Inseguendo un Super Santos verso l'Infinito. E poi?

La cosa bella-bellissima di "Inseguendo un Super Santos verso l'Infinito" è che tutto è nato così, per caso. Un giorno hai scritto un post perché volevi parlare di Scribblenauts, solo che ti è venuto in mente che poteva essere divertente lasciare la parola al te stesso dell'85. E così sono arrivate tutte le altre storie di Tonino e Sasà, e non volevano essere dei racconti veri e propri, visto che le hai buttate giù così come ti venivano, senza nemmeno rileggerle. Poi, grazie ad alcuni fedelissimi dell'Antro che hanno rotto costantemente i coglioni per mesi con la storia del libricino che quei racconti degli anni 80 provvedesse a raccoglierli, il libricino è arrivato. E anche lì: hai solo preso i post così com'erano, limitandoti a piallare via giusto quel centinaio di typo di cui erano farciti. Di "Inseguendo un Super Santos verso l'Infinito" hai fatto stampare in tre soluzioni duecento copie, e che alla fine sia piaciuto non te lo dice solo il fatto che te ne sono rimaste 3 (tre), ma anche e soprattutto le belle parole spese da molti di voi sui propri blog o in lunghe email di commento (grazie a tutti, guagliò). Nel suo voler essere una non-raccolta di non-racconti, "Inseguendo un Super Santos verso l'Infinito" deve aver fatto vibrare le corde giuste, ti par di capire, ché alla fine a quanto sembra non eri l'unico pirla che sentiva un magone pazzesco guardando gli episodi di Blue Jeans alla televisione. Qualcuno ti ha chiesto a mezzo email se le storie di Sasà continueranno sull'Antro, e la risposta è no. Si son chiuse lì, dov'era giusto che si fermassero, fintanto che scriverle ti faceva sentire ancora allegro e un po' triste. In compenso, ci sarebbe quella storia del ROMANZO INEDITO DA 250 PAGINE […]
Shadow of the Colossus, compagno di mille quattro del mattino
Sei anni fa ti trovavi a vivere un periodo di grandi cambiamenti, per festeggiare i quali la tua vecchia compagna di vita, l'insonnia, si sforzava di trascinarti verso nuove, incredibili avventure. In quel meraviglioso mese e mezzo in cui riuscivi a dormire sì e no due ore a notte, trascorrevi le tue veglie nervose a giocare in loop la versione giapponese di Shadow of the Colossus e a scrivere su un vecchio portatile questa storia di grandi trionfi, terribili incoolate, amori, amicizie, tradimenti e rapine a mano armata. Di questo bar alla fine dell'universo, lì da qualche parte tra le Murge e l'Arkansas. "È che poi al destino non puoi mica dargli sempre del tu" nasce così, di getto come qualsiasi altra cosa tu abbia mai scritto in vita tua. Nasce e muore, perché non l'hai mai fatto girare, inviato a qualche casa editrice o chessò io. Aveva svolto la sua funzione (= evitarti di impazzire), e una volta riconquistata la soglia minima di sopravvivenza delle quattro ore di sonno a notte è tornato placidamente al suo status di GRINC© (Grande Romanzo Inutile nel Cassetto).
Sei anni più tardi, gli scavi archeologici condotti su una vecchia chiavetta USB lo hanno riportato alla luce. E, certo, va riletto, va rimesso a posto, perché con il te stesso di sei anni fa oggi non andresti mica molto d'accordo. Ma c'è, esiste, è un romanzo completo di 250 pagine, e campeggia anche qui quel misto di umorismo di bassa lega, nostalgia, voglia di vincere, anni 80 e pugni a tradimento nello stomaco dei racconti con Sasà e Tonino Pugnetta e Franchino l'Autista. Insomma, si potrebbe ritentare l'avventura della pubblicazione in proprio in perdita, e rimetterci anche qui con gioia quei sessanta, settanta euro. Facciamo così: ora vi se ne fa leggere un pezzetto. Giusto un pezzetto. Se vi piace, ce lo dovete dircelo: arriviamo a trenta commenti a favore (chi vuole può usare anche l'email) e siamo pronti per un nuovo miracolo itaGliano. Prontipartenzavia:

