A boy and his blob: Fotone vaffanculo


Fotone è un tizio che stimi. Perché, nonostante nutra una passione un po' omosessuale per un giornalista di colore con i dreadlock e faccia le telefonate anonime alle redazioni delle riviste generaliste spacciandosi per bittanti, è uno dei pochi nel settore capace di scrivere qualcosa di divertente. E senza assumere il tono da maestrina zitella come giopeppa o spendere tremila battute di filosofia spicciola prima di dire che un tizio e la sua filiera gli stanno sul culo come fa zavanelli. Ha pure un certo qual gusto per il design, l'uomo Fotone, e ha un tumblr figo e un altro tumblr sulla musica e la droga altrettanto figo.
Peccato che di giochi non ne capisca un cazzo. [...]

Scriveva, l'uomo fotonico giorni addietro, di questo gioco per Wii che non è un gioco. E' "un'esperienza magicamente lenta e old school". Ora, sull'old school non ci piove. Sul lenta nemmeno, che il monoscopio Rai garantiva più emozioni di questo platformino Majesco. E' sul magicamente, a quanto sembra, che avresti parecchio da ridire. A boy and his blob è la storia di questo ragazzino che vive su un albero, come il Tarzan della pubblicità delle gocciole pavesi. A un certo punto c'è un'esplosione termonucleare fuori dalla capanna, causata da un qualcosa caduto dal cielo. Lui, come un pirla, corre a vedere, ma invece di un'astronave con dentro un neonato superforte e con un discutibile gusto per gli abbinamenti cromatici, ci trova il Barbapapà barbaforte, però sbiancato dalla paura. Sei un Teletubbies?, ci chiede il ragazzino con lo zainetto. Ma quello fa segno di no con la testa che non ha. Sei un Pokemon? Un Digimon? Doraemon? Un pauerrengerz? Quando la creatura aliena fa per andarsene, evidentemente scoglionata da tutte quelle domande, il ragazzino fa spallucce e ci dice vabbé, seguimi lo stesso. Che ti do le noccioline e in cambio tu mi risolvi tutti i casini trasformandoti in scaletta, botola, paracadute, razzomissile, porte, maniglie, profilattico. Ed è esattamente quello che succede per le sette, otto ore successive: tu decidi come usare la bestia per venire a capo della struttura dei livelli, ci lanci il fagiolo magico, essa esegue. Ma solo se ne ha voglia e non è impegnata ad andarsene in giro a cazzo di cane. Fine, ciao, ci vediamo al prossimo remake. 
A boy and his blob ha una grafica che a qualcuno potrebbe piacere (se quel qualcuno è diventato gay a furia di vedere le repliche degli orsetti del cuore), ma per quelli che sono i tuoi personalissimi gusti non è che bastano due colori pastello, il gameplay di un Everyone's Wally per Commodore 64 e il mostrillo degli Erculoidi per uscirti un bel gioco. Wii dimmerda, Fotone all'indice. E viste le trenta carte buttate per questa ricchionata, pure un po' al medio.

Scimmiudizio:

Commenti

  1. Sei un po severo dai, a me sembra carino.

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  2. Pensa se lo facevano con le righe bianche e nere, l'alieno.
    Allora si che avresti riso per quei 30€
    crj

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  3. HAHAHAHAHAH!!!

    Mea culpa, avrei dovuto scrivere un appendice postuma dopo quel post: "Non è vero, c'ho ripensato, non piace più".

    Che uno potrà anche cambiare idea e al mondo non si è mica tutti come giopep. C'ho ripensato perchè è macchinoso, noioso, molto cheap-Majesco.

    Invece sottoscrivo e rilancio il "magicamente": quel gioco è magico!!!! Mi ha tolto dalle palle Myriam (che stimo) per ben tre pomeriggi.
    Se ne stava lì inchiodata a dire "oddio che bello, oddio che dolce", mentre io mi drogavo in santa pace, abbastanza tanto per mettere in piedi Drogue'n'Roll (che tira un casino, come la Magnum).

    Se oggi sono quel che sono, lo devo certamente a A Boy and His Blob.

    Un gioco magicamente.

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  4. Eh. Si fa presto a dire mi sono sbagliato.

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  5. Già che ci sono, mi sono sbagliato anche sul Duplo fondente: adesso è buono, merita.

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  6. Totalmente inaffidabile. Aspetto l'ammissione che N'gai Croal non ha mai capito una mazza di giochini.

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  7. C'ho ripensato, mi sono sbagliato ancora una volta: N'Gai Croal è bianco.

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