Oreo: provando inutilmente a uscire dal tunnel

La sala, un vecchio magazzino con qualche sedia di plastica e un tavolino da bar Algida ammaccato, è poco illuminata. Forse di proposito. O forse perché siete in un fottuto sottoscala decrepito che è tutto quello che la parrocchia si sente di concedere per queste serate. Una delle due. Ti guardi attorno e ti senti dannatamente fuori posto. Sei arrivato che erano già tutti seduti, ma il moderatore è venuto ad abbracciarti e ti ha indicato una sedia. Vieni fratello, ti ha detto, vieni. Da allora nessuno ha ancora aperto bocca. In un angolo c'è un cartellone rosa shocking. Sopra c'è scritto a pennarello: "Non sei solo".
 

Continui a ripeterti che venire è stato un errore, ma pure che forse fai ancora a tempo ad andartene, quando un omone in giacca e cravatta alla tua destra prende la parola. Si alza in piedi, paonazzo in volto, e si asciuga il sudore dalla fronte con un fazzoletto gucci dei marocchini, senza scollare gli occhi dalle punte delle hogan. Mi chiamo Marco, dice. Mi chiamo Marco, faccio il commercialista, e da due anni sono un Oreista. Poi scoppia a piangere, nascondendosi il volto tra le mani. […]
L'americana Nabisco lancia gli Oreo nel 1912. Due anni più tardi, problemi di approvvigionamento a Sarajevo sono tra le cause scatenanti della Grande Guerra
Allora anche gli altri si alzano e cercano di sostenerlo. Chi una pacca sulla spalla, chi un buffetto sulla guancia, chi gli scompiglia i capelli con fare scherzoso. Un tipo magrolino con il ciuffo emo gli porge un pacchetto di Tempo al mentolo. Tenga, gli dice, tenga: ché questi non fanno arrossare il naso.
Tu resti seduto, con le mani nei tasconi della felpa. Sotto il cartello rosa shocking ce n'è un altro, color limone. Sopra c'è scritto: "Davvero".
Poi il moderatore dell'incontro, Michel, spalanca le braccia come un santone e rivolge a tutti un sorriso benevolo, invitandoli a rimettersi a sedere.
Michel è uno che ce l'ha fatta. Chi ti ha dato l'indirizzo di questo posto ti ha assicurato che ne è fuori da oltre nove mesi. Qualcuno azzarda addirittura che i mesi siano dieci. Senza mai una ricaduta, un solo morso, una sola pucciatina nel latte. Niente. 

Uno tosto.
Quando tutti sono di nuovo ai loro posti, Michel vi parla della forza di volontà, della determinazione, della voglia di vivere. Tutti pendono dalle sue labbra e lui sorride; ti guarda e sorride, ti sorride con quell'aura da santo, ti sorride con quello sguardo vivo, ti sorride con quegli occhi che a un certo punto inizi a pensare sia un po' ricchione, Michel.

Saiwa, controllata come Nabisco dalla Kraft, importa ufficialmente gli Oreo in Italia solo a partire dal 2008, in seguito a violenti tumulti di piazza scatenati nelle maggiori città italiane dal Nucleo Oreisti Armati
Maria Dolores Pinzi, proprietaria della Parafarmacia Pinzi: Tutto per l'Omeopatia, racconta con il cuore in mano del suo matrimonio naufragato. Non poteva capirmi, ricorda fissando un qualche punto indefinito del soffitto parrocchiale. Una volta, prosegue, ero a casa e stavo male, accucciata in un angolo della camera da letto. E lo stomaco urlava e cercavo di cacciar via le lacrime e niente, non ci riuscivo, quando mio marito rientra con le buste dell'Auchan e mi sorride e allora io ci dico me li hai presi? Dimmi che me li hai presi, ti scongiuro. Ma lui tira fuori una confezione famiglia di Ringo alla Vaniglia e mi dice: c'erano solo questi. Vanno bene lo stesso, vero?

Un brivido corre veloce lungo la schiena di tutti i presenti, mentre sulle loro facce si vanno dipingendo espressioni di disgusto. 

