La cabina telefonica: damnatio memoriae

Un paio di giorni fa si parlava dei primi telefonini, di quei simpatici mattoni da mezzo chilo schiavi della dea tacchetta, e delle pratiche barbare in uso presso i loro adoratori, come quella degli squillini. Oggi andiamo ancora più indietro nel tempo, fino alla prima metà degli anni 90. Quando i cellulari non ce li aveva nessuno e per chiamare la ragazza, se eri fuori casa, non dovevi solo triangolare i tempi come un ingegnere della Ferrari al muretto di Hockenheim e dribblare telefonicamente padri gelosi e madrifiltro, ma affrontare di petto l'inferno delle cabine telefoniche. Magari vi capiterà di incontrare qualcuno che ricordi con nostalgia il, aperte virgolette, romanticismo, chiuse virgolette, dell'era di gettoni, monetine e schede telefoniche: beh, se vi capita, gridategli fortissimo NOOOO! a due centimetri dal volto e fuggite. Perché prima che per fortuna si estinguessero, prima che un manto di oblio calasse pietoso sulle loro inquietanti strutture foderate di volantini di concerti dimmerda e svuotacantine, le cabine telefoniche erano il male. Il male assoluto [...]
sorry, doc
Anche se ricordi ancora molto bene la gioia provata quando nell'84 il loro valore è passato da 100 a 200 lire, raddoppiandoti di botto il capitale di quella pila di gettoni che un qualche parente ti aveva regalato pochi giorni prima, hai avuto almeno la buona sorte di non avere a che fare con i vecchi telefoni a gettoni, di quelli con le tre fessure separate.
Il tuo nemico, la tua nemesi per tutti i primi anni 90, era il vecchio rotor arancione, con modulo aggiuntivo per la scheda telefonica. La vostra è stata una storia di odio e odio, per tutta una serie di ragioni riassumibili per amor di sintesi in quattro capi d'accusa principali:


1) il soldo
Prima era il grande esercizio di autocontrollo del soldo spiccio. Due ore a imbottire di monetine la cabina, poi, metti, trovavi occupato-occupato, l'esercito dei cacameenchia (vedi sotto) premeva alle porte, ed eri costretto a riprenderti i due chili di monetine, uscire e poi riprovare da capo dopo. Oppure: facevi mangiare al mostro arancione quelle cento e duecento lire un po' alla volta, ma venivi colto da un'ansia mortale a ogni scatto, che minacciava di farti morire molto giovane. Oppure: usavi le 500 lire, che garantivano una maggiore autonomia pro capite, ma inevitabilmente la malvagia macchinetta ti incoolava il resto. E se lo teneva, la bastarda, anche quando subito dopo prendevi a tempestarla di cazzotti in preda alla più giustificata, comprensibile, umana delle furie omicide.
L'avvento delle schede telefoniche prepagate risolveva una serie di problemi ma ne innescava drammaticamente di nuovi: potevi interrompere a metà una telefonata per conservarti metà del credito per la sera dopo? No che non potevi, e con un'interurbana se ne andavano 5mila lire a botta con passo deciso. La malvagia Telecom, infida, lo sapeva, e le schede da 2 mila col cacchio che si trovavano in giro. Sempre tenendo presente che una cinquemilalire del '93 o del '94 era molto più di due euro e mezzo di oggi. C'era chi ci campava una famiglia, c'era.
2) i cacameenchia
L'esercito dei cacameenchia era una vasta ed eterogenea torma di individui spregevoli che popolavano le cabine telefoniche. C'erano quelli che vedevi buttati con la fronte sul telefono: stavano lì le ore, consumavano migliaia di migliaia di triliardi in schede telefoniche e quando te, dopo aver atteso garbatamente il tuo turno, prendevi finalmente possesso dell'apparecchio, te li ritrovavi INCOLLATI alle spalle con una scheda nuova un nanosecondo dopo, con lo sbuffo nervoso, con certe facce che se non li strangolavi lì e subito con il cavo della cornetta era solo per un fatto di educazione. C'erano poi i proprietari di bar e alimentari che se utilizzavi un telefono all'interno del loro locale si sentivano autorizzati da Dio e dagli uomini ad ascoltare la tua conversazione da venti centimetri di distanza, per assicurarsi che non fossi una spia al soldo dei servizi segreti bulgari. C'erano quelli che provavano la carta della chiamata d'emergenza all'anziana madre malata: seguiva, inevitabile, la figuradimmerda con accenno di linciaggio alla falsa partenza del primo cucci-cucci sussurrato alla cornetta con gli occhi da triglia. E poi c'era il temibile, ferocissimo boss di fine livello delle cabine telefoniche, il grande ras dei cacameenchia: ma ci arriviamo tra un attimo.
3) le condizioni ambientali avverse
Prima sarà infatti opportuno ricordare l'enorme sacrificio fisico richiesto dall'utilizzo delle cabine telefoniche. Condurre una ronda del quartiere per trovarne una priva di soggetti appoggiati con la fronte alla macchinetta arancione era già di suo cimento frantumamaroni di un certo livello, ma magari pioveva; e c'erano quattro gradi; e la cabina diventava il punto più umido dell'intera città/regione/nazione. Magari, invece, di gradi ce n'erano trentacinque all'ombra e le pareti in plexiglas di quelle cabine della morte con due postazioni addossate di spalle diventavano il sudatissimo inferno della sofferenza. Il tempo di poggiare la cornetta arroventata all'orecchio e ti passava la voglia di tutto e volevi solo fuggire via da lì. Scavalcando i cadaveri delle vittime mietute in precedenza da quelle dannate porte pieghevoli assassine. Ed era in genere in questi casi, nella più avversa delle condizioni ambientali, quando avevi provato la furbata di uscire a chiamare alle tre del pomeriggio per non trovare nessuno in fila, anche se era agosto e la costa tirrenica calabrese era il Texas di Clint Eastwood e in giro c'erano solo messicani col poncho e balle di erba mobile rotolanti, che te la trovavi davanti. Era lei...
4) La temutissima signora col passeggino
Madre di un numero variabile di figli compreso tra 3 e millemila, la signora col passeggino era il vero incubo delle code alle cabine telefoniche nelle località di villeggiatura. Arrivava, spingendo un passeggino su cui erano appesi figli e borse e beni di prima necessità, e conquistava rapidamente la testa della coda, agitando il passeggino corazzato avanti e indietro, sbuffando fortissimo, fingendo malori e attuando tutta una serie di altre bieche tattiche perfezionate negli anni. Una volta diventata femmina alpha del branco di povericristi con una scheda telefonica in mano, ti usciva dal passeggino da combattimento quei sei, sette chili di monetine, consumati in interurbane leggendarie che arricchivano la Telecom e facevano sapere a tutti i presenti quante volte il piccolo Gigino aveva fatto quel giorno la cacca. Un volta hai visto due signore col passeggino che raggiungevano la stessa cabina più o meno contemporaneamente, fissandosi torve già dai 20 metri. Precipitato in un orrore senza nome, hai fatto per scappare, ma sei rimasto pietrificato lì sul posto, mentre si alzava un vento fortissimo e tutto diventava bianco e la realtà scompariva.
 
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Commenti

  1. Ancora una volta una precisa e succosa fetta del nostro passato.

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  2. Però era anche il luogo prescelto per gli scherzi telefonici >o<

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  3. però tempravano il carattere e quadravano le sfere.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Io ero uno dei predoni da scheda telefonica, quelli che facevano il giro del quartiere ogni due minuti per cercare le schede esaurite nei pressi delle cabine. Ora ho qualche centinaio di schede telefoniche chiuso in soffitta sotto tonnellate di polvere con la speranza che, in un futuro remoto, dopo la terza guerra mondiale o dopo un'apocalisse zombie, torneranno di moda e io diventerò ricco.

    Sì, avevo 8 anni e un cacchio da fare....

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  6. Se non ricordo male c'era chi, delle schede telefoniche, si era messo a fare la colleziobne, ai tempi delle scuole... Mi ricordo i mazzettoni legati con l'elastico ed espressioni da collezionista di figurine: "Oh, te ce l'hai quella con su i doberman? - Si, ce l'ho tripla, coso!"