Benzinaio dalla battuta sempre pronta, Michele era solito riempire la testa del povero Enrico con dettagliate cronache delle sue avventure erotiche. Aveva agganciato questa, si era fatto dare il numero da quest’altra, si era fatto presentare queste due gemelle... Enrico non aveva mai nutrito dubbi sulla veridicità di quei racconti. Era infatti assolutamente CERTO che si trattasse di cazzate inventate su due piedi o, nella migliore delle ipotesi, di certosini lavori di ricamo operati attorno a incontri banalissimi.   
Michele era fatto così. Traslando alla vita di tutti i giorni la sindrome del pescatore, tendeva a ingigantire qualsiasi cosa, a impegnarsi con caparbietà per far sembrare ogni singolo, normalissimo avvenimento della sua vita un fatto figo e indimenticabile, il capitolo cardine di un romanzo di Ian Fleming, la scena madre di un film con James Dean. O Lando Buzzanca.
I dieci giorni di vacanza già trascorsi in Sicilia, ovviamente, erano stati scanditi da atteggiamenti perfettamente in linea con il carattere dei due cugini. Enrico restava a letto fino a tardi, faceva due passi solo quando ormai il pomeriggio si tingeva dei colori del tramonto, per comprare qualche rivista all’emporio del paese, passava decine e decine di minuti in fila alle cabine del telefono per poter chiamare la madre, poi tornava a rinchiudersi nel bungalow, trascorrendo le sue serate in compagnia di squallidi programmi televisivi. Alle 23 dormiva già della grossa.    

Michele, invece, si alzava piuttosto presto. Andava a correre sulla battigia con indosso un completino da jogging aderente che la sua pompa di benzina regalava con i punti fedeltà. A suo dire era l’ideale per mostrare a fanciulle e mamme con prole – “ottime prede”, aveva spiegato al cugino uno dei primi giorni – il fisico. Enrico non aveva avuto il coraggio di rivelargli quello che pensava.     

Che quel completino corto e stretto di colore rosso e blu lo faceva sembrare il cugino deforme dell’Uomo-Ragno, e che il suo fisico, biancastro e asciutto ma con maniglioni dell’amore piuttosto pronunciati, un principio di scoliosi e gambette magre e storte, non doveva farlo apparire esattamente questo modello di bellezza agli occhi di ragazze e signore.    

Terminata la corsa, Michele si sfilava dalla fronte la fascia Elleesse gialla, si faceva una doccia, si cospargeva di deodorante dozzinale che consumava al ritmo di una bomboletta al giorno, si ingelatinava i capelli neri e andava in spiaggia. Tornava per pranzo, dormiva fino alle dieci di sera e poi usciva, dopo aver tentato di trascinarsi dietro ogni volta il reticente cugino. Rientrava a notte inoltrata. Enrico si svegliava di soprassalto, destato puntualmente dalla sgommata con la quale Michele inchiodava la sua Duna nello spiazzo davanti al bungalow.     

Poi, in una sorta di perversa pantomima, Michele aspettava in macchina fino a quando Enrico non si affacciava sulla porta. A quel punto spalancava lo sportello della Duna, con l’autoradio che sparava a palla una delle sue cassette zingare, e sulle note di pezzi come “I get around” dei Beach Boys avanzava trionfante. Le braccia spalancate al cielo come un pontefice che benedice la folla, un attore che riceve l'Oscar alla carriera o l’alieno Klaatu di Ultimatum alla Terra. I Ray Ban a goccia ancora sul naso, nonostante l’ora e il buio pesto che avvolgeva la zona, non raggiunta dalle illuminazioni comunali. Un sorriso da predatore ostentato su quelle labbra sottili.    