Sotto il cartello color limone ce n'è un altro ancora, verde acido. Sopra c'è scritto: "Te lo giuro".

La parafarmacista riprende il suo drammatico racconto, ma viene colta all'improvviso da violenti conati di vomito.
Ce la puoi fare, Maria! Non mollare!, continua a ripeterle Michel mentre viene portata via a braccia da Marco e dal tizio emo, quest'ultimo particolarmente attento a non farsi inzaccherare la camicia nera. Tu sei più forte della dipendenza!, le dice Michel. Tu sei più forte! 

E quella, con i piedi trascinati sul linoleum come un pupazzo, fa un gesto con la mano che forse vuol dire "Ok", forse vuol dire "Sì, ciao". Una delle due.

Michel non si scompone e ti passa la parola. Allora ti alzi in piedi, ti schiarisci la voce e prendi a spiegare che a te la dipendenza in sé dagli Oreo non è che crei tutti questi problemi, francamente.

Gli altri ti fissano sbigottiti.

Prosegui spiegando che, cioè, c'è di peggio degli Oreo. Che c'è gente là fuori che fa uso di droghe più pesanti, come l'eroina e il gelato Häagen-Dazs.

Gli altri continuano a fissarti sbigottiti.

Sotto il cartello verde acido ce n'è un quarto, azzurro. Sopra c'è scritto: "Cioé, non ti stiamo prendendo per il culo".

Che a te non sarebbe mai passato neanche per l'ingressosoggiorno del cervello di venire lì, a una riunione di Oreisti Anonimi. Per lo più in una serata in cui c'era la Champions. Solo che ti è successa questa cosa strana e hai avuto paura.

Michel allora ti interrompe, viene a poggiarti una mano sulla spalla e ti dice: ci siamo passati tutti, fratello. Conosciamo bene la natura del male. Stai parlando della coazione a ripetere, dell'ossessione di mangiarne ancora uno, e poi ancora un altro. Del continuare a mandar giù biscottini finché non finiscono, vero?

No, rispondi tu. Veramente stavo parlando del fatto che gli Oreo mi fanno cagare verde.

Maria, in un angolo, ha smesso di vomitare e ha preso pure lei a fissarti. Di lato, come Ratman.

Tra il 1912 e il 1999 sono stati venduti 420 miliardi di Oreo, il che lo rende il biscotto più venduto del XX secolo. Dal computo sono ovviamente esclusi gli oltre 900 milioni di biscotti inviati in Africa, nel 1985, grazie alla grande iniziativa umanitaria "Oreo for Africa" voluta da Michael Jackson e Lionel Richie
Allora spieghi che da quando sei entrato nel tunnel degli Oreo hai questo problema delle feci di colore verde. Verde intenso. E che sì, hai letto su Wired che negli Oreo ci sono tante cose strane, come il colore scuro che neanche chi li produce sa da dove viene, o come dei micro tubuli superficiali invisibili a occhio nudo che servono ad assorbire il latte grazie al fenomeno della capillarità, ed è probabilmente quello che provoca il tutto, solo che…

Ma vieni interrotto, e non ti permettono più di parlare. Marco, Michel, il tizio magrolino, Maria e altri due Oreisti Anonimi ti sono addosso e cercano di bloccarti braccia e gambe.
Tenetelo!, urla Michel, mentre tu scalci come un puledro. Quest'uomo è all'ultimo stadio della dipendenza e non se ne rende neanche conto! Dobbiamo salvarlo! Tenetelo! Ahia! Cazzo, attenti! Commercialista, stringa più forte lei che c'ha il fisico! Tenetelo!

Braccia e mani ti afferrano e ti tirano e ti manca il fiato e ti prende l'ansia visto che sei pure un po' claustrofobico. Allora rifili un calcio alla nuca al tizio magrolino, che collassa al suolo privo di sensi, e con il ginocchio assesti un colpo poderoso nel fianco del commercialista, riuscendo così a liberare il braccio destro. A quel punto prendi a mulinare il pugno, assestando cazzotti a tutti, tah, diretti. Quelli continuano a tenerti, e il pugno continua a viaggiare e bam, centri la parafarmacista dritta nel naso, costringendola a mollare la presa. Una volta che anche il sinistro è libero, è un attimo darti l'ultima spinta verso la libertà. 