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  7. E le infinite collezioni di schede telefoniche. Mai capito cosa ci trovassero i miei amici in quelle migliaia di schedine.

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  8. In vacanza da piccola andavo a raccattare schede telefoniche su cabine dimenticate da dio e le trovavo sempre, sempre, e sempre e solo quelle vecchie con la foto del portafogli e le monetine che suggellava l'entrata in campo delle schede. Colleziono ancora schede. Never forget. In ogni caso io sono contro la rimozione definitiva. Qualche anno fa mi è capitato di aver dimenticato il cellulare, dovevo telefonare, disperato bisogno di una cabina, ma nessun bar aveva le schede, un'epopea simbolica alla ricerca del sé bla bla.

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  9. In vacanza da piccola andavo a raccattare schede telefoniche su cabine dimenticate da dio e le trovavo sempre, sempre, e sempre e solo quelle vecchie con la foto del portafogli e le monetine che suggellava l'entrata in campo delle schede. Colleziono ancora schede. Never forget. In ogni caso io sono contro la rimozione definitiva. Qualche anno fa mi è capitato di aver dimenticato il cellulare, dovevo telefonare, disperato bisogno di una cabina, ma nessun bar aveva le schede, un'epopea simbolica alla ricerca del sé bla bla.

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  10. Qui dalle mie parte ho visto si e no ancora 2 cabine sip dentro gli uffici comunali e mutue, impolverate a dovere come un monumento storico.

    Ricordo quando erano onnipresenti in citta', non mancava volta che mi fottessero il credito per un motivo o per un altro.

    Non mancava nemmeno il solito pandino rosso telecom dietro l'angolo con una troll face al volante che ti si avvicina dopo le innumerevoli bestemmie a chiederti "problemi?", oltre tutto con il sorriso di quello che sa che sei di fretta e rinuncerai alle monetine...

    Ma poi ste pandine le manderanno mai in pensione come le cabine sip o no??? O.o

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  11. eh, mioddio, le cabine telefoniche. che poi quando entravi e le porte elastiche ti sbattevano sul coolo ben bene verso il coso arancione, tu finivi in una dimensione tutta loro. Un antro, in effetti (senza offesa eh!).... Tu parlavi, e vuoi per i materiali (sicuramente tossici) plastici e lamierosi, vuoi per il fatto che una cabina telecoma era sicura anticamera dell'Inferno, sentivi un rimbombo pazzesco, ti sembrava di essere bloccato in un barattolo oppure dentro la bolla dei pesci (e dopo poco diventavi come loro nella bolla, pazzo e con l'occhio sempre stupito). e GUAI se alzavi la voce: mi ricordo di essermi incazzato da morire con un mio parente a caso per stupidaggini assortite e l'infernale punizione fu che l'effetto barattolo mi ha assordato in maniera definitiva, ben più degli anni seguenti passati in sala prove suonando metalli vari e sottogeneri metallici per di più percuotendo la batteria... da scena di me rannicchiato in un angolo (pieno di cicche di sigarette) a mormorare basta, basta, tipregononlofacciopiù mentre sentivi ancora il malvagio parente che urlicchiando dalla cornetta penzolante ti parlava qua e là, a ritmo di pendolo.
    comunque
    in realtà ho anche avuto a che fare con il protomostro grigio e giallino sciolta a gettoni e rotella seleziona numeri... quelle dove infili il dito: sai che era più clemente, e non ti sembrava di andare al patibolo?

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  12. Una volta chiamai da una cabina il 118 fingendo di essere una povera donna disperata a cui il marito era caduto rovinosamente dalla scala mentre tentava di riparare l'antenna sul tetto. L'omino mi rispose dicendo di restare calma e di fornigli i dati per il pronto intervento, io che stavo per sbottare gli fornisco indirizzo e tutto il resto. Ovviamente lo mando a casa di un amico, la cosa fantastica è che ci andarono veramente con l'ambulanza e la barella pronti per soccorrere questo fantomatico sfigato caduto dal tetto. Che persona di merda che ero.