La pantomima andava avanti: Michele, fossero le due, le tre o le quattro del mattino, invitava Enrico a raggiungerlo per un altro giro tra i locali.
“Vestiti, dai. Ci andiamo a spaccare la testa da qualche parte a ritmo di musica e poi compriamo dei cornetti caldi alla Nutella. ‘zzo fai ancora lì, vatti a mettere qualcosa, nonnetto! Coraggio, ché l’estate sta finendo. 
Non ti piace la Nutella? Li compriamo alla crema… La notte è ancora giovane, nonnetto!”
Enrico lo sapeva benissimo: Michele si sparava quelle pose da nottambulo solo perché sicuro che lui non avrebbe accettato. Così come sapeva che chiedergli l’inevitabile resoconto della serata fosse l’unico modo per accelerare il suo ritorno tra le lenzuola. Perciò, anche lui ormai calato nel ruolo che quella triste estate gli aveva affibbiato, recitava le battute del suo copione.
“Allora, come è andata? Fatto conquiste?” 
“’zzo, cugino. Che botta di serata: non puoi proprio immaginare…
Tutte le notti uguale. Per nove sere di fila, Enrico aveva dovuto sorbirsi le fantasie del cugino, facendo finta di credere a ogni singola parola.
Ora mi racconta che se le è fatte tutte e due. No, anzi, che gli vogliono presentare delle altre amiche per regalare loro un assaggio della sua mascolinità.
“E così avresti rimorchiato due americane, eh? Ma se non conosci una sola parola d’inglese! Mi hai chiesto perfino cosa significasse quella scritta sulla maglietta gialla che avevo ieri…”
“’zzo vuoi che ne sappia che in inglese ‘horse’ significa cavallo? Che lingua del cazzo questi britannici, senti. E ‘orso’ come fa, ‘cavall’?”
“Non cambiare discorso. Come hai fatto a parlarci?”
“Una delle due, Patty, ha origini italiane. La nonna era di Avellino. O di Caserta, ora non ricordo. Comunque, le ha insegnato un po’ d’italiano. Ma giusto un po’, ed è anche per questo che mi servi tu, poliglotta di famiglia…”
“Oh, grazie tante! Ti porti dietro l’interprete”
“Dai, ora non farmi l’offeso. Sono due belle ragazze, sono simpatiche e ti faccio perfino scegliere quale ti piace di più. Coraggio, c’è perfino il rischio che mi diventi uomo una buona volta. E poi, non eravamo venuti qui per questo? Vuoi continuare a guardare La Corrida come un nonnetto?”
“Sono sul serio carine?”
“Cos’è, non ti fidi? Ti ho mai raccontato balle? Con tuo cugino Michele…”
“…sono in una botte di ferro, ok , ho capito.”
Già, era in una botte di ferro. Come Attilio Regolo, prima di rotolare giù per la collina. L’immagine di due cozze inguardabili, obese, con i denti storti e la pelle grassa e sudaticcia, trasformate dal famelico appetito del John Holmes del gasolio in deliziosi bocconcini, si era fatta silenziosamente largo nella mente di Enrico.
Dichiari ufficialmente aperto il televostro.
50 

Commenti

  1. E tre! :D
    Dai che sono già curioso a bestia!

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  2. ...Azz!
    E poi come continua?
    Scusa, se pubblica Faletti, tu ti fai questi scrupoli?
    Io questo lo leggerei, Faletti neanche sotto tortura.

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  3. Mi piace quel "romanzo inedito da 250 pagine" in grassetto.
    Dotto' che aspetti? Non fare come Enrico :D

    A proposito..effettui ancora spedizioni molto lontano?

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  4. Doc, segna: una copia ben cotta al tavolo 3.

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  5. Count me in.

    p.s. posso prenotarmi una di quelle 3 copie di "Inseguendo un Super...."

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  6. Io ci sono. Spero proprio di leggere il seguito ...

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  7. Freshlem: Sure. Qui siamo internazionali mica solo per ragioni di tifo, neh.

    SlaveBeachVolleyX: Yepa. Mandami una mail (ma presto, ché nel mentre le copie rimaste sono due).

    Tutti gli altri: forza panino. Altri venti commenti e ci siamo.

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  8. Ovviamente ci sono, e se possibile prenoto una delle due copie del "Super Santos" rimaste....

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  9. Bubba, mandami anche tu una mail (l'indirizzo è qui sulla destra da qualche parte)

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  10. Bubba basta riempire la cantina !!
    L'altra copia è mia doc !! Non ci sono cazzi !!!

    obviusli vogliamo un nuovo miracolo itagliano

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  11. Email, giovani. Mannate le email, se no finisce in rissa tipo UominieTonne. Ma senza le pheeghe zingare.

