Mondiali 2010, Argentina - Messico: il moviolone della rissa a fine primo tempo

Dopo un pomeriggio avvelenato dai commenti di Capello, incarognito per il gol regolare negato a Lampard ma dimentico delle altre due pappine prese dai tedeschi, la serata serve uno spettacolare Messico - Argentina. Avvio spumeggiante del Messico, i cui effettivi iniziano a tirare in porta dagli spogliatoi, ma gli uomini di Maradona si portano in vantaggio con un gol di Tevez viziato da un fuorigioco di ventidue metri. L'arbitro Rosetti, grazie alla preziosa collaborazione del guardalinee Airoldi, riesce a resistere alla tentazione di riguardare l'azione nel maxischermo accanto al suo orecchio, come stanno facendo in quel momento decine di migliaia di messicani incazzati sulle tribune, e convalida il gol. Ma a noi di tutto questo poco ce ne cala: passiamo infatti, senza ulteriori indugi, all'alto tasso tecnico bresslinistico mostrato dalle due squadre nel rissone a fine primo tempo. [...]
Mentre i 22 in campo discutono animatamente con il signor Rosetti, dietro la panchina del Messico si affrontano, armati di coltellini e delle peggiori intenzioni, i panchinari delle due nazionali. E' il trionfo dello sport e dell'amore cosmico.
Subito intervengono anche gli altri, e da un tag team match si passa a una vera e propria Royal Rumble. Maradona (l'omino alto un cazzo e due barattoli dietro a Heinze) cerca di frenare i suoi, ma viene travolto dal vortice di calci, spintoni e sputi.
Riuscito in qualche modo a rimettersi in piedi e sempre avvolto nella sua giacca di dodici taglie più grande, Diego Armando si lascia trasportare dai ricordi, verso quelle bellissime risse a cui non si sottraeva ai tempi del Napoli, tutte calcetti saltellanti e casco di banane in testa agitato con fare intimidatorio. Amaradonarcord.
Nel frattempo, Tevez afferra per il collo il secondo portiere messicano, invidioso dell'accostamento cromatico aggressivo del suo berrettino verde e rosso.
Il parapiglia sembra fuori controllo. Volano parole grosse in uno spagnolo ormai dimenticato. Rosetti si fa largo verso il cuore della zuffa, buttando da parte un Maradona evidentemente ancora prigioniero delle sue memorie.
Rosetti continua a fendere a rana la folla scalciante, ma si accorge che manca all'appello uno dei messicani. Dov'è finito Salcido?, chiede, temendo il peggio. Poi si accorge che l'esterno del PSV è ancora in campo, e sta continuando a calciare in porta dai 120 metri.
Burdisso giace al suolo, colpito ancora una volta da un destro d'incontro di Marchena, giunto apposta da Valencia con un volo privato. Maradona, intanto, cerca di convincere i messicani della bontà della decisione di Rosetti. Il quale però, grazie a un'altra pronta segnalazione del signor Airoldi, capisce che Diego stia parlando d'altro. Tipo di sua madre.

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