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  13. Blogger mi si è fagocitato un commento lungherrimo che non ho intenzione di recuperare tra i miei neuroni affaticati. Colpa mia che mi son dimenticato il CTRL+C.
    Se vedi qualcosa, che so, nel filtro antispam bene, sennò, fai finta che ho scritto cose intelligentissime, divertenti, pregne di significato e ad alto valore rievocativo. Anche se non è vero.

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  14. omoragno:
    Sorry, ma non è finito per errore nel filtro antipistolanonimi. Se l'è proprio magnato blogger :(

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  15. Anch'io ho da qualche parte una discreta collezione di schede telefoniche. Quanto ho cercato di completare la serie delle uova di Pasqua russe...
    Per consolarti, Doc, ho recentemente visto che dalle mie parti stanno progressivamente smantellando le cabine, sia quelle aperte sia alcune storiche chiuse. Ne ricordo una, con le porte sgangherate e costantemente impuzzolentita di uno strano odore (sarà che lì vicino al venerdì c'è il mercato del pesce?).

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  16. uno stile alla benni pre 2000. mi è piaciuto ;-)

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  17. I cacaminchia: roba da sigillarli nella cabina e calarli nella pressa dello sfasciacarrozze. "Se hai il numero di Satana, avverti che stai arrivando".

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  18. L'insopportabile esercito dei cacameenchia. A milioni. Ovunque.

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  19. Il ricordo più agghiacciante delle cabine che ho è il loro trasformarsi in cessi pubblici negli ultimi tempi.
    Ogni volta che entravo sentivo puzze nauseabonde... era il luogo adibito alle peggiori deiezioni umane!
    Altro che cabine telefoniche... erano vespasiani con telefono!
    Stessa cosa a londra... non sono riuscito a farci una foto dentro la tipica cabina rossa londinese senza trattenere il respiro.
    Sono contento che le tolgono. L'essere umano è un animale terribile...

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  20. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  21. In poche fortunate e selezionatissime località, in uno slancio di innovazione, avevano installato pure una specie di fax pubblici a scheda telefonica!

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  22. Non ho mai capito neanch'io perché collezionassero le schede, in compenso me ne sono trovate un fottio in casa dimenticare da mia sorella. Ora le uso come segnalibri, servono pure da antistress/fonte di disturbo curvandole con una mano facendo rumore.
    Comunque sia sono felice di non aver avuto a che fare con le cabine telefoniche, ricordo solo che emanavano un fetore nauseabondo anche solo passandoci vicino.

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  23. Doc, sai dirmi se c'è un albo DC in cui Superman si scontra contro un esercito di cacameenchia guidato dalla terribile e temutissima signora col passeggino? Sai com'è, il meenchione rosso e blu era un assiduo utilizzatore delle cabine telefoniche (con tutte le volte che ha salvato il mondo poi...) e in quanto superprecisino della fungia mi chiedo che cosa avrebbe fatto trovando la fila alla cabina. Ma forse quel tipo di fauna telefonica era tipico soltanto delle nostre parti.

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  24. C'è da dire, a onor del vero, che quando c'erano le cabine e non c'erano i telefonini, quando eri in vacanza al mare la gente non ti scassava le meenchia per questioni triviali. Di contro, quando la telefonata urgente la dovevi fare tu, alle cabine c'era una coda che oggi faresti solo per comprare in anteprima l'ultimo modello dell'iPhone.

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  25. Ma usato una cabina telefonica in vita mia .
    Ma diciamoci la verità , che mondo triste sarebbe il nostro senza cabine telefoniche ?
    Ve lo immaginate ?
    Superman non avrebbe più un posto dove cambiarsi d'abito per salvare la giornata, i molestatori e i ricattatori un luogo dove telefonare alle proprie vittime senza paura di essere rintracciati, e sopratutto ci mancherebbe l' utilizzo di una qualsivoglia cabina come urinatoio d'emergenza.

    Andiamo sempre peggio, andiamo.

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  26. Ho anche io ricordi poco piacevoli degli aromi contenuti nelle cabine. Nella mia città la cabina vicino alla Stazione delle Corriere era affettuosamente soprannominata "Il Sesto Cesso", chè di cessi normali ce ne erano già cinque.