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  12. Manco a dirlo, io sono dell'idea che il libro s'ha da fare.

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  13. Sei Stefano te, Slave?

    (fottuti nickname :))

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  14. Un nuovo miracolo italiano anche al mio tavolo.

    Supplemento funghi, quindi, già che vai in cantina a prendere i libri per gli altri, prendi anche le ciabatte da mare.

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  15. Zanna!!!!! LOOOOOOOL!

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  16. Eccomi!
    Io voto a favore, poi avanti stasera leggerò la preview.

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  17. Slave, non mi è arrivata una cippa.
    Ricapitolando, due delle tre copie superstiti di Inseguendo uno jubbentino ai confini dell'alba sono andate a Stefano e Juri, la terza me l'ha chiesta Bubba, ma ci sarebbe prima Slave. Se riesce a mandarmi la mail.

    (Sembra il Quesito con la Susi, santo cielo!)

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  18. un noto attore australiano24 gennaio 2011 alle ore 13:11

    favorevole!

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  19. Te l'ho mandata di nuovo per sicurezza

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  20. Niente. E la cosa mi inquieta.
    Stai mandando ad alessandroapreda@gmail.com, sì?

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  21. Può essere, ma Gmail non mi permette di recuperare messaggi dallo spam, che io sappia.
    Mi vuoi dare il tuo indirizzo e ti scrivo io?

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  22. Il nuovo miracolo itaGliano! Lo vogliamo

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  23. marco, ti ho scritto (e a quel punto gmail mi ha sbloccato a tradimento le tue mail precedenti).

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  24. lol
    Ti ho già risposto doc, in serata dovrei riuscire a scucire i soldi

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  25. LOL, la storia infinita, Marco. Ovviamente la risposta non è arrivata. Fammi sapere qui che facciamo prima, via.

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  26. ma porca...
    guarda doc, stasera dovrei fare il bonifico con paypal, alla peggio ti carico la postepay domani in mattinata.

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  27. no prob. Se usi paypal indica direttamente lì l'indirizzo.

    Eeeeeeeeeesold out. Con quella di Slave le tre copie sono andate. Di Inseguendo ne riparliamo se e quando ci sarà un'altra tiratura.

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  28. Bubba te lo rivendo a 25€ se vieni a ritirarlo da me LOOOL

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  29. Io per l'ebook (a pagamento obvious!) ci sto sempre Doc in caso ;)

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  30. PS
    Pensandoci bene e conoscendo Bubba... NO STAVO SCHERZANDO !!

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  31. Io tifo per ebook sia per questo che per Super Santos, però dipende da te. Sono un ebook-user da un po', quindi se servisse una mano per la conversione in epub ci sono. :-)

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  32. Zanna suka... non sò più er ghepardo de na volta...

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  33. L'incipit promette molto bene. Hai tutto il mio appoggio.

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  34. Ci so(g)no. Sei una bomba.
    Ti auguro di guadagnarci 50 centesimi a copia questa volta ^^

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  35. Oki doki, gente: stop alle telefonate, ché abbiamo raggiunto il quorum. Partirà asap la revisione notturna del testo, accompagnata per ragioni filologiche da qualche pezzo triste dell'epoca

    (tipo questo: tinyurl.com/65wn4ph)

    Tra un mesetto circa dovremmo esserci. Restate tonnati.

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  36. dopo aver goduto per una lunga sosta all'areoporto di colombo del super santos non posso che starci.

    Ps
    quel post sul wrestling per c64? ce ne era anche uno in cui sceglievi le mosse da un menù e poi caricava le immagini tipo slideshow. era coi lottatori veri, mi ricordo di hogan e ronny piper

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  37. I WANT IN ALL, I WANT IT NOW!

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  38. Algida: Microleague Wrestling, dici?
    http://en.wikipedia.org/wiki/MicroLeague_Wrestling

    Ho trovato la versione Amiga. Quel post arriva presto. Appena mi stacco da Stardust Suplex per Super Famicom ;)

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