100 grammi di Oreo, grazie alla saggezza dei grassi idrogenati, ti regalano 470 Kcal. Come un bello spaghetto alle vongole, ma senza il rischio di schizzarti la camicia
Cinque minuti dopo stai ancora correndo. Sei sicuro di aver seminato i tuoi inseguitori almeno all'altezza delle fontane di Piazza Europa, ma non te la senti di girarti a controllare. Hai perso una Vans nella fuga e il tallone sinistro ora ti fa un male cane. Sei stanco. Hai un nervoso addosso che guarda. Ma soprattutto hai di nuovo fame. Ti fermi a riprendere fiato e ti accorgi troppo tardi di averlo fatto giusto davanti alle porte automatiche di un supermercato iperspar. Porte che si spalancano leggiadre per te con un fffftt.

Cerchi di non guardare all'interno, ma poi lo fai e li vedi, i biscottini Oreo nelle loro confezioni tutte blu e celeste, sullo scaffale dei biscottini subito dopo il tornello per non far passare le vecchie con i carrelli. 

Li guardi, e sai che dovresti smettere, anche perché quella gente nonostante tutto ti ha fatto riflettere, e va a finire che quella roba, con tutti quei micro tubuli superficiali, ti ucciderà veramente. E allora ci pensi, ci pensi davvero: di darci un taglio, di disintossicarti, di tornare pulito, di tornare a essere padrone della tua vita.

Ci pensi. Per tipo tre secondi. Poi entri, te ne compri sei pacchi di quelli grandi, e vaffanculo.




Commenti

  1. Ahahahaha!!! Bellissimo! :))
    Oh, doc, ma il nuovo capitolo di Italia Storia Futura?

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  2. Meraviglia.. a te Palahniuk ti fa un baffo.
    La cosa bella è che in questa atmosfera surreal-onirica c'è un elemento che ti riporta alla realtà: l'iperspar. Il totem.

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  3. =)).
    Dov'è questo centro? Accettano anche le tossiche da Girasole del Mulino Bianco?

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  4. Praticamente 'sti Oreo io quasi non li conoscevo, prima, e neanche sapevo che li commercializzassero in Italia. Per me erano dei semplici biscottini che ogni tanto nominavano in qualche telefilm americano e pensavo, bon, noi abbiamo i Tarallucci Mulino Bianco, loro hanno gli Oreo.
    Po ho cominciato a lurkare nel tuo antro e ho letto di quanto sono buoni questi Oreo, e quelli con la crema doppia, e danno dipendenza, e pensavo, bon, questa non l'avevo mai sentita, ma ognuno ha le sue passioni.
    Poi due sabati fa sono andata all'A&O, che è sempre un brutto posto dove far cominciare le storie. Ero andata a prendere la vodka, alle otto di sera. Di sabato. Una mia amica mi aveva detto, compra anche dei biscotti, così abbiamo qualcosa da mangiare. Ho preso i biscotti, quelli economici, grandi, con il cioccolato in mezzo. Poi, sotto, c'erano gli Oreo. Solo 97 cent. E ho pensato, bon, proviamo 'sti Oreo, costano anche poco.
    Sono un incubo. Sono entrata nel tunnel. Non ne posso più, 57 calorie l'uno, e una vocina nel cervello continua a ripetermi che tanto la prova costume è lontana, mangiane un altro (la vocina nel mio cervello mi conosce molto bene). Sono diventata oreista. Cosa mi hai fatto?

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  5. Ma SBRUOTFL...

    Stamattina uscendo da casa chiedo a mia mamma di comprarmi gli Oreo quando è a fare le spese.

    Adesso torno... lei si avvicina e mi fa: "gli Oreo non li ho trovati, ti ho comprato i RINGO BLACK, vanno bene lo stesso vero?".

    Io ripenso a questo post, alla signora Maria Dolores Pinzi, e inizio a ridere come un cretino...

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  6. Maledetto... Arrivata ai Ringo alla vaniglia sono *MORTA*

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