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  27. Mi ricordo quando andavo nel periodo elementari/medie e iniziava la moda di collezionare le carte telefoniche, tra bambini che si scambiavano giochi della play, per pirlate come le schede con su Shumacher, ROnaldo etc...
    La mia collezione duro' pochissimo, in quanto raccattavo gli scarti dei collezionisti duri,che mi rifilavano le loro millemila copie di copie; una volta che ottenni la carta di Thor, decisi che avevo toccato il cielo e chiusi prima di venire sommerso da paccotaglia, in quanto di li' a poco i primi cellulari avrebbero avuto prezzi umani e tutte quelle carte avrebbero avuto lo stesso valore della carta igienica.

    Ps: ho abcora la scheda di Thor.

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  28. Voi ce l'avevate la leggenda metropolitana, che prevedeva con questo telefono

    http://www.youbrick.com/d/78666-1/DSC07259.JPG

    di mettere una sceda con pochissimo rimanente nell'apposita fessura, un'altra tra i due blocchi (telefono e blocco per la scheda), e digitando un qualche breve numero, ti ricarivava la scheda inserita?

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  29. Ah, le cabine telefoniche!
    Ne ho pochi, ma precisi ricordi (perché ai miei genitori non è mai venuta, bontà loro, l'ansia di far sapere a zie ed altri parenti, quante volte io riempissi il pannolino al giorno...): ricordo i gettoni, ovvio, che spesso te li davano di resto al bar, ricordo l'epopea per trovare una cabina libera e soprattuttamente INTEGRA (questa parte, la piccola storia del vandalismo urbano selvaggio, l'hai dimenticata o volutamente tralasciata?), e più di tutto ricordo le porte assassine, la claustrofobia e l'odor di piscio.
    Cose che segnano. L'anno scorso ne ho usata una, dopo tanti anni (cellulare morto, autobus in sciopero e un caldo boia: immaginate che bel momento!), mi ha fatto quasi impressione.

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  30. E poi le collezioni delle schede (io partecipai alla seconda ondata, ai primi del 2000) e il portascheda in plastica trasparente (quella arancione, che ancora conservo, usata alla mia prima gita "lontano da casa", perché il cellulare non l'avevo ancora...ah, nostalgiacanalis).

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  31. @Ultimus!
    Forse ne ho sentito parlare. Da parte mia più che leggenda metropolitana ho il sicuro ricordo di quelle malefiche schede da 5000 lirette che si smagnetizzavano dopo la prima telefonata da 30 secondi. E giu' saracche.

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  32. Io ho usufruito delle cabine telefoniche per anni, in villeggiatura ( ci stavo più di due mesi all'anno, quindi fate conto di quanti gettoni ci abbiamo speso ), e mi ricordo la gioia quando hanno installato quelle "nuove" con tre fessure che funzionavano anche con le 100 e le 200 lire, anzichè solamente con i gettoni. Inoltre c'era una macchinetta rigorosamente meccanica per cambiare le 200 lire in gettoni:
    http://2.bp.blogspot.com/-07J9JXyxXMI/T0wN5hJNRZI/AAAAAAAAAYI/hGiXpbTPHRo/s1600/cambia%2Bgettoni.jpg
    Con mia mamma e mio fratello minore abbiamo fatto delle code immense, e sentito le conversazioni di migliai di persone che parlavano a voce altissima.

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  33. Ricordo ancora le file infinite nel lontano '89, in vacanza al mare, nel solito paesino della provincia messinese...e le "signorine" (100anni a testa), detentrici delle uniche due cabine del paese. E di quella giornata in cui, su due cabine presenti in centro città, rimasi ad aspettare come una disperata (effettivamente avevo necessità di chiamare,io!) una donna che fece ben 6 telefonate raccontando la storia del suo utero dalla genesi alla ormai incipiente menopausa. E perché? Perché usava (con la scheda!) l'unica cabina con scheda e monete, e come solo la legge di Murphy può dimostrare, io avevo solo 400 lire per comunicare che avevo perso il bus.

