i proventi di "È che poi" tu sia abbastanza ricco per fare tutto quello che vuoi (ci sei poi arrivato alla quota pizza e birretta?).

    RispondiElimina
  40. Gigos:
    Forse entro fine anno ci scatta anche il cocco dell'antica gelateria. Forse.

    RispondiElimina
  41. Doc cominci a viziarci... addirittura due romanzi! guarda ormai leggo qualsiasi cosa ci proponi, anche solo per gustarmi lo stile e tutti i riferimenti nerd/nostalgici :) l'unica cosa che comincio a chiedermi: riesci a trovare il tempo per qualcosa che preveda una retribuzione? non per farmi i cavoli tuoi ma davvero mi piacerebbe sapere come trovi il tempo da dedicare a tutti questi hobby e nello stesso tempo portare avanti la "real life" e la vita familiare (io ad esempio lo sto facendo nel modo sbagliato^^).

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  42. Mars:
    Come ho spiegato tante volte, è in realtà molto semplice: mi alzo tra le cinque e le sei. Vado al lavoro alle 9 meno un quarto. In mezzo ci stanno almeno tre ore da riempire. Il che significa che ho tempo per il post quotidiano qui sull'antro (non più di 40/50 minuti. A volte molto meno), per farmi una corsa, per leggere le notizie e anche per una partitella ai videogiuochi.

    Quando dico che l'antro è per me un passatempo, intendo "letteralmente". :D

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  43. Molto carino, lo stile è fluido e leggero, inoltre una storia narrata in prima persona da Frankenstein è interessante già solo come spunto...
    P.S. carina la trovata de Ilmostrodi XD

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