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  34. Il collezionismo di schede, fino ai primissimi anni Zero, andava forte. In città c'era addirittura un negozio di numismatica che aveva accantonato le monete per riempire il bancone di cataloghi di schedine. Uno di quei tanti oggetti collezionabili che poco dopo non sarebbero valsi un'infiocchettatissima.

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  35. Quando ero gagno e andavo al mare con i miei genigori si DOVEVA chiamare i Nonni.
    La cabina assolata era terribili, sembra di entrare in un forno crematoio.
    Ora in compenso i miei suoceri ci chiamano almeni 2/3 volte al giorno e a qualsiasi orario, un incubo che ti fa rimpiangere le cabine.

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  36. senza rivangare lamentose telefonate alle fidanzatine dell'epoca mentre loro si dilettavano al mare con "er canotta", Doc segnalo che finalmente è uscito allo scoperto il disegnatore di quelle pezzentissime meraviglie di armature dei cavalieri finte era il già antristicamente noto THE SPARKER:

    http://www.shockdom.com/webcomics/thesparker/2012/08/06/thesparkers-cloth-1/

    che ha anche lanciato una campagna di auto-aggiornamento dei vecchi disegni ;)

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  37. Wargarv:
    se ne sta parlando da stamattina su FB. Con The Sparker. :)

    Emanuele:
    I commenti anonimi non sono ammessi. Puoi copiare il contenuto del tuo e reinserirlo firmandoti, prima che finisca mangiato dal filtro antispam.

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  38. Sono abbastanza vecchio da ricordare le cabine con elenchi telefonici acclusi, fissati a un perno lungo la costina si rigiravano per aprirli. Ancora all'inizio degli anni ottanta li trovavo stropicciati ma integri nella mia cittadina. Una volta ho trovato un telefono senza cornetta ma con gli elenchi immacolati.
    Poi sono arrivati i telefoni arancioni, i miei preferiti. Ci ho passato l'adolescenza e usato chili di monete. Poi sono arrivate le maledette schede. Maledette perché da quel momento mi sono ritrovato sempre qualcuno appiccicato dietro come un avvoltoio a chiedere se la scheda era esaurita. C'era persino chi ti dava una scheda nuova di tipo comune al posto della tua rara e quasi scarica.
    Fino a prima del giubileo nell'atrio della stazione Termini esisteva uno stanzone pieno di telefoni, dove ora c'è quel negozio, sulla sinistra dell'entrata e lì ho visto un tizio che finito di telefonare si è girato e si è trovato a 2 centimetri il Collezionista Avvoltorio pronto a chiedere se la scheda era vuota. Ha rischiato un infarto per lo spavento e l'Avvoltoio ha rischiato un sacco di botte dopo che il tizio si è ripreso dallo spavento :-)
    Ma sempre meglio le cabine con gli sportelli di quelle senza, che per il rumore del traffico non si riusciva più a telefonare.

    Comunque è incredibile pensare che solo una ventina d'anni fa non c'erano internet, i cellulari e l'informazione h24. Meno comunicazione ma anche meno stress (e meno soldi spesi).

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  39. Pazienza, Doc. Tu allora fingi :D

    Aggiungo: mai capito il fenomeno del collezionismo di schede telefoniche. È una cosa tipo quelli che collezionano elastici e ci fanno una palla sempre più grossa, credo... xD

    E poi le schede erano degli ottimi surrogati di shuriken, schizzavano che era una meraviglia. Seghettando i bordi poi facevano pure più male.
    Un'altra applicazione degna di nota (letteralmente, in classe) era prenderle tra indice e pollice sul lato lungo, e usare l'altra mano per farle vibrare e produrre il caratteristico e fastidiosissimo suono. Ero l'unico pazzo?

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  40. Le cabine con telefono, macchinetta per i gettoni e gli elenchi appesi. M'illumino di vecchio.

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  41. @Emanuele
    Meno comunicazione? Ma è tremendo, ecco perchè dal 1999 a oggi la popolazione mondiale è aumentata di un miliardo di unità!
    Uno va al cinema per sorbirsi le tre ore scarse di un Batman qualsiasi, mentre a casa un commando di folli gli rapisce la famiglia e esige un riscatto entro due ore, la nonna ha un infarto, il nonno non sa come chiudere il gas... quando tornavi a casa dovevi munirti di sacchi per i cadaveri. La sovrappolazione era efficacemente contrastata dalla mancanza di telefonini (e dalle innumerevoli sciagure che possono colpire quelli che restavano a casa).

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  42. ahahahah sei geniale Doc! le cabine telefoniche sono davvero parte dell'immaginario comune, anche io avevo affrontato il tema, ma da tutt'altro punto di vista sul mio blog, ma decisamente il tuo stile e il tuo raccontare mi ha suscitato ricordi fantastici della mia adolescenza napoletana.

    Cmq se ti andasse di leggere ecco il link :)

    http://mettereordineincasa.blogspot.it/2012/02/classe-76-i-migliori-telefoni-della.html

    Bye

    V.

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  43. Come ha osservato qualcun altro, qua a Londra le cabine ormai esistono solo per due scopi: come bacheca per gli annunci di transessuali, e come cessi pubblici. Ce n'e' una vicino a casa mia in cui qualche buontempone mesi fa ha scaricato una mezza carriola di foglie secche (immagino rastrellate in giardino). Sono ancora li', fra un po' faranno compost.

    Di quelle italiane ho pessimi ricordi... da pischello in pratica le usavo soprattutto per fare gli scherzi telefonici. Siccome vivevo in un buco di paese dove tutti conoscevano tutti, bastava che una persona qualsiasi in paese mi vedesse anche solo vicino a una cabina per mettermi nei guai coi miei.
    "Oh! Mi ha detto la signora Baldrocchi che oggi pomeriggio stavi nella cabina in piazza! Cosa facevi? Eh?"
    "Ma... ma... stavo telefonando a casa! Ho telefonato a casa alle 4, ricordi?"
    "BALLE! CONFESSA!"

    E tutta la serie di leggende urbane secondo cui le schede telefoniche si potevano "ricaricare" con una calamita, o con un pezzo di nastro adesivo piazzato strategicamente, o mettendole in freezer per qualche giorno...

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  44. per me "cabina telefonica" è sempre stato sinonimo di "caldo" per le temperature da altoforno che quelle maledette trappole raggiungevano d'estate standosene lì al sole alla fiacciazza tua.

    detto questo il tuo post mi ha fatto venire in mente il sottocapitolo "Telefono" del capitolo "Attrazioni" di Bar Sport di Stefano Benni, aveva scritto qualcosa di simile già nel 76 o.O


    P.S.: se non lo hai mai letto DEVI leggerlo

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  45. Ho un amore smodato e viscerale per le cabine telefoniche con il pannello giallo e l'apparecchio con le fessure per la moneta da 100, da 200 e da 500 lire. Non esiste nulla di più AnniOttanta di quelle cabine.

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  46. Di livello pari alla descrizione magistrale del Doc c'è solo questa scena incredibile, stracitata con i miei amici, presa da Turné
    http://www.youtube.com/watch?v=owpq3_5TYHY

    Piccolo OT. Adoro la quantità di citazioni di Elio negli articoli di questo simpatico bloggettino. Quella dei servizi segreti bulgari è credo pressoché palese, ma il "tempestarla di cazzotti" è talmente criptica (e quindi esilarante se hai il culo di riconoscerla) che mi domando se sia voluta, a volte gli Elii diventano parte del tuo lessico senza che tu te ne renda conto!

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  47. manca un particolare che nessuno mi pare abbia citato, dalle mie parti nelle gabine c'erano delle simpatiche scritte: tipo XXX fa YYY e numero quasi una lista, un campionario di pulzelle, numeri e prestazioni....

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  48. Quanti ricordi nelle cabine, interi pomeriggi a rompere i coglioni al 112 ed al 113, con simpatici amici buontemponi, campioni mondiali di rutto libero.
    E quella volta che quella tua amica lesse il proprio numero telefonico accompagnato da un poco gentile messaggio promozionale...indimenticabile.

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  49. Sono appena rincasato da una sperduta ed innominabile realtà parallela nella quale qualche cabina telefonica sopravvive ancora...

    Si dice mangino le persone, ma io non ci credo. :P

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  50. Nell'articolo ti sei dimenticato di dire che erano delle turche pubbliche dove, i talebani, sviluppavano i loro virus per farli poi eliminare da dr. Casa

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  51. qui a Vicenza ce ne sono ancora un fottio, incredibile ma vero... anche se hanno smantellato una storica postazione lungo un viale del centro storico ricavata in una parte di un negozio con quelle 4/5 cabine, tutto aperto 24h/24h: era diventata la gioia dei "consumatori di Tavernello" che frequentano i vicini parchi pubblici. Ora ci sono dei distributori automatici, tra cui uno di pizze...

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  52. Io mi ricordo dei metodi infallibili o presunti tali per ricaricare le schede telefoniche esaurite. Si potevano mettere le schede in frigorifero oppure usare calamite o pennarelli neri, però non quelli ad acqua, solo quelli alcolici. Ovviamente col cavolo che il credito aumentava, anzi il rischio era quello di perdere i pochi soldi che erano rimasti sulla scheda.

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  53. È un due-tre giorni che ci penso, (madonna come sono un tipo 'ncazzto ;D) ma la frase senza fronzoli e perciò bella così:

    "...strutture foderate di volantini di concerti dimmerda"

    Non è una frase un po' reazionaria, antigiovine, e matusa inside? :D

    La meglio musica italiana fuori dal mainstream di quegli anni, passava dai centri sociali e da quei volantini. Anche Elio è passato dai CSOA.

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  54. Ultimus
    Ma figurati se ce l'ho con i centri sociali :) Parlavo dei concerti popolari di piazza. I ricchi e poveri alla festa del melone di Sacruccolo Inferiore o Mango nella serata conclusiva del Vattelapesca Festival. Quel tipo di concerti dimmerda, quel tipo di locandine, non quelle fotocopiate dei CS.

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  55. Ma come siete tutti giovani, cari amici antristi.
    Io mi ricordo quando le cabine telefoniche non esitevano o erano una rarità e per telefonare dovevi per forza usare i telelfoni esistentri nei negozi previo acquisto dei mitici gettoni.
    E ricordo anche di gente che ti raccontava i metodi più strani per telelefonare a scrocco e io da èergetto cogl... onesto cittadino continuavo a usare i gettoni.
    A proposito di mezzi di comunicazione pensa, Doc, che ho avuto per un breve periodo intorno al 97/98 un cerca persone oggetto assolutamente sconosciuto a quasi tutti voi.
    Poi nel 98 mi sono dovuto arrendere al cellulare per lavoro e ora (mi vergognoc come un ladro) uso regolametne due cellulari.
    Uno alla volta, almeno per il momento,

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  56. In caserma avevamo una stanza piena di cabine telefoniche, messe stipate una accanto all'altra; saranno state più di 20... e là credo che i militari terr...meridionali abbiano speso stramiliardi in schede telefoniche per chiamare la bella che li cornificava a 1000km di distanza. Io avrò chiamato a casa 3 volte in un anno, soprattutto perchè dentro alle cabine c'era un tanfo orribile

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  57. Ciao Doc, volevo segnalarti, se qualcuno non l'ha già fatto,uno "spot" girato dai Broncoviz,un gruppo di comici genovesi, tra cui Crozza,la Signoris e Dighero, girato nei primissimi anni '90 (Maurizio aveva ancora i capelli...)girato dove ora che la sede dell'U.C. Sampdoria. In questo spot Crozza è un killer che insegue il povero Ugo Dighero. Quando Ugo sembra finalmente essersi salvato, il cellulare (quello che all'epoca era un cellulare) suona...

    "Ogni anno 803.001 persone restano vittime del cellulare. E tu cosa fai per prevenire questa inutile strage? Se vuoi comprarlo...pensaci...se ce l'hai già...PENTITI! La Cabina: un posto sicuro. E' una campagna pubblicità progresso!"

    Se riesci a recuperlarlo, prima o poi...

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  58. Io usavo i telefoni a gettone e a scheda arancioni quando ero alle elementari xD E vorrei che non sparissero le cabine perchè comunque, se il cellulare ti molla, sono utili ç_ç

    Charlie

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